Il Notiziario della Federazione della Colonie libere svizzere di settembre ’21

Il 26 settembre i cittadini svizzeri alle urne

Due gli oggetti posti in votazione a livello nazionale:
– l’iniziativa popolare conosciuta come 99 percento volta a sgravare i salari e tassare in modo ritenuto più equo il capitale
– e la modifica del codice civile svizzero in materia di matrimonio per tutti.
Di seguito, in sintesi, ecco di cosa si tratta.

Iniziativa popolare «Sgravare i salari, tassare equamente il capitale»

Comunemente detta del 99per centoAttualmente tutti i redditi come i salari, le rendite e i redditi da capitale (ad es. interessi, dividendi e redditi da locazione) sono in linea di principio imponibili integralmente. Queste imposte contribuiscono a mitigare le disuguaglianze nella distribuzione del reddito tra la popolazione. Le persone con un reddito alto pagano dunque di più in termini percentuali rispetto alle persone con un reddito basso. Esistono anche altri strumenti di ridistribuzione oltre alle imposte. La maggior parte della ridistribuzione avviene mediante le prestazioni sociali come le rendite o l’assistenza sociale.
Secondo gli autori dell’iniziativa l’attuale ridistribuzione non è sufficiente e l’imposizione non è abbastanza equa. Chiedono un’imposizione più alta dei redditi da capitale elevati. A partire da un determinato importo, nel calcolo dell’imposta i redditi da capitale devono essere ponderati maggiormente e conteggiati una volta e mezzo. Per ogni franco superiore a questo importo si dovrebbero pagare le imposte come se si trattasse di 1.50 franchi. Se l’iniziativa sarà accettata, spetterà al Parlamento stabilire l’importo oltre il quale si applicherà tale assoggettamento. Il gettito supplementare risultante sarebbe impiegato per ridurre l’imposizione delle persone con redditi da lavoro bassi o medi oppure in favore del benessere sociale.La domanda che figura sulla scheda
Volete accettare l’iniziativa popolare «Sgravare i salari, tassare equamente il capitale»?

Perché NO
Per il Consiglio federale e la maggioranza del Parlamento l’iniziativa indebolisce la piazza finanziaria Svizzera e gli incentivi al risparmio, con effetti dannosi sui posti di lavoro e sulla prosperità. Nel confronto internazionale, i redditi in Svizzera sono distribuiti equamente e il capitale è già tassato in modo piuttosto elevato.

Perché SÌ
Per il comitato l’iniziativa si traduce in un’imposizione più equa e in uno sgravio del 99 per cento della popolazione. Attualmente i redditi da capitale sono privilegiati in diversi modi, avvantaggiando i più ricchi che speculano con il denaro. Tale denaro manca ai lavoratori e all’economia reale.

La FCLIS raccomanda di votare SÌ.

 


 

Matrimonio per tutti

Oggi in Svizzera il matrimonio tra due donne o tra due uomini non è consentito. Una coppia omosessuale può unicamente contrarre un’unione domestica registrata. Negli ultimi anni, sotto alcuni aspetti, le differenze sul piano giuridico fra unione domestica registrata e matrimonio sono state attenuate. I due istituti non sono tuttavia ancora equiparati, in particolare per quanto riguarda la naturalizzazione, l’adozione e l’accesso alla medicina riproduttiva. Il Consiglio federale e il Parlamento vogliono eliminare queste disuguaglianze e aprire il matrimonio a tutte le coppie. Contro tale apertura è stato chiesto il referendum: secondo i comitati referendari, il matrimonio può essere contratto soltanto tra un uomo e una donna.
Grazie alla modifica di legge anche le coppie omosessuali potranno contrarre un matrimonio civile. Sotto il profilo giuridico e istituzionale saranno quindi equiparate alle altre coppie coniugate. Il marito straniero di un cittadino svizzero e la moglie straniera di una cittadina svizzera potranno beneficiare di una naturalizzazione agevolata. Le coppie omosessuali sposate potranno inoltre adottare congiuntamente un figlio. Oltre a ciò, le coppie lesbiche unite in matrimonio avranno accesso alla donazione di sperma disciplinata dalla legge. Non sarà più possibile contrarre nuove unioni domestiche registrate, ma le unioni esistenti potranno essere convertite in matrimoni.

La domanda sulla scheda
Volete accettare la modifica del 18 dicembre 2020 del Codice civile svizzero (Matrimonio per tutti)?

Perché SÌ
Il Consiglio federale e il Parlamento vogliono aprire il matrimonio alle coppie omosessuali, in modo da eliminare l’attuale disparità di trattamento. Il matrimonio accorderà gli stessi diritti e imporrà gli stessi obblighi a tutte le coppie. Questo progetto risponde a un’esigenza sentita da molte persone.

Perché NO
I comitati referendari vogliono proteggere il matrimonio in quanto unione tra un uomo e una donna, poiché ritengono che i figli possano nascere in modo naturale soltanto da questo tipo di unione. Per loro la nuova legge sancisce la perdita della figura paterna, non tiene conto del bene del bambino ed è incostituzionale.

La FCLIS raccomanda di votare SÌ.­­­­­­

 


 

Rinnovo dei Comites 2021

Necessario esprimere la propria volontà di votare!Per informazione di tutti i connazionali residenti in Svizzera, l’Ambasciata d’Italia a Berna e i Consolati Generali di Basilea, Ginevra, Lugano e Zurigo comunicano che le elezioni per il rinnovo e l’istituzione dei Comites si terranno il prossimo 3 dicembre 2021.Tutti i connazionali residenti in Svizzera potranno votare purché si siano registrati ENTRO IL 3 NOVEMBRE 2021.
A questo importante appuntamento elettorale potranno infatti partecipare gli elettori, in possesso dei requisiti di legge per l’elettorato attivo, residenti e iscritti all’AIRE nella circoscrizione consolare di riferimento da almeno 6 mesi (rispetto alla data delle elezioni).

Il voto si svolge per corrispondenza, ma – a differenza delle elezioni politiche e dei referendum – il plico elettorale viene spedito soltanto agli elettori che abbiano presentato espressa richiesta di iscrizione nell’elenco elettorale per le elezioni dei Comites, almeno trenta giorni prima della data stabilita per le votazioni (quindi entro il 3 novembre 2021).

La richiesta di poter votare può essere espressa attraverso il portale FAST IT, già utilizzato per l’iscrizione all’A.I.R.E. e i cambi di indirizzo, selezionando la funzione dedicata alle elezioni:
«Domanda di iscrizione nell’elenco elettorale per le elezioni dei Comites» sotto la casella «Anagrafe». La procedura sul portale FastIt sarà interamente guidata e tutta digitale, per una massima rapidità e sicurezza: se non ancora conosciuto, il link al portale è disponibile nei siti internet di tutte le Sedi consolari.

In alternativa, è possibile scaricare dal sito del proprio Consolato di riferimento un modulo cartaceo e inviarlo per email (o anche posta ordinaria o recapitarlo di persona, a seconda dei Consolati), insieme a copia del documento d’identità, comprensivo della firma del titolare ai seguenti indirizzi:

– Ambasciata d’Italia a Berna (per i Cantoni di Berna, Neuchâtel e Friburgo): berna.elettorale@esteri.it
– Consolato di Basilea: basilea.elettorale@esteri.it
– Consolato Generale di Ginevra: consolato.ginevra@esteri.it
– Consolato Generale di Lugano: elettorale.lugano@esteri.it
– Consolato Generale di Zurigo: zurigo.elettorale@esteri.it

 


Elezioni Comites 2021

Nuove disposizioni relative alla raccolta delle firme per le liste dei candidatiSancito per decreto che le votazioni per il rinnovo dei Comites sono ufficialmente fissate il prossimo 3 dicembre, in considerazione della particolare situazione determinata dalla pandemia nel Decreto Legge 17 agosto 2021 n. 117, all’articolo 5, relativo alle sottoscrizioni delle liste dei candidati per le elezioni dei Comites per l’anno 2021, si stabilisce che:«In considerazione della situazione epidemiologica da COVID-19, al fine di semplificare gli adempimenti relativi all’espletamento delle elezioni (di cui all’articolo 14, comma 3, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8,) per il rinnovo dei Comitati degli italiani all’estero (COMITES), si applicano fino al 31 dicembre 2021 le seguenti disposizioni:

a) il numero minimo di sottoscrizioni richieste per la presentazione delle liste di cui all’articolo 15, comma 3, della legge 23 ottobre 2003, n. 286, è fissato in cinquanta per le collettività composte da un numero di cittadini italiani fino a cinquantamila e in cento per quelle composte da un numero di cittadini italiani superiore a cinquantamila;

b) la firma delle dichiarazioni di presentazione delle liste dei candidati (di cui all’articolo 14, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 2003, n. 395,) è esente da autenticazione, se è corredata di copia non autenticata di un valido documento di identità o di riconoscimento o di documento equipollente (ai sensi dell’articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445,) anche rilasciato dalle competenti autorità del Paese di residenza».

 


 

Certificato COVID obbligatorio all’interno dei ristoranti, delle strutture culturali e per il tempo libero e alle manifestazioni al chiuso

Obbligo del certificato COVID esteso all’interno dei ristoranti, delle strutture culturali e per il tempo libero e alle manifestazioni al chiuso. E ancora: i datori di lavoro potranno prevederne l’impiego nelle misure di protezione. Questo in sintesi quanto deciso dal Consiglio federale nella sua ultima seduta per far fronte alla situazione epidemiologica e per evitare il sovraccarico degli ospedali.

Da lunedì 13 settembre 2021, il certificato è obbligatorio all’interno dei ristoranti, delle strutture culturali e per il tempo libero e alle manifestazioni al chiuso. I datori di lavoro possono inoltre inserire il suo impiego nelle misure di protezione. Questo è quanto ha deciso il Consiglio federale nella sua seduta dell’8 settembre per far fronte alla difficile situazione negli ospedali, che non accenna a migliorare. Il provvedimento è limitato al 24 gennaio 2022. Il Consiglio federale ha inoltre posto in consultazione due progetti: uno sull’entrata in Svizzera di persone non guarite o non vaccinate e uno sull’accessibilità del certificato COVID svizzero alle persone vaccinate all’estero.
La situazione negli ospedali resta tesa e i reparti di terapia intensiva stanno raggiungendo i propri limiti. In alcuni Cantoni vengono rinviati interventi e in diversi casi sono stati trasferiti pazienti in altri ospedali. Con l’abbassamento delle temperature nei mesi autunnali non può essere escluso un rapido aumento dei ricoveri con conseguente sovraccarico degli ospedali. Il numero dei contagi permane alto e negli ultimi giorni si sono intravisti segnali di una diffusione lievemente più rapida del virus.
La percentuale della popolazione non immunizzata è ancora troppo alta per prevenire una nuova ondata di contagi. Anche se l’interesse è lievemente aumentato, il ritmo di vaccinazione resta basso. Il vaccino offre una buona protezione sia contro l’infezione sia contro un decorso grave della malattia. Inoltre chi è vaccinato trasmette molto meno il virus ad altri.

Estensione temporanea dell’obbligo del certificato
Alla luce della situazione attuale e per prevenire un sovraccarico degli ospedali, il Consiglio federale ha deciso di estendere l’obbligo del certificato alle persone a partire dai 16 anni. Per vedere gli effetti del provvedimento sull’occupazione dei letti nei reparti di terapia intensiva ci vorranno dalle due alle tre settimane. L’estensione dell’obbligo del certificato è limitata al 24 gennaio 2022. Il Consiglio federale ha tuttavia la possibilità di revocare il provvedimento anzitempo se la situazione negli ospedali dovesse distendersi.

Evitare le chiusure grazie al certificato
Accessibile a tutti, il certificato attesta l’avvenuta vaccinazione, la guarigione dalla COVID-19 o il risultato negativo di un test e si è già dimostrato utile per le discoteche e le grandi manifestazioni. Grazie ad esso sono possibili manifestazioni e attività altrimenti troppo pericolose. Poiché con il suo impiego s’incontrano fra loro soltanto persone non contagiose o a bassa contagiosità, il rischio di trasmissione si riduce notevolmente. Il certificato consente inoltre di adottare provvedimenti contro la diffusione del virus senza dover passare subito alla chiusura di strutture o al divieto di determinate attività. Alle manifestazioni in cui è obbligatorio vengono per altro a cadere altre misure di protezione quali l’obbligo della mascherina.

Obbligo del certificato negli spazi interni
Da lunedì 13 settembre, il certificato è obbligatorio all’interno di ristoranti e bar. Non è per contro richiesto sulle terrazze, nelle mense per i poveri e nelle strutture della ristorazione nelle aree di transito degli aeroporti. Anche l’accesso alle strutture culturali e per il tempo libero, quali musei, biblioteche, giardini zoologici, centri fitness, palestre di arrampicata, piscine coperte, parchi acquatici, sale da biliardo o da gioco è limitato alle persone in possesso di un certificato.

Obbligo del certificato per le manifestazioni al chiuso
L’obbligo del certificato vale anche per le manifestazioni al chiuso (concerti, teatro, cinema, manifestazioni sportive, eventi privati come le feste di matrimonio in locali accessibili al pubblico). A tutela dei diritti fondamentali, faranno eccezione le manifestazioni religiose e le manifestazioni per la formazione dell’opinione politica con un massimo di 50 persone. Esclusi dall’obbligo anche i gruppi di auto-aiuto. Per le manifestazioni all’aperto continueranno a valere le regole vigenti: obbligo del certificato per le manifestazioni con più di 1000 persone e libertà di scelta degli organizzatori per eventi di minori dimensioni.

Obbligo del certificato per le attività sportive e culturali
Anche per le attività sportive e culturali al chiuso come allenamenti o prove musicali o teatrali l’accesso è limitato a chi è in possesso del certificato COVID. Questa restrizione non vale per i gruppi a composizione stabile di al massimo 30 persone che si allenano o si esercitano regolarmente insieme in locali separati.

Sanzioni in caso di inosservanza dell’obbligo
Gli ospiti senza certificato di strutture o manifestazioni per le quali il certificato è obbligatorio saranno passibili di una multa di 100 franchi. Alle strutture e alle manifestazioni che non osservano l’obbligo potranno essere applicate sanzioni che vanno dalla multa alla chiusura dell’esercizio. Per il controllo sono responsabili i Cantoni.

Consentito l’impiego del certificato nel mondo del lavoro
I datori di lavoro possono verificare se i loro dipendenti sono in possesso di un certificato soltanto se necessario per l’attuazione di misure di protezione adeguate o di strategie di test. Inoltre, le informazioni sullo stato di immunità o sul risultato del test non possono essere utilizzate per alcun altro scopo. Se chiedono ai loro dipendenti di sottoporsi al test, i datori di lavoro devono coprirne i costi. Soltanto i test ripetuti sono assunti dalla Confederazione. L’impiego del certificato e le misure che se ne intendono trarre vanno discussi con i dipendenti e documentati per scritto. Per ragioni di protezione dei dati, i datori di lavoro devono utilizzare, nel limite del possibile, il certificato light.

Obbligo del certificato possibile nelle scuole universitarie
I Cantoni o le scuole universitarie possono prescrivere l’obbligo del certificato per i corsi di livello bachelor e master. In questo caso sono revocati l’obbligo della mascherina e la limitazione a due terzi della capienza. Per altre attività universitarie, quali lo svolgimento di corsi di formazione continua, continuano a valere le regole previste per le manifestazioni.

Modifiche successive alla consultazione
L’estensione dell’obbligo del certificato è stata accolta positivamente dalla grande maggioranza dei partecipanti alla consultazione. Rispetto alle proposte poste in consultazione, il Consiglio federale ha proceduto ad alcune modifiche, prevedendo per esempio deroghe per le mense per i poveri e i ristoranti nelle aree di transito degli aeroporti, la possibilità della multa disciplinare, l’innalzamento a 50 persone del limite per le manifestazioni religiose e l’obbligo di consultazione e documentazione nel mondo del lavoro.

 

Nuove disposizioni per l’entrata in Svizzera

Identificare e isolare velocemente le persone contagiate
Nella sua seduta il Consiglio federale ha discusso anche delle disposizioni per l’entrata in Svizzera, nell’intento di definire una normativa efficace in vista delle vacanze autunnali. L’obiettivo è identificare e isolare velocemente le persone che hanno contratto il virus. Il Consiglio federale pone in consultazione due varianti. Entrambe considerano che la popolazione adulta ha la possibilità di farsi vaccinare e integrano il certificato COVID come documento riconosciuto a livello internazionale.Due varianti in consultazione
La prima variante si basa su test ripetuti: per entrare in Svizzera, le persone che non sono mai state contagiate o che non sono vaccinate dovranno presentare il risultato negativo di un test, indipendentemente dal Paese di provenienza. Dai quattro ai sette giorni dopo l’arrivo in Svizzera dovranno quindi sottoporsi a un ulteriore test nel nostro Paese, il cui risultato dovrà essere trasmesso al Cantone. I costi di entrambi i test saranno a carico dei viaggiatori.
Anche la seconda variante prevede l’obbligo di presentare il risultato negativo di un test per le persone che non sono mai state contagiate o che non sono vaccinate. Invece di sottoporsi a un secondo test, dovranno però mettersi in quarantena per dieci giorni. La quarantena potrà essere ridotta dopo sette giorni sottoponendosi a un test e ottenendo un risultato negativo.
Entrambe le varianti prevedono la compilazione del modulo d’entrata elettronico (Passenger Locator Form) e le regole si applicheranno a tutte le persone, indipendentemente da come sono entrate (a piedi, in bicicletta, in aereo, in treno, in battello, in autobus o in automobile). I controlli saranno intensificati e, se necessario, saranno inflitte multe. Esclusi da queste disposizioni saranno, tra l’altro, i frontalieri, i bambini sotto i 16 anni, i passeggeri in transito e i trasporti di merci attraverso la Svizzera.
La consultazione durerà fino al 14 settembre. Il Consiglio federale deciderà presumibilmente il 17 settembre. L’entrata in vigore è prevista il 20 settembre.

Elenco dei Paesi a rischio non più adeguato per provvedimenti sanitari di confine
L’elenco dei Paesi in cui circolano varianti preoccupanti del virus precedentemente utilizzato dall’Ufficio federale della sanità pubblica è ormai superato. In molti Paesi, la variante Delta, altamente contagiosa, ha causato un forte aumento dei casi nel giro di pochi giorni. Una dinamica tanto rapida non può essere registrata in elenchi di questo tipo. Inoltre, rinunciando ad aggiornare costantemente l’elenco, si agevola in una certa misura la pianificazione del settore dei viaggi. Resta invece in vigore l’elenco dei Paesi a rischio della Segreteria di Stato della migrazione, che stabilisce da quale Paese si può entrare in Svizzera.

Certificato COVID per persone vaccinate all’estero
Il Consiglio federale ha discusso anche del certificato COVID per persone vaccinate all’estero. Attualmente, soltanto i certificati rilasciati da Paesi che hanno adottato il certificato COVID digitale dell’UE sono tecnicamente compatibili con il sistema svizzero. In futuro tutte le persone a cui è stato somministrato all’estero un vaccino omologato dall’Agenzia europea per i medicinali che risiedono o desiderano entrare in Svizzera potranno ottenere il certificato COVID svizzero. Come nei Paesi limitrofi, l’accesso al certificato non sarà esteso a tutti i vaccini approvati dall’Organizzazione mondiale della sanità. Ciascun Cantone dovrà definire un organo di contatto cui potranno rivolgersi le persone vaccinate all’estero. L’elenco di tutti gli organi di contatto cantonali dovrà essere pubblicato su un sito Internet della Confederazione. La proposta del Consiglio federale è posta in consultazione fino al 14 settembre.­­­­­­

 


 

Losanna, Svizzera. 150 ans d’immigration italienne à Lausanne

Al Museo Storico di Losanna (Place de la Cathédrale 4 – 1005 Lausanne) è in corso fino al 9 gennaio 2022 una mostra su 150 anni di presenza italiana nel canton Vaud. Il museo racconta la storia dei 150 anni d’immigrazione italiana attraverso 5 temi: braccia per la modernità, boom economico del dopo guerra, italianità, associazionismo, testimonianze.

Braccia per la modernità
Con l’arrivo del treno nel 1850, l’Europa si modernizza. I grandi cantieri ferroviari alpini attirano in Svizzera un importante popolazione italiana fin dal 1870 con il traforo del Gottardo, del Sempione, dell’Albula, del Lotschberg et del Mont d’Or. Nello stesso tempo, anche Losanna si modernizza con la costruzione di ponti, gallerie, palazzi, strade e piazze. Il boom edilizio esige un importante manodopera proveniente soprattutto dall’Italia del Nord (Piemonte e Lombardia). Molti creeranno la propria impresa edile. Viste le condizioni di lavoro e di stipendi, l’assenza totale di diritti, nascono i primi movimenti politici e sindacali ai quali partecipa lo stesso Benito Mussolini, più volte espulso dalla Svizzera, a causa del suo notevole fervore sindacale.

Boom economico del dopo guerra
Con la fine della 2° guerra mondiale, c’è l’arrivo di una considerevole immigrazione italiana in Svizzera mai vista prima! A Losanna la manodopera si suddivide in tre settori: la costruzione, il settore alberghiero – ristorazione, l’industria tessile e tipografica con l’impiego di numerose donne italiane. Le infrastrutture di Losanna si modernizzano. Si costruiscono autostrade, scuole, università, ponti  e ospedali. Il personale è in maggioranza stagionale a seguito dell’introduzione dello statuto dello stagionale, la cui legge, pur risalendo al 1931 e messa in applicazione nel 1934, manifesta tutta la sua durezza nella seconda metà del secolo scorso. La prima pizzeria di Losanna apre nel 1957! Si diffondono in Svizzera e a Losanna nuove abitudini alimentari importate dagli italiani tanto che tra il 1988 e il 2008, la Svizzera moltiplica per dieci l’importazione di olio d’oliva.

Italianità
Nella seconda metà del secolo scorso si diffondono rapidamente non solo abitudini gastronomiche ma anche sociali, culturali, sportive, antropologiche e artistiche che costituiscono ancora oggi l’immaginario collettivo degli svizzeri e che conosciamo meglio come i stereotipi o i clichés degli italiani all’estero. Si tratta delle caffettiere, degli aperitivi, degli spaghetti, delle macchine da scrivere Olivetti, degli attori e attrici del neorealismo italiano, dei giradischi, dei cantanti, del calcio, della nazionale italiana e della bella meccanica come la prima vespa oppure la famosa topolina e la cinquecento.

Associazionismo
Questo, secondo me è l’angolo più interessante e originale della mostra in quanto per la prima volta la Svizzera, in questa circostanza Losanna, mette in evidenza l’attività delle associazioni italiane che hanno operato in loco fin dall’inizio del secolo scorso. Lo stesso sindaco di Losanna, Grégoire Junot, ha ringraziato e avuto parole di elogio e di riconoscimento per la comunità italiana. C’è quindi uno spazio dedicato al Circolo italiano, una volta Casa d’Italia, sede anche di due strutture di rappresentanza italiana, COMITES e CPSI, poi un altro spazio dedicato alla Colonia Libera Italiana di Losanna, alle ACLI, alle squadre di calcio, ai patronati e ai partiti politici che, proibiti per legge, confluivano in associazioni, come Realtà Nuova. Ci sarebbe tanto da dire su ognuna di queste associazioni e in particolare sulle lotte delle Colonie Libere e delle Acli per l’abolizione dello statuto dello stagionale e per i diritti umani in particolare dei bambini nascosti. Su questo tema è in corso di realizzazione un film e un libro. In riguardo al calcio, il museo ha ricostruito il percorso delle squadre minori che si distinguono per nascita e appartenenza politica. Si comincia con le squadre di calcio del periodo fascista alle quali si contrappongono dagli anni sessanta in poi quelle di sinistra, fondate da immigrati comunisti e socialisti, e quelle del centro-destra, fondate da italiani benestanti o gestori di ristoranti e pizzerie. Ci sono comunque due spazi difficili o complicati “da digerire” per la migrazione italiana. Uno riguarda la laura “honoris causa” che  l’Università di Losanna ha conferito a Benito Mussolini e che ci auguriamo abbiano tolto in seguito. L’altro riguarda la ricostruzione dei movimenti xenofobi che parte dagli anni Schwarzenbach fino ai nostri giorni.

Testimonianze
Il Museo ha raccolto in un libro le testimonianze di immigrati italiani di prima e seconda generazione. Le foto e alcuni paragrafi significativi dei personaggi del libro sono proiettati nell’ultima sala del museo.

Michele Scala
Membro del Direttivo nazionale FCLIS

 


 

La Colonia Libera di Muttenz «riparte»

Dopo questo difficile periodo di pandemia, costretti a rimanere a casa, anche lontano dai propri cari, la Colonia Libera di Muttenz riparte!

Le CLI di Muttenz e Basilea invitano alla presentazione del libro:

«I diritti umani spiegati ai miei alunni svizzeri»,
il ruolo delle Colonie Libere Italiane nelle rivendicazioni dei diritti umani in Svizzera.

L’incontro con l’autore Michele Scala avrà luogo sabato, 18 settembre alle ore 17:30 presso la sede della Colonia Libera di Muttenz (Hofackerstrasse 12, 4132 Muttenz). Dopo la presentazione, l’autore darà spazio a domande e riflessioni.

La serata proseguirà con una cena e musica in allegria, nel rispetto delle norme vigenti, per cui siete pregati di essere muniti di certificato COVID o di un test Covid-19 negativo.

CENA: porchetta con contorno d’insalata, patatine e un dessert al prezzo di 23.- CHF. Bevande escluse.
Per la cena è obbligatoria la prenotazione presso:
Mario Maurizio 078 244 78 87
Giovanni Di Paolo 078 629 74 73

Le Colonie Libere Italiane di Muttenz e Basilea

 


 


Giù le mani dalle pensioni delle donne!

Il Parlamento vuole aumentare l’età pensionabile delle donne a 65 anni. Le donne dovrebbero lavorare più a lungo e le pensioni, già insufficienti, diminuirebbero ulteriormente: tutto questo è fuori questione!

I sindacati insieme alle organizzazioni femministe si battono contro una riforma dell’AVS a spese delle donne con una manifestazione nazionale a Berna, alla quale invitiamo tutte e tutti a partecipare, sabato 18 settembre alle ore 13.

Programma
Ore 13.30: raduno alla Schützenmatte
Ore 14.00: corteo
Ore 15.00: manifestazione e concerti in Piazza federale

 


 


I beccafichi  portano in scena «La Locandiera»

La locandiera va ancora in scena questa settimana  nei giorni di venerdi 17, sabato 18 e domenica 19 settembre.

Inoltre, sabato 18 e domenica 19 all’ingresso della sala teatrale, prima e dopo lo spettacolo, ci sarà Giuseppe che darà la possibilità di degustare squisiti prodotti gastronomici calabresi e siciliani.

Quando:
17, 18 settembre ore 20.00
19 settembre ore 18.00

Dove:
Theatersaal Uni Irchel, Winterthurerstrasse 190, Zurigo

Biglietti: 25 CHF, studenti 15 CHF

Prenotazioni a questo link, a info@ibeccafichi.ch o al numero 076 301 20 14.

Potete trovare ulteriori informazioni sul sito web: www.ibeccafichi.ch

Come raggiungerci:
In auto: parcheggio disponibile presso «Parkhaus Universität Irchel».
In Tram: Tram 9/10 (fermata «Universität Irchel») o Tram 7/9/10/14, Bus 69/72 (fermata «Milchbuck»). Seguire quindi le indicazioni fino all’università.

Saranno adottate tutte le misure necessarie per il contenimento della pandemia da Covid-19.
Si prega, quindi, di accedere muniti di mascherina protettiva e di certificato Covid o di un certificato equivalente.

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