Il 3-5 luglio 43° Assemblea Plenaria del Cgie: “Italiani all’estero sono 7 milioni”. Si tratta di una questione nazionale che richiama attenzione su tutti i fronti.

Michele Schiavone

di Michele Schiavone, Segretario generale del CGIE

La 43ᵃ Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero del 3-5 luglio 2019 non sarà una riunione di routine. Molti temi all’ordine del giorno e confronto con il Governo per rappresentare adeguatamente 6 milioni di italiani che vivono nel mondo. 
Il Consiglio generale degli italiani all’estero si riunirà alla Farnesina nella prima settimana di luglio a Roma.
Oltre ai lavori in agenda, ci recheremo alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica per fare il punto su numerosi temi d’attualità politica, che interessano le comunità italiane residenti in tutti i continenti del mondo.

L’Assemblea plenaria del Cgie è stata preceduta tra la fine di maggio e la prima metà di giugno dalle riunioni preparatorie delle Commissioni Continentali dell’America Latina, dei Paesi Anglofoni Extraeuropei ed Europa e Africa del Nord. 
Questi appuntamenti sono stati molto utili e impegnativi perché ci hanno permesso di affrontare e approfondire importanti questioni sociali, politiche e di governance, sulle quali tutti insieme a Roma vorremo finalmente porre l’accento per incalzare il governo a promuovere provvedimenti risolutivi di norme e circolari che manifestano palesi difficoltà applicative. Gli italiani nel mondo si trovano nel vortice di scelte legislative, che spesso hanno delle ricadute negative sulla vita degli emigrati, creando sperequazioni tra chi vive nel Bel Paese e chi vive all’estero.

Dalla loro costituzione il Cgie e i Comites hanno fornito al nostro Paese un contributo fondamentale nel far emergere la crescente dimensione numerica e valoriale della presenza italiana nel mondo. I dati sono noti. L’aumento dei nuovi flussi migratori era ben chiaro alla rete di rappresentanza all’estero ben prima che gli istituti di statistica ne confermassero la tendenza. 
L’innovazione tecnologica e le risposte organizzative del sistema Italia all’estero inseguono affannosamente gli standard degli altri Paesi che risultano più competitive nell’offerta di servizi, promozione culturale, scientifica e nelle tutele dei diritti.

Ormai siamo 6 milioni secondo gli stessi dati del Maeci, ma si stima che ben oltre un milione per difetto sfugga alle registrazioni Aire e alle Anagrafi consolari. Gli italiani all’estero sono numericamente la seconda regione italiana.
È un indice inequivocabile delle condizioni del Paese e delle sue prospettive. L’emigrazione impoverisce il Paese sottraendogli forze qualificate e professionali, crea squilibri sociali e demografici, alimenta la povertà del sapere e della conoscenza, ne frena il futuro e il progresso.
Allo stesso tempo le partenze riflettono una dimensione umana che reclama visibilità, diritti e tutele nei nuovi paesi di insediamento. Rappresentare in modo congruo le loro istanze nelle istituzioni italiane è un impegno che ci vede impavidamente in prima fila, oggi più di ieri.

Le politiche dell’Italia verso le comunità emigrate necessitano di aggiornamenti urgenti, che devono marciare di pari passo con il lavoro legislativo prodotto dal parlamento. Molti di questi aspetti saranno dibattuti durante i lavori dell’Assemblea plenaria ai quali parteciperanno assieme al ministro degli esteri e della cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, e al sottosegretario Ricardo Merlo, anche numerosi parlamentari e funzionari di diversi ministeri e rettori universitari.
Tre giorni intensi che richiederanno collaborazione e capacità propositiva per rafforzare il ruolo politico e istituzionale del CGIE e dei Comites, assieme alle vecchie e nuove forme associative presenti fuori dall’Italia. 

 

FONTE: Michele Schiavone, segretario generale del CGIE

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