E’ morto Francesco Mandarini, già presidente della Regione Umbria; tra i più sensibili ai problemi dell’emigrazione/immigrazione e riferimento costante della Filef

Proprio nel giorno del suo ottantesimo compleanno ci ha lasciati il caro compagno ed amico Francesco Mandarini.

Uomo di punta della sinistra umbra; consigliere ed assessore regionale fin dalla prima legislatura sotto la presidenza di Pietro Conti, poi a sua volta Presidente della Giunta Regionale fino alla metà degli anni 80; era stato operaio alla Perugina, aveva avuto un infanzia ed una giovinezza difficile che gli avevano acuito il senso del valore dell’impegno sociale e politico, il valore dell’uguaglianza.

Come Presidente della Giunta si era fortemente impegnato nella valorizzazione delle comunità umbre all’estero con provvedimenti mirati alla loro emancipazione, potenziando i servizi regionali dedicati all’emigrazione, fino al punto che negli anni della sua presidenza la regione Umbria era diventata un modello per tutte le altre Regioni.

E’ per tale motivo che la piccola Umbria fu designata tra le regioni facenti parte del Comitato Organizzatore della 2° Conferenza Nazionale dell’Emigrazione a cui Mandarini non poté mai partecipare di fatto a causa dei pressanti impegni istituzionali del periodo, ma a cui delegò il dirigente delle relazioni esterne della regione cui facevano capo i servizi dell’emigrazione; dopo ogni riunione del comitato organizzatore Mandarini voleva essere dettagliatamente ragguagliato su quanto si era detto e deciso; partecipò alle pre-conferenze continentali dell’Europa, a Strasburgo, del Nord America a New York, dell’Oceania, a Melbourne portando il suo contributo di idee e di proposte; ricordo che a New York si beccò una reprimenda da Dino Pelliccia allora segretario della FILEF, perché sostenne la opportunità del voto per gli italiani residenti all’estero.

Nel momento in cui erano riconosciuti come cittadini italiani, secondo Mandarini era assurda la posizione del PCI di allora di riconoscere tale diritto solo sulla carta senza nessuna reale possibilità di esercitare tale diritto se no facendo ritorno in patria per la votazione.

Ricordo anche che durante il viaggio a Melbourne mi fece notare che Giancarlo Pajetta, allora responsabile della Commissione Esteri del PCI, che veniva anche lui alla preconferenza, viaggiava in classe economica, nonostante gli acciacchi e la tarda età; la cosa lo fece arrabbiare e la considerò un mancanza di rispetto e di riguardo verso un uomo del valore e della statura di Pajetta.

Provò un senso di vergogna perché noi eravamo in business class e commentò la grettezza e l’avarizia del PCI in quella circostanza.
Francesco Mandarini è stato un uomo della sinistra a tutto tondo. L’Umbria gli deve molto e anche le comunità umbre all’estero.

 

(Francesco Berrettini – Presidenza Filef Nazionale)

 

QUI (pag. 29 del n. 1/1990 di EMIGRAZIONE) la sintesi dell’intervento di Francesco Mandarini all’8° Congresso della Filef che si svolse a Perugia nell’89


 

 

 


E’ morto l’ex presidente Mandarini. «Emblema della classe operaia». Funerali giovedì

Se n’è andato a 80 anni nel giorno del suo compleanno, guidò Palazzo Donini dal 1987 al 1992. Camera ardente mercoledì

È morto a 80 anni nel giorno del suo compleanno Francesco Mandarini, storico esponente della sinistra umbra e presidente della Regione dal 1987 al 1992. Politico, dirigente d’azienda e giornalista, dal 1970 al 1992 è stato anche membro del consiglio regionale per il Pci. A soli 28 anni, con la giunta del primo presidente Pietro Conti, è stato il più giovane assessore al Bilancio d’Italia. La notizia è stata data questa mattina dal segretario pd Tommaso Bori durante la seduta del consiglio regionale, nel corso della quale è stato osservato un minuto di raccoglimento.

I funerali Da mercoledì 16 marzo, alle ore 8, nella Casa funeraria Ifa Passeri, in via Donizetti a San Sisto, sarà possibile dare un ultimo saluto a Francesco Mandarini. La commemorazione funebre sarà celebrata giovedì 17 marzo alle ore 15 nella Sala del commiato, sempre a San Sisto in via Donizetti.

Dalla fabbrica alle istituzioni Mandarini è stata una figura strettamente legata al mondo operaio: «È stato l’emblema – ricorda il segretario regionale della Cgil Vincenzo Sgalla – della classe operaia perugina. Per questo la sua scomparsa addolora profondamente tutto il mondo del lavoro umbro. Per anni Francesco è stato il leader carismatico di migliaia di giovani lavoratrici e lavoratori: primo lavoratore eletto alla Perugina in un organo sindacale di base su scheda bianca. Primo operaio a ricoprire ruoli istituzionali di primissimo piano. Il Pci lo scelse a soli 25 anni, portandolo dalla fabbrica, la sua fabbrica, ai vertici delle nascenti istituzioni regionali».

La Cgil «Possiamo dire che Mandarini – continua Sgalla – ha letteralmente portato gli operai al governo della nostra Regione, in una delle stagioni di maggiore sviluppo e crescita per l’Umbria. Serietà, rigore e grande voglia di studiare sono stati i suoi comportamenti distintivi. “Studiate, perché il sapere è la cosa più importante”, ci ripeteva in ogni occasione utile. Non gli piaceva molto parlare in pubblico e aveva una naturale repulsione per i ruffiani. Nei confronti di quelli più giovani era piuttosto indulgente rispetto al carattere deciso e duro mostrato negli anni di guida politica ed istituzionale. Certo, non sono mancate le critiche, anche nei confronti della sua Cgil, ma non ha mai smesso di sperare e sollecitare i più giovani alla reazione, per l’equità sociale e la dignità personale».

Bori «Una scomparsa che ci addolora profondamente» scrive Bori. «È stato un uomo di grande spessore, umano e politico. Da segretario provinciale del Pci dal 1975 al 1979 e poi, negli anni della sua presidenza della Regione l’Umbria – ricorda – ha saputo leggere la realtà con gli occhi di chi credeva profondamente nella giustizia sociale ma anche nella modernità e nel progresso. Con lui se ne va un pezzo di storia della sinistra umbra che ci auguriamo possa continuare a vivere, nel suo nome, attraverso la difesa dei valori democrazia».

Umbria jazz A ricordarlo è anche Umbria jazz, che apprende la notizia «con profonda tristezza». «Se ne è andato – spiega UJ – un vecchio amico del festival, ma non solo: Mandarini era strettamente legato alla nascita stessa di Umbria Jazz, nell’estate del 1973. Con gli altri membri della prima giunta regionale dell’Umbria a presidenza Pietro Conti, accolse con entusiasmo la proposta di Carlo Pagnotta di “inventare” in poche settimane un festival jazz. Lo stesso entusiasmo con cui poi avrebbe seguito e sostenuto la manifestazione da presidente della Regione».

Marini e Modena «Lo ricordo con la determinazione e il rigore tipico degli amministratori di un’altra generazione cresciuta nel partitone rosso – ricorda l’ex presidente Catiuscia Marini – e tra la gente della sinistra umbra. Era sempre rimasto una voce forte e talvolta “critica” di tutte le evoluzioni della sinistra italiana negli ultimi 30 anni. «Lo incontravo spesso per via Bontempi – ricorda la senatrice di Forza Italia Fiammetta Modena – e ci scambiavo due opinioni ricordando con piacere i tempi in cui la politica aveva punti di riferimento chiari, opposti, avversari, ma netti. Mi addolora l’idea di non poterlo incontrare più, della dissolvenza di un mondo che ha formato uomini di spessore e ha fatto la storia della nostra Regione».

Il cordoglio Un minuto di silenzio è stato osservato anche nel consiglio provinciale di Perugia: «Perdiamo un uomo delle istituzioni – ha detto la presidente Stefania Proietti – difensore dei valori della democrazia». Cordoglio arriva anche da parte del sindaco di Perugia Andrea Romizi: «Un uomo delle istituzioni – sottolinea – profondamente legato alla sua terra e alla città di Perugia». Di «perdita vera» parla poi il deputato pd Walter Verini: «Un protagonista di grandi battaglie sociali e politiche – dice – che ha segnato una fase lunga e fondamentale del regionalismo». «Per la mia generazione Mandarini è stato – continua – un riferimento. Anche le divergenze politiche, che c’erano, con lui erano leali, perché fondate su una idea della politica alta, animata da valori e ideali, proiettata nel futuro. È sempre stato coerente nella sua idea della sinistra, nel rapporto con Pietro Ingrao».

La Fondazione La Fondazione Pietro Conti ne ricorda «la grande passione politica, nonché la notevole capacità amministrativa» il «grande rigore e l’aver fatto proprio il motto gramsciano della imprescindibilità dello studio». «Con la scomparsa di Mandarini – è detto ancora – viene meno una figura molto significativa della miglior storia di Perugia e dell’Umbria che non soltanto vorremo ricordare, ma altresì porre a base del nostro lavoro per una cultura democratica e di sinistra che da lui stesso abbiamo appreso».

«Per la mia generazione Mandarini è stato – come dirigente politico e amministratore – un riferimento. Anche le divergenze politiche – scrive il parlamentare Pd Walter Verini -, che c’erano, con lui erano leali, perché fondate su una idea della politica alta, animata da valori e ideali, proiettata nel futuro. È sempre stato coerente nella sua idea della Sinistra, nel rapporto con Pietro Ingrao. Qualche tempo fa ci incontrammo vicino al “suo” Turreno e non mancò di criticare il Pd, il mio partito cui non aveva mai voluto aderire. Ma lo faceva avendo in mente una sinistra che aveva dato tanto all’Italia e all’Umbria, di cui era stato un protagonista, e che voleva tornasse ad animare valori, ideali, parole».

 

Fonte: https://www.umbria24.it/politica/e-morto-lex-presidente-della-regione-francesco-mandarini

 


 

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