IL CGIE RICHIAMA IL GOVERNO SULLE POLITICHE PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO

Conferenza stampa del CGIE

Servizio Agenzia INFORM

Si è parlato delle elezioni dei Comites, di promozione della lingua e cultura italiana e della riforma degli organi di rappresentanza degli italiani all’estero

ROMA – Per illustrare le risultanze dell’ultimo Comitato di Presidenza del Cgie, a cui ha preso parte  anche sottosegretario agli Esteri con delega per gli italiani nel mondo Benedetto Della Vedova, si è svolta online una conferenza stampa del Cdp.

Il Segretario Generale Cgie Michele Schiavone ha introdotto l’incontro: “ Con questa conferenza stampa vogliamo informare le comunità su primo incontro con il nuovo Sottosegretario a cui sono state assegnate le deleghe per gli italiani all’estero, ma anche per la promozione della lingua italiana. . Il lavoro che stiamo portando avanti come Cgie viene svolto in una situazione difficile da circa 14 mesi con riunioni che comunque abbiamo imparato a gestire anche con il Covid.  In questi giorni il Premier Draghi – ha proseguito il Segretario Generale – ha presentato il programma di Governo , articolato in sei missioni, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e in questo contesto non c’è stato alcun riferimento agli italiani all’estero. Nel Cdp abbiamo avuto anche modo di discutere i tempi per il rinnovo delle elezioni dei Comites che dovrebbero avvenire per il 3 dicembre prossimo.  Su questo tema noi abbiamo interloquito cercando di capire quali siano le intenzioni, i progetti e le indicazioni del Governo. Vista la difficile situazione attuale noi abbiamo chiesto se non ci sia anche un piano B per capire come e quando i paesi colpiti dalla pandemia possano accedere alle modalità di voto. La discussione su questo argomento  non è andata oltre l’annuncio. Siamo convinti e auspichiamo – ha aggiunto Schiavone – che al più presto ci sia un programma complessivo riguardante la comunicazione su cui il Maeci sta già lavorando. In questo ambito di recente abbiamo anche coinvolto la I Commissione del Cgie per approntare un programma che si occupi della comunicazione e che sostenga ovunque le elezioni e i programmi elettorali. “Dopo il referendum dello scorso anno che ha previsto  la riduzione dei Parlamentari tra cui anche quelli eletti nella circoscrizione Estero – ha proseguito Schiavone – noi auspichiamo che si metta mano anche alla riforma della rappresentanza degli italiani all’estero  perché sta cambiando tutto e anche ciò deve essere modificato. Tra le novità delle elezioni dei Comites, su cui c’è molta attesa, vi è il voto telematico che, si pensava dovesse essere sperimentato solo su due o tre circoscrizioni. In realtà il Sottosegretario ha rilevato l’utilità di estendere questa sperimentazione ”. Il Segretario Generale ha poi ricordato la riforma dei Comites e del Cgie approvata dal Consiglio  Generale,  segnalando come alcuni parlamentari abbiamo presentato queste proposte anche con leggere modifiche. “Ci chiediamo – ha affermato Schiavone – cosa impedisce al Governo di trasformare queste proposta in legge. Insistiamo perché si vada alle prossime elezioni con la riforma approvata altrimenti noi rischieremo di avere una rappresentanza  dimezzata nel numero e nel ruolo. Chiediamo al Sottosegretario della Vedova che ponga questa come priorità. Queste politiche  per noi cittadini all’estero non sono marginali, ma il fulcro della vita di comunità e danno un apporto al sistema Italia nel mondo”. Dopo aver ricordato la necessità di tornare in presenza per la prossima Conferenza Stato Regione Provincie Autonome Cgie, Schiavone, per quanto riguarda la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero e le problematiche connesse all’applicazione  della Circolare 3 del 2020, ha auspicato l’affidamento di questo lavoro ad una nuova ed autonoma direzione generale.  “Nel corso del Comitato di Presidenza – ha continuato il Segretario Generale – abbiamo poi avuto  modo di discutere dei servizi della rete consolare e della necessità di interventi di digitalizzazione dei processi con un sostegno aggiuntivo di risorse umane. In proposito ci hanno rassicurato che verranno assunti oltre 1000 funzionari nelle diverse categorie che suppliranno alle partenze  di chi andrà in pensione. In ogni caso noi chiediamo che il Ministero investa sulla digitalizzazione accelerando il lavoro negli uffici. Abbiamo inoltre chiesto di portare avanti la proposta per l’istituzione della convenzione tra i servizi di patronato e il Ministero degli Affari Esteri. Anche per quanto riguarda la pandemia abbiamo sollecitato la possibilità che le persone rientrate dall’estero in Italia possano iscriversi nelle liste per la vaccinazione, un punto su cui siamo stati ascoltati”.

Ha poi preso la parola il Vice Segretario Generale per l’Europa e l’Africa del nord, Giuseppe Maggio: “voglio fare una riflessione che dovrebbe coinvolgere tutti. Se noi partiamo dal presupposto che sono stati stanziati 9 milioni per le prossime elezioni dei Comites e del Cgie , di cui 2 verranno usati per l’esperimento del voto elettronico.  I 7 che rimangono sono insufficienti. Anche se la data del 3 dicembre per le elezioni andasse bene per l’Europa, potrebbe però non andare bene per gli altri continenti in cui è estate piena. Non sappiamo poi la pandemia come si svilupperà in altri paesi. Anche l’inversione di opzione del voto ci preoccupa”. “Riguardo all’assistenza per i connazionali all’estero, –ha proseguito Maggio – parlando dell’Europa, ci viene sempre detto che esistono sistemi di welfare forti nella comunità europea che riescono a risolvere i problemi. Ma esiste anche una fascia di connazionali di ultima generazione che non viene presa in considerazione e che in questi sistemi di welfare non riesce a rientrare. Gente che è uscita dal mercato del lavoro e non ha diritti acquisiti ed è fuori dai servizi sanitari. Bisogna trovare una soluzione in modo che queste persone possano usufruire del sistema sanitario nazionale pur essendo iscritte nell’Aire in Europa”.  A seguire è intervenuto  Gianluca Lodetti,  componente del Comitato di Presidenza del Cgie (nomina governativa): “Abbiamo affrontato con il sottosegretario il tema dei servizi, tema sempre all’ordine del giorno. Il Cgie continua nella sua azione di sollecitazione verso l’amministrazione affinché un miglioramento sui servizi sia possibile. Abbiamo accolto con favore l’annuncio sull’aumento dei numero del personale di ruolo, ma questo non deve bastarci”. Lodetti ha anche sottolineato la necessità di promuovere la sinergia e fra i il Ministero e gli altri erogatori dei servizi come i patronati, ponendo in essere l’azione di promozione e sussidiarietà.

E’stata poi la volta della Vice Segretario Generale per i Paesi anglofoni extraeuropei, Silviana Mangione che ha ribadito   l’esigenza sia di andare al rinnovo dei Comites e del Cgie solo dopo aver varato la riforma di questi organi di rappresentanza, sia di avere risorse adeguate e superiori a quelle attuali per questo appuntamento elettorale.

“La riflessione – ha rilevato Silvana Mangione – si pone in un altro senso: qual è il rapporto dell’Italia con gli italiani all’estero? Non bastano le enunciazioni di principio se non corrispondono ad azioni concrete. La prima azione concreta sta negli articolati della riforma dei Comites e del Cgie. Ricordo inoltre che l’inversione del voto è una cosa anticostituzionale. Si oppone all’articolo 3 della Costituzione perché tutti i cittadini hanno pari diritti e all’articolo 48 che dice che tutti i cittadini italiani sono elettori”. Per quanto riguarda la promozione all’estero della lingua e cultura italiana, che rappresenta un traino del Sistema Paese,  anche la Mangione ha sottolineato la necessità una nuova direzione generale autonoma.

Sulla “Circolare 3  la Mangione ha segnalato come nell’emisfero australe gli enti gestori abbiamo già presentato i progetti, mentre nell’emisfero boreale nella prima parte dell’anno si sta usando ancora la vecchia circolare, mentre da agosto 2021 i progetti dovrebbero essere in parte finanziati dagli enti gestori stessi, in un contesto reso ancora più difficile dalla pandemia. “Ciò – ha concluso – potrebbe portare a una diminuzione della penetrazione dell’italiano come lingua proprio nel momento in cui l’Italia ha bisogno di un rilancio”.

“Se oggi in una situazione di pandemia in America Latina resta importante la lingua italiana – ha affermato il Vice Segretario Generale per l’America Latina Mariano Gazzola, – è grazie allo sforzo delle associazioni. Sono proprio le strutture delle nostre comunità a sostenere il sistema”.  Gazzola ha inoltre evidenziato le difficoltà nell’erogazione dei servizi consolari sottolineando la necessità di garantire il loro ritorno al 100% di operatività. Il Vice Segretario Generale ha infine chiesto quale sia il criterio di assegnazione dei fondi di assistenza straordinaria in questo momento in cui le persone affrontano situazioni e problemi nuovi derivati dall’emergenza attuale.

“Condivido le riflessioni dei miei colleghi – ha affermato il consigliere Eleonora Medda, componente del Cdp per l’Europa e l’Africa del nord – sulla scarsa fattibilità delle elezioni in queste condizioni, sia da un punto di vista sanitario che economico”. Medda ha ricordato come in questo difficile periodo i patronati siano rimasti aperti soprattutto per i casi urgenti. “In questa situazione – ha concluso il consigliere – si è rivelato quanto questi organismi siano necessari, utili e quanto sia importante avere un rapporto con questi strutturato e chiaro”.

Ha poi ripreso la parola Michele Schiavone rilevando la necessità di promuovere nuove politiche per i giovani che si recano all’estero sia di accompagnamento delle partenze, sia volte a favorire il rientro. “Abbiamo bisogno – ha aggiunto Schiavone – di avere un osservatorio, un’agenzia per dare prospettive ai giovani che vedono un futuro incerto e che spesso lo cercano altrove. C’è necessità di una governance che permetta ai nostri giovani di essere competitivi all’estero, formando al contempo un bagaglio da riportare in Italia. Da segnalare anche l’intervento del Direttore del quotidiano “Gente d’Italia”, Domenico Porpiglia che ha parlato della necessità di un’informazione sugli italiani all’estero più ampia e capillare che coinvolga maggiormente la stampa  e anche i tanti piccoli giornali all’estero, dando più spazio alla voce di giovani.  “Oggi – ha affermato  Porpiglia – la politica regna. Di noi italiani all’estero chi parla? La vostra riforma dei Comites e del Cgie la dovete diffondere in giro, darla alla stampa affinché la gente la conosca. Inondate di comunicati ovunque perché la gente vuole sapere ed è legata al piccolo editore, al giornalino che esce nelle vicinanze”. Su questo argomento è intervenuta anche Filippa Dolce di Radiocom.tv che ha rilevato l’esigenza di far conoscere ai giornali italiani la realtà degli italiani nel mondo. “Gli italiani sono una realtà – ha affermato la giornalista – ma se non si diffondono queste notizie nessuno le va a cercare. Facciamo in modo che arrivino sulle scrivanie dei direttori di questi piccoli giornali. Bisogna creare una rete per diffondere queste comunicazioni in tutto il mondo e soprattutto in Italia”.

FONTE: M.R./Inform

Servizio Agenzia AISE

ROMA\ aise\ – Una rinnovata attenzione alle politiche per gli italiani all’estero. A chiederla, ancora una volta, è il Consiglio generale per gli italiani all’estero. A pochi giorni dal primo incontro con il sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova, a cui sono state assegnate le deleghe per gli italiani all’estero e quelle per la promozione della lingua e cultura italiana, il segretario generale Michele Schiavone e i membri del Comitato di Presidenza hanno spiegato alla stampa quali sono i (tanti) nodi da sciogliere nel rapporto tra amministrazione, governo e collettività anche alla luce della criticata mancanza di ogni riferimento ai connazionali sia nelle prime comunicazioni di Draghi in Parlamento sia nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentato ieri e oggi alle Camere.
Elezioni dei Comites, lingua e cultura, servizi consolari e i rapporti con i patronati i temi affrontati con il sottosegretario, di cui il Cdp ha apprezzato “la gentilezza e la disponibilità al dialogo”, come confermato da Schiavone, ma cui non sono state risparmiate annotazioni critiche sulle questioni trattate.
In primis le elezioni dei Comites – cui seguiranno quelle del Consiglio generale – fissate al 3 dicembre: una data troppo ravvicinata, per il Cgie, con il mondo ancora alle prese con l’epidemia; senza contare le ben note critiche mosse sia alla modalità di voto – l’inversione dell’opzione – che alla campagna di comunicazione. Punto, questo, su cui “il Maeci sta già lavorando”, ha detto Schiavone; “di recente è stata coinvolta anche la I Commissione del Cgie per cercare di mettere insieme un programma per la comunicazione che dovrà sostenere l’intera campagna elettorale”.
Il 3 dicembre verranno rinnovati i 101 Comites già esistenti ed eletti per la prima volta altri 12 comitati in Asia, soprattutto in Medio Oriente.
Si andrà a votare con la legge in vigore – mentre il Cgie auspicava una veloce approvazione della riforma degli organismi di rappresentanza (approvata dal Consiglio generale nel 2017) che molti parlamentari hanno usato come spunto per le proposte di legge presentate di recente in entrambe le Camere – e verrà sperimentato in alcune circoscrizioni sedi consolari il voto elettronico.
“Ci chiediamo cosa impedisce al Governo di usare questi strumenti per approvare velocemente la riforma, è un affronto al lavoro del Cgie che ha avuto la forza di coinvolgere comites, associazioni, enti e organizzazioni su questo tema”, ha detto con veemenza Schiavone, tornando a chiedere “elezioni con le leggi riformate”. Con l’opzione inversa – se vuoi votare lo devi comunicare al consolato – “rischiamo ancora una volta di avere rappresentanti dimezzati, non solo nel ruolo ma nella credibilità delle istituzioni”, la paura del Cgie che a Della Vedova ha chiesto di “armarsi di buona volontà e mettere l’argomento tra le priorità del governo, come uno degli strumenti del rilancio dell’Italia nel mondo”. Il rilancio del Paese, ha aggiunto Schiavone, “non può prescindere dalle politiche per 6milioni e 300 mila italiani residenti all’estero, cui si devono aggiungere 80 milioni di italici: non sono persone marginali, ma il fulcro della vita di comunità”.
Per le elezioni, ha spiegato Pino Maggio, vicesegretario per l’Europa e il Nord Africa, “sono stati stanziati 9 milioni, di cui 2 da utilizzare per il voto elettronico. I 7 che restano sono insufficienti”, così come è “insufficiente il personale a lavoro nei consolati” che devono gestire le operazioni di voto, in una data, il 3 dicembre, che “in alcune parti del mondo sarà piena estate”. Questo, insieme alla “mancata informazione” e alla spada di Damocle rappresentata dalla pandemia, secondo Maggio farà il gioco “del partito dello smantellamento di Comites e Cgie”, mentre “noi vorremmo che la partita avesse regole certe e fosse giocata ad armi pari”.
Per Silvana Mangione, vicesegretaria per i paesi anglofoni extra Ue, “far votare con le leggi attuali – datate 2003 per i Comites e 1998 per il Cgie – è solo uno spreco di soldi”. Il tempo per approvare le riforme, ha aggiunto, c’è: “non è vero che non si possono approvare le riforme velocemente in sede deliberante: la legge del Cgie del 98 fu approvata in pochi mesi in vista delle elezioni per il suo rinnovo, rinviate anche allora per consentire l’approvazione della riforma. L’allora sottosegretario Fassino riuscì a sensibilizzare il Governo e a presentare un testo che, come oggi, aveva prodotto lo stesso Cgie consultando Comites e associazioni”. Anche per Mangione, i soldi stanziati per il voto sono pochi: “anche se la Direzione generale per gli italiani all’estero ha detto di poterne recuperare 1 dei 2 destinati al voto elettronico si avrebbe come risultato che con un milione si potrebbe sperimentare in massimo 6 piccoli consolati, e gli altri 8 milioni per far votare circa 5 milioni di persone sarebbero comunque una goccia nel mare”. Il punto, quindi, “è capire qual è il rapporto dell’Italia con italiani all’estero, tutti gli italiani, non solo quelli etichettati come “cervelli” e “nuove mobilità”. Alle parole devono seguire i fatti”, che per Mangione significa “approvare i due articolati per le riforme di Comites e Cgie” eliminando l’inversione dell’opzione perché “anticostituzionale”.
Sul fronte della promozione della lingua e della cultura, il Cgie vorrebbe che le competenze alla Farnesina fossero trasferite ad una Direzione ad hoc dalla DG per la promozione del Sistema Paese che le ha ora. Criticata la circolare 3 del 2020 che “ha creato profonde difficoltà sotto gli aspetti applicativi”, Schiavone ha sostenuto che “il commercio ha altre prerogative rispetto alla promozione della lingua e della cultura che va oltre l’indotto finanziario”. Certo “ha a che fare con l’immagine dell’Italia nel mondo, citata ieri anche da Draghi”, ma occorre anche “chiarire chi fa cosa, con una governance più trasparente. Ci sono dei vuoti che non sempre vengono colmati e quindi si assiste ad uno scaricabarile tra rete diplomatica e uffici a Roma che crea imbarazzo e difficoltà”.
Anche per Mangione per lingua e cultura ci vorrebbe “una Direzione generale che sia “sbloccata” da certi meccanismi della DGSP, che è diventata così enorme” per le competenze affidatele, “che o si è dimenticata della promozione all’estero o non ha le forze per portare avanti il traino che la lingua ha su tutto il resto”. La circolare 3 “irregimenta gli enti promotori – già enti gestori – prevedendo situazioni diverse per le varie parti del mondo, riportando l’intervento dell’amministrazione all’anno scolastico”. Gli enti “nell’emisfero australe hanno presentato progetti, corretti più di una volta, ma partiti; per quelli dell’emisfero boreale la circolare è una rivoluzione copernicana: quest’anno dovranno gestire il primo semestre con la vecchia circolare e il secondo con la nuova” finanziando progetti anticipando risorse proprie “che, in pandemia, sono difficili da reperire”. Il risultato sarà “avere meno offerta proprio nel momento in cui l’Italia ne ha più bisogno”.
D’accordo sul punto anche Mariano Gazzola, vicesegretario per il Sud America: “in America Latina – ha detto – se c’è ancora un programma di diffusione della lingua italiana è grazie allo sforzo delle associazioni storiche, fondate dai primi emigrati, e dei Comitati della Dante. L’investimento dello Stato è molto basso. Sono le strutture della comunità, nate il secolo scorso, a sostenere il sistema”.
Critico anche il fronte dei servizi consolari, anche se il Cdp ha avuto rassicurazioni dal Dg Varriale sul prossimo ingresso di nuovo personale.
“Servono interventi digitalizzazione e semplificazione delle procedure ma anche più risorse umane”, ha detto Schiavone. “Varriale sul personale ci ha rassicurato in vista delle nuove assunzioni che andranno a regime; si tratta di 1000 funzionari nelle diverse aree di rappresentanza e funzioni”. Resta il fatto che oggi, “con il turn over e il lavoro a distanza nei consolati le pratiche in giacenza sono aumentate. Per questo chiediamo a Maeci di investire nella digitalizzazione che accelera il lavoro negli uffici”.
In America Latina, ha detto Gazzola, “la contingenza sta diventando normalità: se prima mancava il personale, ora con il lavoro suddiviso in turni a casa e in presenza è anche peggio”. I servizi consolari “sono essenziali e quindi serve un piano per garantire il ritorno al 100% di operatività”.
Certo, ha commentato Gianluca Lodetti, vicesegretario di nomina governativa, “abbiamo accolto con favore la conferma di Varriale sulle nuove assunzioni. Grazie ai nuovi concorsi ci sarà un aumento reale del personale di ruolo del Maeci” ma questo “non significa appagamento: stiamo parlando del ripristino della situazione del 2010. In 11 anni la rete consolare ha lavorato con mille persone in meno”.
Ci sarebbero i patronati per aiutare i consolati ma si è ancora in attesa dell’attivazione della convenzione: “a Della Vedova – ha detto in proposito Schiavone – abbiamo chiesto che si giunga all’applicazione della convenzione Maeci – Patronati”. Anche perché, ha aggiunto Lodetti, “non ha senso che l’amministrazione non svolga l’azione di sussidiarietà prevista dalla Costituzione e dall’art. 11 della legge 252/2001”.
A sottolineare l’importanza dei patronati anche Eleonora Medda, membro del Cdp: “con i consolati aperti a singhiozzo e gli uffici delle amministrazioni locali chiusi, così come gli uffici Inps in Italia, che non ricevono pubblico, e le casse previdenziali estere, i patronati sono rimasti aperti, nonostante i rischi per la salute degli operatori”. Una condotta che “dimostra quanto siano necessari e utili per le comunità italiane all’estero e quindi quanto sia importante avere un rapporto strutturato con i consolati che non dipenda dai singoli”.
D’altra parte si parla sempre di sinergia e buoni frutti. Ne è dimostrazione, ha ricordato Schiavone, il felice esito della vaccinazione per gli Aire temporaneamente in Italia, che ha visto il Cgie lavorare al fianco degli eletti all’estero per sensibilizzare il Governo.
In tema di assistenza, lo stesso Cgie chiede alla Farnesina “più trasparenza” sui 6 milioni di euro destinati ai connazionali in difficoltà a causa della pandemia.
Posto che italiani bisognosi sono anche in Europa, “nonostante i sistemi di welfare solidi”, come ricordato da Maggio, Gazzola ha chiesto sia a Della Vedova che al Dg Vignali (Dgit) di sapere “come vengono assegnati questi fondi, qual è il criterio? Si continuare ad assistere il connazionale indigente o sono fondi diretti a persone che hanno una “nuova” problematica economica a causa della pandemia? Non si capisce chi è il destinatario di questi fondi”. Anche Medda ha denunciato “una scarsa informazione su questi fondi su cui abbiamo tanto insistito per avere”.
Schiavone ha quindi confermato che Della Vedova “si è fatto carico di dare seguito al lavoro svolto per la convocazione della IV assemblea della Conferenza Stato Regioni Province autonome Cgie” auspicandone una convocazione in presenza in estate, e annunciato la convocazione di una prossima plenaria del Cgie online “per far capire al Governo che con un po’ di buona volontà si poteva parlare di noi. Serve un’inversione di tendenza non solo negli uffici, ma nella vita quotidiana delle nostre comunità”.
“Siamo arrivati al ridicolo; è umiliante avere a che fare con sordi che non vogliono capire le esigenze degli italiani all’estero. Parlare di politiche giovanili oggi senza parlare di politiche per gli italiani all’estero è miope”, ha accusato Schiavone. “I giovani italiani all’estero sono sempre di più e come i coetanei in Italia ragionano sul futuro professionale, educativo, delle loro famiglie; sono parte integrante di una generazione che ha bisogno di prospettive. Non bastano le proposte, gli annunci sul turismo delle radici, servono politiche giovanili sia per quelli che partono che per quelli che vogliono tornare. Serve un Osservatorio nazionale, un’agenzia, un punto di riferimento anche per i giovani italiani all’estero”.
Molto deluso dai “piani” di Draghi, Schiavone ha sostenuto “l’utilità di trovare risorse, nell’ambito del PNRR, per l’integrazione dei nostri connazionali. Per rendere il nostro mondo partecipe del rinnovamento e del rilancio”. Da venerdì – giorno dell’incontro con Della Vedova – a ieri, quando Draghi ha presentato il Piano in Parlamento, “ci siamo resi conto che le nostre aspirazioni sono state soffocate da una politica cieca e da un governo che non tiene conto di questo mondo, che è parte integrante di qualcosa di molto più complesso, ma che merita attenzione”.
Un’attenzione su cui, secondo alcuni colleghi, il Cgie dovrebbe lavorare migliorando il suo sistema di comunicazione, indirizzandola non solo verso la stampa, ma anche verso i singoli cittadini.
È quanto sostenuto da Domenico Porpiglia (Gente d’Italia) che ha pure criticato la mancata presenza dei giornalisti delle testate italiane all’estero alla conferenza stampa – prima di prevedere “elezioni fantasma per i Comites”, criticare la costruzione della nuova cancelleria consolare a Montevideo “troppi soldi, ora non è il momento”, e anche gli eletti all’estero, tranne quelli del Maie “perché sono gli unici che fanno un po’ di casino; io continuerò a criticarli, ma è così. Dove sono i politici che si interessano degli italiani nel mondo?” – e Filippa Dolce (RadioCom.tv), che ha scoperto il Cgie con il Seminario di Palermo.
“Certo”, ha risposto loro Schiavone, “la comunicazione non è mai sufficiente”, ma non vale solo per il Cgie. “Domenica è morta una italiana in Perù e se la piangono solo i familiari”, ha aggiunto criticando la mancata copertura della tragedia da parte della stampa nazionale. “È opportuno che ognuno faccia la propria parte. Il Cgie può rafforzare la comunicazione, ma serve un dialogo”, anche con le testate italiane all’estero “che hanno bisogno di rinnovarsi e di essere intraprendenti”.
Il Cgie, ha ribadito concludendo, “si aspetta dei fatti; ci aspettiamo che il Governo indichi quali sono le iniziative che intende prendere, perché il Premier Draghi non ne ha fatto parola, neanche nel PNRR, e noi vogliamo capire cosa questo esecutivo intende fare”.

 

FONTE: m.cipollone\aise

 

 


 

 

Il Comunicato Cgie sul primo incontro tra il CdP del CGIE e il sottosegretario Della Vedova: tra i molti temi affrontati l’elezione dei Comites.

Schiavone: “la decisione costituisce lo snodo cruciale per la futura partecipazione della comunità alla vita politica”. Il sottosegretario sulla campagna vaccinale degli iscritti AIRE temporaneamente in Italia: “A breve la questione sarà inserita in una specifica ordinanza”

Si è svolto, venerdì 23 aprile in videoconferenza, il primo incontro tra il Comitato di Presidenza del CGIE e il Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale, con delega agli italiani all’estero, Benedetto Della Vedova, alla presenza del direttore generale della DGIT Luigi Vignali, del direttore generale della DGRI Renato Varriale e della cons. amb. Valentina Setta, capo dell’Ufficio V della DGSP.

Tra i molti temi all’ordine del giorno è stata posta un’attenzione particolare alla questione delle elezioni per il rinnovo dei Comites, previste per il prossimo 3 dicembre. Al riguardo, il segretario generale Michele Schiavone ha parlato di uno “snodo cruciale per la futura partecipazione della comunità alla vita politica dei cittadini italiani all’estero”, sottolineando come la somma stanziata dalla legge di Bilancio per l’organizzazione della tornata elettorale non sia sufficiente a garantire la partecipazione al voto dei connazionali aventi diritto. Ha inoltre evidenziato la necessità di approvare la riforma della legge 286/2003 e soprattutto di cambiare le modalità di voto, che considerate tutte le difficoltà e le problematiche del momento, e si introduca l’abolizione dell’inversione di voto, come previsto dalla proposta di articolato di riforma dei Comites e del CGIE presentata a suo tempo dal Consiglio Generale.

Sostenere di voler andare, comunque e dovunque nel mondo, alle elezioni per il rinnovo dei Comites e CGIE, dimenticando la grave situazione pandemica in corso nelle diverse aree e nei variegati territori, rischia di penalizzare sicuramente la già scarsa partecipazione al voto dei nostri connazionali, già peraltro pesantemente penalizzati dai molti limiti ed impedimenti normativi ai quali senza un’iniziativa straordinaria si aggiungerebbero: la scarsa informazione; l’obbligo di pre-iscrizione consolare; alcune incompatibilità per mandato e per specifici incarichi.

In una costante situazione di incertezza sanitaria, comunque, sarebbe opportuno prevedere un piano alternativo a quello indicato dal Ministro Luigi Di Maio, che ha proposto la tenuta delle elezioni dei Comites il 3 dicembre 2021. Con il perdurare della pandemia le elezioni andrebbero rinviate in analogia ai già molti e, sicuramente ancor più importanti rinvii effettuati in Italia, proprio in ragione del Covid. 

Sul punto il sottosegretario Della Vedova, dopo aver illustrato la relazione programmatica con le politiche che il Governo intende mettere in campo rispetto agli italiani all’estero, ha rilevato come i cambiamenti prodotti dalla riduzione del numero dei Parlamentari richiedano, nel caso particolare degli italiani all’estero, di porre alla questione della rappresentanza “un’attenzione ancora più significativa” rispetto al passato. Della Vedova ha quindi riferito che l’Amministrazione si sta adoperando al fine di ottenere un aumento dello stanziamento per l’organizzazione della tornata elettorale per il rinnovo dei Comites e che è pienamente impegnata ad avviare una campagna informativa che favorisca la più ampia partecipazione al voto; ha inoltre auspicato che la sperimentazione del voto elettronico, al momento prevista per un numero esiguo di sedi consolari, sia estesa il più possibile.

Il Sottosegretario ha espresso invece dubbi circa la possibilità, suggerita dalla vicesegretaria generale per i Paesi anglofoni extraeuropei Silvana Mangione, che la proposta di riforma di Comites e CGIE, una volta fatta propria dal Governo, venga approvata in sede legislativa dalle Commissioni competenti di Camera e Senato, data l’attuale contingenza che vede il Parlamento impegnato per l’approvazione dei decreti relativi alla pandemia e sul tema del next generation UE.

Tra i temi toccati, anche quelli relativi alla promozione della lingua e della cultura, nonché alle difficoltà riscontrate dagli enti promotori nell’applicazione della nuova Circolare n. 3, concernente i contributi ai loro progetti. Al riguardo, il Sottosegretario ha informato che è intenzione della DGSP del MAECI avviare un tavolo tecnico che valuti possibili miglioramenti pratici in merito all’adozione della nuova normativa.

Della Vedova ha poi garantito il proprio impegno ad attivarsi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché si avvii il meccanismo per la realizzazione dell’Assemblea plenaria della Conferenza permanente Stato-Regioni-PA-CGIE.

Ha altresì assicurato che con il superamento della crisi sanitaria il funzionamento della rete consolare tornerà a pieno regime e che il miglioramento dei servizi sarà definitivo.

Altro tema affrontato nel corso dell’incontro quello della apertura della campagna vaccinale dei residenti all’estero temporaneamente in Italia su cui il CGIE ha richiamato l’attenzione del Governo. Al riguardo il Sottosegretario ha riferito che a breve la questione sarà “inserita in una specifica ordinanza” e si è detto fiducioso in una positiva soluzione del problema. Della Vedova ha infine auspicato che l’incontro odierno costituisca l’inizio di una “collaborazione proficua e di uno scambio di vedute franco” con il Consiglio Generale.

A seguire nel dibattito è intervenuto anche il direttore generale Renato Varriale per confermare la svolta nelle politiche della pubblica amministrazione, che ha permesso l’assunzione di diverse centinaia di nuovi funzionari e l’avvio di ulteriori bandi per assumerne complessivamente un migliaio, che andranno a completare senza difficoltà il turn over delle partenze. Con l’uso delle nuove tecnologie digitali si intravede il reale ammodernamento dei servizi e lo snellimento delle pratiche. Delle difficoltà relative all’erogazione dei servizi, del funzionamento della rete diplomatico-consolare e degli interventi migliorativi si è espresso il direttore generale Luigi Vignali.

Rispondendo al vicesegretario generale per l’America latina Mariano Gazzola intervenuto per illustrare le difficilissime condizioni in cui vivono le nostre comunità in Venezuela e in alcuni paesi in Sudamerica; sulle discrepanze e sui ritardi prodotti dalle turnazioni nelle sedi consolari; sull’uso spesso truffaldino del sistema prenota online in America latina; sull’insufficiente comunicazione delle rete consolare per interventi assistenziali ha ribadito con i numeri e con specifiche precisazioni l’attenzione e la vicinanza della rete alle istanze dei connazionali. Il direttore Vignali è intervenuto, inoltre, in risposta alla sollecitazione avanzata dal consigliere Gianluca Lodetti, tesa a scongelare la convenzione tra gli istituti di patronati e il MAECI rispondente all’articolo 11 della legge 152/2001 e a promuovere sinergie tra tutti i soggetti abilitati all’erogazione dei servizi, da tempo congelata negli uffici della Farnesina, palesando l’interesse alla ripresa dell’iniziativa.

I vicesegretari Pino Maggio e Rodolfo Ricci unitamente al consigliere Riccardo Pinna hanno illustrato le difficoltà legate alle politiche sociali e a quelle legate al mondo del lavoro, all’uso dei contributi assegnati alla rete consolare per gli aiuti straordinari ai bisognosi e ai meno abbienti, che a causa della pandemia si sono trovati in situazioni di indigenza e non riescono ancora a godere dei diritti sanitari garantiti dalla costituzione italiana. Si è ansiosi di conoscere le proposte avanzate dal governo nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per modernizzare, semplificare e integrare le politiche per gli italiani all’estero nel grande progetto di rinnovamento dell’Italia.

23 aprile 2021

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