On line la rivista “Nuovo Paese” – marzo 2019, della Filef Australia

L’editoriale di Frank Barbaro

Indifesi e isolati

È in corso una rivoluzione che non rifugge dal suo intento di creare disordine e disgregazione. Ha già creato società globali ad alta tecnologia con immensi capitali e influenza, aumentando così, a dismisura, la concentrazione di ricchezza e di potere in poche mani.
L’Internet e le tecnologie dell’informazione hanno portato risorse fenomenali alle persone. Tuttavia, mentre hanno consentito l’individuo di staccarsi da precedenti legami e costrizioni, lo stanno anche tagliando fuori da sistemi sociali civilizzati che sono risultati dalle lotte umane per il miglioramento delle condizioni di vita.
Certe pratiche di lavoro disumanizzanti sono quindi tornate. Ad esempio Amazon, il gigante del commercio online e l’azienda più ricca al mondo, viene regolarmente criticata perché applica indebite pressioni sugli operai e per il maltrattamento a cui li assoggetta.
Ma mentre in un passato non troppo lontano i lavoratori in un’industria avevano almeno il vantaggio di potersi aggregare in una massa politica rilevante sullo stesso posto di lavoro, gli attuali dipendenti sono scollegati dalla prospettiva di raggiungere tale solidarietà.
Ciò che è passato inosservato è che l’enorme capitalizzazione di società come Google, Facebook, Twitter, Apple, Amazon e Tesla è stata ottenuta con una forza lavoro minima rispetto al lavoro di masse nell’industria tradizionale. Mettendo questo insieme al fatto che la base di consumatori a cui si rivolgono queste imprese è massicciamente globale, si ottiene una ulteriore concentrazione della ricchezza che alimenta ancora di più le inevitabili disuguaglianze.
Non si capisce bene ancora in che modo le comunità possano difendere il loro interesse in un ambiente commerciale e di consumo dirompente che, in un primo momento, sembra offrire maggiore benefici ed efficienza, ma che contemporaneamente lascia gli individui più soli e senza collegamenti mentre i governi continuano ad agire sotto l’influenza di lobby sempre più ricche e ben collegate.

Untethered and unaided

A revolution is underway that doesn’t shy away from its intent to disorder and disrupt.
It has already created high tech based global corporations with immense capital and influence adding to the concentration of wealth and power.
The internet of things and information technologies have brought phenomenal resources to individuals.
However, whilst they have untethered individuals from former constraints they are also disconnecting them from civilizing social systems that have been the result of human struggles for betterment.
Dehumanizing work practices have returned. For example, the e-commerce giant Amazon, the world’s most valuable company, is regularly criticized for the undue pressure and mistreatment of its factory workers.
But whereas in the not so distant industrial past workers had the political critical mass in the workplace with its face to face advantage, current employees have been untethered from the prospect of achieving solidarity.
What has gone unobserved is that the enormous capitalization of corporations like Google, Facebook, Twitter, Apple, Amazon and Tesla has come from a low workforce base when compared to the industrial work masses.
This, along with the fact that the consumer base is massively global, has further aided and abetted wealth concentration and the inevitable inequality.
It is yet to be seen how communities can defend their interest in a disruptive commercial and consumer environment that in the first instance seems to deliver ease and efficiency but leaves individuals alone and unaided with governments still under the sway of well resourced and well connected lobbies.

 

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