n° 40 – 02/10/2021 – RASSEGNA DI NEWS NAZIONALI E INTERNAZIONALI. NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO

n° 40 – 02 ottobre  2021 – RASSEGNA DI NEWS NAZIONALI E INTERNAZIONALI. NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO

01 – La Marca* (Pd) –  potenziamento dei servizi consolari: positivi i primi passi per Toronto, città del Messico, Houston e san Salvador.

02 – Schirò* (Pd) –  elezioni Germania: complimenti e buon lavoro a Francescantonio Garippo, per la sua brillante rielezione

03 – Alberto Negri*:Il Patto Aukus tra Stati uniti, Australia e Gran Bretagna ha provocato un terremoto diplomatico, le reazioni sdegnate della Cina ma in pratica si sta risolvendo in una sorta di bazar degli armamenti.

04 – Roberto Romano, Anna Maria Variato*: Il silenzio totale sulle scelte economiche del governo Draghi . C’è troppo silenzio nella opinione pubblica e persino negli addetti ai lavori rispetto alle politiche economiche del Governo. Si parla di tutto, ma ciò che condizionerà il 2022 è omesso; “a pensare male si fa peccato, ma spesso si azzecca”.

05 – Avanza spedita la costruzione del nuovo Consolato a Montevideo, Merlo (MAIE): “Si vedono i frutti del nostro lavoro” Se a Montevideo presto il Consolato sarà ospitato in una struttura moderna, sicura, efficiente, dotata di tutte le tecnologie d’avanguardia, è solo grazie alla forte volontà politica del Sen. Ricardo Merlo, presidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero.

06 – Nel mondo.

07 – Katherine J. Wu, Ed Yong, Sarah Zhang*: Come sarà l’autunno con la pandemia

Da quasi due anni ormai conviviamo con il sars-cov-2. Lo conosciamo meglio rispetto al passato. Sappiamo che può scatenare malattie sia acute sia croniche, che si diffonde meglio al chiuso, che le mascherine contribuiscono a bloccarlo, che i nostri vaccini sono in grado di contrastarlo.

08 – Joseph Stiglitz *: il tentato colpo di stato al fondo monetario. Sono in corso delle manovre per sostituire o quanto meno indebolire Krisalina Georgieva, attuale direttrice del fondo monetario internazionale (FMI).

 

 

01 – LA MARCA* (PD) –  POTENZIAMENTO DEI SERVIZI CONSOLARI: POSITIVI I PRIMI PASSI PER TORONTO, CITTÀ DEL MESSICO, HOUSTON E SAN SALVADOR. 27 settembre 2021

In questi ultimi anni non ho mai fatto mancare il mio impegno parlamentare per superare la situazione di grave emergenza in cui versano i servizi consolari nella mia ripartizione.

In questo quadro, accolgo con soddisfazione i primi risultati che, grazie anche alle mie insistenti sollecitazioni al Ministero degli esteri, vanno nella direzione di un potenziamento, entro il 2021, in varie sedi nord americane o centro americane come Toronto, Città del Messico, Houston e San Salvador.

La situazione generale, sia chiaro, era e resta drammatica, come dimostra la lista dei movimenti del personale che richiama la necessità di riempire ben 400 posti vacanti in tutto il mondo.

Attualmente dei 248 posti messi a concorso negli anni precedenti, si è riusciti a destinare 87 unità nelle situazioni di maggiore emergenza.

Si tratta, naturalmente, di prime misure adottate in un campo ancora limitato di interventi, che tuttavia possono dare un sollievo immediato a una situazione diventata sempre più insostenibile, in vista di soluzioni più organiche e permanenti.

Continuerò senza sosta a lavorare per superare l’emergenza in cui i servizi consolari sono caduti e in questo quadro per migliorare ulteriormente la situazione nella mia ripartizione.

*(On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D. – Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America)

 

02 – SCHIRÒ (PD) –  ELEZIONI GERMANIA: COMPLIMENTI E BUON LAVORO A FRANCESCANTONIO GARIPPO, PER LA SUA BRILLANTE RIELEZIONE. 27 settembre 2021

Fra le buone notizie che aspettavamo dal turno elettorale in Germania, c’era anche quella della riconferma di Francescantonio Garippo a sindaco della città di Kstorf-Sandkamp (Wolfsburg). Ebbene, è puntualmente arrivata.

Garippo, che è anche segretario della federazione del PD in Germania, è stato eletto a larga maggioranza dai suoi concittadini e ha contribuito significativamente anche all’avanzamento dell’SPD della sua città.

Formulo a Francescantonio le mie più fervide congratulazioni per l’indiscutibile successo che ha ottenuto e gli invio gli auguri di buon lavoro a beneficio di tutti i suoi amministrati senza alcuna distinzione.

Nello stesso tempo, saluto con vera soddisfazione il contributo che i candidati espressi dalle comunità immigrate hanno dato alla svolta politica che si è determinata in Germania, all’insegna dell’integrazione, di politiche sociali avanzate e attive e di un nuovo europeismo costruito sulla base di una rinnovata collaborazione e solidarietà tra gli stati.

*(Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – – Camera dei Deputati)

 

03 – Alberto Negri*: IL PATTO AUKUS TRA STATI UNITI, AUSTRALIA E GRAN BRETAGNA HA PROVOCATO UN TERREMOTO DIPLOMATICO, LE REAZIONI SDEGNATE DELLA CINA MA IN PRATICA SI STA RISOLVENDO IN UNA SORTA DI BAZAR DEGLI ARMAMENTI. LA CANCELLAZIONE DEL CONTRATTO DEI SOTTOMARINI FRANCESI, SOSTITUITI DA QUELLI NUCLEARI AMERICANI, HA INVIATO UN MESSAGGIO CHIARO: GLI EUROPEI POSSONO VENDERE ARMI NELL’INDO-PACIFICO SOLTANTO CON IL PERMESSO DEGLI USA.

L’Italia aveva già mangiato la foglia quando alla Fincantieri non fu assegnata in Australia una mega commessa da 23 miliardi di euro per le fregate Fremm, compensata poi da altri ordini negli stessi Usa, in Egitto e in Qatar. Insomma se stai allineato e coperto qualche cosa porti a casa.

Così dopo la telefonata tra Biden e Macron gli americani hanno promesso alla Francia il loro appoggio a una consistente commessa militare in India: i sottomarini francesi, dopo un colloquio tra Macron e il premier indiano Narendra Modi, finiranno in parte a New Delhi. (…)

In realtà la partnership di Biden con gli europei è più di facciata che sostanziale. Gli Usa, come ha dimostrato il ritiro dall’Afghanistan, hanno relegato la Nato e gli alleati su un piano secondario tenendoli all’oscuro degli accordi veri raggiunti con i talebani a Doha.

Gli Usa fanno le fette di torta delle commesse militari per i loro alleati – che ovviamente devono essere più piccole di quelle di Washington – e non hanno nessuna intenzione di assegnare un ruolo strategico agli europei dell’Indo-Pacifico, neppure alla Francia che nella regione ha settemila sodati e quasi due milioni di cittadini.

(…) La vera strategia è che gli americani, concentrati nel confronto con la Cina, nelle aree di crisi locali di crisi si affidano ad attori regionali, a Israele, in primo luogo, all’Egitto e alla Turchia. Ovvero a Paesi che hanno dimostrato di difendere i loro interessi nazionali calpestando qualunque rispetto dei diritti umani.

Quanto all’Europa, le fantasie sull’esercito europeo saranno presto liquidate e gli Usa sanno benissimo come manovrare Bruxelles: nessun membro dell’Unione europea si è schierato con la Francia sul Patto Aukus. L’autonomia strategica dell’Ue è una favoletta e il massimo cui aspirano gli europei è ritagliarsi fette di torta militari e tecnologiche che incontrino gli interessi americani

*( Alberto Negri, inviato speciale del Sole 24 ore, esperto di politica internazionale e in particolare del mondo arabo.)

 

04 – Roberto Romano, Anna Maria Variato*: IL SILENZIO TOTALE SULLE SCELTE ECONOMICHE DEL GOVERNO DRAGHI . C’È TROPPO SILENZIO NELLA OPINIONE PUBBLICA E PERSINO NEGLI ADDETTI AI LAVORI RISPETTO ALLE POLITICHE ECONOMICHE DEL GOVERNO. SI PARLA DI TUTTO, MA CIÒ CHE CONDIZIONERÀ IL 2022 È OMESSO; “A PENSARE MALE SI FA PECCATO, MA SPESSO SI AZZECCA”.

Siamo alla vigilia della presentazione della Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (Nadef) e alla presentazione della Legge di Bilancio (LB) per il prossimo triennio (2022-2024), ma sembra che la materia non interessi a nessuno. Conosciamo gli oggetti a cui ci riferiamo in quanto tecnici (se questo termine ha un significato univoco e pregnante per tutti) e troviamo inaccettabile il silenzio su questi due provvedimenti fondamentali per la vita delle persone del nostro Paese.

Rispetto agli anni passati questo silenzio dei giornali e nelle discussioni politiche non ammette interpretazioni di buona fede; né può essere invocata la situazione emergenziale, perché la politica si nutre di visioni e l’informazione si ciba di cronaca (o forse ci si deve ormai più opportunamente rassegnare ad un pallido condizionale?).

Possibile che i responsabili economici dei partiti non abbiano niente da dire sulla Nadef e/o sulla Legge di Bilancio? Al momento si danno per certi la crescita economica pari al 6% del PIL e l’ammontare del deficit di bilancio pari al 10%; ma altre ed essenziali informazioni sono introvabili.

Le poche e sporadiche comunicazioni di Draghi e del Ministro Franco non esplicitano mai l’entità dell’avanzo primario (aspetto tutt’altro che banale), il livello del debito pubblico, il livello degli investimenti e della spesa corrente, l’ammontare degli interessi passivi sul debito ed altre “piccolezze” di cui nessuno vuole occuparsi.

Le uniche e preoccupanti voci rese note sono sempre le stesse e hanno sempre lo stesso segno: riduzione delle tasse e correzione della spesa pubblica; vale a dire un bastone mascherato da una carota, destinato ad ampliare le iniquità, perché i benefici non si indirizzeranno a favore dei bisognosi, né i tagli a contenimento dei privilegi.

Sono in gioco la riforma degli ammortizzatori sociali, la riforma previdenziale, la spesa sanitaria. Come se non bastasse, si fa un bel dire che il Pnrr è fatto di spesa in conto capitale, ma come governeremo l’attività corrente legata a questi investimenti? Per esempio, si pensa che gli asili nido possano funzionare senza un aumento del personale?

Al momento ci giungono solo messaggi parziali che hanno il tenore del marketing pubblicitario e nel mentre, per altre vie, apprendiamo che ci sarebbero solo 3 mld di euro per la riforma fiscale e che sta partendo la procedura europea rispetto alla mancata riforma dell’Iva.

Il Governo prima o poi presenterà questi importanti documenti e gradiremmo precisione, puntualità e trasparenza. Vorremmo sapere e non a trenta secondi dalla fine, come sarà governata la finanza pubblica, come si intende affrontare e trattare la politica industriale, quale deve essere il ruolo della Pubblica Amministrazione, quale debba essere il ruolo del lavoro, di ogni ordine e grado, nella società e per il futuro.

Il Governo dei tecnici al momento lavora nel silenzio più completo, nella sua inaccessibile torre d’avorio. Se il Governo è responsabile di questa alienazione, la società dove si trova?

*(Roberto Romano, critica economica –  Anna Maria Grazia VARIATO. Professore Associato. Dipartimento di Scienze Economiche. Settore Scientifico Disciplinare: ECONOMIA POLITICA)

 

05 – AVANZA SPEDITA LA COSTRUZIONE DEL NUOVO CONSOLATO A MONTEVIDEO, MERLO (MAIE): “SI VEDONO I FRUTTI DEL NOSTRO LAVORO” SE A MONTEVIDEO PRESTO IL CONSOLATO SARÀ OSPITATO IN UNA STRUTTURA MODERNA, SICURA, EFFICIENTE, DOTATA DI TUTTE LE TECNOLOGIE D’AVANGUARDIA, È SOLO GRAZIE ALLA FORTE VOLONTÀ POLITICA DEL SEN. RICARDO MERLO, PRESIDENTE DEL MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL’ESTERO.

Va avanti spedita la costruzione del nuovo Consolato di Montevideo. Mentre oggi gli italiani vengono accolti in una stanza di 16 metri quadrati, nella nuova struttura – di oltre 700 metri quadrati – ci sarà tutto lo spazio necessario per accogliere i nostri connazionali dignitosamente e per garantire anche al personale di lavorare agevolmente.

Non dimentichiamo che sono oltre 130mila gli italiani regolarmente iscritti all’AIRE in Uruguay. Dopo la chiusura del Consolato generale nel 2014, non era evidentemente più possibile andare avanti così. Per questo alcune forze politiche già nella campagna elettorale del 2018 avevano promesso un Consolato degno di tale nome alla cittadinanza. In questa battaglia, vale la pena ricordarlo, il MAIE è sempre stato in prima fila: ha organizzato manifestazioni, proteste e ha fatto promesse. Promesse che poi ha voluto mantenere.

Se infatti a Montevideo presto il Consolato sarà ospitato in una struttura moderna, sicura, efficiente, dotata di tutte le tecnologie d’avanguardia, è solo grazie alla forte volontà politica del Sen. Ricardo Merlo, presidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero.

Da Sottosegretario alla Farnesina durante i governi Conte 1 e 2, malgrado gratuiti e malintenzionati attacchi e malgrado l’atteggiamento incredibilmente contrario di alcuni settori stranamente interessati a bloccare la costruzione del nuovo edificio, Merlo si è fortemente speso per mantenere, appunto, le promesse fatte agli italiani d’Uruguay.

Certo, toccherà all’attuale esecutivo garantire il numero di personale necessario a fornire ai nostri connazionali servizi adeguati in tempi brevi. Staremo a vedere.

In questi giorni il senatore eletto in Sud America è impegnatissimo a Roma, tra incontri politici e lavoro parlamentare; si è anche incontrato con esponenti dell’attuale governo, per un confronto occhi negli occhi sulla situazione legata alla pandemia e per portare all’attenzione dell’esecutivo le problematiche più urgenti per gli italiani all’estero. Come quella dei servizi consolari: è infatti un caos totale, oltre confine, con Consolati e Ambasciate che spesso – secondo quanto raccontano i nostri italiani nel mondo – non si degnano neppure di rispondere al telefono o alle email inviate. Lo stato dei servizi consolari è drammatico, questo Merlo lo sa e infatti è una questione su cui il MAIE è in prima linea.

La costruzione del nuovo Consolato a Montevideo fa sempre parte dell’obiettivo, che è quello appunto di migliorare i servizi consolari ai connazionali. Chi ci ha parlato nelle ultime ore descrive un senatore soddisfatto per come stia procedendo il lavoro per la costruzione della nuove sede consolare: “Si vedono i frutti del nostro lavoro”, spiega. Ed è molto probabile che l’ex Sottosegretario si recherà presto a Montevideo per rendersi conto di persona dell’avanzamento dei lavori.

(B)

La construcción del nuevo Consulado en Montevideo avanza rápidamente, Senador Merlo (MAIE): “Podemos ver los frutos de nuestro trabajo”

Si en Montevideo el Consulado pronto se alojará en una estructura moderna, segura, eficiente, equipada con todas las tecnologías de punta, es solo gracias a la fuerte voluntad política del Senador Ricardo Merlo, Presidente del Movimiento Asociativo Italianos en el Exterior.

La construcción del nuevo Consulado en Montevideo avanza rápidamente. Mientras que hoy los italianos son recibidos en una sala de 16 metros cuadrados, en la nueva estructura, de más de 700 metros cuadrados, habrá todo el espacio necesario para recibir a nuestros compatriotas con dignidad y garantizar que también el personal trabaje cómodamente.

No olvidemos que hay más de 130.000 italianos inscritos regularmente en el AIRE en Uruguay. Después del cierre del Consulado General en 2014, evidentemente ya no era posible seguir así,  por esta razón, algunas fuerzas políticas ya en la campaña electoral de 2018 habían prometido un Consulado digno a la ciudadanía. En esta batalla, vale la pena recordar, el MAIE siempre ha estado en la primera fila: organizó manifestaciones, protestas e hizo promesas. Promesas que luego quiso cumplir.

Si de hecho en Montevideo pronto el Consulado se alojará en una estructura moderna, segura, eficiente, equipada con todas las tecnologías de punta, es solo gracias a la fuerte voluntad política del Senador Ricardo Merlo, presidente del Movimiento Asociativo Italianos en el Exterior.

Como Subsecretario de la Farnesina durante los gobiernos  Conte 1 y 2, a pesar de los ataques gratuitos y malintencionados y de la actitud increíblemente contraria de algunos sectores extrañamente interesados en bloquear la construcción del nuevo edificio, Merlo se ha dedicado fuertemente a cumplir, de hecho, las promesas hechas a los italianos de Uruguay.

Eso sí, le tocará al actual ejecutivo garantizar el número del personal necesario para prestar a nuestros compatriotas los servicios adecuados en poco tiempo. Veremos.

En estos días el Senador electo en Sudamérica está muy ocupado en Roma, entre reuniones políticas y trabajo parlamentario; también se reunió con representantes del actual gobierno, para dialogar sobre la situación relacionada con la pandemia y para señalar a la atención del ejecutivo los problemas más urgentes de los italianos en el exterior. Como el de los servicios consulares: en realidad es un caos total, al otro lado de la frontera, con consulados y embajadas que a menudo, según dicen nuestros italianos en el mundo, ni siquiera se dignan a contestar el teléfono o los correos electrónicos enviados. El estado de los servicios consulares es dramático, esto Merlo lo sabe y de hecho es un tema en el que el MAIE está en primera línea.

La construcción del nuevo Consulado en Montevideo siempre es parte del objetivo, que es precisamente mejorar los servicios consulares a los connacionales. Quienes nos han hablado en las últimas horas describen a un senador satisfecho con cómo avanzan los trabajos para la construcción de la nueva sede consular: “Podemos ver los frutos de nuestro trabajo”, explica. Y es muy probable que el ex Subsecretario viaje pronto a Montevideo para ver por sí mismo el avance de la obra.

*(Fonte: ItaliaChiamaItalia)

 

 

06 – NEL MONDO

 

ECUADOR

Il 29 settembre il presidente Guillermo Lasso ha proclamato lo stato d’emergenza in tutte le prigioni del paese dopo che almeno 116 persone sono morte negli scontri scoppiati tra bande rivali nel carcere di Guayas, a Guayaquil, nel sudovest del paese. Dall’inizio dell’anno almeno 239 detenuti sono morti negli scontri tra gruppi criminali che si contendono il traffico di droga.

FRANCIA-REGNO UNITO

Il 29 settembre il portavoce del governo francese Gabriel Attal ha definito “inaccettabile” la decisione delle autorità britanniche di concedere alle imbarcazioni francesi solamente 64 licenze di pesca nelle acque territoriali di Jersey, un’isola britannica che si trova ad appena venti chilometri dalle coste della Normandia, in Francia. Secondo Attal, si tratta di “una palese violazione dell’accordo sulla Brexit”.

RUSSIA

Il fondatore dell’azienda russa per la sicurezza informatica Ib-Group, Ilja Sachkov, è stato arrestato il 29 settembre per “alto tradimento”. Secondo l’agenzia russa Tass, Sachkov, 35 anni, è accusato di aver collaborato con dei servizi segreti stranieri, mettendo a rischio gli interessi nazionali della Russia. La Ib-Group è partner ufficiale dell’Interpol e dell’Europol.

UNIONE EUROPEA-MAROCCO

Il 29 settembre la giustizia europea ha annullato due accordi di partenariato commerciale tra l’Unione europea e il Marocco che riguardano il territorio del Sahara Occidentale. Secondo i giudici, gli accordi sono stati firmati senza consultare gli abitanti del territorio. Il Fronte polisario, che da decenni si batte per l’indipendenza del Sahara Occidentale, ha definito la sentenza “una grande vittoria per il popolo saharawi”.

TUNISIA

Il presidente Kais Saied ha incaricato il 29 settembre la geologa Najla Bouden di formare un governo. Bouden, 63 anni, diventerà quindi la prima donna nella storia del paese a ricoprire il ruolo di premier. Le sue prerogative saranno però limitate perché Saied, che il 25 luglio ha assunto i pieni poteri dopo aver destituito il governo e sospeso il parlamento, presiederà il consiglio dei ministri.

LIBANO

Il 29 settembre centinaia di persone hanno partecipato a una manifestazione a Beirut per denunciare le pressioni politiche che ostacolano l’inchiesta sull’esplosione avvenuta il 4 agosto 2020 nel porto della capitale, causando 214 vittime. Il 27 settembre il giudice Tareq Bitar ha sospeso l’inchiesta a causa del ricorso di un ex ministro, Nohad al Mashnuk.

 

 

07 – Katherine J. Wu, Ed Yong, Sarah Zhang*: COME SARÀ L’AUTUNNO CON LA PANDEMIA

DA QUASI DUE ANNI ORMAI CONVIVIAMO CON IL SARS-COV-2. LO CONOSCIAMO MEGLIO RISPETTO AL PASSATO. SAPPIAMO CHE PUÒ SCATENARE MALATTIE SIA ACUTE SIA CRONICHE, CHE SI DIFFONDE MEGLIO AL CHIUSO, CHE LE MASCHERINE CONTRIBUISCONO A BLOCCARLO, CHE I NOSTRI VACCINI SONO IN GRADO DI CONTRASTARLO. Sappiamo che possiamo conviverci, che dovremo farlo, ma che questo potrà avere – e avrà – un costo pesante.

Questo virus ha ancora la capacità di sorprenderci, soprattutto se non facciamo attenzione. Cambia di continuo, modificando qui e là pezzetti del suo codice genetico. A volte questi aggiustamenti danno vita a un nuovo pericolo. Nel giro di poche settimane la variante delta ha messo fine alla relativa pace che si respirava negli Stati Uniti all’inizio dell’estate e ha dato il via a una nuova serie di calcoli su rischi, mascherine e tamponi. La fase finale della pandemia è stata rimandata.

I vaccini funzionano come dovrebbero? Chi sono adesso le persone più vulnerabili? Quali nuove varianti potrebbero emergere? La nostra estate perduta ha aggiunto ulteriori ansie alla vita pandemica. A queste domande è possibile dare alcune risposte chiare. Anche dopo gli ultimi aumenti e diminuzioni di casi, la nuova realtà pandemica persisterà fino a primavera, mentre aumenta il tasso di vaccinazioni e il virus continua a cambiare. Ecco cinque princìpi che ci stanno aiutando a capire la pandemia in questo momento.

IL RUOLO DEI VACCINI È CAMBIATO (DI NUOVO)

I vaccini contro il covid-19 sono nati per prevenire la forma grave della malattia. E lo stanno facendo benissimo. Ma per pochi, brevissimi mesi abbiamo pensato che avrebbero potuto farlo ancora meglio. I risultati sorprendenti dei testi clinici dei vaccini della Pfizer e della Moderna ci hanno fatto sperare che questi vaccini ci avrebbero protetto dalla malattia sintomatica, e che sarebbero stati efficaci quanto i vaccini contro la poliomielite e il morbillo, che hanno eliminato la trasmissione di quelle malattie.

Fin dall’inizio però gli esperti hanno avvertito che immunizzarsi contro le malattie respiratorie è particolarmente difficile. Il coronavirus si stabilisce prima di tutto nel naso e le somministrazioni di vaccino per via intramuscolare non sono l’ideale per stimolare l’immunità nel naso (ma sono comunque ottime per accrescere l’immunità nei polmoni e proteggerli così contro la forma più grave della malattia). I vaccini antinfluenzali per esempio tendono ad avere un’efficacia compresa tra il 10 e il 60 per cento nel tenere la gente fuori dallo studio di un medico. Se i vaccini contro il covid-19 dessero dei risultati paragonabili, preverrebbero i ricoveri e i decessi, ma il coronavirus continuerebbe a circolare.

TRE SOGLIE DA TENER PRESENTI

Tenuto conto della capacità della variante delta di eludere in parte i vaccini, cosa che si combina con la sua estrema trasmissibilità, sembra ancora una volta questo lo scenario più probabile. Perciò ancora una volta ci tocca adeguare le nostre aspettative.

I vaccini funzionano più come regolatori dell’intensità che come pulsanti di accensione o spegnimento, e a mano a mano che la protezione offerta svanisce ci sono tre soglie a cui possiamo prestare attenzione: la protezione contro l’infezione, quella contro i sintomi e quella contro la malattia grave. La protezione contro le infezioni è sempre la prima a diminuire, o a causa di nuove varianti o a causa della diminuzione nel tempo delle risposte immunitarie.

CON LA VARIANTE DELTA ASSISTIAMO A CONTAGI TRA PERSONE VACCINATE, CHE PERÒ TENDONO A PRESENTARE SINTOMI LIEVI O POSSONO PERFINO ESSERE ASINTOMATICHE

La protezione contro i sintomi è la seconda a venire meno, mentre la protezione contro la malattia grave è quella che dura di più (ancora non è chiaro quanto i vaccini siano efficaci nel prevenire il cosiddetto covid lungo, sebbene una ricerca recente abbia rilevato come un ciclo completo di vaccino possa diminuire il rischio di sintomi duraturi).

È uno schema già visto: con la variante delta assistiamo a infezione di persone vaccinate, che però tendono a presentare sintomi lievi o possono perfino essere asintomatiche. E soprattutto quando il numero di casi aumenta – come sta accadendo adesso in molte parti degli Stati Uniti – sono ancora più necessari livelli di protezione non farmaceutici, come una ventilazione migliore delle stanze e l’uso delle mascherine, per proteggere persone come i bambini più piccoli, ancora non vaccinati. Vaccinare il maggior numero possibile di persone e farlo il più rapidamente possibile rappresenta tuttora il modo più efficace per controllare il virus. Possiamo vedere già adesso quanto i vaccini stiano funzionando bene.

LA PROPORZIONE DI PERSONE VACCINATE È IMPORTANTE, MA È ALTRETTANTO IMPORTANTE SAPERE CHI SONO QUESTE PERSONE E A QUALI GRUPPI APPARTENGONO

La variante delta ha provocato una nuova ondata di casi anche nei paesi con le più alte percentuali di vaccinati, ma la successiva ondata di ricoveri è stata in generale molto più modesta. Per esempio nel Regno Unito, dove l’estate scorsa il 66 per cento delle persone sopra i sedici anni aveva ricevuto un ciclo completo di vaccini, i casi avevano raggiunto l’80 per cento del picco invernale, mentre i ricoveri sono aumentati meno del 25 per cento. Come hanno dichiarato i funzionari sanitari del Regno Unito, i vaccini stanno “spezzando il legame” tra i contagi e i ricoveri.

Negli Stati Uniti il quadro appare diverso. Ospedali sovraccarichi mandano via i pazienti, l’ossigeno è in esaurimento e ancora una volta si vedono letti ammassati nelle sale conferenze e nei bar. Sembra un déjà vu, anche se il 54 per cento degli statunitensi è a sua volta completamente vaccinato.

La differenza tra il Regno Unito e gli Stati Uniti non sta solo nel fatto che sono meno gli statunitensi vaccinati. Il punto è che sono meno gli statunitensi fragili vaccinati che a loro volta tendono a raggrupparsi.

Il rischio di morire o di finire in ospedale per il covid-19 aumenta sensibilmente con l’età, e nel Regno Unito quasi tutti gli over 65 sono vaccinati. Da un’analisi del New York Times emerge che sono pochissime le zone dove più del 2 per cento degli abitanti ha più di 65 anni e non è completamente vaccinato. Questo numero supera invece il 10 per cento in molte contee degli Stati Uniti del sud e delle zone montuose occidentali. Perfino piccole differenze in queste percentuali possono determinare il livello di crisi: una comunità in cui il 10 per cento di abitanti è rappresentato da anziani non vaccinati ha di fatto il quintuplo di persone che potrebbero aver bisogno di un posto letto in terapia intensiva rispetto a una comunità in cui quel numero non supera il 2 per cento.

Negli Stati Uniti la copertura vaccinale varia inoltre in modo sensibile da contea a contea. Più sono concentrate le persone non vaccinate, più è facile per il virus trovare la sua prossima vittima. Immaginate una famiglia in cui tre persone su quattro sono vaccinate; è poco probabile che la persona non vaccinata diffonda il virus in casa, osserva Graham Medley, esperto di previsioni sulle malattie infettive alla London school of hygiene & tropical medicine. Immaginate adesso che tre famiglie su quattro siano completamente vaccinate: il virus si diffonderà nelle famiglie non vaccinate. Il tasso complessivo delle persone vaccinate è lo stesso, ma i risultati sono molto diversi. Questa mancanza di uniformità significa anche che…

IL TIPO DI PERSONE PIÙ A RISCHIO DI CONTRARRE IL VIRUS CONTINUERÀ A CAMBIARE

I vaccini hanno di fatto spostato sul piano della comunità il rischio che il virus rappresenta per noi. Le persone più anziane e gli operatori sanitari sono stati i primi a essere vaccinati, ed è stata una decisione pratica per proteggere quelle che per condizioni di salute o lavoro erano tra le più vulnerabili. I più giovani della comunità però se la sono dovuta vedere con un programma più lento e i produttori di vaccini stanno ancora cercando di capire i dosaggi corretti per i più piccoli. Tutto questo ha spostato il fardello del virus verso l’età più giovane, sui bambini non vaccinati. Al tempo stesso il virus ha continuato a evolversi in forme sempre più veloci; quando la variante delta ha colpito il mondo la scorsa primavera, molti dei suoi possibili ospiti erano a rischio non a causa della loro età o delle loro condizioni, ma nonostante questi fattori.

I bambini continuano a sembrare relativamente resilienti rispetto al sars-cov-2 in confronto agli adulti, come è sempre stato. Diversamente dalle varianti precedenti, però, la delta si diffonde più rapidamente e dunque rappresenta una minaccia più grave per chiunque non sia vaccinato, il che significa che oggi i bambini sono più a rischio di prima.

Il rischio relativo continuerà a spostarsi, anche se il virus dovesse in qualche modo smettere di mutare e diventare una minaccia statica (cosa che non accadrà). I ricordi del coronavirus conservati dal nostro sistema immunitario, per esempio, potrebbero affievolirsi, probabilmente nel corso degli anni, e l’immunizzazione contro virus simili ha qualcosa da insegnarci. Persone oggi completamente vaccinate potrebbero in seguito dover fare un richiamo. Nasceranno bambini che non hanno mai avuto contatti con il coronavirus, mentre le persone immunizzate moriranno di vecchiaia. E anche tra chi è vaccinato ci saranno differenze: alcune persone, tra cui quelle con il sistema immunitario moderatamente o gravemente compromesso, potrebbero non riuscire a rispondere positivamente ai vaccini come le altre. Continueranno a cambiare le nostre prime supposizioni sul tipo di persone più vulnerabili al virus o che si ammaleranno di covid-19.

Con il progredire delle vaccinazioni, una proporzione sempre più alta di casi si manifesterà in persone vaccinate, ed è proprio ciò che dovrebbe accadere.

A luglio, dopo un focolaio di covid-19 a Provincetown, nel Massachusetts, un articolo del Washington Post osservava che tre quarti delle persone contagiate erano vaccinati. Nel corso dell’estate molti articoli hanno riportato dati simili, sempre con lo stesso preoccupante sottinteso: se i vaccini funzionano, come mai le persone vaccinate rappresentano una parte così rilevante di un’epidemia?

La risposta è semplice: può succedere se queste persone vaccinate sono una parte rilevante di una popolazione. Anche se hanno molte meno probabilità di ammalarsi rispetto alle non vaccinate, rappresenteranno comunque una parte rilevante dei contagi, dei ricoveri e dei decessi se il loro numero crescerà.

Facciamo un po’ di conti. Supponiamo innanzitutto che i vaccini abbiano un’efficacia del 60 per cento nella prevenzione delle infezioni sintomatiche (le informazioni su questo dato sono molte e in conflitto tra loro, ma il numero preciso non è molto importante ai fini di questo esercizio). Le persone vaccinate hanno meno probabilità di ammalarsi, ma con l’aumento della loro proporzione all’interno della comunità, cresce anche la percentuale di infezioni che si verifica all’interno di questo gruppo. Se il 20 per cento delle persone è completamente vaccinato, queste ultime rappresenteranno il 9 per cento dei contagi; al tempo stesso, l’80 per cento delle persone non vaccinate rappresenterà il 91 per cento dei contagi. Adesso ribaltiamo i dati. Se solo il 20 per cento delle persone non è vaccinato, i contagi complessivi diminuiranno. Ma gran parte di questi contagi, ossia il 62 per cento, sarà quello di persone vaccinate, che adesso rappresentano la maggioranza.

Ecco perché questo dato in particolare, ossia la proporzione di persone vaccinate in una data epidemia, è particolarmente fuorviante. “Più si diffonderà il vaccino, più questo dato farà paura”, ha scritto Lucy D’Agostino McGowan, statistica della Wake forest university. Per estensione, più le comunità diventeranno sicure, più sembrerà che il cielo ci stia crollando addosso se continueremo a concentrarci sui dati sbagliati.

“Se stai cercando di decidere se vaccinarti o no, non ti va di considerare la percentuale di ammalati che erano vaccinati”, ha scritto McGowan. “Preferisci considerare la percentuale di persone che erano vaccinate e che poi si sono ammalate”.

Notare la parola “percentuale”. A luglio un servizio di Nbc News titolava “Almeno 125mila americani completamente vaccinati sono risultati positivi” al coronavirus. Preso da solo, il dato era preoccupante. Rappresentava però solo lo 0,08 per cento dei 165 milioni di persone completamente vaccinate all’epoca. Di recente la Duke university ha riportato che 349 studenti erano risultati positivi in una sola settimana, un dato che rappresenta il 2,5 per cento su più di 14mila studenti controllati. I denominatori sono importanti.

In calcoli di questo tipo, inoltre, i denominatori cambiano e si trascinano dietro i numeratori verso l’alto. A mano a mano che un picco cresce, cresce di conseguenza il numero di persone contagiate, il che significa che crescerà anche il numero di contagi tra persone vaccinate. Anche se la percentuale di questi ultimi contagi dovesse rimanere stabile, tuttavia, i vaccini sembreranno meno efficaci se si permetterà alla pandemia di infuriare fuori controllo, perché…

GLI EVENTI RARI DIVENTANO COMUNI SE CONSIDERATI SU VASTA SCALA

Nel corso dell’ultimo anno e mezzo, i commentatori hanno minimizzato una grande varietà di rischi correlati alla pandemia perché “rari” – tra gli altri, decessi, covid lungo (che in realtà non è raro affatto), contagi e sindrome infiammatoria multisistema tra i bambini. Tuttavia le malattie infettive si diffondono, e se lo fanno a un livello sufficientemente ampio eventi relativamente rari possono dare vita a grandi numeri: un evento che si verifica con una proporzione di uno su mille casi accadrà 40mila volte se a essere contagiate sono 40 milioni di persone. Eventi di questo tipo non possono essere ignorati, soprattutto se implicano decenni di salute persa o la morte.

Con la diffusione delle epidemie, emergono sempre più tipi di eventi rari. Una pandemia più ampia è anche una pandemia più strana. Tanti aspetti del covid-19 – la portata dei sintomi e degli organi colpiti, la possibilità di malattie persistenti, le reinfezioni – sono comuni ad altre malattie virali, ma non si notano perché la maggior parte delle malattie non colpisce tutto il mondo in un breve lasso di tempo. Analogamente, con il persistere dell’attuale ondata postvaccino, le infezioni tra persone vaccinate appariranno sempre più comuni, i giornali avranno più storie da raccontare sull’argomento e un numero crescente di persone conoscerà qualcuno che si è contagiato pur essendo vaccinato.

La nostra reazione a questi eventi deve tenere conto sia del denominatore sia del numeratore, cioè di quanto siano relativamente comuni e il loro costo per ciascun individuo colpito. E questa valutazione cambierà seguendo le oscillazioni della pandemia e le mutazioni del virus stesso.

Come in ogni partita, per determinare chi è l’avversario più temibile occorre tenere conto di chi gioca e della natura del campo. In questo momento la delta, una variante supercontagiosa che salta nelle vie respiratorie degli umani, si replica e va a colpire altrove, ha tutte le carte in regola per diffondersi rapidamente tra la popolazione in larga parte non vaccinata o non immunizzata, ed è esattamente quello che sta facendo. L’allentamento dell’uso delle mascherine, del distanziamento e di altre misure di prevenzione dei contagi, soprattutto negli Stati Uniti, le hanno offerto molte opportunità di saltare da un umano all’altro, alimentando ulteriormente la sua ascesa. La variante per il momento gode quanto più le è possibile dei vantaggi di giocare in casa.

Tuttavia la strategia ideale, dal punto di vista del virus, potrebbe avere caratteristiche completamente diverse nel caso di una popolazione con un livello molto più alto di immunità. Risposte immunitarie forti e veloci impediranno al virus di cavarsela solo grazie alla velocità. In queste circostanze una versione più furtiva del virus, in grado di schivare gli anticorpi senza essere notata, potrebbe essere quella vincente. L’obiettivo del virus sarà ancora diffondersi, ma lo farà con mezzi diversi: mutazioni che lo rendano meno visibile lo aiuteranno a restare più a lungo nelle vie respiratorie e a contagiare nel frattempo potenzialmente molte più persone. Mentre il mondo gradualmente si immunizza, varianti come la delta potranno conoscere queste trasformazioni più astute. È probabile però che queste transizioni avvengano in gradi diversi nei diversi paesi, a seconda di chi ha accesso ai vaccini. La definizione “più minacciosa” si frammenterà lungo le frontiere (il coronavirus ha comunque meno incentivi a diventare nel frattempo più letale: i virus vogliono diffondersi, non uccidere. Tuttavia alcuni patogeni possono diventare più antipatici dal punto di vista sintomatico come conseguenza indiretta di una maggiore trasmissibilità, o nel caso in cui questi sintomi ne facilitino la diffusione).

Tutte le varianti però avranno in comune una debolezza: possono essere fermate attraverso la combinazione di misure come i vaccini, le mascherine, il distanziamento e altre, finalizzate a bloccare i canali di cui hanno bisogno per spostarsi. Quando i virus si diffondono più velocemente può essere più difficile controllarli. Ma non possono resistere senza di noi, e anche il nostro comportamento ha la sua importanza.

(Katherine J. Wu, Ed Yong, Sarah Zhang, The Atlantic, Stati Uniti- Traduzione di Giusy Muzzopappa – Questo articolo è uscito sul sito del mensile statunitense The Atlantic.)

 

08 – Joseph Stiglitz *: IL TENTATO COLPO DI STATO AL FONDO MONETARIO. SONO IN CORSO DELLE MANOVRE PER SOSTITUIRE O QUANTO MENO INDEBOLIRE KRISTALINA GEORGIEVA, ATTUALE DIRETTRICE DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE (FMI). È la stessa Georgieva che con la sua risposta alla pandemia ha messo rapidamente a disposizione fondi per tenere a galla gli stati e affrontare la crisi sanitaria, e che si è spesa con successo perché l’Fmi emettesse “denaro” (diritti speciali di prelievo, o dsp) per un valore di 650 miliardi di dollari, fondamentale per la Snella risposta alla crisi climatica. Per queste azioni Georgieva dovrebbe essere lodata. E allora qual è il problema? E chi c’è dietro il tentativo di screditarla.

Il problema è un’inchiesta che la Banca mondiale ha commissionato allo studio legale WilmerHale sull’indice annuale Doing business, una classifica realizzata dalla stessa Banca mondiale che valuta quanti paesi sono in grado di attirare investimenti e aziende. Il rapporto della WilmerHale contiene accuse, o più che altro allusioni, su presunte scorrettezze che coinvolgono Cina, Arabia Saudita e Azerbaigian, negli indici del 2018 e del 2020. Georgieva è finita sotto attacco per quello del 2018, quando era direttrice generale della Banca mondiale. Quell’anno la Cina occupava la 78ª posizione, la stessa dell’anno precedente. La WilmerHale sostiene che la Cina avrebbe dovuto scendere di posizione e avrebbe mantenuto la 78ª solo per il supporto dato a un aumento di capitale della Banca mondiale.

Perché si vuole screditare Kristalina Georgieva? Ci sono alcune persone che, non c’è da stupirsi, non sono contente della direzione che lei ha dato al Fondo monetario internazionale.

L’unico risultato positivo di questa vicenda potrebbe essere che non si pubblicherà più l’indice Doing business. Quando ero capo economista alla Banca mondiale, ero convinto che non servisse a niente. Ho letto il rapporto della WilmerHale, ho parlato con le persone coinvolte e conosco bene l’intero processo: l’indagine mi sembra una scusa per rovinare la reputazione di Georgieva, che invece si è sempre comportata in modo professionale. Shanta Devarajan, che in quanto responsabile della supervisione dell’indice Doing business rispondeva direttamente a Georgieva nel 2018, ha ribadito di non aver mai ricevuto pressioni per modificare la classifica.

La stessa relazione della WilmerHale è bizzarra. Lascia intendere che ci sia stato uno scambio: la Banca stava cercando di raccogliere capitali e ha offerto valutazioni migliori per poterli ottenere. La Cina però era la sostenitrice più entusiasta di questo aumento di capitale della banca. Erano gli Stati Uniti di Donald Trump a essere più reticenti. Se l’obiettivo fosse stato quello di garantirsi l’aumento di capitale, il modo migliore per farlo sarebbe stato in realtà abbassare i punteggi della Cina. Il rapporto poi non spiega perché non include la testimonianza completa di Devarajan. “Ho passato ore a raccontare la mia versione dei fatti agli avvocati della Banca mondiale, che però hanno incluso nella relazione solo la metà di quello che ho detto”, ha dichiarato Devarajan. Il rapporto procede soprattutto per insinuazioni.

Il vero scandalo quindi è il documento della WilmerHale e il modo in cui David Malpass, presidente della Banca mondiale, ne esce pulito. Il documento riporta un altro episodio – il tentativo di promuovere l’Arabia Saudita nell’indice Doing business del 2020 – ma conclude che la dirigenza della Banca mondiale non ha avuto niente a che fare con questo. In realtà Malpass è andato in Arabia Saudita a pubblicizzare le presunte riforme del paese solo un anno dopo che i servizi segreti sauditi avevano ucciso il giornalista Jamal Khashoggi. A quanto pare, chi paga comanda.

Perché si vuole screditare Kristalina Georgieva? Ci sono persone che, non c’è da stupirsi, non sono contente della direzione che ha dato al Fondo monetario internazionale. Alcune pensano che non dovrebbe occuparsi di crisi climatica. Altre non hanno gradito lo slittamento su posizioni più progressiste: l’enfasi minore sull’austerità e la maggiore attenzione alla povertà, oltre che la consapevolezza più profonda dei limiti dei mercati. Ci sono poi anche le rivalità istituzionali di vecchia data tra l’Fmi e la Banca mondiale, acuite dal dibattito sulla gestione del nuovo fondo proposto per “riciclare” i diritti speciali di prelievo appena emessi dalle economie avanzate ai paesi più poveri. A questo si potrebbe aggiungere la componente isolazionista della politica statunitense, incarnata da Malpass, nominato da Trump, che si combina con un desiderio d’indebolire il presidente Joe Biden e di creare altri problemi alla sua amministrazione. E poi ci sono i normali conflitti personali.

Gli intrighi politici e le rivalità burocratiche però sono le ultime cose di cui il mondo ha bisogno in un momento in cui la pandemia e il suo impatto sull’economia stanno costringendo molti paesi ad affrontare una crisi del debito. Oggi più che mai abbiamo bisogno della determinazione di Georgieva all’FMI.

 

*(Joseph Stiglitz insegna economia alla Columbia University. È stato capo economista della Banca mondiale e consulente economico del governo statunitense. Nel 2001 ha vinto il premio Nobel per l’economia. Questo articolo è uscito sul numero 1429 di Internazionale, a pagina 44. )

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