IV Conferenza Stato-Regioni-Prov. Autonome-CGIE: un reportage della tre giorni

I servizi qui presentati sono tratti dall’Agenzia Inform a firma di Simone Sperduto e Nicoletta Di Benedetto. Riportano una sintesi dei lavori della IV Conferenza Stato-Regioni-Prov. Autonome-CGIE svoltasi a Roma dal 15 al 17 dicembre 2021

 

La giornata conclusiva della IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-Cgie

La firma del documento finale tra il Segretario Generale del Cgie Michele Schiavone e il Direttore Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci Luigi Maria Vignali

ROMA – Si è tenuta la giornata conclusiva della IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie, introdotta dai saluti di Michele Schiavone (Segretario Generale CGIE) che ha ricordato come questa plenaria sia arrivata a distanza di circa 12 anni dall’ultimo incontro. Schiavone ha parlato dell’approvazione di un documento finale contenente le linee programmatiche dei lavori in divenire. Il Segretario Generale ha rilevato come quest’anno ricorra anche il trentennale dal primo insediamento del Cgie coincidente altresì con la stesura di un documento sui diritti degli italiani all’estero denominato Carta di Roma approvato dallo stesso Consiglio Generale. Schiavone ha parlato di “cammino di resilienza del Paese che proietta l’Italia tra gli Stati più avanzati”. Il Segretario ha anche evidenziato come l’Italia sia diventato un grande Paese, sollecitando ad andare avanti utilizzando gli strumenti che saranno dati ad un organismo come il CGIE per proseguire sulla via della promozione del sistema Italia. Benedetto Della Vedova (Sottosegretario agli Esteri) ha quindi aperto ufficialmente la sessione conclusiva della Conferenza sottolineando a sua volta come questa occasione sia il momento per tracciare le linee programmatiche. Gli italiani iscritti negli schedari consolari sono passati negli ultimi anni ad oltre 6 milioni, con un incremento percentuale che sfiora il 40%. Ad aver lasciato l’Italia negli ultimi dieci anni sono stati soprattutto i giovani alla ricerca di opportunità di studio e lavoro; l’Italia nell’ultimo decennio ha visto progressivamente adattare le normative fiscali e previdenziali per incentivare il rientro dei connazionali, così come le riduzioni per le tasse abitative. Della Vedova ha poi sottolineato come questa emigrazione abbia colpito negli anni soprattutto piccoli borghi, aree interne e Mezzogiorno dove si continuano a registrare tassi molto alti. “Il PNRR comporterà uno sforzo progettuale rilevante, coinvolgendo le energie migliori: questa potrà essere un’opportunità per rientrare in Italia e penso anche ai vari professionisti. Stiamo cercando di comunicare agli italiani all’estero l’esistenza di queste opportunità. Sui borghi e le aree interne ricordo inoltre il turismo delle radici con servizi rivolti agli italo-discendenti per soddisfare le aspirazioni di questi ultimi al recupero delle proprie radici familiari”, ha spiegato Della Vedova ricordando che per le politiche riguardanti gli italiani nel mondo la Farnesina e la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero rappresentano il principale interlocutore del Cgie, anche se vi sono anche altri Ministeri che sono interessati a queste politiche, partendo dai servizi offerti alla tutela dei diritti passando alla promozione della nostra lingua e cultura e delle imprese.

“Il cittadino che lascia l’Italia porta con sé le esperienze dei luoghi dai quali è partito. Gli italiani all’estero sono una galassia di attori e sono ambasciatori dell’Italia nel mondo. Sono le tipicità e le differenze regionali a rendere l’Italia un Paese inconfondibile. Per la promozione dei territori va sottolineata di nuovo l’importanza del turismo delle radici: questo può essere un volano importante per tutto il turismo italiano e per i servizi erogati al di fuori delle grandi città generalmente visitate. Siamo di fronte ad un mondo nuovo con una nuova presenza degli italiani all’estero”, ha spiegato Della Vedova citando il messaggio del Presidente della Repubblica e individuando enti locali e Cgie quali tasselli fondamentali di questo sforzo comune e sistemico per la promozione integrata. “Il Maeci – ha continuato il Sottosegretario – intende avere un maggior coinvolgimento degli italiani all’estero nelle iniziative intraprese dall’Italia nel mondo sia a livello locale che centrale. Allo stesso modo – ha proseguito Della Vedova – siamo impegnati a migliorare i livelli di assistenza alle collettività all’estero tramite una sempre maggiore digitalizzazione dei servizi e l’ascolto costante dei loro bisogni, cui si coniughino riforme ed iniziative pensate appositamente…. Per questa Conferenza – ha concluso Della Vedova – abbiamo elaborato un documento finale condiviso dal governo e dagli altri attori : un ottimo punto di approdo. Perché questo esercizio abbia forza ci vorrà però per il futuro una maggiore continuità,  migliorando la periodicità di questi appuntamenti” .

Silvana Mangione (Vicesegretario Generale CGIE per i Paesi anglofoni extraeuropei) ha in primo luogo ricordato la costituzione per la preparazione della Conferenza di tre macro-gruppi di lavoro dedicati a tre temi: nuova emigrazione, internazionalizzazione, diritti civili e politici. Mangione ha poi letto il testo base del documento conclusivo della Conferenza ermanente Stato-Regioni-PA-Cgie spiegando le basi giuridiche sulle quali si sostiene la stessa Conferenza, convocata dal Presidente del Consiglio che ne è il Presidente. Le linee programmatiche sono l’indirizzo politico e amministrativo delle attività del CGIE. La Conferenza è giunta a distanza di circa 12 anni dall’ultimo incontro tenutosi nel lontano 2009. “In questo lasso di tempo le comunità italiane all’estero sono mutate molto non solo dal punto di vista numerico. Mentre la Penisola è in calo sotto il profilo demografico, l’Italia all’estero ha visto un aumento che l’ha portata a divenire la ventunesima regione italiana, seconda solo alla Lombardia per abitanti”, ha letto Mangione richiamando la necessità di rispettare anche il diritto al rientro dei connazionali. Mangione ha ricordato l’approvazione da parte del CGIE della “Carta di Roma” come tutela dei diritti degli italiani all’estero. Il Vicesegretario ha evidenziato vari problemi come il taglio dei parlamentari eletti all’estero (passati da 18 a 12) a fronte di una popolazione all’estero raddoppiata dalla data della prima elezione aperta ai connazionali nel mondo; così la scelta dell’opzione inversa per il diritto di voto all’estero per i Comites. Mangione ha rilevato la necessità della sussidiarietà di patronati e associazioni attuando l’altrettanto necessaria progettualità insieme alle Regioni quale accompagnamento dell’espatrio. Il rilancio del sistema Paese e l’internazionalizzazione necessitano di una profonda conoscenza della realtà delle comunità estere. E’ compito della Conferenza Permanente trovare il delicato equilibrio tra la tutela dei diritti nel Paese di accoglienza e il mantenimento dell’identità nazionale. “Gli italiani all’estero siano protagonisti delle politiche da adottare fin dal loro concepimento e non più soltanto destinatari delle stesse: in particolare le aree interne ed il Mezzogiorno non devono essere più considerate periferia dell’Italia ma occasione di sviluppo e nuova occupazione”, ha sottolineato Mangione invitando l’Italia a fare squadra con la sua popolazione all’estero per un vero salto verso il futuro. Il Vicesegretario ha dunque richiamato il ruolo della ricerca e dell’università, con la presenza consistente dei ricercatori italiani nel mondo. “L’Italia di italianità sia oggi vista in maniera estensiva coinvolgendo tutti coloro che hanno avuto periodi formativi in Italia”, ha evidenziato Mangione sottolineando l’importanza dei modelli educativi italiani nel dibattito globale. Quella italiana è perciò una identità da formarsi in forma concertata con quella parte d’Italia fuori dai confini nazionali. Mangione ha anche parlato di necessario rafforzamento della rete diplomatico-consolare e di valorizzazione del ruolo delle Consulte regionali. Necessaria è anche una riforma radicale dei livelli di rappresentanza già esistenti degli italiani all’estero così come il potenziamento del sistema Paese tanto in Italia quanto all’estero. Luigi Maria Vignali (Direttore Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci) è intervenuto sottolineando l’esigenza di evitare un nuovo esercizio redazionale sul testo conclusivo e condiviso della Conferenza. Un documento molto efficace su cui gli attori della Conferenza hanno già trovato una sintesi.

Rodolfo Ricci (CGIE/FILEF) ha ricordato che per il documento finale si è lavorato molto. “Non ci si può limitare ad enunciazioni di principio ma occorre prendere atto delle proposte effettuate dai tre gruppi di lavoro allegando tali documenti come parte costitutiva del documento finale”, ha spiegato Ricci chiedendo che vengano presi in considerazione questi lavori preparatori. Manfredi Nulli (Presidente Commissione VI CGIE) ha lamentato come il documento non menzioni la Commissione VI per il ruolo che dovrà avere in divenire in maniera permanente: una Commissione che ha svolto un lavoro fondamentale in preparazione di questa Conferenza. “L’idea era avere due o tre punti sui quali misurarsi”, ha sottolineato Nulli.

Dal canto suo Giangi Cretti, presidente della I Commissione del Cgie ha segnalato la mancanza nel documento finale di riferimenti all’informazione e all’editoria. Una segnalazione che è stata accolta con l’inserimento nel testo di una sezione sull’editoria specializzata.  Pietro Lunetto (FAIM) ha parlato di valorizzazione dei nuovi migranti in funzione di un’altrettanta valorizzazione delle rispettive aree di esodo. “Per affrontare le criticità serve fare squadra con tutti gli enti, le istituzioni e le associazioni articolati in Italia e all’estero. Ci sono però anche enormi opportunità da cogliere per la crescita e lo sviluppo del Paese creando relazioni stabili e organiche con le nuove migrazioni andando verso una circolarità della migrazione”, ha spiegato Lunetto sottolineando l’importane ruolo dell’associazionismo sia tradizionale che nuovo. Aniello Gargiulo (CGIE/Cile) ha parlato della centralità della discendenza degli italiani all’estero da mettere maggiormente in evidenza, oltre naturalmente all’insegnamento della nostra lingua. Luigi Scaglione (Coordinatore delle Consulte Regionali) ha invitato a guardare alle Consulte per una rivalutazione complessiva della loro importanza e per il senso che danno all’attività svolta o da svolgere istituendo un tavolo di concertazione operativo. “Questa Conferenza sia la svolta vera per riorganizzare le nostre attività con le comunità estere”, ha spiegato Scaglione che in questa dimensione valuta positivamente il documento finale, andando lo stesso in questa direzione sensibilizzando Governo ed enti locali. Scaglione ha anche evidenziato il ruolo del turismo di ritorno.

Delusione per i contenuti del documento è stata espressa da Norberto Lombardi (Pd) che ha rilevato come molte tematiche affrontate in questi anni dal Cgie non siano state tenute in considerazione. Lombardi ha ricordato come, a causa  della crisi economica del 2009 , le  Regioni siano quasi scomparse dal mondo dell’emigrazione. Il Consigliere ha anche sottolineato come la rete delle CCIE non siano state prese in considerazione per l’utilizzo dei fondi per l’internazionalizzazione. Lombardi ha inoltre rilevato la mancanza nel documento di riferimenti ai Piani Paese. Una sollecitazione che è stata poi accolta con l’inserimento di questa tematica nel testo finale della Conferenza.

Nello Collevecchio (CGIE/Venezuela) ha sollecitato il rapido raggiungimento degli obiettivi descritti nel documento finale. Fabio Ghia (CGIE/ANFE) ha rinnovato il quesito se il Cgie debba rimanere alle incardinato presso la Farnesina o passare nell’ambito della Presidenza del Consiglio. Gianluca Lodetti (CGIE/CISL) ha parlato del documento finale come base per il lavoro futuro, rimarcando che la necessità di tenere conto per i prossimi sviluppi anche degli approfondimenti preparatori posti in essere dai gruppi di lavoro tematici.

Luigi Papais (CGIE/UCEMI) ha parlato dell’esigenza di tutelare l’associazionismo regionale al fine di non disperdere una rete fondamentale che non si ricostituirebbe.  Paolo Masini (Direttore Museo dell’Emigrazione di Genova) ha ricordato come l’emigrazione non si fermerà mai e che il polo museale di Genova racconterà la storia dell’emigrazione italiana ma anche l’attualità più recente di questo fenomeno. “Le nostre porte sono aperte e aspettiamo il contributo di tutti”, ha spiegato Masini. Isabella Parisi (CGIE/Germania) ha invitato a portare avanti i buoni propositi di questi giorni e i progetti ambiziosi presentati per ristabilire il ruolo e la giusta stima che spettano alle rappresentanze degli italiani all’estero. Mariano Gazzola (Vicesegretario Generale CGIE per l’America Latina) ha dato lettura del documento chiamato Carta di Roma sui diritti degli italiani all’estero. Nel testo si parla non solo di diritti di cittadinanza ma anche di diritto allo studio della lingua italiana così come di diritto alla salute, con particolare riferimento alla questione di quanto avvenuto durante la pandemia. Al posto del Ministro del Lavoro Andrea Orlando, che non è potuto essere presente per un malore, è intervenuto il consigliere del ministro Michele Cecchi che, a nome del Ministro, ha espresso vicinanza alle nostre comunità all’estero e apprezzamento per il lavoro svolto in favore degli italiani nel mondo e la proiezione estera dell’Italia dal Maeci, dalla rete diplomatica consolare, dal Cgie e dalle consulte regionali. Dopo l’auspicio che la conferenza divenga un luogo di incontro permanente, vi è stato l’invito a una riflessione comune sulle nuove forme di rappresentanza degli italiani all’estero. Rilevata anche l’importanza di una  gestione intelligente della mobilità favorendo il rientro dei connazionali dall’estero, attraverso la presenza di lavoro qualificato, e garantendo misure di sostegno per chi decide di lasciare l’Italia. “Parliamo di una comunità che è la ventunesima regione d’Italia”, ha spiegato il consigliere del Ministro Orlando sottolineando la situazione del saldo migratorio italiano e di un mercato del lavoro sempre più fluido grazie alle tecnologie. “Vanno però create le condizioni affinché il Paese sia in grado di richiamare dall’estero le competenze per un nuovo modello di sviluppo. Occorre cogliere le opportunità offerte dal PNRR e quelle del turismo delle radici oltre alla riqualificazione delle zone interne a rischio spopolamento”, ha aggiunto il portavoce.

La Conferenza si è chiusa con la firma del documento finale tra il Segretario Generale del Cgie Michele Schiavone e il Direttore Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci Luigi Maria Vignali. “L’auspicio è avere orizzonti nuovi per le nostre comunità a partire da questo documento”, ha commentato Schiavone ringraziando in modo particolare il Presidente della Repubblica. (Simone Sperduto/Inform)

 


IV Assemblea Plenaria della Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome – Cgie: il dibattito su rappresentanza e lingua italiana

ROMA – Nella seconda sessione pomeridiana della IV Assemblea Plenaria della Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome – Cgie , numerosi sono stati gli interventi sui temi della giornata. Il consigliere Gerardo Pinto dall’Argentina, si è soffermato sull’importanza della lingua e cultura italiana e sulle politiche giovanili. Il consigliere ha ricordato il seminario organizzato nel 2018 dal Cgie a Palermo a cui parteciparono 150 giovani. Due di questi giovani argentini, ha ricordato Pinto, hanno organizzato con successo l’anno scorso un corso di formazione istituzionale con il sostegno del Centro di Studi Italo-Argentino; un corso che quest’anno si è ripetuto con più successo essendo stato elevato a un diploma di livello universitario di Buenos Aires. I 50 giovani che vi hanno preso parte hanno poi presentato dei progetti da portare avanti alle associazioni o ai Comites. Pinto ha anche auspicato iniziative delle regioni volte a rafforzare i legami con i corregionali all’estero, attraverso scambi giovanili, sostegno alle associazioni meritevoli e turismo di ritorno.

A seguire Paolo Brullo (consigliere dalla Germania) ha sottolineato la necessità di un maggiore raccordo fra i Comites e i parlamentari italiani che si recano in missione all’estero. “Chi meglio dei Comites –  rileva Brullo – conosce in prima persona i bisogni della gente?… Conosciamo le criticità ma anche le realtà positive dei nostri connazionali, il positivo e il relativo dei loro bisogni”.

A seguire il consigliere di nomina governativa Norberto Lombardi (Pd) ha segnalato alcuni spunti da inserire nel documento finale della Conferenza, ad esempio relativi alla diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero. In proposito Lombardi ha rilevato la mancanza in Italia di “un gioco di squadra” nell’attività promozionale e la necessità di ripartire le risorse per la lingua e la cultura italiana, circa 140 milioni di euro per il prossimo triennio, “secondo la originaria ispirazione per politiche innovative e per politiche aggiuntive”, mentre molte risorse “sono finite nel canale ordinario, vale a dire nel finanziamento degli istituti di cultura e altre cose”. Lombardi ha anche auspicato che nel documento finale si parli delle difficoltà dell’impianto formativo all’estero che da alcuni anni sta soffrendo una fase di transizione.

E’ poi intervenuto il deputato di Italia Viva  Massimo Ungaro, eletto nella ripartizione Europa, che ha parlato della necessità di tutelare il voto all’estero.  “E’ fondamentale – ha rilevato – che il Cgie e il Parlamento si adoperino per rilanciare una proposta di legge che vada a mettere in sicurezza il voto all’estero. Un grande messaggio per la legalità e preservare la legittimità”. Ungaro ha anche evidenziato l’esigenza di affrontare le problematiche nate dal taglio dei parlamentari della circoscrizione Estero.

Nel suo intervento la consigliera Silvia Alciati (Brasile) ha sottolineato la mancanza nel dibattito odierno di proposte progettuali concrete come ad esempio la creazione di un ministero per gli italiani nel mondo. Alciati ha anche segnalato come numerosi connazionali all’estero, per tante motivazioni, non abbiano potuto votare alle recenti elezioni dei Comites e quindi espletare i loro diritti. Il segretario Generale Michele Schiavone rispondendo alla riflessione della consigliera Alciati ha rilevato :  “è già un successo essere tutti qui. Purtroppo con la pandemia siamo tornati ad una situazione di precarietà e di difficoltà. Possiamo mettere a fuoco gli argomenti che cercheremo di proporre nel documento finale. In due anni e mezzo abbiamo dimostrato di essere un organismo che non si è mai tirato indietro di fronte ai problemi, per cui coraggio”.

Il consigliere Franco Dotolo (Fondazione Migrantes), ha rilevato la necessità di promuovere proposte concrete per gli italiani all’estero. “Va fatta una riflessione seria, – ha aggiunto Dotolo – sono finiti i tempi delle passate consiliature quando gli obbiettivi erano altri come il voto all’estero; anche alla luce della nuove emigrazioni credo che bisognerebbe riconvocare gli stati generali per l’emigrazione e intravedere nuove prospettive”.

Ha poi preso la parola la senatrice di Italia Viva Laura Garavini, eletta nella ripartizione Europa, che ha in primo luogo  affrontato il tema del futuro della rappresentanza degli italiani all’estero. La senatrice ha spiegato come con la riduzione del numero dei parlamentari della circoscrizione Estero la rappresentanza di base (Comites e Cgie) dovrà acquisire un ruolo ancora più importante di quello odierno, anche a fronte del costante aumento numerico delle comunità nel mondo.  La senatrice, dopo aver rilevato il fallimento dell’opzione inversa del voto, ha auspicato la realizzazione di proposte concrete da parte del Cgie su queste tematiche, senza dimenticare la problematica della messa in sicurezza del voto all’estero.

Maria Tirabassi in rappresentanza di tutte le Consulte Regionali, ha in primo luogo ringraziato il Cgie per aver dialogato con le Consulte e ha inoltre evidenziato come le Consulte meritino di essere ascoltate, soprattutto perché le regioni hanno nei loro statuti le politiche da realizzare in collaborazione con gli italiani nel mondo. Tirabassi ha poi rivolto un pensiero allo scomparso Carlo Ciofi, per l’amore e l’attaccamento agli italiani all’estero. Tirabassi ha infine posto il problema del sostegno degli italiani di ritorno da paesi in cui la crisi economica si sta facendo sentire, come ad esempio il Venezuela.

Fra gli altri interventi segnaliamo quello del consigliere Tony Mazzaro, (Germania) che ha rilevato come non sia stata citata la presenza di tanti piccoli e medi imprenditori di origine italiana nei paesi di accoglienza. “Sono questi – ha aggiunto il consigliere – che hanno fatto grande il nostro Paese e hanno creato posti di lavoro in Italia e ne hanno creato altrettanti nei paesi di accoglienza”. Secondo Mazzaro inoltre questa realtà dovrebbe essere coinvolta nella vita associativa che è in crisi da anni. Il consigliere ha anche auspicato una politica diversa per la promozione della lingua e cultura italiana in Germania. Un’iniziativa  che arrivi a riprendere i soggiorni linguistici in Italia per età.

Il segretario Michele Schiavone ha chiuso la seduta sottolineando la necessità “ di guardare avanti  nella convinzione di  essere nel giusto e di rappresentare chi in realtà crede ancora, e per fortuna, in un futuro migliore”. (Nicoletta Di Benedetto/Inform)

 


IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-CGIE: gli interventi istituzionali su diritti, cittadinanza e rappresentanza per gli italiani all’estero

ROMA – Alla IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE si è parlato di diritti, cittadinanza e rappresentanza per gli italiani all’estero. Mariano Gazzola (Vicesegretario Generale CGIE per l’America Latina) ha ricordato che quando si parla diritti e cittadinanza viene in mente il diritto alla cittadinanza degli italiani estero: tema sul quale il legislatore intervenne già nel lontano 1912. “Se ne continua a parlare perché il mondo è cambiato e le nostre comunità sono diverse da quelle di un tempo: il tema continua ad essere di grande attualità e occorre un aggiornamento”, ha spiegato Gazzola evidenziando come proprio la Conferenza permanente possa dare linee programmatiche su questo in senso non restrittivo ma come garanzia affinché ogni connazionale goda del diritto ad essere riconosciuto come cittadino italiano a prescindere dalla generazione d’appartenenza. Gazzola ha inoltre precisato che esistono numerosi altri diritti: il diritto all’assistenza sociale, la tutela del lavoro dell’italiano nel mondo, il diritto a rientrare nonché, non per ultimo, il diritto alla rappresentanza. “E’ una questione di numeri e di strutture ma anche e soprattutto una questione di confronto che deve essere continuo: un confronto universale con tutte le amministrazioni e con tutto il Governo ma anche con tutta la società civile della Penisola”, ha aggiunto Gazzola parlando di un dialogo che giova anche a quel giovane italiano nato e cresciuto qui che sta pensando di trasferirsi all’estero. “Il sogno che abbiamo noi italo-discendenti è costruire un futuro migliore: un mondo più giusto, fraterno e umano”, ha concluso Gazzola. Per Fabiana Dadone (Ministro per le Politiche Giovanili) bisogna riuscire a moltiplicare le occasioni di confronto per capire le aspettative dei ragazzi. “Sono figlia di una generazione di politici che dicevano ai giovani di essere il futuro. Adesso dobbiamo dire ai giovani come ad esempio i fondi del PNRR verranno spesi per loro: quando chiedo a loro se sanno quali saranno le progettualità messe in campo, spesso non lo sanno”, ha spiegato Dadone che sul tema della mobilità giovanile e di un loro rientro in Italia ha ricordato la messa in atto di norme in questo senso anche dai Governi precedenti. Per Dadone il vero punto è però come impedire che i giovani vadano via a causa di un Paese nel quale non si vedono felici, al di là delle offerte di lavoro che magari ci sono. “Coi fondi andremo ad intervenire in maniera importante ma non serve tanto l’occupazione in sé bensì capire come rendere capaci i giovani di realizzarsi pienamente all’interno del proprio Paese. Tutti sognano di andare a vivere all’estero ed è giusto che lo facciano, ma il punto è come accoglierli di nuovo in Italia”, ha concluso Dadone. Ivan Scalfarotto (Sottosegretario all’Interno) ha ricordato di essere stato a sua volta un italiano all’estero, lavorando a Londra per una multinazionale. “Siamo moltiplicatori di italianità e tutto ciò che facciamo per gli italiani all’estero va migliorato. Tuttavia ci sono complessità grandi perché le nostre comunità sono sparse nel mondo e quindi la gestione materiale delle rappresentanze è complicata. Penso sia sbagliata l’opzione inversa perché il diritto al voto dovrebbe essere conseguenza diretta del diritto di cittadinanza”, ha spiegato Scalfarotto auspicando che la Rai possa migliorare il proprio servizio per i connazionali all’estero guardando ad esempio a quello che fanno la BBC o Russia Today al fine di raggiungere al meglio i propri cittadini nel mondo. Per Scalfarotto inoltre un altro problema sarà quello derivante dal recente taglio dei parlamentari eletti all’estero con un relativo squilibrio nella rappresentanza .Roberta Enni (Rai Gold) ha spiegato che oggi “la cittadinanza è un concetto liquido” nel senso che chi è all’estero non è meno cittadino di chi vive in madrepatria. “Uno degli agenti importantissimi del soft power italiano è legato alla nostra gente, ossia a ciò che noi siamo e alla nostra creatività. Gli italiani che vivono all’estero sono dunque agenti fondamentali di tutto questo e dovremmo prendere maggiormente coscienza di quanto essi possano essere i nostri ambasciatori. Sappiamo tutti quanto siamo apprezzati ad esempio in settori come la cooperazione”, ha aggiunto Enni domandandosi cosa possa fare la Rai. “La Rai può fare molto: ma abbiamo il canone più basso e lo ‘share’ più alto, qualcosa vorrà significare”, ha sottolineato Enni. Dario Parrini (Presidente Commissione Affari Costituzionali del Senato) vede nell’Italia uno dei pochi Paesi che abbia assegnato ai residenti all’estero una quota di rappresentanti parlamentari. “E’ evidente che non si può affrontare su base solamente numerica la questione della rappresentanza degli italiani all’estero”, ha commentato Parrini evidenziando che certamente la platea degli aventi diritto all’estero appare sottostimata in via prettamente numerica. “Tuttavia la territorialità della rappresentanza deve rimanere una questione che occupa il centro della scena. Sono nettamente contrario all’inversione dell’opzione: stiamo assistendo in molte democrazie mature come gli USA a negativi tentativi di scoraggiamento e riduzione della propensione al voto, con l’aspirazione di abbassare il numero di votanti ricavandone un beneficio”, ha spiegato Parrini pur evidenziando il problema della messa in sicurezza dell’esercizio del voto introducendo correttivi atti a garantire una sicurezza maggiore. Riforma dei Comites e CGIE e istituzione della Bicamerale per gli italiani all’estero sono infine altri temi che devono essere al centro dell’azione politica. Alessandra Zedda (Assessore Lavoro Regione Sardegna) ha parlato della necessità che la condizione di insularità che rappresenti più uno svantaggio, come avviene per esempio nell’abbinamento della circoscrizione elettorale delle due isole italiane per il Parlamento europeo che vede svantaggiate le rappresentanze insulari. Zedda ha parlato quindi di progetti come ‘Casa Sardegna’ che coinvolge i sardi sparsi nel mondo quale filo conduttore centrale per valorizzare la Sardegna e l’intero Paese che è sempre presente nel cuore dei nostri emigrati. “Diamo grande valore della transizione ecologica e digitale, rendendo i nostri giovani emigrati protagonisti. La Regione è impegnata nella formazione e nell’inclusione sociale”, ha spiegato Zedda. Pietro Quaresimale (Assessore Politiche Sociali e Lavoro Regione Abruzzo) ha ricordato come le associazioni dei concittadini abruzzesi nel mondo possano entrare in una democrazia sempre più partecipata. “Bisogna fare sinergia tra le istituzioni italiane per creare progettualità volte a far restare qui i talenti, aumentando così il nostro sviluppo. Serve aumentare l’alta formazione e capire quali siano le figure più richieste nella domanda-offerta del lavoro”, ha spiegato Quaresimale ricordando che la Regione si riunisce annualmente con la Consulta degli abruzzesi nel mondo. A seguire  è stato presentato il trailer del programma “Storie in movimento” trasmesso dalla Rai, realizzato da Alessandra Rossi e Toni Ricciardi. “Si parte non tanto perché il lavoro in Italia non c’è ma perché qui non c’è l’opportunità di crescita professionale. Così i giovani, che dopo l’esperienza di studio all’estero vorrebbero tornare in Italia, non lo fanno per la precarietà della vita che c’è qui”, ha spiegato Rossi. Il costituzionalista Marco Galdi ha parlato dell’effettività del voto per gli italiani all’estero quale espressione costituzionale. “Il voto per corrispondenza al momento garantisce questa effettività, ma anche guardando avanti al voto da remoto, in ogni caso, bisognerà conservare entrambe le modalità di voto per consentire tale esercizio agli elettori più anziani, con minore attitudine alla tecnologia, altrimenti il gap digitale diventa un gap democratico non giustificabile”, ha spiegato Galdi che vede comunque nella circoscrizione Estero un territorio nel quale sperimentare nuove modalità di voto. “In questi venti anni non siamo andati molto avanti sul piano dei diritti”, ha sottolineato Galdi riferendosi alla necessità di politiche mirate e diverse per garantire maggiormente gli italiani all’estero, aumentando i fondi dedicati e incaricando una figura magari presso la Presidenza del Consiglio che possa occuparsi di diritti che sono fondamentali per garantire un futuro agli italiani nel mondo. Rodolfo Ricci (CGIE/FILEF) ha ricordato come la crescita numerica dell’emigrazione avvenga in maniera costante ormai dal 2008 ad oggi quasi senza soluzione di continuità; nello stesso anno del picco pandemico il fenomeno si è ridotto solo nei brevi periodi dei lockdown. “Questo indica una dimensione strutturale del Paese dove, pur in una congiuntura attuale che vede l’arrivo dei fondi del PNRR e tutte le riflessioni sull’internazionalizzazione, continuiamo a trovare questa emigrazione strutturale”, ha evidenziato Ricci sottolineando come l’Italia non sappia valorizzare i propri laureati che scelgono la strada dell’estero. “Inoltre abbiamo assistito al paradosso per cui i connazionali all’estero hanno nel tempo acquisito sempre maggiori diritti in loco, vedendo però affievoliti quelli in Italia”, ha aggiunto Ricci sollevando il quesito di dover capire adesso come ottenere razionalmente nuove prospettive per una rappresentanza reale all’interno delle istituzioni italiane. “Non è pensabile che essa rimanga come quella attuale, se consideriamo che nei prossimi anni il numero di italiani all’estero potrebbe aumentare ancora di più”, ha concluso Ricci. (Simone Sperduto/Inform)

 


IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-CGIE: dibattito su internazionalizzazione e sistema Paese

ROMA – Alla IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-CGIE si è parlato del tema dell’internazionalizzazione e del sistema Paese con un dibattito aperto che è seguito alla parte propriamente istituzionale. Michele Schiavone (Segretario Generale CGIE) ha posto l’attenzione sull’importanza della comunicazione nell’affrontare la materia dell’internazionalizzazione e della promozione del sistema Paese. L’invito di Schiavone è stato dunque quello di ricalibrare tutti gli aspetti trattati nell’apertura istituzionale, guardandoli però dal punto di vista specificamente comunicativo. Vincenzo Arcobelli (consigliere CGIE USA) ha indirizzato a Petrocelli, quale rappresentante politico di una Commissione Esteri, la richiesta da far pervenire alla politica il fatto che l’assenza di un budget necessario per le politiche e la promozione non consente di essere competitivi rispetto ad altri Paesi come Germania, Francia, Inghilterra che a livello internazionale investono maggiormente credendo nel valore della promozione dei loro prodotti e delle tecnologie. “Parlamento e Governo devono intervenire per investire di più”, ha aggiunto Arcobelli plaudendo ai miglioramenti che pure ci sono stati con le cabine di regia. Arcobelli ha quindi ricordato un appuntamento ormai divenuto fisso in Texas che è quello della Conferenza dei ricercatori italiani sottolineando al contempo che tutti coloro che danno il proprio apporto all’italianità sono da considerare eccellenze: dallo studioso al pizzaiolo. “Il coinvolgimento non sia un qualcosa che dobbiamo chiedere noi: perché se si crede davvero ad una strategia comune per il sistema Paese, il cammino deve essere comune utilizzando rappresentanze come associazioni, Comites e CGIE”, ha rilevato Arcobelli riferendosi alle istituzioni. Il consigliere ha anche chiesto un radicale cambio di approccio verso gli italiani all’estero, auspicando per il Maeci una maggiore organizzazione e semplificazione in senso unitario. Arcobelli ha concluso la sua riflessione sottolineando la necessità di considerare gli italiani all’estero come una risorsa,  se si vogliono mantenere in maniera concreta associazioni, Comites e CGIE.  Giangi Cretti (CGIE/FUSIE) è tornato su quanto ripetuto in questi giorni dal consigliere Mariano Gazzola sul fatto che il sistema non è sistemico. In proposito Cretti ha segnalato come a queste tavole rotonde manchino alcuni protagonisti dei territori come l’Enit e le Camere di Commercio. Cretti ha anche ricordato come il riordino delle competenze tra Maeci e Mise abbia lasciato a quest’ultimo solo il controllo su Unioncamere che però non è a sua volta competente sull’internazionalizzazione per via della recente riforma: quindi le Camere di Commercio all’estero non sono soggette al Maeci pur avendo evidentemente necessità di fare rete con le sedi diplomatiche e con l’ICE. Cretti ha dunque auspicato che la cabina di regia possa essere davvero tale e agisca in maniera concreta. Il Consigliere ha poi rilevato come le risorse messe in campo per la nuova campagna lanciata dal Maeci, chiamata BeIT, probabilmente non saranno usufruite dai media italiani che da tempo si occupano di questioni legate a tutta quella parte d’Italia che è all’estero. “Non vorrei che lo stereotipo del migrante con la valigia di cartone .- ha concluso Cretti – fosse accantonato per un altro stereotipo: quello del giovane pieno di vitalità che non vede l’ora di andare all’estero, quando magari vi è costretto e vorrei invece che questa fosse una scelta”.  Il giornalista Franco Siddi ha evidenziato l’importanza di una buona comunicazione come aiuto per ogni attività. “E’ importante che ci siano cose utili da comunicare partendo da un principio di affidabilità”, ha spiegato Siddi ricordando ad esempio i tanti problemi legati all’amministrazione della giustizia in Italia con i suoi tempi notoriamente biblici che rappresentano un freno per il Paese. “Per il PNRR l’Italia ha dovuto assicurare l’Europa di intervenire su questi problemi realizzando così i progetti in tempi certi”, ha precisato il giornalista. (Simone Sperduto/Inform)

 


IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-CGIE: dibattito su internazionalizzazione e sistema Paese

ROMA – Alla IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-CGIE si è parlato del tema dell’internazionalizzazione e del sistema Paese con un dibattito aperto che è seguito alla parte propriamente istituzionale. Michele Schiavone (Segretario Generale CGIE) ha posto l’attenzione sull’importanza della comunicazione nell’affrontare la materia dell’internazionalizzazione e della promozione del sistema Paese. L’invito di Schiavone è stato dunque quello di ricalibrare tutti gli aspetti trattati nell’apertura istituzionale, guardandoli però dal punto di vista specificamente comunicativo. Vincenzo Arcobelli (consigliere CGIE USA) ha indirizzato a Petrocelli, quale rappresentante politico di una Commissione Esteri, la richiesta da far pervenire alla politica il fatto che l’assenza di un budget necessario per le politiche e la promozione non consente di essere competitivi rispetto ad altri Paesi come Germania, Francia, Inghilterra che a livello internazionale investono maggiormente credendo nel valore della promozione dei loro prodotti e delle tecnologie. “Parlamento e Governo devono intervenire per investire di più”, ha aggiunto Arcobelli plaudendo ai miglioramenti che pure ci sono stati con le cabine di regia. Arcobelli ha quindi ricordato un appuntamento ormai divenuto fisso in Texas che è quello della Conferenza dei ricercatori italiani sottolineando al contempo che tutti coloro che danno il proprio apporto all’italianità sono da considerare eccellenze: dallo studioso al pizzaiolo. “Il coinvolgimento non sia un qualcosa che dobbiamo chiedere noi: perché se si crede davvero ad una strategia comune per il sistema Paese, il cammino deve essere comune utilizzando rappresentanze come associazioni, Comites e CGIE”, ha rilevato Arcobelli riferendosi alle istituzioni. Il consigliere ha anche chiesto un radicale cambio di approccio verso gli italiani all’estero, auspicando per il Maeci una maggiore organizzazione e semplificazione in senso unitario. Arcobelli ha concluso la sua riflessione sottolineando la necessità di considerare gli italiani all’estero come una risorsa,  se si vogliono mantenere in maniera concreta associazioni, Comites e CGIE.  Giangi Cretti (CGIE/FUSIE) è tornato su quanto ripetuto in questi giorni dal consigliere Mariano Gazzola sul fatto che il sistema non è sistemico. In proposito Cretti ha segnalato come a queste tavole rotonde manchino alcuni protagonisti dei territori come l’Enit e le Camere di Commercio. Cretti ha anche ricordato come il riordino delle competenze tra Maeci e Mise abbia lasciato a quest’ultimo solo il controllo su Unioncamere che però non è a sua volta competente sull’internazionalizzazione per via della recente riforma: quindi le Camere di Commercio all’estero non sono soggette al Maeci pur avendo evidentemente necessità di fare rete con le sedi diplomatiche e con l’ICE. Cretti ha dunque auspicato che la cabina di regia possa essere davvero tale e agisca in maniera concreta. Il Consigliere ha poi rilevato come le risorse messe in campo per la nuova campagna lanciata dal Maeci, chiamata BeIT, probabilmente non saranno usufruite dai media italiani che da tempo si occupano di questioni legate a tutta quella parte d’Italia che è all’estero. “Non vorrei che lo stereotipo del migrante con la valigia di cartone .- ha concluso Cretti – fosse accantonato per un altro stereotipo: quello del giovane pieno di vitalità che non vede l’ora di andare all’estero, quando magari vi è costretto e vorrei invece che questa fosse una scelta”.  Il giornalista Franco Siddi ha evidenziato l’importanza di una buona comunicazione come aiuto per ogni attività. “E’ importante che ci siano cose utili da comunicare partendo da un principio di affidabilità”, ha spiegato Siddi ricordando ad esempio i tanti problemi legati all’amministrazione della giustizia in Italia con i suoi tempi notoriamente biblici che rappresentano un freno per il Paese. “Per il PNRR l’Italia ha dovuto assicurare l’Europa di intervenire su questi problemi realizzando così i progetti in tempi certi”, ha precisato il giornalista. (Simone Sperduto/Inform)

 


IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-CGIE: il dibattito istituzionale su internazionalizzazione e sistema Paese

ROMA – Alla IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-PA-Cgie si è tenuto un dibattito sul tema dell’internazionalizzazione e del sistema Paese. Massimo Garavaglia (Ministro per il Turismo) ha ricordato come all’estero l’Italia sia percepita in modo errato per via dell’esasperazione dell’informazione sul Covid. “Si comunica solo ciò che c’è di negativo e mai quello che c’è di positivo”, ha commentato Garavaglia evidenziando quindi la questione della sostenibilità inteso come patrimonio non utilizzato da mettere a reddito. “E’ normale che gli stranieri vadano in visita a Roma o Venezia ma l’Italia è tutto un museo a cielo aperto e va riscoperta anche quella parte d’Italia non conosciuta”, ha aggiunto il Ministro intendendo con tali parole dare anche riscontro a quel fenomeno conosciuto come turismo di ritorno. L’analisi comparativa di Garavaglia si è soffermata sulla vicina Spagna che “ha dei risultati migliori perché ha investito prima di noi, per esempio sul digitale: il 76% degli spagnoli ha già la fibra ottica”. Garavaglia ha sottolineato quindi la necessità di aggiungere alla cornice anche i temi, come fatto sempre dalla Spagna che è riuscita a intercettare per esempio il turismo termale dal nord Europa con una piattaforma informatica coordinata. Dalila Nesci (Sottosegretario per il Sud e la Coesione Territoriale) ha ricordato come per troppo tempo ci sia stata una narrazione del Sud come periferia mentre vada visto oggi come punta avanzata e competitiva, luogo di investimenti e attrazione anche per i collegamenti sia interni che esteri. Nesci ha ricordato i fondi del PNRR per dotare vaste aree d’Italia della banda ultra-larga e accompagnare così l’auspicata transizione digitale di aziende e pubblica amministrazione. C’è un protocollo per l’internazionalizzazione delle imprese del Sud e ci sono al vaglio forme di coinvolgimento delle professionalità italiane all’estero. “Si tratta di creare canali di comunicazione tra operatori economici meridionali e strutture come può essere un forum imprenditoriale degli italiani all’estero”, ha aggiunto Nesci il cui invito è a superare una narrazione ormai stantia e obsoleta dell’Italia. Vito Petrocelli (Presidente Commissione Esteri Senato) ha riflettuto su come si richieda spesso ai connazionali all’estero di essere “ambasciatori del Made in Italy ma poi non si riesca a fare sistema perché non si riesce a farlo in casa nostra”. Petrocelli ha ricordato che negli ultimi anni i campioni del cosiddetto ‘soft power’ sono tre nazioni del profondo est del pianeta come Giappone, Corea e Cina. “Sono nazioni diverse una dall’altra ma esplicano un soft power articolato in diversi modi: il Giappone con l’attenzione alle giovani generazioni, la Cina con gli Istituti Confucio, la Corea con le serie televisivi ed i film”, così Petrocelli sulla ricognizione dell’exploit del soft power dell’estremo est asiatico. “Bisogna farlo anche nel sistema Italia per poter promuovere il soft power all’italiana: per farlo però occorre coordinare il più possibile le attività e in questo il ruolo del Parlamento è semplice: fare da coordinamento tra comunità estere e rappresentanza governativa”, ha spiegato Petrocelli. Manfredi Nulli (Presidente Commissione Conferenza Permanente Stato, Regioni, Province Autonome del Maeci ) ha invitato a non relegare più gli italiani all’estero a soggetto passivo. “C’è da capire se gli italiani all’estero sono davvero un asset da utilizzare o solo un problema con il quale avere a che fare”, ha posto il quesito Nulli propendendo chiaramente per la prima ipotesi e invitando le istituzioni a riflettere seriamente su questo punto. Nulli ha poi precisato come ci sia bisogno di superare una dispersione di energie e fondi. “Per questo è importante fare rete con un mondo dell’associazionismo che sta cambiando in una società globale dove le esigenze delle vecchie associazioni vengono meno: viviamo in un mondo ormai diverso da quello di chi lasciava l’Italia 60 anni fa”, ha aggiunto Nulli riflettendo poi sulla necessità di creare delle reti professionali che aiutino a sapere quanti ingegneri, architetti o ricercatori italiani ci siano in giro per il mondo e quindi quante aziende ne abbiano bisogno. Nulli ha anche segnalato come ad oggi nel Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo manchi ancora una rappresentanza del Cgie. Per quanto riguarda il turismo delle radici, dove si parla di un potenziale stimato tra 60 e 80 milioni di italo-discendenti che hanno interesse a riscoprire le proprie radici, l’invito di Nulli ad Enit e Ministero per il Turismo è quello di creare campagne di attrazione ad hoc. Donato Toma (Presidente Regione Molise) ha ricordato che esiste di fatto un duplicato del Molise all’estero con valori che in Italia appaiono un po’ diluiti ma che invece all’estero vengono mantenuti alti. “Chi non ha radici rischia di perdersi nel nulla e risentiamo molto della cosiddetta fuga dei giovani”, ha commentato Toma che anche per questa ragione vorrebbe “fidelizzare il rapporto con gli italiani all’estero per ampliare il perimetro identitario e culturale”. In questi giorni sono state declinate le proposte tecniche delle Regioni per accompagnare le imprese in ambito internazionale nel cosiddetto percorso di internazionalizzazione. “Le grandi imprese procedono di solito in forma individuale perché hanno capacità e potenza economica; poi però ci sono le piccole e medie imprese che sono la maggior parte nel tessuto economico del Paese e devono essere accompagnate dalle istituzioni. Come Regioni non dobbiamo essere solo veicolo informativo sul territorio ma costruttori di strategie insieme al Governo”, ha spiegato Toma ricordando tre strumenti fondamentali: Fondo di sviluppo e coesione, PNRR, Programmazione europea. Stefano Nicoletti (Vicedirettore per l’internazionalizzazione del Sistema Paese della Farnesina) ha illustrato attraverso delle diapositive come funziona la diplomazia economica a sostegno delle imprese. Si è partiti dalla riforma contenuta nel DL 104/2019 di riordino delle competenze tra Maeci e Mise, creando così una regia unica per l’internazionalizzazione in capo alla rete estera gestita dalla Farnesina per un totale di oltre 300 uffici e strutture sul territorio oltreconfine. “La Farnesina, attraverso questa rete e questa regia, riesce a fissare le direttive strategiche. Non vorrei più sentir dire che l’Italia non ha una strategia e che si va in ordine sparso. Il documento della cabina di regia di quest’anno condensa un approccio di sistema condiviso con Regioni e altri Ministeri, con il sistema bancario, con ICE e Confindustria”, ha spiegato Nicoletti andando quindi al Patto per l’Export che è una risposta della Farnesina all’evento pandemico attraverso la consultazione di 160 associazioni di categoria durante il periodo del primo lockdown. “Il Patto per l’Export poggia su sei pilastri: comunicazione, formazione, e-commerce, sistema fieristico, finanza agevolata, promozione integrata. Su ciascuno di questi pilastri c’è tutta una gamma di progettualità per accompagnare sia grandi che piccole e medie imprese”, ha sottolineato Nicoletti evidenziando infine la campagna BeIT diffusa inizialmente in 26 Paesi e l’iniziativa Smart Export per la formazione accademica online delle imprese. Federico Cinquepalmi (Dirigente Ufficio Internazionale Formazione Superiore MUR) ha ricordato che il punto vero, in un mondo così globalizzato, non solo il rientro dei talenti ma la valorizzazione delle competenze di quei ricercatori sparsi in tutto il mondo e farli diventare valore aggiunto. Cinquepalmi ha quindi evidenziato come la ricerca applicata possa essere utile alle imprese. E’ stata ricordata la piattaforma congiunta con il Ministero degli Esteri per facilitare la mobilità internazionale dei ricercatori o degli studenti, anche di quelli in entrata dall’estero. “Abbiamo registrato una crescita degli studenti interessati a venire in Italia”, ha spiegato Cinquepalmi puntando a profilare queste persone per una sorta di fidelizzazione futura. La mobilità Erasmus in questo momento non è ancora monitorata allo stesso modo ma l’idea è essere in grado con questo strumento di registrare e conoscere anche il percorso di uno studente Erasmus. Loredana Capone (Presidente Consiglio Regionale Puglia) ha invitato a interrogarsi su quale sia l’immagine dell’Italia all’estero. Un’immagine che gli italiani nel mondo la possono fornire in modo preciso. “Per questo motivo un rapporto con loro non può più essere passivo. Ho seguito le dinamiche di cui parliamo in maniera diretta e dare spazio alla progettualità degli italiani nel mondo aiuterebbe tantissimo a renderli protagonisti del cambiamento”, ha spiegato Capone evidenziando una serie di bandi della Regione Puglia proprio a loro dedicati. Capone ha parlato anche di piano strategico sotto l’aspetto del turismo cercando di superare quella storica difficoltà italiana nel pianificare. “Un piano strategico per il turismo condiviso anche con i pugliesi all’estero ci ha molto aiutato e ci ha permesso di raggiungere già nel 2019 obiettivi prefissati per il 2025”, ha aggiunto Capone sottolineando come questo sia la dimostrazione del fatto che la condivisione è centrale già nella fase di programmazione. (Simone Sperduto/Inform)

 


 

Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome – Cgie: il dibattito sul tema della nuova emigrazione italiana e della mobilità

ROMA- Roberto Napoletano, Direttore de “Il Quotidiano del Sud l’Altravoce dell’Italia” ha aperto i lavori della prima sessione pomeridiana della Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome Cgie dedicata al tema della nuova emigrazione italiana e della mobilità: “occorre una gestione condivisa e umana della migrazione , –  ha affermato il giornalista – ciò segna uno spartiacque tra società che mettono al centro il valore delle persone e quelle che non lo fanno. Certo ci sono dei problemi come quello della regolazione del fenomeno e dell’integrazione. Se pensiamo agli Stati Uniti vediamo un Paese di immigrati in cui l’integrazione è avvenuta intorno a un’identità. Il caso della Bielorussia con una gestione strumentale a fini politici – ha aggiunto Napoletano – chiama in causa l’Europa e l’Italia. L’idea guida di questo ragionamento è capire cosa fanno l’Italia e l’Europa e cosa dovrebbero fare” . E’ poi intervenuta la curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes Delfina Licata “vorrei in primo luogo ricordare la figura di Carlo Ciofi – ha esordito la ricercatrice – perché proprio con lui abbiamo avuto modo di ribadire quanto fosse necessario mettere al centro la persona parlando di mobilità umana… Noi del Rapporto italiani nel mondo – ha continuato Delfina Licata – dobbiamo annualmente monitorare la mobilità italiana e quest’anno in particolare lo abbiamo dedicato all’impatto della pandemia su questo fenomeno. Si diceva che la mobilità doveva essere interrotta dal Covid ma abbiamo letto dai dati che sono partiti comunque oltre 109.000 italiani, anche se c’è stato un decremento del 16%. La mobilità degli italiani – ha proseguito – è malata perché non è circolare. Alle partenze devono corrispondere dei ritorni degli italiani e non solo, anche degli arrivi. È necessario un rientro di competenze che richiami all’ambito europeo. In Italia andiamo verso l’invecchiamento e la denatalità  a cui bisogna aggiungere il processo della  mobilità che continua a crescere. Siamo di fronte ad un inverno demografico”. A seguire ha preso la parola Carmine Cicala, Presidente del Consiglio regionale della Basilicata: “noi parliamo oggi dell’emigrazione come di una risorsa e non di un problema. Questa emigrazione è cambiata. Vediamo molti giovani coinvolti nel processo. Non si tratta più la della persona che migra per fare l’operaio. Si parla di Emigrazione 2.0. e abbiamo sentito che città come Londra e Berlino sono prese d’assalto perché viste come piene di opportunità.  Abbiamo visto il mondo intero – ha ricordato Cicala – alle prese con questa pandemia e il rientro di molti giovani, ma è presto per dire se la pandemia abbia dato o meno un freno a questo tipo di mobilità. Noi siamo legislatori e possiamo anche fare tanto a livello di normative. Abbiamo leggi obsolete in materia sia per la migrazione verso l’interno che verso l’esterno; abbiamo quindi il compito di raccogliere le informazioni, fare sintesi e avere confronti sani ottenendo dei risultati. Sicuramente il fenomeno migratorio è una risorsa  e l’italiano è una persona che all’estero sa distinguersi”. “ Il problema – ha concluso Cicala – ora sono i giovani. È una tema delicato. I giovani vengono spesso citati dalla politica ma poi quest’attenzione non è reale. Bisogna creare degli spazi, permettendo ai giovani di poterli riempire” .

Dal canto suo il Presidente dei Parchi Letterari, Stanislao de Marsanich ha sottolineato come i Parchi letterari siano stati visitati da milioni di persone fra cui tanti italiani all’estero. De Marsanich ha spiegato come durante la pandemia siano stati realizzati interessanti studi letterari coinvolgendo ad esempio l’Università della Florida e quella di Boston. Un modo per riallacciare i legami dei nostri connazionali , favorendo il turismo delle radici e l’interesse letterario.    

E’ quindi intervenuto Toni Ricciardi, studioso delle migrazioni dell’Università di Ginevra  e componente del Comitato scientifico del Rim. “Oggi come in passato – ha esordito Ricciardi – la mobilità rappresenta un elemento centrale delle nostre politiche economiche .. Noi facciamo distinzione tra braccia e cervelli. In realtà i cervelli c’erano ieri tra coloro che partivano per fare lavori umili e ci sono ancora oggi moltissimi migranti che vanno a fare ad esempio i pizzaioli… Mi auguro – ha aggiunto lo storico – che questa occasione sia determinante affinché gli italiani del mondo siano veramente trattati come la ventunesima regione e che soprattutto in ottica del PNRR

si faccia uno sforzo per utilizzare questi giovani e per sfruttare il loro know how acquisito all’estero”.

Ha poi preso la parola Elly Schlein, Vice Presidente della Regione Emilia Romagna: “anche nel nostro caso quello della migrazione è un flusso composito. Ci sono entrambi i flussi anche in una regione come la nostra. C’è una parte di emigrazione altamente qualificata ma c’è anche un processo per creare le condizioni di ritorno o di arrivo. Tutto questo si fa con azioni mirate per migliorare la qualità della vita. Ci deve essere però una rivoluzione nella pubblica amministrazione… C’è chi va via – ha proseguito Schlein – perché qui non trova una retribuzione adeguata per il livello di competenza. Noi ci siamo impegnanti a investire il 3% del PIL in ricerca. Bisogna poi avere servizi. Noi investiamo 55 milioni e mezzo solo sui nidi. Anche questo fa la differenza per chi deve scegliere dove vivere. ….  Quando la mobilità sarà circolare e non forzata – ha concluso –  Schlein  – potremmo davvero essere soddisfatti del nostro Paese”.

Edith Pichler, sociologa dell’emigrazione e Consigliera del Cgie, ha sottolineato le differenze tra la migrazione di oggi e quella del passato che una volta avveniva tramite accordi bilaterali e invece oggi approfitta del processo di integrazione europea. “Negli ultimi anni dopo la crisi  – ha proseguito  Pichler –  ci siamo confrontati con la mobilità per necessità. Abbiamo parlato di cervelli in fuga ma come è stato sottolineato si tratta solo di un terzo del fenomeno. Ora in emigrazione viviamo una pluralità di mestieri, la maggior parte degli occupati è nel settore dei servizi, ma  molti sono impiegati anche nei settori con basso salario con contratti atipici, nel settore dei servizi digitali dove spesso il sindacato non è presente”. Per la Pichler infine queste esperienze all’estero sono positive solo se questi giovani acquisiscono qualifiche divenendo una risorsa.

Salvo Iavarone Presidente dell’Associazione Mezzogiorno Futuro (ASMEF) ha parlato della necessità  di creare un museo dell’emigrazione per il Mezzogiorno. Un progetto che per Iavarone appare indispensabile, visto che molti migranti sono partiti da Napoli e Palermo. Il Presidente dell’associazione ha poi rilevato l’importanza della promozione del turismo dei borghi e del turismo di ritorno per cui è necessario un intervento nazionale con una grande regia e il coinvolgimento dei privati in sinergia col pubblico. Secondo Iavarone per le varie tipologie  di turismo bisogna tenere conto di tre target: quello delle città metropolitane, quello dell’emigrato storico partito dai piccoli centri e quello dello straniero tout court.

Ha poi preso la parola Maria Chiara Prodi, Presidente Della VII Commissione del Cgie: “l’aumento degli italiani nati fuori dell’Italia è del 58%. Partiamo da questo dato per cui bisogna ringraziare la Fondazione Migrantes. L’emigrazione è quindi in cambiamento e non è mai dove pensi che sia”. La Prodi ha poi sottolineato l’esigenza sia di promuovere nuovi strumenti per creare comunità, sia di dare alle collettività all’estero la possibilità di dire cose anche dure, ma importanti, per il rilancio nostro Paese. “Parliamo di bottom up –ha continuato la Prodi – per cui è necessario che gli italiani conoscano i propri diritti senza limitarsi a una visione passatista, ma con modalità nuove; quando al top down è necessario che le istituzioni si muniscano di strumenti capaci di cogliere opportunità di una rete che prima non c’era e oggi c’è. Il nostro ruolo è quello di costituire un’infrastruttura. .. Le nuove generazioni – ha concluso la consigliera – hanno bisogno di un supporto forte per mantenere i legami, ad esempio con la madrelingua. Bisogna investire sulla cultura e sulla lingua non solo come investimento etico e morale ma anche per avere un ritorno concreto”.

 “E’ una necessità e un dovere del nostro Paese – ha affermato il Segretario del Cgie Michele Schiavone – prestare attenzione agli italiani all’estero come scritto nella nostra bella Costituzione. Ci sono le condizioni perché l’Italia possa emergere attraverso il suo umanesimo (proprio quest’anno si è ricordato il settecentesimo anniversario di Dante). La lingua accomuna ma non solo i propri cittadini. La lingua è uno strumento che, tramite la cultura, produce economia. Se il ragionamento è servito ad allargare gli orizzonti serve anche inserire le nostre comunità. È un dovere etico e morale”. A seguire è stata proiettata una video intervista al Sen. Pierferdinando Casini, Presidente Interparlamentare Italiana: “In questi anni – ha ricordato  Casini – ho visitato le comunità di italiani nel mondo e questa realtà ogni volta che si tocca con mano rivela la forza e la ricchezza anche per il contributo che danno gli italiani nel mondo alla nostra italianità. Italiani che oggi sono protagonisti dell’economia, italiani che soffrono (penso al Venezuela), italiani in stato di disagio Si tratta comunque di comunità che sono profondamente cambiate”. Casini ha anche auspicato una riflessione e una iniziativa del Cgie sulla rappresentanza. (Inform)

 


Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome – Cgie: il dibattito dei consiglieri sul futuro delle nuove migrazioni

ROMA – La sessione pomeridiana della Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome – Cgie  dedicata al dibattito dei consiglieri del Cgie sul tema del futuro delle nuove migrazioni, si è aperta con l’intervento del Presidente della V Commissione (Promozione Sistema Paese all’Estero)  Nello Collevecchio (Venezuela) che ha in primo luogo sottolineato un  problema da risolvere con urgenza, ossia il blocco delle procedure di riscatto per le pensioni italiane dei contributi versati in Venezuela Un problema su cui il consigliere ha chiesto l’intervento del Cgie. Per quanto riguarda il lavoro svolto dalla V Commissione   Collevecchio ha sottolineato la necessità per la promozione del Sistema Paese di procedere per obiettivi comuni attraverso la diagnosi e la pianificazione. In proposito la Commissione propone che vi sia una pianificazione per ogni Paese in cui è presente l’Italia. Proposto dalla Commissione un riavvicinamento delle regioni anche nel tracciate gli obiettivi. Importante inoltre la partecipazione del Cgie alla Cabina di regia per l’internazionalizzazione del Sistema Paese. Il Consigliere Antonio Putrino ha quindi illustrato il progetto “Wyw-i – Know Yor Weakness Index”. che riguarda la sicurezza cibernetica, ovvero un sistema di protezione delle aziende all’estero. “Vogliamo sensibilizzare le piccole e medie imprese – ha spiegato Putrino segnalando come varie imprese abbiano già aderito all’iniziativa – fornendo un controllo di vulnerabilità. È un sistema che si può fare dall’estero con esperti di cibernetica e anche con la collaborazione delle varie regioni”.  Ha poi preso la parola  Antonio D’Ambrosio della Confederazione degli Italiani nel mondo (CIM) che ha parlato dell’importanza  del ruolo di riprogrammazione svolto dal Cgie, Il tutto orientato verso l’ammodernamento che ci spinge al cambiamento legislativo. È poi intervenuta Laura Di Russo per le Consulte regionali : “abbiamo evidenziato dei problemi nei giorni precedenti a questo incontro. Noi ci sentiamo un po’ abbandonati e poco consultati. Quello a cui aspiriamo è maggiore concretezza. A volte le consulte sono portate avanti politicamente ma spesso non seguono azioni concrete. Ci sono pochi fondi e si parla poco di alcuni eventi importanti come ad esempio l’Expo. Noi – ha concluso Di Russo – ci siamo e vogliamo ribadirlo a voce alta”.

Dal canto suo il consigliere Luigi Papais si è soffermato sul contesto della sua Regione : “ogni regione – ha esordito il consigliere – ha il suo modo di operare e la regione Friuli Venezia Giulia è una realtà composita e quindi anche le associazioni sono diverse. La mission è promuovere l’internazionalizzazione della regione mantenendo l’identità locale. È stata la prima regione a dotarsi di una legge sulla migrazione. L’ultima legge risale al 2002 ma va cambiata perché non intercetta i bisogni attuali. Oggi non abbiamo una consulta – ha spiegato Papais – ma vi sono i presidenti delle sette associazioni che recepiscono i bisogni dei migranti all’estero e col senso di concretezza noi riusciamo a fare delle politiche per le migrazioni”.

Lucio Sepede, Coordinatore del Dipartimento Progetti, della Confederazione degli Italiani nel mondo ha sottolineato come la CIM svolga un ruolo fondamentale e complementare rispetto al Cgie. Sepede ha anche rilevato l’importanza del voto elettronico per gli italiani all’estero e la necessità di istituire delle borse di studio per gli italiani all’estero che vogliono venire in Italia per percorsi simili all’Erasmus, con l’obbligo di andare nella regione di provenienza dei propri avi

Anche Giuseppe Abbati (Aitef) ha segnalato l’importanza del voto elettronico per gli italiani all’estero anche alla luce della bassa affluenza alle recenti elezioni dei Comites. Abbati ha inoltre auspicato la presenza di un rappresentante degli italiani all’estero in ogni consiglio regionale per dare voce alle istanze dei nostri connazionali.  

Il consigliere Aldo Lamorte si è soffermato sulla situazione dell’Uruguay evidenziando l’esigenza di promuovere cose concrete e di avvicinare l’amministrazione agli italiani all’estero. “In Uruguay – ha aggiunto il consigliere . vi sono 125.000 italiani; il 49% della popolazione ha origini italiane. L’Uruguay ringrazia la comunità italiana ogni giorno. La settimana scorsa per esempio il nostro paese ha istituito per legge il giorno del migrante italiano riconoscendo lo sforzo dell’italianità nella costruzione dell’Uruguay”.  

La consigliera Isabella Parisi è intervenuta dalla Germania: “risiedo qui da 35 anni – ha rilevato – e svolgo l’attività di medico. Voglio sottolineare la necessità di maggiore collaborazione tra le regioni,  il Cgie  e la varie rappresentanze, in primo luogo quelle dei giovani emigrati”. Ha poi preso la parola anche la consigliera Silvia Alciati (Brasile) che si è soffermata su uno specifico punto:  “volevo aggiungere rispetto alla nuova migrazione italiana che non ci sono solo i giovani che partono dall’Italia per andare all’estero. Esistono tanti giovani che partono dai loro paesi per andare in altri paesi. Questo porta un flusso nelle università e potrebbe essere un flusso da cogliere. Potrebbe portare i ragazzi italo discendenti di nuovo in Italia portando ricchezza di esperienze e multiculturalità che loro hanno appreso all’estero”.

E stata poi la volta del consigliere Giangi Cretti : “vorrei sottolineare ciò che mi ha fatto piacere, che finalmente in Italia si parli della migrazione come di una risorsa… Si può migrare da qualificati – ha aggiunto Cretti – ma non è detto però che si trovi un lavoro adeguato a questa qualificazione”. Cretti ha anche rilevato le difficoltà connesse alla messa in atto di una mobilità circolare dei giovani che sono andati all’estero, più possibile il rientro temporaneo degli italo discendenti.

“Le regioni – ha affermato  Gianluca Lodetti del Comitato di Presidenza del Cgie – sono state protagoniste e sono elementi importanti perché ci danno speranza in merito alla concretezza del lavoro che sarà svolto. È inutile fare solo la narrazione del super laureato che va all’estero. Sì, perché se una parte ce la fa, un’altra no e accetta lavori sottopagati. Accetta questo perché è una scelta di vita perché qui non c’è un progetto. E allora qualsiasi lavoro va bene. Questi soggetti sono deboli e hanno maggiormente bisogno di tutela e vanno accompagnati in questo viaggio attraverso un’azione di sistema”

Dal canto suo il consigliere Marcelo Carrara (Argentina), dopo aver ricordato la necessità di lavorare a sostegno della nuova mobilità, ha ringraziato le consulte e i consigli regionali dell’immigrazione perché rappresentano un contatto diretto con i connazionali all’estero.

Tra gli altri interventi segnaliamo quello del consigliere di nomina governativa Norberto Lombardi: “abbiamo sentito che si continua a partire anche in pandemia e questi dati sono anche sottostimati. Ad oggi è mancata una conclusione nata da un’analisi e politica. Questa nuova emigrazione – ha proseguito Lombardi – è strutturale e rispetto ad essa l’Italia deve misurarsi affrontandola. .. La verità è che quelli che decidono di andare all’estero oggi partono soli”. Per Lombardi la parola d’ordine che deve uscire “è che le istituzioni devono riassumere a ogni livello una responsabilità rispetto a questo fenomeno. Ora noi dobbiamo chiedere che le istituzioni promuovano iniziative concrete, le regioni devono fare formazione professionale almeno per aree omogenee”. (Inform)

 


Al via la IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie

 

A 11 anni dall’ultimo incontro

ROMA – La IV Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE si è aperta a Roma con la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha parlato di un’occasione troppo a lungo posticipata che deve riaprire un percorso di continuità. “Un percorso teso ad assicurare il costante dialogo tra gli enti locali ed i rappresentanti delle diverse comunità italiane nel mondo. L’interesse per la civiltà italica è sempre più crescente”, ha spiegato Mattarella auspicando il potenziamento della rete diplomatico-consolare e una maggiore attenzione al sistema radio-televisivo rivolto agli italiani nel mondo. “La Conferenza si pone l’obiettivo di studiare le politiche dirette a queste nostre comunità e sicuramente emergeranno elementi di grande utilità”, ha sottolineato Mattarella. Ornella Segnalini (Assessore ai Lavori Pubblici di Roma) ha parlato di un incontro che rappresenta un momento di forte rinascita. “Stiamo uscendo da questa pandemia che ci ha allontanati. Roma sente con grande affetto questo legame con gli italiani all’estero; per Roma è un momento particolare”, ha commentato Segnalini ricordando che c’è una nuova emigrazione e un aumento del fenomeno. “E’ importantissimo stabilire questi contatti ed è questa una giornata di grande orgoglio: l’inizio di un nuovo cammino per tutti noi”, ha aggiunto Segnalini. Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un videomessaggio ha parlato di dinamiche che riguardano la mobilità e di promozione dell’Italia all’estero. Il Ministro ha in primo luogo sottolineato l’importanza del Cgie e del suo ruolo essenziale per mantenere vivo ed essenziale il dialogo e il confronto con gli italiani nel mondo al fine di cogliere la mobilità a agire per la tutela dei loro diritti. “Gli italiani all’estero sono circa 6, 5 milioni e rappresentano la ventunesima regione italiana, essi sono risorse uniche che la Farnesina continuerà  a sostenere con la rete delle sedi delle sedi diplomatiche consolari all’estero. L’emigrazione italiana si compone di due anime: chi è espatriato da molto tempo e dall’altro lato i neo-emigrati: giovani italiani di talento che lasciano l’Italia per mettersi in gioco”, ha affermato Di Maio auspicando una più solida integrazione nel mercato del lavoro estero ma anche una valorizzazione della mobilità circolare. Di Maio ha ricordato gli strumenti messi in campo dalla Farnesina come il Patto per l’Export o il progetto del turismo delle radici, realizzato in collaborazione con gli enti locali, che mira alla promozione dei borghi e dei percorsi turistici meno noti ed è rivolto agli italo-discendenti, un bacino di circa 60 – 80 milioni di persone all’estero. “I nostri cittadini nel mondo non siano esclusi dalle scelte e dalle politiche e riforme nazionali, per questo la Farnesina punta a una nuova prospettiva di crescita dell’associazionismo all’estero e vogliamo esortarli ad assumere ruoli più importanti anche in seno agli organismi rappresentativi”, ha aggiunto Di Maio che ha infine sottolineato come la voce delle collettività all’estero deve avere eco anche in Italia. .

Mariastella Gelmini (Ministro per gli Affari Regionali) ha parlato dei cambiamenti dettati in questi ultimi anni, dapprima dalla Brexit e poi dalla pandemia. Gelmini si è soffermata  sui cambiamenti della mobilità italiana nel mondo: se nel 2006 gli italiani AIRE erano circa 3 milioni, nel 2020 hanno raggiunto i 6 milioni e quindi la mobilità ha avuto un incremento pari a quello del dopoguerra. “I nostri lavori evidenzieranno che la portata umana e professionale della presenza italiana all’estero è di spiccata rilevanza. Gli italiani all’estero si distinguono ovunque come un’importante forza motrice per gli Stati che li ospitano. Essi sono anche portatori di cultura italiana nel mondo, con l’eccellenza dei prodotti italiani ed il fascino di una civiltà millenaria”, ha spiegato Gelmini evidenziando come i connazionali all’estero siano essenziali per la rinascita dell’Italia. “Piena integrazione e tutela dell’identità italiana sono elementi dei quali dovrà occuparsi la Conferenza, così come il settore dell’internazionalizzazione, oltre alla garanzia dei diritti civili e politici per la partecipazione democratica degli italiani all’estero alla politica del Paese”, ha precisato Gelmini. Michele Schiavone (Segretario Generale Cgie) ha definito come chiare le ragioni che determinano la mobilità di persone in cerca di nuove opportunità altrove. Schiavone ha ricordato le ragioni istitutive della Conferenza che ha come obiettivo quello di tracciare le linee programmatiche e l’indirizzo politico per gli italiani all’estero nel corso dei successivi tre anni. Schiavone ha precisato che la mobilità italiana non è mutata solo nei numeri ma anche nella qualità. “La presenza italiana all’estero manifesta un incessante movimento tanto da essere paragonabile ad una ventunesima regione italiana. Sono numeri significativi che raffigurano l’entità della mobilità di questo Paese che ormai si presenta al mondo con delle risorse umane di altissimo livello. Il fenomeno migratorio interessa l’intero Paese e vasti strati della popolazione”, ha aggiunto Schiavone. Il Segretario Generale ha anche chiamato in causa gli aggiornamenti dei servizi rivolti all’assistenza di questo nuovo complesso socio-economico. In preparazione di questa Conferenza il Cgie ha costituito la segreteria organizzativa per dare continuità ai lavori di questo organismo concertati con tutti i soggetti che la compongono. “Abbiamo scelto di ricercare e analizzare tre macro-temi fin dal 2019: nuova emigrazione, internazionalizzazione, diritti e cittadinanza. Ogni gruppo ha redatto un documento tecnico di indirizzo”, ha spiegato Schiavone evidenziando anche il tema del mantenimento della lingua, quello dei diritti all’assistenza patronale, infine il diritto al rientro fornendo formazione e orientamento al lavoro. Oltre che  dell’internazionalizzazione e della proiezione delle Regioni all’estero, Schiavone ha parlato del progetto del turismo di ritorno includendovi un’offerta volta alla riscoperta degli aspetti affascinanti del territorio nazionale. In questo ambito va inserito anche il sistema integrato per la promozione di lingua e cultura italiana all’estero con migliaia di fruitori non solo a livello di scuole dell’obbligo ma anche nelle università di altri Paesi. “L’insegnamento dell’italiano all’estero è uno dei capisaldi della promozione per costruire interessi nuovi”, ha aggiunto Schiavone auspicando che anche i diritti civili e politici trovino centralità in questo iter che porterà alla redazione di un documento conclusivo nella sessione finale della Conferenza Stato Regioni. Il Segretario Generale ha ricordato anche l’impegno in prima fila del mondo delle comunità italiane e della rappresentanza nel fronteggiare il periodo più difficile della pandemia, quindi nell’aiuto dato ai connazionali. “Serve individuare strumenti nuovi nel medio e lungo termine per dare ai connazionali all’estero un valore aggiunto e una completa integrazione nelle diverse sfere che compongono l’Italia”, ha concluso Schiavone. Enzo Bianco (Presidente del Consiglio Nazionale ANCI) ha ricordato di essere stato responsabile dell’emigrazione del Partito Repubblicano provando per questa ragione particolare emozione nel trattare queste tematiche. “L’ANCI ha fattivamente collaborato per la ripresa di questo percorso – ha aggiunto Bianco riferendosi alla Conferenza – e vogliamo proseguire questo impegno in ogni ambito nel quale lavorare: dal turismo di ritorno alla promozione del territorio delle aree interne. Si richiederà per esempio ai Comuni di stipulare gemellaggi con città di Paesi terzi che abbiano una presenza di connazionali”, ha spiegato Bianco sottolineando come dopo tanti anni l’emigrazione venga finalmente considerata come opportunità a fronte di scelte giuste. “Si valorizzi nei parametri per la ripartizione per i fondi per la cooperazione anche la presenza italiana”, ha auspicato Bianco sottolineando che “i Comuni ci saranno”. Alberto Cirio (Presidente della Regione Piemonte) ha auspicato un saper fare sistema con continuità perché ci siano buone pratiche replicabili rendendo quindi davvero permanente questa Conferenza, cambiando approccio. “Sono spesso i giovani ad essere protagonisti della mobilità: mobilità sempre più diversificata che necessita di un monitoraggio per mettere in campo misure specifiche e scambio di competenze nei settori strategici”, ha spiegato Cirio evidenziando problematiche relative ai cosiddetti transfrontalieri che necessitano finalmente di uno statuto. “La lingua è il simbolo della propria terra e bisogna mantenerne viva la conoscenza: l’identità sia però lo stimolo per costruire il futuro”, ha aggiunto Cirio. Roberto Ciambetti (Coordinatore Conferenza Assemblee Regionali) ha parlato della presenza italiana all’estero ma anche di problemi delle reti istituzionali con situazione di disagio. Ciambetti ha ricordato che i fondi investiti sono inversamente proporzionali a questa presenza in continuo aumento e non sempre quindi si riesce a compensare la rarefazione dei servizi: tutto questo a fronte di situazioni critiche che si stanno vivendo in Paesi come Venezuela e Argentina. Ciambetti ha evidenziato come ci sono Comuni italiani che presentano un numero altissimo di iscritti AIRE tanto che soltanto sette Regioni riescono a rappresentare oltre il 60% del totale dei residenti all’estero. Piero Marrese (Rappresentante del Consiglio UPI) ha ricordato come sempre di più le comunità italiane nel mondo siano caratterizzate da giovani comunità che cercano altrove opportunità che l’Italia non ha saputo offrire. “E’ necessario ragionare in un’ottica di prospettiva nei prossimi dieci o venti anni, soprattutto quando ci troviamo ad affrontare una pandemia che ha visto anche gli italiani temporaneamente all’estero spesso costretti a rientrare”, ha spiegato Marrese auspicando strumenti di welfare specifici per gli italiani che decidano di rientrare dall’estero, intercettando così quei cambiamenti esistenti ormai nella nostra società. Paolo Masini (Presidente del Museo dell’Emigrazione di Genova) ha anticipato che il Museo dovrebbe essere aperto nella prossima primavera: un Museo che sarà molto interattivo e che parlerà di storie di tanti italiani. “E’ un lavoro di concertazione che è stato svolto con il Ministero dei Beni Culturali (l’attuale Ministero della Cultura, ndr) e con il Ministero degli Affari Esteri”, ha precisato Masini. Luigi Maria Vignali (Direttore Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci) ha parlato di una grande opportunità offerta da questo incontro perché anche se si parla di italiani all’estero, poi le occasioni di confronto non sono molte. “In questo caso gli italiani all’estero hanno l’occasione di confrontarsi e di farsi ascoltare e per essere proiettati in una dimensione maggiormente mediatica. Questa Conferenza si è focalizzata anche sullo sviluppo demografico: le ultime stime dell’Istat parlano di calo di natalità anche per il 2021, quindi assistiamo ad una diminuzione degli italiani in Italia mentre abbiamo un aumento degli italiani all’estero. Se negli ultimi dieci anni sono aumentati fino a 6 milioni e mezzo il paese deve rendersi conto di questa realtà dando risposte concrete: non basta dire che essi sono una risorsa senza una concretezza negli investimenti”, ha spiegato Vignali evidenziando come un altro tema importante sia quello dei giovani. “E’ un tema fondamentale perché quando i giovani vanno all’estero devono però avere anche la possibilità di ritornare arricchiti da un patrimonio professionale, linguistico e affettivo. Costruire politiche di emigrazione circolare impegna anche i territori perché è dai territori che essi partono. Non bastano gli incentivi fiscali, seppure importanti, ma occorrono incentivi per la qualità del lavoro e della vita una volta rientrati in Italia. Sappiamo anche quanto possa fare per la qualificazione dei territori il turismo di ritorno. Il PNRR prevede importanti stanziamenti per favorire il turismo delle radici e come Farnesina accompagneremo questo percorso insieme a CGIE ed enti locali: il tavolo tecnico già costituito ne è una prova”, ha sottolineato Vignali. Mariano Gazzola (Vicesegretario Generale CGIE per l’America Latina) ha ricordato come “di permanente negli ultimi anni questa Conferenza abbia avuto poco e il tanto nominato sistema Italia nel mondo abbia avuto poco di sistemico”, ha rilevato Gazzola auspicando che “il sistema sulla presenza italiana nel mondo possa approdare alla  concretezza”. Carmine Cicala (Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata) ha parlato del numero delle cancellazioni Aire degli ultimi anni: 120mila unità solo nel 2018 con una crescente perdita per l’Italia. Ma in cosa si differenzia questa nuova emigrazione rispetto ad altri periodi storici? Cicala ha ricordato come ad esempio sia adesso il Centro-Nord del Paese ad avere numeri che capovolgono la storica narrazione che vedeva l’emigrazione come prerogativa per lo più del Mezzogiorno. Un altro aspetto è nella cosiddetta ‘fuga di cervelli’: secondo l’Istat si è passati da un 25% nel 2008 ad un 31% nel 2017 di espatri da parte di persone con un alto titolo di studio mentre si sarebbe assistito ad un calo per quella di chi ha un’istruzione più bassa. Cicala ha auspicato una rinascita delle consulte per contribuire all’attività di valorizzazione del sistema Paese su temi di interesse comune come lingua italiana e turismo di ritorno, intercettando anche i finanziamenti del Maeci. Silvana Mangione (Vicesegretario Generale CGIE per i Paesi anglofoni extraeuropei) ha parlato della importante presenza italiana in quattro Paesi,  Canada, Australia, Usa e Sud Africa, dove tanti connazionali hanno saputo lavorare per la comprensione della ricchezza e della varietà dell’Italia nel mondo. Nonostante questo negli anni, a causa della la spending review, sono venuti meno importanti presidi istituzionali per gli italiani all’estero, come i consolati di Edmonton, di Newark e Durban, posti in zone strategiche e importanti non soltanto per la presenza fisica di connazionali, ma anche dal punto di vista economico e commerciale.

Fabio Ghia (consigliere CGIE per l’Africa) ha parlato di quanto possa essere fatto a livello regionale per implementare delle attività rivolte agli italiani all’estero in particolare su precisi argomenti: ad esempio le possibilità di sviluppo di corsi di lingua e cultura non solo italiana ma addirittura regionale. “Si dovrebbe pensare di trovare soluzioni, anche a livello regionale, per creare queste cattedre di insegnamento di lingua e cultura che siano sponsorizzate dalle Regioni”, ha spiegato Ghia. Gianfranco Coda (consigliere consulta regionale Emilia-Romagna) ha parlato del lavoro svolto come Consulta nel portare avanti i documenti realizzati in preparazione della Conferenza. “Abbiamo ragionato sulle esigenze riportateci dai corregionali residenti all’estero: esse sono state ben rappresentate in questa sede. Voglio evidenziare però che non tutte le Regioni hanno ancora attivato le consulte e questo, come è stato già evidenziato, è un vulnus”, ha spiegato Coda auspicando ulteriori fondi per aiutare i territori a restare in contatto con i corregionali all’estero. Coda ha espresso soddisfazione per i fondi per la digitalizzazione così come per l’attenzione rivolta al turismo di ritorno che, a sua volta, trova spazio nel PNRR. Luigi Billé (consigliere CGIE per l’UK) ha ripreso il tema della presenza degli italiani all’estero come opportunità, riconoscendo l’importanza di avere strumenti affinché  questa opportunità diventi fattiva e concreta . “Nelle prossime finanziarie o nelle leggi di bilancio si tengano in considerazione i numeri degli italiani all’estero con un’inversione di tendenza verso i nostri connazionali nel mondo: basta con le spending review”, ha commentato Billé invitando a riflettere su questa grande opportunità. Paolo Brullo (consigliere CGIE Germania) ha raccontato degli aneddoti personali per far comprendere come la vita all’estero cambi anche la prospettiva con la quale si vede l’Italia. (Simone Sperduto/Inform)

 


 

 

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