“The new normal must be better”: On line il n. 2-2001 di Nuovo Paese Australia

La “nuova normalità” deve essere migliore

di Frank Barbaro

 
 

Come è dimostrato dalla pubblicità e dalle sue conseguenze sulle relazioni pubbliche, la psicologia può essere un’arma potente.
Quando raggiunge il suo pieno scopo, può connettersi e penetrare istinti e sentimenti umani innati in modi che possono prevaricare la razionalità.
Un esempio attuale è l’indiscussa accettazione globale di una “nuova normalità”, all’insegna della paura del COVID-19.
Nessuno dei tanti tumultuosi e rapidi cambiamenti nella storia moderna, che hanno trasformato, sfigurato e in molti casi distrutto gli ambienti naturali e sociali, era mai stato descritto come l’inizio di una “nuova normalità” nelle relazioni personali e sociali.
Il motore, l’industrializzazione, i viaggi in aereo, l’automazione, i viaggi nello spazio, la tubercolosi, l’Ebola, la SARS, la tecnologia digitale, i social media e Internet in generale, sono esempi di sconvolgimenti epocali.
Tuttavia, nessuno è stato descritto come fautore di uno stato di isolamento e separazione tetro, insolito e innaturale.
Questo è ciò che si cela dietro slogan come “siamo tutti nella stessa barca”, mentre vengono applicate rigorose costrizioni alle relazioni personali e sociali.
È un mistero il motivo per cui la distruzione ambientale, di cui il cambiamento climatico rappresenta il rischio più grande per l’umanità moderna, non abbia evocato gli stessi sentimenti di “siamo tutti nella stessa barca”.
Nel frattempo, i governi stanno spendendo quantità fenomenali di denaro senza precedenti per salvare economie in fallimento sotto la spinta delle istituzioni finanziarie globali, già screditate dalla crisi finanziaria globale del 2007/08.
È necessaria una normalità migliore, non la “nuova normalità”, che è stata presa a pugni nella psiche pubblica per lanciare un sistema profondamente ingiusto la cui sopravvivenza dipende dalle persone che hanno meno soldi da spendere.
La generosità, richiesta dalla finanza globale e accettata dai governi, non è guidata dalla voglia di curare e non è una conversione biblica sulla via di Damasco della lobby conservatrice, all’economia keynesiana.
Debito e spesa devono essere trasformativi, altrimenti la cosiddetta “cura” sarà una truffa crudele.

  

The new normal must be better

by Frank Barbaro

  

As advertising and its offshoot public relations attest, psychology can be a powerful weapon.
At its most successful it can connect to and penetrate innate human instincts and sentiments in ways that can more than match reason.
A current example is the unquestioning global acceptance of a ‘new normal’, driven by the fear of COVID-19.
None of the many tumultuous and rapid changes in modern history, which transformed, disfigured and in many cases destroyed natural and social environments, were ever described as ushering in a ‘new normal’ in personal and social relationships.
Examples of momentous upheavals are the steam engine, industrialisation, jet travel, automation, space travel, tuberculosis, Ebola, SARS, digital technology, social media and the internet of things.
However, none was depicted as presenting a bleak, unusual and unnatural state of isolation and separation.
But, that is the case behind the sloganeering such as ‘we’re all in this together’ while personal and social relations are legally limited.
It’s a puzzle why environmental destruction, of which climate change presents the most imminent risk to humanity, has not evoked the sentiment that  ‘we’re all in this together’.
Meanwhile, governments are spending unprecedented phenomenal amounts of money to save failing economies under urging by global financial institutions which had been discredited by the 2007/08 Global Financial Crisis.
A better normal is needed not the ‘new normal’, which has been pummelled into the public psyche to prop a profoundly unfair system whose survival depends on people with the least money to spend.
The largesse, demanded by global finance and accepted by governments, is not driven by ‘care’ and is not a biblical conversion on the way to Damascus of the conservative lobby to Keynesian economics.
Debt and spending must be transformative otherwise the professed ‘care’ will be a cruel con.

  

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