La Filef Sydney partecipa alle iniziative a supporto dei rifugiati in Australia

Liberare i rifugiati-chiudere tutti i campi

Un certo numero di rifugiati trasferiti da Manus e Nauru per cure mediche sono stati recentemente rilasciati dalle prigioni degli hotel in tutto il paese, molti dei quali sono stati in condizioni disumane di detenzione fino a otto anni. Questo è vergognoso. I rifugiati non avrebbero mai dovuto essere in detenzione. Ancora più vergognoso è il fatto che il governo australiano ha rilasciato questi rifugiati solo per salvare la faccia, in vista di un’azione legale per il loro rilascio.

La lotta è tutt’altro che finita. Circa 75 rifugiati del Medevac (rimpatriati per motivi medicali) rimangono nelle prigioni e nei centri di detenzione degli hotel. Ci sono ancora più di 250 rifugiati bloccati su Nauru e PNG con poche prospettive di reinsediamento. La famiglia Biloela Muragappan e i loro due figli rimangono detenuti su Christmas Island Isola dopo aver passato due anni e mezzo in detenzione.

 

Visti permanenti non povertà

Una volta rilasciati, ai rifugiati vengono concesse solo tre settimane di alloggio. Pur avendo diritto al lavoro, i rifugiati non sono ammissibili al sussidio di disoccupazione o altri sussidi accessibili al resto della popolazione. Questo significa che i rifugiati si trovano nell’assurda situazione di avere solo tre settimane per assicurarsi un alloggio e un lavoro. Questo costringerà molti a passare direttamente dal trauma della detenzione alla povertà.

L’Australia si rifiuta di fornire visti permanenti ai rifugiati arrivati via mare, I quali sono costretti a rifare domanda di protezione ogni tre o cinque anni. L’onere è a carico dei rifugiati di dimostrare che meritano ancora protezione. I rifugiati in Australia sono così tenuti in uno stato permanente di insicurezza, vivendo costantemente con la paura di essere deportati.

Le decine di migliaia di rifugiati attualmente con un visto di protezione temporanea si vedono negato, oltre ai sussidi del welfare australiano, anche il diritto al ricongiungimento familiare e allo studio. Molti non vedono i loro familiari da anni, a volte da decenni.

I rifugiati hanno bisogno del diritto al lavoro, ma hanno anche bisogno di visti permanenti, di un alloggio e di un sostegno al reddito, dell’accesso alla formazione e alle lezioni che permettano loro di inserirsi nella comunità australiana. Le continue politiche di detenzione e le condizioni equiparabili alla tortura dei rifugiati da parte del governo australiano devono finire.

 

Pace non militarismo, no al razzismo

I rifugiati sono esseri umani spinti a fuggire dalla loro patria a causa della persecuzione, della guerra e del collasso economico e ambientale, specialmente le guerre in Iraq, Afghanistan e Siria, ma anche in Africa. I governi australiani hanno alimentato queste guerre ma si rifiutano di aiutare i rifugiati che ne subiscono le conseguenze.

Ora il governo australiano sta attaccando la Cina, per conto del governo degli Stati Uniti. Qualsiasi guerra con la Cina sarà una guerra nucleare, che nessuno vincerà. Invece, l’Australia può e deve giocare un ruolo di primo piano nel dissuadere gli USA dalla guerra con la Cina, nel porre fine alla guerra in Afghanistan e nell’affrontare il riscaldamento globale e il collasso economico nel mondo.

 


 

Justice for Refugees: Sydney Palm Sunday rally 2021

Free the refugeesclose all the camps
Permanent visas not poverty
Peace not militarism, no to racism

Rally 2pm Sunday 28 March, Belmore Park (near Central station)
To march to Victoria Park

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www.facebook.com/events/696866987657463

 

Download a poster to advertise the rally here

 

Free the refugees—close all the camps
A number of refugees transferred from Manus and Nauru for medical treatment have recently been released from hotel prisons across the country, many of whom have been in inhumane detention conditions for up to eight years. This is shameful. Refugees should never have been in detention. Even more shameful is the fact that the Australian government only released these refugees to save face—ahead of court action for their release.

The fight is far from over. Around 75 Medevac refugees remain in hotel prisons and detention centres. There are still over 250 refugees stuck on Nauru and PNG with little prospect of resettlement. The Biloela Muragappan family and their two children remain detained on Christmas Island, having spent two and a half years in detention.

Permanent visas not poverty
Once released, refugees are only provided three weeks of accommodation. Whilst they have work rights, refugees are ineligible for income support. This means that refugees are in the absurd situation of having only three weeks to secure accommodation and employment. This will force many to head straight from the trauma of detention into poverty.

Australia refuses to provide permanent visas to refugees who arrived by boat. They are forced to reapply for protection every three to five years. The onus is placed on refugees to prove that they still deserve protection. Refugees in Australia are thus kept in a permanent state of limbo, constantly living with the fear of being deported.

On top of being ineligible for income support, the tens of thousands of refugees existing on temporary protection visas are also denied the right to family reunion and study. Many have not seen their family members for years, sometimes decades.

Refugees need the right to work, but they also need permanent visas, accommodation and income support, access to training and classes to allow them to find their feet in the Australian community. The Australian government’s continued policies of detention and torture of refugees must end.

Peace not militarism, no to racism
Refugees are human beings driven to flee their homelands because of persecution, war, and economic and environmental collapse, especially the wars in Iraq, Afghanistan and Syria, but also in Africa. Australian governments have fueled these wars but refuse to help the refugees that followed.

 

Now the Australian government is throwing punches at China, on behalf of the United States government. Any war with China will be a nuclear war, which no one will win. Instead, Australia can and must play a leading role in talking down war with China, ending the war in Afghanistan and addressing global warming and economic collapse around the world.

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