19 10 12 NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL ESTERO ED ALTRE COMUNICAZIONI

00 – I CURDI ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE: «SIETE CON NOI O CON L’ISIS?»
L’incontro alla Camera con la delegazione del Rojava. Parla la comandante della Ypg, Dalbr Jomma Issa: «È normale che un membro della Nato attacchi dei civili senza essere stato aggredito? E che lo faccia insieme ai jihadisti?»
01 – Schirò (PD): i dati sui giovani che espatriano ci impongono di cambiare indirizzo e qualità degli interventi per affrontare concretamente il maggiore problema del paese
02 – Alla Camera dei Deputati, insieme alle colleghe del PD Quarta pelle, Braga, Berlinghieri, l’incontro con Michael Roth, Ministro aggiunto per l’Europa del Ministero degli Affari Esteri tedesco.
03 – Schirò (PD): “il mio dissenso sul taglio dei parlamentari è a difesa dei diritti di cittadinanza degli italiani all’estero e a tutela degli interessi dell’ITALIA”.
04 – l’on. La Marca (pd) ha partecipato ad Ottawa al gala per la raccolta fondi organizzato dal congresso nazionale degli italo-canadesi (distretto di Ottawa)
05 – L’on. La Marca (PD) A Toronto e a Montréal con il Direttore Generale Degli Italiani All’estero, Ministro Vignali
06 – Cari corregionali in Europa e nel Mondo, vi scrivo per informarvi della mia candidatura a consigliere regionale nella lista SINISTRA CIVICA VERDE, lista che sostiene, assieme ad altre, la candidatura di Vincenzo Bianconi alla Presidenza della Regione Umbria.
07 – L’Italia Messa Davanti Ad Una Continua Ridefinizione Della Propria Identità. ‘Identità Italiana’, libro di Anna Mahjar-Barducci.
08 – Sulla riforma costituzionale il più alto numero di voti favorevoli da inizio legislatura. I voti favorevoli alla riforma costituzionale nelle due approvazioni alla camera.
09 La Marca (PD): la riforma costituzionale taglia oggi i rappresentanti degli italiani all’estero, penalizzerà domani gli interessi del paese.
10 – Conferenza Italia – America Latina e Caraibi: apre Di Maio, poi presiede Merlo
11 – “Nuove assunzioni per migliori servizi consolari” Merlo presenta NADEF al Senato.
12 – Legge di Bilancio 2020, tutte le misure attese. Fisco, lavoro, imprese, pensioni, tutte le misure che il Governo annuncia di inserire in manovra 2020, alla luce del Def: piano antievasione, cuneo fiscale, salario minimo, agevolazioni fisco e imprese.
13 – Sì al Def per soli 3 voti. Gualtieri: digital tax da subito. La Manovra. Camera, il governo rischia di non avere la maggioranza assoluta. Conte: ho chiesto a tutti di avere coraggio sulla lotta all’evasione. Era già prevista l’anno scorso ma non fu attuata. Regioni: 2 miliardi in più per la sanità
14 – Un parlamento debole, apripista del presidenzialismo. Riforme. Trionfa l’ambiguità. Tutto è possibile, dal maggioritario uninominale di collegio al doppio turno, al proporzionale senza se e senza ma. Non si dice l’ovvio: con numeri così ridotti una ragionevole rappresentatività viene solo da un proporzionale di lista e preferenza con recupero dei resti su base nazionale e soglia ragionevolmente bassa

 

 

00 – I CURDI ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE: «SIETE CON NOI O CON L’ISIS?»

L’INCONTRO ALLA CAMERA CON LA DELEGAZIONE DEL ROJAVA. PARLA LA COMANDANTE DELLA YPG, DALBR JOMMA ISSA: «È NORMALE CHE UN MEMBRO DELLA NATO ATTACCHI DEI CIVILI SENZA ESSERE STATO AGGREDITO? E CHE LO FACCIA INSIEME AI JIHADISTI?» ( di Serena Chiodo da Il Manifesto 11.10 2019)
«La Turchia attacca insieme ai jihadisti. È normale che un membro Nato attacchi dei civili, senza essere stato aggredito? Che attacchi le persone che hanno combattuto contro l’Isis, una minaccia per il mondo intero? E che lo faccia proprio insieme ai jihadisti?». È secca la domanda che Dalbr Jomma Issa, comandante delle Ypj-Unità di protezione delle donne, rivolge alla comunità internazionale dalla conferenza organizzata a Roma giovedì, presso l’ufficio stampa della Camera dei deputati.
MENTRE PARLA MOSTRA alcune immagini: sono fotografie di morti e feriti. Le prime vittime civili degli attacchi turchi. E non esita a paragonare il presidente turco Erdogan a al-Baghdadi, leader dell’autoproclamato Stato islamico: «Appoggia i fondamentalisti. In Turchia molte persone sono in carcere per aver manifestato posizioni democratiche. Dal nostro punto di vista, sotto il comando di Erdogan la Turchia sta svolgendo il ruolo di un secondo califfato», dichiara Issa, che ha guidato la liberazione della città di Raqqa.

Anche Ahmad Yousef, membro del consiglio esecutivo della Federazione della Siria del Nord, guarda con preoccupazione alla presenza di fondamentalisti: «11mila jihadisti sono al confine tra Turchia e Rojava, tra membri di Daesh e Fratelli musulmani. Abbiamo visto quello che hanno fatto ad Afrin: migliaia di persone in fuga, violenze, rapimenti. Ora tutto rischia di ripetersi: al confine con la Turchia ci sono una decina di insediamenti, tra cui Kobane, Tell Abiad, Sere Kaniye». Secondo le prime informazioni, proprio queste ultime due città sarebbero state colpite da bombardamenti aerei. L’ospedale di Sere Kaniye sarebbe fuori uso.

È UN VERO RISCHIO GENOCIDIO quello di cui parlano i membri della delegazione: «La Turchia ha iniziato i bombardamenti aerei, e noi non abbiamo alcun tipo di contraerea, non possiamo difenderci da questo tipo di attacco», spiega la comandante Issa.
Un altro aspetto preoccupa particolarmente, ossia la presenza di miliziani di Isis imprigionati in Rojava: «ABBIAMO PAGATO UN PREZZO ALTISSIMO, MA SIAMO RIUSCITI A SCONFIGGERE L’ISIS E AD ARRESTARE CIRCA 12MILA JIHADISTI. ABBIAMO CHIESTO L’ISTITUZIONE DI UN TRIBUNALE INTERNAZIONALE: LA COMUNITÀ INTERNAZIONALE NON HA ASSUNTO ALCUNA POSIZIONE, NÉ POLITICA NÉ GIURIDICA», afferma Ahmad Yousef. Una mancata presa in carico che ora rischia di avere gravi conseguenze. «L’OFFENSIVA LANCIATA DALLA TURCHIA PREGIUDICA LA SICUREZZA DEI PAESI EUROPEI. INDEBOLENDO LE FORZE CURDE SI FACILITA LA FUGA DEI MILIZIANI DI DAESH, TRA CUI MOLTISSIMI FOREIGN FIGHTERS CON PASSAPORTO EUROPEO», evidenzia Erasmo Palazzotto, deputato di Sinistra italiana e organizzatore della conferenza stampa, che ipotizza la creazione di una forza di interposizione Onu: possibilità che non viene scartata dalla delegazione curda. «Potrebbe aiutare a fermare questa guerra: la presenza dei caschi blu impedirebbe alla Turchia di procedere», commenta la comandante delle Ypj.
LA RICHIESTA DI SOSTEGNO alla comunità internazionale è forte tanto quanto la critica mossa per il suo silenzio: «Da subito nei tre cantoni in cui si divide il Rojava – Afrin, Kobane, Jazira – abbiamo promosso una politica di convivenza tra curdi, arabi, turcomanni, cristiani, armeni. L’attacco è proprio contro il sistema democratico. Chiediamo alla Comunità europea, al Consiglio europeo, alla Nato: siete con noi o con l’Isis?».
Le risposte tardano ad arrivare. Gli Stati Uniti hanno ritirato le proprie truppe dalle zone di confine tra Turchia e Siria, mantenendo quelle nelle aree centrali del Rojava. «Sono anni che chiediamo l’istituzione di una zona cuscinetto: auspichiamo che venga finalmente approvata uno no-fly zone, così che gli aerei di Ankara non possano bombardare il Rojava», commenta Yilmaz Orkan, membro dell’Ufficio informazione del Kurdistan in Italia (Uiki). «Ci aspettiamo dalla comunità internazionale una risposta immediata. Non basta condannare la Turchia: deve essere fermata».

 

01 – SCHIRÒ (PD): I DATI SUI GIOVANI CHE ESPATRIANO CI IMPONGONO DI CAMBIARE INDIRIZZO E QUALITÀ DEGLI INTERVENTI PER AFFRONTARE CONCRETAMENTE IL MAGGIORE PROBLEMA DEL PAESE
Il Rapporto 2019 della Fondazione Moressa, dedicato quest’anno alla cittadinanza globale della generazione “millennials”, ci ripropone, con chiarezza pari alla drammaticità delle cifre, i termini del maggiore problema della società italiana: quello dei giovani.
Sono poco meno di 250.000 i giovani tra i 15 e i 34 anni che hanno lasciato il Paese negli ultimi dieci anni. Come se una città delle dimensioni di Verona si fosse inabissata. E questo mentre si delinea sullo sfondo un declino demografico tra i più severi che la società italiana abbia mai conosciuto.
Se fossero rimasti a lavorare in Italia, avrebbero prodotto 16 miliardi di euro di valore aggiunto, più di un punto di PIL. Il fattore di rottura, come sappiamo, è il lavoro. Il tasso di occupazione nell’UE a 28 è al 75%, in Italia al 54,6%; il tasso di occupazione nell’UE è al 9,2%, in Italia al 19,7%; coloro che non studiano e non lavorano in Europa sono il 17,1%, in Italia il 30,9%.

I numeri parlano da soli, non serve aggiungere parole.
I giovani: il maggiore problema dell’Italia per il presente e per il futuro. Per un futuro non si sa quanto lungo.
Per fronteggiare l’emergenza sociale servono certo sostegni di primo impatto, ma se non si risana e rilancia l’economia, creando posti di lavoro soprattutto nei settori innovativi, e se non si fanno maggiori e più qualificati investimenti nella formazione, continueremo a pagare un costo sociale elevatissimo. Il programma del nuovo governo, pur con i pesanti vincoli di ordine finanziario che da tempo ci trasciniamo, sembra avere presente questa necessità, soprattutto nella prospettiva in senso ecologico del nostro sistema.
Non sarà, tuttavia, una cosa facile né breve. Per questo, vivendo in Germania e da testimone diretta dell’arrivo dei nuovi migranti, dico che non bastano gli incentivi ai rientri, ma occorre predisporre un’articolata rete di servizi a sostegno di chi parte, dal momento in cui matura la sua decisione di espatrio, fino all’insediamento e all’integrazione nelle nuove realtà. Con un occhio particolare rivolto alla scolarizzazione dei figli degli expat e delle coppie miste, che pongono esigente di formazione multilinguistica e interculturale diverse dal passato
Non dare risposta magari parziali, ma concrete significa continuare a coltivare margherite di parole sulla bocca di un vulcano che rischia di tracimare.
Angela Schirò Deputata PD – Rip. Europa – Camera dei Deputati Piazza Campo Marzio, 4200186 ROMA
Tel. 06 6760 3193

 

02 – ALLA CAMERA DEI DEPUTATI, INSIEME ALLE COLLEGHE DEL PD QUARTAPELLE, BRAGA, BERLINGHIERI, L’INCONTRO CON MICHAEL ROTH, MINISTRO AGGIUNTO PER L’EUROPA DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI TEDESCO.
Un incontro all’insegna dell’amicizia che lega i nostri rispettivi Paesi e partiti. È stato uno scambio di vedute informale ma approfondito su alcune delle questioni più urgenti al centro dei programmi dei nostri rispettivi partiti, entrambi appartenenti alla famiglia dei socialisti europei: Europa, cambiamento climatico e Green New Deal, lavoro, parità di genere e migrazioni.
Sul delicato tema delle migrazioni, ho apprezzato l’interesse che Michael Roth ha manifestato sulla questione che ho sollevato relativa alle nuove mobilità giovanili che, in numeri sempre più rilevanti, dall’Italia continuano ad avere nella Germania una meta privilegiata. In quanto cittadini europei la realtà dei nostri giovani migranti, soprattutto dei più precari e non specializzati, rischia di non essere considerata con la giusta attenzione, anche perché oggettivamente poco conosciuta, rispetto ai flussi di diversa provenienza. Ho trovato in Roth un interlocutore attento e interessato ad approfondire alcune questioni specifiche, come ad esempio quelle del lavoro, delle tutele e della scolarizzazione dei figli degli expat e delle coppie miste.
Il PD all’estero ha sempre considerato importante partecipare attivamente alla vita politica locale e coltivare i rapporti con i partiti e le forze progressiste dei paesi ospitanti. Oggi, nella prospettiva di un‘Europa impegnata a rafforzare le sue politiche sociali, questo rapporto appare ancora più necessario.
Deputata PD – Rip. Europa – Camera dei – Piazza Campo Marzio, 42 – 00186 ROMA – Tel. 06 6760 3193

 

03 – SCHIRÒ (PD): “IL MIO DISSENSO SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI È A DIFESA DEI DIRITTI DI CITTADINANZA DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO E A TUTELA DEGLI INTERESSI DELL’ITALIA”. Non mi sono sentita di votare favorevolmente la legge costituzionale che riduce di un terzo il numero dei parlamentari, compresi quelli eletti nella circoscrizione Estero. Per lealtà verso gli elettori all’estero e verso i circoli del Partito Democratico sui territori, con i quali ho condiviso questa scelta, e per coerenza con le dichiarazioni che in merito avevo già fatto nel precedente passaggio alla Camera.
Con il mio voto di astensione, non ho potuto fare a meno di distinguermi per la prima volta da quando sono deputata e non senza disagio, dal mio gruppo – il PD – che ha contribuito a vararla dopo gli accordi di governo e dopo avere avuto le garanzie che richiedeva di altri provvedimenti di salvaguardia della rappresentatività democratica.
La ragione che mi ha spinto a operare in questo senso è che il taglio lineare dei parlamentari aggrava pesantemente uno squilibrio di rappresentatività della circoscrizione Estero. Uno squilibrio già esistente al momento della sua costituzione e della sua organizzazione normativa.
I dati di fatto, purtroppo, sono incontrovertibili. Il corpo elettorale degli iscritti all’AIRE, da quando si vota per la circoscrizione Estero, è cresciuto del 56%. Dopo questa riforma, invece, per eleggere un deputato in Italia ci vorranno poco più di 150.000 cittadini elettori, mentre per eleggerlo all’estero ce ne vorranno 688.000. Per eleggere un senatore in Italia ci vorranno 302.000 elettori, all’estero ce ne vorranno 1.375.000.
Non ho accettato, né potrò mai farlo, che siano fatte discriminazioni sul piano dei diritti di cittadinanza, distinguendo i cittadini sulla base della loro residenza, un criterio che non esiste in nessuna parte della Costituzione. Sono in Parlamento perché ho assunto di fronte ai miei elettori e, più in generale, al mio mondo di provenienza, un impegno preciso: difendere i diritti dei cittadini italiani all’estero che – lo ricordo ancora una volta – sono cittadini di pieno diritto, a tutti gli effetti.
Non si tratta di una presa di posizione corporativa, ma di un orientamento giusto e anche utile per il Paese. Mentre l’emigrazione è ripresa seriamente e gli italiani regolarmente residenti all’estero stanno toccando i sei milioni, con questo provvedimento noi rischiamo di inviare un messaggio negativo, scoraggiante, proprio quando per il nostro Sistema Paese aumenta il bisogno di internazionalizzazione e di una forte proiezione a livello globale.
Per questo, nella mia dichiarazione di voto alla Camera ho detto a tutti, parlamentari e governo, di non considerare la mia posizione come un caso di coscienza, ma come un appello convinto e accorato affinché tutti, senza distinzione, considerino con maggiore lungimiranza e convinzione la presenza di milioni di italiani, di passaporto e di origine, disposti a sostenere il Paese.
Un’opportunità di sviluppo e di proiezione nel mondo di oggi che può accompagnare l’Italia nel suo difficile cammino e aiutarla ad avere l’accreditamento internazionale di cui ha bisogno.
Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – – Camera dei Deputati – Piazza Campo Marzio, 42 – 00186 ROMA

 

04 – L’ON. LA MARCA (PD) HA PARTECIPATO AD OTTAWA AL GALA PER LA RACCOLTA FONDI ORGANIZZATO DAL CONGRESSO NAZIONALE DEGLI ITALO-CANADESI (DISTRETTO DI OTTAWA)
L’On. Francesca La Marca ha partecipato lo scorso sabato 5 ottobre ad Ottawa, presso il Marconi Centre, all’annuale Gala di raccolta fondi destinati al sostegno del Centro Storico Italo-Canadese, organizzato dalla locale sezione del Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi.
Quest’anno il Gala ha reso omaggio a due benemerite organizzazioni, le Ausiliarie della Chiesa di St. Anthony e i Volontari di Villa Marconi, che per lungo tempo e con assiduo impegno si sono distinte nella raccolta dei fondi da destinare al Centro Storico
L’On. La Marca, presentata dalla Presidente del Congresso Nazionale degli Italo-Canadesi per il Distretto di Ottawa, Trina Costantini-Powell, nel suo intervento, in qualità di rappresentante del Parlamento italiano, ha ringraziato quanti – persone e organizzazioni – si prodigano per tenere vivo il retaggio culturale italiano e danno prova di quello spirito di solidarietà che ha sempre caratterizzato gli emigrati italiani.
Le forze del volontariato, ha affermato, sono tra le risorse migliori e più efficaci di cui l’Italia possa godere nel mondo. Ha poi informato i presenti del lavoro che svolge in Parlamento a favore degli italiani all’estero.
La parlamentare, infine, ha concluso il suo intervento auspicando un sempre maggiore coordinamento tra le organizzazioni del volontariato, il Congresso degli Italo-Canadesi e gli stessi eletti nella ripartizione del Nord e Centro America della circoscrizione Estero, che svolgono la loro attività con spirito di servizio verso l’intera comunità italiana.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D.
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America

(Con riferimento al comunicato del giorno 7 ottobre 2019, “L’ON. LA MARCA (PD) A TORONTO E A MONTRÉAL CON IL DIRETTORE GENERALE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO, MINISTRO VIGNALI” precisiamo che per uno spiacevole inconveniente tecnico, dal comunicato relativo alla presenza dell’on. La Marca a Montreal, è saltata l’indicazione di un interessante progetto di turismo di ritorno, promosso dall’UNAIE riferito alla Lucchesia e alle Dolomiti.
Alla serata di cultura erano presenti anche la Presidente dell’Unaie Ilaria Del Bianco, il Sindaco di Pescaglia (LU) Andrea Bonfanti, il vicepresidente dei Trentini nel mondo Armando Maistri, il vicepresidente dei trentini di Montréal Ugo Finotti, gli Alpini di Montréal e il direttore dell’associazione Giuliani nel Mondo, Fabio Ziberna.)

 

05 – L’ON. LA MARCA (PD) A TORONTO E A MONTRÉAL CON IL DIRETTORE GENERALE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO, MINISTRO VIGNALI . Giornate intense di presenza e di contatti nelle importanti comunità canadesi di Toronto e di Montréal per l’On. Francesca La Marca in occasione della visita del Direttore Generale per gli italiani all’estero, Ministro Luigi Maria Vignali.
Il 2 ottobre, infatti, a Toronto, la sua città, ha dato il benvenuto al Direttore Vignali alla presenza dell’Ambasciatore Taffuri, del Console Generale d’Italia Eugenio Sgrò e del COMITES di Toronto. Ha partecipato inoltre alla riunione svoltasi sulle problematiche consolari nella circoscrizione di Toronto, un tema – quello del costante monitoraggio dei servizi ai connazionali – che è stato un impegno costante della parlamentare. La riunione, per affermazione dello stesso Direttore Vignali, “è stata fortemente voluta dall’On. La Marca”.
Ha fatto seguito un incontro con i rappresentanti della comunità, durante il quale l’On. La Marca ha portato il suo contributo.
L’indomani, a Montréal, la parlamentare ha avuto un proficuo incontro, su loro invito, con i dirigenti del PICAI, il benemerito ente gestore che da mezzo secolo assicura l’insegnamento della lingua e della cultura italiana nel Québec.
Il 4 mattina, ha partecipato alla riunione, promossa dal Direttore Vignali ed ospitata dalla Console Generale d’Italia Silvia Costantini, con i consoli dl Nord America e Oceania, nella quale si è fatta un’approfondita disamina delle questioni legate alla vita dei Consolati, soprattutto nel rapporto con i nostri connazionali.
La sera, presso la Casa d’Italia, è intervenuta nell’incontro con la comunità, organizzato con il fattivo contributo dell’UNAIE (Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati) e del COMITES di Montréal.
Nel suo intervento di saluto, la parlamentare ha insistito sulla forte italianità di Montréal nel contesto nordamericano e sulla proficuità del lavoro svolto in precedenza sui servizi ai connazionali.
In complesso, un lavoro che ha consentito di mettere a fuoco tre temi cardine dell’impegno parlamentare dell’On. La Marca: i servizi consolari, il rafforzamento della promozione della lingua e della cultura italiana e il sostegno al ruolo dell’associazionismo.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D. – Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America

 

06 – CARI CORREGIONALI IN EUROPA E NEL MONDO, VI SCRIVO PER INFORMARVI DELLA MIA CANDIDATURA A CONSIGLIERE REGIONALE NELLA LISTA SINISTRA CIVICA VERDE, LISTA CHE SOSTIENE, ASSIEME AD ALTRE, LA CANDIDATURA DI VINCENZO BIANCONI ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE UMBRIA.
Da alcuni anni sono sindaco di un piccolo paese delle colline dell’alto Orvietano, Parrano, situato tra Città della Pieve ed Orvieto, un’area storicamente coinvolta nei flussi di emigrazione che portarono molti corregionali delle aree montane umbre verso la Svizzera, la Germania, il Belgio, la Francia, il Lussemburgo e anche verso il Brasile, l’Argentina e l’Australia.
Anche per questo sono stato da sempre vicino alla vostra epopea di emigrati all’estero ed ho avuto occasione di incontrarvi in diverse occasioni in Umbria e in Europa e di apprezzare le vostre esperienze, i sacrifici che avete sostenuto, il vostro valore.
Oggi, siamo alle prese con flussi di nuova emigrazione che coinvolgono di nuovo la nostra regione spesso verso le antiche mete, ma anche verso nuovi paesi; sto seguendo da vicino questa problematica, anche perché so che spesso i progetti migratori dei nostri giovani sono irti di difficoltà e spesso di precarietà.
Se sarò eletto, intendo impegnarmi particolarmente su questo terreno, non soltanto perché penso che i diritti degli umbri all’estero siano degni di pari considerazione rispetto ai residenti, ma anche perché ritengo che le vostre competenze siano una grande risorsa per la nostra regione. Lo sono perché voi costituite dei punti di riferimento importanti da valorizzare in funzione dell’internazionalizzazione dell’Umbria e perché il patrimonio umano costituito dai giovani che oggi tornano ad emigrare non debbono essere perse per sempre. Con essi, in particolare, va ricostruito un legame ed un vincolo che consenta loro di continuare a dare un contributo allo sviluppo dell’Umbria, nella prospettiva di un loro rientro che valorizzi le conoscenze acquisite all’estero e che consenta loro di tornare, se lo desiderano, mettendo a frutto le loro esperienze e svolgendo un lavoro o una professione degna e rispettosa delle loro aspirazioni.
L’Umbria ha solo da guadagnare se si impegnerà seriamente su questo versante come si impegnò tanti anni or sono, in modo esemplare, il primo presidente della Regione Umbria, Pietro Conti.
Purtroppo, negli ultimi anni, questa attenzione verso di voi è diminuita in modo consistente, come peraltro in altre regioni italiane. Sono diminuiti il sostegno alle vostre associazioni e le opportunità di sviluppo di attività e progetti comuni. Ed è diminuita in generale l’attenzione alla grande risorsa che voi rappresentate da più punti di vista, sia in ambito culturale, sia in ambito sociale ed economico.
Sono dell’idea che questa situazione sia da cambiare radicalmente: gli umbri all’estero vanno coinvolti pienamente nella vita regionale: non basta il misero capitolo di spesa “emigrazione” per rispondere ai diritti e alle opportunità di cui voi siete portatori: tutti gli assessorati regionali, dalla Cultura e al Turismo, al Lavoro e alla Formazione, dalle Attività produttive, all’Agricoltura debbono vedere voi e i vostri giovani come utenti e interlocutori delle diverse misure che verranno messe in campo e debbono aprirsi alle vostre proposte.
All’inizio del prossimo anno si svolgerà a Roma la Conferenza Stato-Regioni-Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero)per definire le politiche dei prossimi anni a favore dell’emigrazione italiana nel mondo. La Regione Umbria dovrà essere una dei protagonisti di questo appuntamento, fornendo proposte di indirizzo concreto che possono essere utili a tutti e che possano rilanciare le politiche dello Stato a favore di chi è emigrato e di chi oggi è di nuovo costretto a emigrare.
Vi chiedo di sostenere questo mio impegno, diffondendo questo messaggio che vi faccio pervenire, ai Vostri amici e parenti residenti nelle vostre città di origine ed esprimendo il Vostto voto il prossimo 27 ottobre.
Sono convinto che può aprirsi e deve aprirsi una nuova stagione nel rapporto tra Voi e l’Umbria.
Un saluto a tutti Voi e alle Vostre famiglie dovunque vi troviate, nella speranza di avere nuove e fruttuose occasioni di incontro. Valentino Filippetti – www.filippetti.biz +39 3483496000 – Twitter @vfilippetti

 

07 – L’ITALIA MESSA DAVANTI AD UNA CONTINUA RIDEFINIZIONE DELLA PROPRIA IDENTITÀ. ‘IDENTITÀ ITALIANA’, LIBRO DI ANNA MAHJAR-BARDUCCI
E’ uscito il libro “Identità Italiana” (Ed. Melagrana) di Anna Mahjar-Barducci, con prefazione di Gianni Cuperlo e postfazione di Geppi Rippa, ex segretario del Partito Radicale.
Il libro, che tratta il tema attuale delle migrazioni e dell’integrazone, è sia una raccolta di poesie sia un saggio sul significato dell’identità italiana, che prende spunto da una riflessione personale dell’autrice sulla propria identità.
«[…] ho una sola identità, molteplici culture. Non sono una contraddizione, ma un individuo, che bilancia elementi diversi» – scrive Anna Mahjar-Barducci, italo-marocchina, nata a Viareggio, con papà fiorentino, mamma marocchina e marito israeliano. La madre è musulmana, il padre è cristiano e il marito è ebreo.
Anna Mahjar-Barducci è italiana, ricca di consapevolezza e orgoglio, senza orpelli ideologici ma determinata nei suoi valori umani, quei diritti della persona, dell’individuo, che sono irrinunciabili e in parte ancora da conquistare.
“Identità Italiana” racconta i figli dell’Italia di oggi, che hanno diversi colori, professano diverse religioni e sono multilingue. Alcuni di loro hanno entrambi i genitori italiani, un genitore italiano e uno straniero, altri hanno entrambi i genitori stranieri. L’Italia è pertanto messa davanti ad una continua ridefinizione della propria identità, cercando di mantenere al contempo le proprie tradizioni culturali, frutto di una storia millenaria.
L’autrice ricorda ancora che i figli dell’Italia sono anche i milioni di Italiani residenti all’estero, spesso dimenticati dal nostro Paese, nonostante costituiscano un patrimonio prezioso e una risorsa importante per il soft power dell’Italia.
Questo è il quarto libro dell’autrice. Anna Mahjar-Barducci è autrice di «Italo Marocchina. Storie di immigrati marocchini in Europa» (Diabasis, 2009, prefazione di Vittorio Dan Segre), di «Pakistan Express. Vivere (e cucinare) all’ombra dei talebani» (Lindau, 2011; finalista del premio Bancarella della cucina 2012; tradotto in Polacco dalla casa editrice Sic!; prefazione di Oliviero Toscani) e di «La mia scuola è il mondo» (Melagrana, 2013; prefazione del’ex Ministro Graziano Delrio).

 

08 – SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE IL PIÙ ALTO NUMERO DI VOTI FAVOREVOLI DA INIZIO LEGISLATURA. I VOTI FAVOREVOLI ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE NELLE DUE APPROVAZIONI ALLA CAMERA.
DESCRIZIONE
Con 553 voti favorevoli, e l’appoggio del Pd, l’ultimo passaggio a Montecitorio è stato il voto che da inizio legislatura ha ottenuto il più ampio consenso parlamentare. Tra i motivi che hanno portato il Partito democratico a cambiare idea, l’accordo per l’inserimento di vari correttivi entro la fine dell’anno.
Ma il collegamento tra la riforma appena approvata e successive proposte di legge correttive è tutt’altro che scontato. Nell’instabile panorama politico italiano infatti, nulla vieta che i vari correttivi ipotizzati (dalla riforma elettorale a quella dei regolamenti, passando per emendamenti ad altri ddl costituzionali già in discussione) vengano abbandonati a causa di nuove circostanze politiche o, come in molti ipotizzano, a causa di una crisi all’interno dell’alleanza 5stelle-Pd che possa portare alla fine del governo Conte II.
Non c’è quindi nessun tipo di collegamento vincolante tra la riforma costituzionale appena approvata e ulteriori provvedimenti che potranno essere votati dal parlamento.
DA SAPERE
Il disegno di legge, in quanto di riforma costituzionale, ha richiesto la doppia approvazione da parte di entrambi i rami.

 

09 LA MARCA (PD): LA RIFORMA COSTITUZIONALE TAGLIA OGGI I RAPPRESENTANTI DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO, PENALIZZERÀ DOMANI GLI INTERESSI DEL PAESE.
“In questi giorni sono stata impegnata per iniziative istituzionali da tempo programmate nella mia ripartizione elettorale, ma per chiarezza e lealtà voglio dichiarare che se fossi stata in aula all’atto della votazione sulla riforma costituzionale di riduzione dei parlamentari non l’avrei approvata. Per le motivazioni che ho illustrato nel mio intervento in assemblea in occasione del precedente passaggio della riforma. Quelle motivazioni, per quanto riguarda la circoscrizione Estero, non sono superate, nonostante che il PD, il mio partito, abbia ottenuto le garanzie sul piano della rappresentatività che ha da sempre richieste, ma che purtroppo non incidono sulla nostra situazione.
I cittadini italiani all’estero sono cittadini come tutti gli altri e non è possibile accettare che con questa legge la forbice elettori/eletti si allarghi a loro danno in modo insostenibile. Dopo questa riforma, come abbiamo tante volte detto, per eleggere un deputato in Italia ci vorranno poco più di 150.000 cittadini elettori, mentre per eleggerlo all’estero ce ne vorranno 688.000. Per eleggere un senatore in Italia ci vorranno 302.000 elettori, all’estero ce ne vorranno 1.375.000.
Come rappresentante degli italiani in Nord e Centro America, poi, ho un motivo in più per non accettare il provvedimento perché con questo atto si cancella uno dei due deputati e il contatto con gli elettori, già oggi difficile e oneroso, diventerà praticamente ancora più discontinuo ed evanescente.
La democrazia è partecipazione e dialogo, ma solo se si salvaguardano le condizioni reali che li rendano possibili.
Non si è ancora compreso che non a noi eletti, ma all’Italia conviene tenere aperti canali di contatto e rapporti di rappresentanza con i milioni di suoi cittadini all’estero, che da anni stanno crescendo in modo progressivo e costante. Farli sentire partecipi della vita sociale, civile e istituzionale del Paese, anche se sono cittadini bene integrati anche di altri Paesi, è un vantaggio per tutti, una grande leva di proiezione nel mondo.
Gli automatismi di questa riforma nell’immediato recidono alcuni fili con gli italiani all’estero, in prospettiva penalizzeranno l’Italia. Per questo, il danno che si è compiuto è purtroppo reale”.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D. – Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America – Electoral College of North and Central America
Ufficio/Office: Roma, Piazza Campo Marzio, 42 – Tel – (+39) 06 67 60 57 03 – Email – lamarca_f@camera.it

 

10 – CONFERENZA ITALIA – AMERICA LATINA E CARAIBI: APRE DI MAIO, POI PRESIEDE MERLO. “APPUNTAMENTI COME QUELLO DI OGGI – SOTTOLINEA IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI RICARDO MERLO – RAFFORZANO ULTERIORMENTE I LEGAMI CULTURALI E POLITICI CON I DIVERSI PAESI LATINOAMERICANI. PIÙ ITALIA IN AMERICA LATINA, PIÙ AMERICA LATINA IN ITALIA” (A e B)
A – La novena edición de la Conferencia Italiana sobre América Latina y el Caribe, celebrada hoy en el Ministerio de Exteriores, se inauguró con el saludo del Ministro Luigi Di maio. El jefé de la Farnesina, flanqueado por el Subsecretario de Asuntos Exteriores Ricardo Merlo, presidió toda la primera parte del evento, mientras que en la sesión de la tarde, iniciada a las 14.30, presidió el Subsecretario Merlo.
“Hay mucha Italia en América Latina y América Latina tiene mucho deseo por Italia”, dice el Sen. Merlo, fundador y presidente de MAIE “Movimento Associativo Italiani all’Estero”, a margen del evento.
“Eventos como lo de hoy subraya que el exponente del Gobierno italiano refuerza aún más los vínculos culturales y políticos con los diversos países latinoamericanos, sin olvidar que encuentros como este sirven también para forjar relaciones interpersonales, para confrontarse estrechamente y buscar juntos nuevas soluciones e ideas, destinadas a combatir fenómenos como la corrupción, que en algunas naciones de América Latina es un verdadero flagelo, y para fomentar mayores intercambios, además de políticos y culturales, también económicos y comerciales”.
Italia, el único país de Europa que ha pensado en una conferencia de este tipo, quiere estar aún más cerca de América Latina, con la mirada también dirigida a los millones de italianos allí: pensamos sólo sobre Argentina, que supera el millón de ciudadanos con pasaporte italiano. Por lo tanto, debemos ampliar nuestros contactos y profundizar nuestras relaciones, concluye el Subsecretario Merlo: la voluntad está ahí, la novena edición de esta conferencia es una prueba concreta de esto.
B ) Si è aperta con l’intervento di saluto del ministro degli Esteri Luigi Di Maio la IX edizione della Conferenza Italia – America Latina e Caraibi, tenutasi oggi al ministero degli Esteri. Il titolare della Farnesina, affiancato – tra gli altri – dal Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo, ha presieduto tutta la prima parte della kermesse, mentre nella sessione pomeridiana, cominciata alle 14.30, a presiedere è stato il Sottosegretario Merlo.
“C’è tanta Italia in America Latina e l’America Latina ha tanto desiderio d’Italia”, dichiara il Sen. Merlo, fondatore e presidente del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero, a margine dell’evento.
“Appuntamenti come quello di oggi – sottolinea l’esponente del governo italiano – rafforzano ulteriormente i legami culturali e politici con i diversi Paesi latinoamericani, senza dimenticare che incontri come questo servono anche per stringere rapporti interpersonali, per confrontarsi da vicino e per cercare insieme soluzioni e idee nuove, tese a combattere fenomeni come la corruzione, che in certe nazioni dell’America Latina è un vero flagello, e a favorire maggiori scambi, oltre che politici e culturali, anche economici e commerciali”.
“L’Italia, unico Paese in Europa ad avere pensato a una conferenza del genere, vuole essere ancora più vicina all’America Latina, con lo sguardo puntato anche ai milioni di italiani ivi residenti: pensiamo soltanto all’Argentina, che ha superato il milione di cittadini con passaporto italiano. Dobbiamo dunque ampliare i contatti e approfondire le relazioni – conclude il Sottosegretario Merlo -: la volontà c’è, la IX edizione di questa conferenza ne è una prova concreta”.

 

11 – “NUOVE ASSUNZIONI PER MIGLIORI SERVIZI CONSOLARI” MERLO PRESENTA NADEF AL SENATO.
Grazie alle autorizzazioni ad hoc ottenute con la legge di bilancio 2019, la Farnesina potrà assumere, con nuovi concorsi, ulteriori 300 unità di diverso profilo: funzionari e collaboratori amministrativo-contabili-consolari, ma anche un certo numero di funzionari informatici
Il Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo, oggi in Commissione Esteri al Senato, ha presentato la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2019, che “costituisce uno dei riferimenti di maggiore rilevanza strategica nell’individuare le linee di politica economica e di bilancio del nuovo Governo”, ha spiegato il presidente del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero.
Tra le priorità indicate, per continuare con l’inversione di tendenza cominciata già nell’ultima manovra economica con l’assunzione di 350 unità di personale al ministero degli Esteri fortemente voluta dal MAIE, un ulteriore passo si potrà fare con l’assunzione, entro la fine dell’anno, dei vincitori dei concorsi per Aree Funzionali in corso di svolgiment Inoltre, proprio grazie alle autorizzazioni ad hoc ottenute con la legge di bilancio 2019, la Farnesina potrà assumere, con nuovi concorsi, ulteriori 300 unità di diverso profilo: funzionari e collaboratori amministrativo-contabili-consolari, ma anche un certo numero di funzionari informatici, il cui ruolo sta diventando sempre più importante per i processi di semplificazione e di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.
Le nuove assunzioni consentiranno di compensare almeno in parte i collocamenti a riposo previsti, quantificabili in almeno un centinaio l’anno, che potrebbero anche aumentare per effetto delle nuove disposizioni in materia di pensionamento (“quota 100”)”.
Tra gli obiettivi del MAIE all’interno del governo c’è naturalmente quello di fare in modo che tale inversione di tendenza in materia di assunzioni possa consolidarsi nei prossimi anni.
Il Sottosegretario Merlo ha anche annunciato che la Farnesina ha inoltre intenzione di acquisire quegli immobili – sedi di Ambasciate e Consolati – per i quali paga affitti carissimi, somme che incidono sul bilancio dello Stato per circa 30milioni di euro l’anno.
L’azione della Farnesina, ha spiegato ancora il presidente del MAIE, sarà come sempre mirata al sostegno delle linee programmatiche e di politica economica tracciate dall’esecutivo, attraverso il proprio impegno nella proiezione internazionale dell’immagine del Paese e nella promozione del made in Italy all’estero.
Un impegno costante, continuo nel tempo, da ultimo rafforzato grazie alla recente decisione dell’attuale esecutivo di trasferire “al ministero degli Esteri delle funzioni esercitate dal ministero dello Sviluppo Economico in materia di definizione delle strategie della politica commerciale e promozionale con l’estero e di sviluppo dell’internazionalizzazione del Sistema Paese”. Un modo, ha aggiunto il Senatore, per essere ancora più vicini alle nostre piccole e medie imprese. Una riforma, ha sottolineato, “che si inserisce nel quadro di un più ampio disegno di valorizzazione della diplomazia economica come componente essenziale della politica estera, mettendo in atto misure tese a migliorare la promozione e tutela del Sistema Paese all’estero”

 

12 – LEGGE DI BILANCIO 2020, TUTTE LE MISURE ATTESE. FISCO, LAVORO, IMPRESE, PENSIONI, TUTTE LE MISURE CHE IL GOVERNO ANNUNCIA DI INSERIRE IN MANOVRA 2020, ALLA LUCE DEL DEF: PIANO ANTIEVASIONE, CUNEO FISCALE, SALARIO MINIMO, AGEVOLAZIONI FISCO E IMPRESE.
Prende forma la Legge di Bilancio 2020 il Governo sta prendendo le ultime decisioni sul testo che sarà approvato entro martedì 15 ottobre. Vediamo quali sono le tessere del puzzle che si possono già comporre in base ai numeri e alle anticipazioni fornite.
Si tratta di una manovra da 29-30 miliardi finanziata per metà in deficit, con una stretta all’evasione fiscale che introduce diversi meccanismi innovativi sul fronte della riscossione (es.: compensazioni automatiche sui rimborsi fiscali), un taglio del cuneo fiscale a favore dei lavoratori, il rinnovo degli incentivi Industria 4.0 con qualche rimodulazione, la proroga di Opzione Donna e APE Social per il 2020, misure di semplificazione fiscale.
=> DEF 2019: 14 miliardi di flessibilità per la manovra 2020

I NUMERI DELLA MANOVRA
Come detto, sarà una manovra da 29 – 30 miliardi. Circa 14, arrivano dall’asticella del rapporto deficit/PIL 2020, alzata al 2,2%. Altri 7 miliardi sono attesi dalla lotta all’evasione fiscale (uno dei capitoli, al momento, più dibattuti anche in sede di audizioni parlamentari sul Def con dubbi espressi da Upb e Corte dei Conti). Ci sono circa 2 miliardi da spending review, 1,8 di taglio alle agevolazioni fiscali dannose per l’ambiente. Vengono così sterilizzate le clausole IVA, che valgono 23 miliardi (e sono quindi il grosso della manovra). Per il resto, bisogna finanziare spese indifferibili e nuove misure che verranno introdotte (come le proroghe delle agevolazioni fiscali per le imprese). Ci sono 0,6 punti di crescita. Scende leggermente il debito pubblico.
Questi i conti di fondo, che diventeranno più chiari e dettagliati con la presentazione vera e propria della manovra 2020.

LAVORO

CUNEO FISCALE, 500 EURO IN BUSTA PAGA NEL 2020
2 Ottobre 2019Qui c’è una delle novità maggiormente attese, ovvero il taglio del cuneo fiscale.
Un intervento da 2,7 miliardi (come costo in manovra 2020), che comporta un vantaggio medio per i lavoratori di 40 euro netti al mese in busta paga (secondo le prime stime circolate). A regime, significa circa 500 euro all’anno in più (sempre in media). Si prevede una partenza a scaglioni, con la misura in vigore non dall’inizio ma dalla primavera o dalla metà del 2020.
LE RISORSE stanziate: 0,15 punti percentuali di PIL nel 2020, che saliranno a 0,3 punti nel 2021 (2,7 miliardi per il 2020, 5,4 mld nel 2021). Attesi una serie di elementi importanti, a partire dalla platea dei destinatari.
Fra le ipotesi della vigilia, quella di concentrare il taglio sui redditi fino a 26mila euro, lo stesso tetto del bonus Renzi da 80 euro. Qui c’è una prima precisazione: il taglio del cuneo si aggiunge al bonus Renzi, non lo sostituisce, quindi rappresenta per la stessa platea di riferimento un incremento dello stipendio netto. Resta da capire anche in che modo verrà attuato il taglio: se sarà un credito d’imposta, si concentrerà su un’unica busta paga (diventando una sorta di 14esima mensilità), mentre utilizzando le detrazioni l’aumento si spalma mese per mese.

SALARIO MINIMO: CONFERME E IPOTESI IN CAMPO
9 Settembre 2019
Altra misura attesa, l’introduzione del salario minimo che, si legge nel Def
aumenterà le tutele per i lavoratori, anche attraverso il meccanismo dell’efficacia erga omnes dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative.
Il Governo, si legge sempre nel Def, individuerà anche l’equo compenso per i lavoratori non dipendenti. Entrambe le proposte erano anche nel contratto di Governo. resta da vedere se effettivamente verranno inserite in manovra 2020. Sul salario minimo, ricordiamo che la proposta del M5s (ddl Catalfo in commissione lavoro alla Camera) prevede un salario minimo di 9 euro all’ora, mentre quella del Pd (ddl Nannicini, anch’esso in commissione alla Camera), prevede che il minimo sia quello fissato dai contratti collettivi di lavoro.
Il Def annuncia anche misure per la parità di genere nelle retribuzioni. Il veicolo non sarà con ogni probabilità la manovra 2020, c’è una proposta di legge appena presentata dal Pd con alcune misure relative al gender pay gap.

PACCHETTO FAMIGLIA: PATERNITÀ ESTESA 2020, POI ASSEGNO UNICO
9 Ottobre 2019Infine, per la conciliazione lavoro famiglia, annunciata l’intenzione di alzare a dieci giorni il congedo obbligatorio per i papà, da utilizzare nei primi cinque mesi di vita del figlio.
FISCO
La prima notizia è che non aumenterà l’IVA. Le clausole di salvaguardia da 23 miliardi sono disinnescate. Non si escludono altre tipologie di interventi sull’IVA, come incentivi per chi utilizza pagamenti digitali. Si tratta di un capitolo ampiamente dibattuto, che ha anche considerato l’ipotesi di alzare le aliquote per chi paga in contanti. Se quest’ultima possibilità è stata scartata, resta invece allo studio un meccanismo di incentivazione per chi paga con le carte, con la restituzione di alcuni punti di IVA sull’estratto conto mensile (ad esempio, con uno sconto del 3% sulle due aliquote più basse, che passerebbero rispettivamente all’1 e al 7%).
In generale, la strategia di promuovere i pagamenti elettronici si inserisce nel capitolo lotta all’evasione, favorendo la tracciabilità dei pagamenti. E qui c’è una novità in tema di fatturazione elettronica: verrà estesa ai contribuenti forfettari, almeno in parte.

FORFETTARI, FATTURA ELETTRONICA SOPRA I 30MILA EURO
8 Ottobre 2019
Qui il discorso si incrocia con la flat tax, una strada che era stata percorsa dal precedente esecutivo e su cui ora si registra invece una marcia indietro. Restano le norma già introdotte, quindi il regime forfettario fino a 65mila euro di ricavi. Ma si estende anche ai contribuenti forfettari l’obbligo di fatturazione elettronica, da cui fino a questo momento erano esentati. In realtà, non si esclude un meccanismo che mantenga una zona di esenzione, con asticella intorno ai 30mila euro, introducendo l’obbligo di fattura elettronica per tutte le altre partite IVA in regime forfettario.
Sempre in tema di flat tax, non entrerà probabilmente in vigore la norma della manovra dello scorso anno sull’aliquota piatta al 20% per le partite IVA fra 65mila e 100mila euro di fatturato: manca ancora il necessario via libero europeo, e l’orientamento sembra quello di un superamento della norma.
Semplificazione IMU-TASI, con l’accorpamento in un’unica aliquota. Un’opera di semplificazione, che però non sembra destinata a tradursi anche in un alleggerimento fiscale.
Proroga detrazioni ristrutturazioni edilizie, riqualificazioni energetiche, mobili, nella misura del 50 e 65%.
RIORDINO DETRAZIONI: è un capitolo delicato, perché si tratta di recuperare risorse, quindi di tagliare agevolazioni. Oltre a quelle dannose per l’ambiente (quasi 2 miliardi), si studiano altri meccanismi. Non si esclude una riduzione per i redditi più alti, con l’eliminazione sopra una determinata soglia (ad esempio, 100mila euro). Ma in realtà è un capitolo ancora tutto da scrivere. La strategia a lungo termine del Governo prevede una riforma del sistema fiscale che agisca anche sulle aliquote Irpef, ma non si prevede l’inserimento di misure di questotipo nella prossima manovra 2020.
Fra le altre misure che potrebbero essere inserite nel decreto fiscale collegato alla manovra, una riapertura dei termini della rottamazione ter, magari a fine novembre.
Fra le misure in scadenza su cui non si conoscono orientamenti, la cedolare secca al 10% sugli affitti concordati e al 21% sui negozi in scadenza a fine anno.

PENSIONI

PENSIONI: IN MANOVRA OPZIONE DONNA E APE SOCIAL
2 Ottobre 2019Poche misure sulla previdenza attese, anche qui la strategia di riforma pensioni complessiva del Governo è di più ampio respiro ma non trova spazio nella legge di Bilancio 2020. In manovra, la proroga dell’Opzione Donna (non si sa in che termini), e dell’APE Sociale (probabile estensione fino al 31 dicembre 2020). Previste prime misure di finanziamento strumenti per le pensione di garanzia dei giovani con carriere discontinue.
IMPRESE
VERSO LA MANOVRA 2020: IL PACCHETTO IMPRESE
4 Ottobre 2019Proroga di tutti gli incentivi del Piano Industria 4.0: superammortamento, iperammortamento, credito d’imposta ricerca e sviluppo, bonus formazione. Si attendono anche delle rimodulazioni, con una caratterizzazione in chiave green ed economia circolare, nell’ambito dell’annunciato green neaw deal. E non si esclude che le proroghe possano essere di lungo respiro (non di carattere annuale, come fino ad ora). Sarebbe un elemento che va incontro alle richieste delle imprese di avere maggiori certezze sugli strumenti attivabili per programmare per tempo gli investimenti.
Web tax per le multinazionali del settore che spostano i profitti verso giurisdizioni più favorevole. Qui, fra i capitolo ancora senza risposta, la richiesta delle imprese di rendere deducibile al 100% l‘IMU sui capannoni già dal 2020 (attualmente la legge prevede che scatti nel 2023, il Governo ha accettato di anticipare questo termine, ma senza sbilanciarsi sull’inserimento in manovra 2020).
L’ITER DELLA MANOVRA – Per quanto riguarda l’iter della manovra, ricordiamo che il Governo deve presentarla entro il 15 ottobre (in genere, fra l’approvazione in CdM e l’approdo dl testo alle camere passa anche una settimana, per cui prima del 20 ottobre difficilmente ci sarà la manovra in Parlamento. In ogni caso, il consiglio dei ministri per l’approvazione della manovra 2020, e del decreto fiscale collegato, è previsto fra lunedì 14 e martedì 15 ottobre. Poi, come detto, il testo arriverà in parlamento dove inizierà la discussione, l’approvazione definitiva deve avvenire entro fine anno per l’entrata in vigore il primo gennaio 2020.

 

13 – SÌ AL DEF PER SOLI 3 VOTI. GUALTIERI: DIGITAL TAX DA SUBITO. LA MANOVRA. CAMERA, IL GOVERNO RISCHIA DI NON AVERE LA MAGGIORANZA ASSOLUTA. CONTE: HO CHIESTO A TUTTI DI AVERE CORAGGIO SULLA LOTTA ALL’EVASIONE. ERA GIÀ PREVISTA L’ANNO SCORSO MA NON FU ATTUATA. REGIONI: 2 MILIARDI IN PIÙ PER LA SANITÀ ( di Massimo Franchi)

Il Nadef approvato con soli tre voti in più della maggioranza assoluta, mentre si delinea meglio la manovra del «coraggio» – Conte dixit – che avrà nella lotta all’evasione il pezzo forte e la Digital tax come «componente».
Nel puzzle che andrà a costruire la legge di Bilancio la giornata di ieri ha fatto registrare l’incastro di parecchie tessere con il premier Conte che al Tg3 annuncia: «Siamo entrati nel vivo della manovra, ho raccomandato coraggio soprattutto nella lotta all’evasione», e su questo tema promette: «Ogni euro che recupereremo sarà un euro da destinare ai nostri figli nelle scuole, ai malati negli ospedali, a chi utilizza le infrastrutture e a ridurre le tasse. Essere onesti conviene».
ALL’ORA DI PRANZO anche a Conte è venuto qualche brivido lungo la schiena, come a tutta la nuova maggioranza. La Camera ha infatti approvato la risoluzione M5s-Pd-Italia Viva-Leu sulla Nota di aggiornamento al Def con 318 sì (contrari in 194), solo tre voti in più della la maggioranza assoluta richiesta per questo provvedimento. Poco prima, l’aula aveva approvato con un voto in più l’altra risoluzione di maggioranza sullo spostamento del pareggio di bilancio.

Il brivido sentito forte e chiaro è stato causato dalle tante assenze nei partiti di maggioranza: ben 14 deputati M5s (più 10 pentastellati in missione), 5 nel Pd («giustificati» spiegano dal gruppo), un deputato ciascuno di Leu e Italia Viva. Un voto che preoccupa i partiti di maggioranza, in particolare Pd e Italia Viva che puntano il dito sulle assenze M5s: «Se tutti avessero fatto come loro adesso sarebbe stata crisi di governo».
NON HA ASSISTITO AL VOTO il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che era in Lussemburgo all’Ecofin. Da dove ha comunque fornito notizie sulla manovra. A cominciare dalla digital tax: «Noi la fermo entrare in vigore dal primo gennaio, è uno dei componenti della manovra», ha annunciato, implicitamente accusando il governo precedente di non averla voluta fare. La misura «c’era ma non operativa», ha spiegato Gualtieri, precisando che «non vogliamo solo la digital tax italiana ma vogliamo che sia collocata dentro una misura definita sul piano internazionale». «Noi faremo comunque la nostra, ma siamo parte attiva del negoziato che proseguiremo a Washington al G20», annunciando poi che è «in dirittura d’arrivo anche la Tobin tax» europea sulle transazioni finanziarie, voluta «dai paesi che partecipano alla cooperazione rafforzata».
La Digital tax fu infatti inserita nella manovra approvata a fine 2018 dalla maggioranza Lega-M5S: prevedeva una «nuova imposta» del 3% sui ricavi delle grandi imprese del web. Nel 2019 la misura avrebbe dovuto portare 150 milioni di euro nelle casse dello Stato, ma non è mai partita: è rimasta congelata in attesa del decreto attuativo. Con ogni probabilità, la misura si baserà su quella ora in stand by che, sulla falsariga delle web tax francese e spagnola, si applicherebbe alle società con oltre 750 milioni di ricavi all’anno nel mondo, di cui almeno 5,5 in Italia, dunque i giganti del web. Dopo i 150 milioni del 2019, il bilancio gialloverde prevedeva che il gettito salisse a 600 milioni per il 2020 e 2021. Ma sono possibili aggiustamenti verso l’alto.

Gualtieri ha poi detto che la commissione europea – nella persona del commissario uscente Moscovici – ha riconosciuto «l’impianto riformatore» espresso nella Nadef su vari filoni: contrasto all’evasione, investimenti, sostenibilità, gli interventi per rilanciare l’occupazione femminile, e quelli sugli asili nido. Crediamo che la filosofia della manovra sia stata ben compresa». In generale il ministro ha detto che «dobbiamo abituarci a una dimensione più di routine sul confronto con Bruxelles: la Commissione discute con tanti altri Paesi, ma in Italia si è sviluppata una passione per questo aspetto. Il mio obiettivo è rendere questo esercizio noioso, vediamo se ci riuscirò», ha concluso.
Sempre ieri il suo viceministro (sempre Pd) Antonio Misiani ha chiuso un accordo con la Conferenza delle Regioni che prevede come in manovra ci sia un aumento di 2 miliardi al Fondo sanità, giudicato «il più alto dal 2014».
IN LEGGE DI BILANCIO saranno poi prorogati ecobonus e cedolare secca. Resta confermato anche il sisma bonus, mentre verrà rifinanziato e migliorato l’accesso al Fondo Piccoli Comuni rendendo «ancora più veloce la realizzazione degli interventi già cantierabili»

 

14 – UN PARLAMENTO DEBOLE, APRIPISTA DEL PRESIDENZIALISMO. RIFORME. TRIONFA L’AMBIGUITÀ. TUTTO È POSSIBILE, DAL MAGGIORITARIO UNINOMINALE DI COLLEGIO AL DOPPIO TURNO, AL PROPORZIONALE SENZA SE E SENZA MA. NON SI DICE L’OVVIO: CON NUMERI COSÌ RIDOTTI UNA RAGIONEVOLE RAPPRESENTATIVITÀ VIENE SOLO DA UN PROPORZIONALE DI LISTA E PREFERENZA CON RECUPERO DEI RESTI SU BASE NAZIONALE E SOGLIA RAGIONEVOLMENTE BASSA (di Massimo Villone)
Con la pretesa di voto immediato e a prescindere, M5S ha scelto come bandiera l’antiparlamentarismo. La carica elettiva come poltrona da tagliare per ridurre i costi, data a manichini obbedienti per vincolo di mandato, agli ordini non di chi li ha votati ma di pochi militanti in rete, bypassati con il referendum propositivo.
Questo in sintesi l’angusto orizzonte M5s. Certo il taglio non trova nobiltà – come vorrebbe Di Maio in Tv – nel risibile argomento che meno parlamentari producono meno emendamenti, meno leggi, norme più chiare e cittadini più felici. Dovrebbe almeno sapere che da lungo tempo sulla qualità e quantità delle norme è decisivo il governo.

Un parlamento debole e delegittimato favorisce l’assalto presidenzialista, che già si avvia in chiave pre-elettorale a firma del duo Salvini-Meloni. Non è argine una riforma sbilenca, dannosa, da correggere. In un documento del 7 ottobre i capigruppo di maggioranza elencano gli “impegni comuni”, ovviamente rebus sic stantibus: riforme costituzionali, legislative e regolamentari. Alcune necessitate, altre ambigue e opinabili, altre ancora inaccettabili.
Tra le prime è eliminare la base regionale nell’elezione del senato, per recuperare rappresentatività in ogni parte del paese. Ovvia anche la riduzione dei rappresentanti regionali nell’elezione del capo dello Stato.
Entriamo invece in un campo minato con la legge elettorale. Si vuole “garantire più efficacemente il pluralismo politico e territoriale, la parità di genere e il rigoroso rispetto dei principi della giurisprudenza della Corte costituzionale”.
Trionfa l’ambiguità. Tutto è possibile, dal maggioritario uninominale di collegio al doppio turno, al proporzionale senza se e senza ma. Non si dice l’ovvio: con numeri così ridotti una ragionevole rappresentatività viene solo da un proporzionale di lista e preferenza con recupero dei resti su base nazionale e soglia ragionevolmente bassa. Sempre che si assumano – come si dovrebbe, al di là del proprio interesse particolare – le assemblee elettive come perno di un sistema democratico.
È poi allarme rosso quando si evoca per via regolamentare una “disciplina del procedimento legislativo allo scopo di dare certezza di tempi alle iniziative del Governo e più in generale ai procedimenti parlamentari, coniugando la celerità dell’esame parlamentare con i diritti delle minoranze”. In parlamento c’è un solo modo di garantire al governo tempi “certi”: mettendo nelle mani dell’esecutivo l’agenda dei lavori, con ghigliottine o meccanismi similari. E si assicura celerità solo contingentando i tempi o limitando l’emendabilità.
Ancora una volta, è la mordacchia al parlamento per il falso idolo della governabilità. Eppure, dovrebbe essere chiaro anche ai più miopi che nelle assemblee i problemi sono in genere l’esito, non la causa, di difficoltà politiche, magari sorte nei palazzi del governo.
Per innovare il rapporto fiduciario si richiama la partecipazione di laici e chierici. L’utilità è comunque minima. Fiducia a camere riunite? Poco cambia, se si elimina la base regionale del senato e si assimila il corpo elettorale e il sistema di voto a quello della camera, giungendo a due camere sostanzialmente sovrapponibili. Sfiducia costruttiva? Le crisi di governo – salvo due – non sono mai venute da un voto parlamentare ma da dimissioni volontarie. Limitare la questione di fiducia? Ne verrebbe il blocco della decisione da parte di una maggioranza incapace di sintesi.
Analogo rinvio si prevede per “un’attuazione ordinata e tempestiva dell’autonomia differenziata”. Bene. Ma l’”ordine” imporrebbe di cestinare le bozze Stefani e ripartire da zero. Come si concilia con il “completamento” di cui al programma di governo e con i pellegrinaggi di Boccia? E come assicurare “tempestività” dovendo prima stabilire i Lep o rivedere la distribuzione territoriale delle risorse? Viene il dubbio che i capigruppo non abbiano familiarità con le carte.
Azzariti su queste pagine lancia un appello per salvare il parlamento, ed è giusto. Ma si può dubitare che siamo ancora in tempo, con i guasti provocati prima da Renzi e poi da M5S. Forse, ci vorrà una ri-generazione, anzitutto di soggetti e di cultura politica.
Al momento, tornano in campo gli apprendisti stregoni, cui per l’occasione si aggiungono altri che non sono stregoni e nemmeno apprendisti, ma solo garzoni di bottega.

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