CGIE a confronto con il MAECI su Lingua e Cultura, nella sezione di lavori svoltasi al CNEL

 I consiglieri sono arrivati alla spicciolata dalla Camera, dove questa mattina una delegazione del Cgie ha incontrato il Comitato permanente sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema paese, nel parlamentino del Cnel. È qui che, per cause di forza maggiore – il presidente russo Putin a Roma – si sono tenuti oggi i lavori della seconda giornata di assemblea plenaria.
Presenti il consigliere della Dgit Vincenzo De Vita, i dirigenti scolastici Nocella e Lenza e una delegazione di parlamentari eletti all’estero. Li ha raggiunti poi anche il direttore generale della Farnesina Vincenzo De Luca. Si è parlato infatti oggi soprattutto di insegnamento della lingua e della cultura italiana all’estero, nel quadro di una “promozione integrata” che però è sembrato oggi stentare a decollare. 
Lo ha detto per primo il consigliere Marzo, presidente della Commissione lingua e Cultura del Cgie, parlando dei Piani Paese, per i quali ha auspicato che “in futuro” la loro “stesura” avvenga “tenendo conto di tutte le istanze dei soggetti che operano in quel contesto”. In molti hanno lamentato infatti la mancanza di coinvolgimento del Cgie nella programmazione di uno strumento che pure tutti hanno in passato condiviso.
La riforma della Circolare XIII, che ha appunto introdotto i Piani Paese, ha creato, secondo Marzo, “i presupposti per una buona politica di promozione di lingua e cultura” e ciò grazie anche a scelte come la programmazione pluriennale, la maggiore autonomia degli enti gestori e la “premialità”. Resta lo scoglio dei contributi, per i quali occorre “garantire flusso ed erogazione” di modo che “diventino più regolari”. Ma non basta. “Il settore necessita di risorse sicure”, per questo Marzo ha auspicato che il fondo a sostegno di lingua e cultura “non venga lasciato in disparte” e sia rinnovato. Questo, ha detto, “è un impegno politico per tutti gli attori interessati”.
Ha preso poi la parola il direttore generale De Luca, che ha esordito rivolgendosi ai consiglieri: “ho sempre considerato le comunità all’estero e loro rappresentanze come soggetto fondamentale per la nostra opera di promozione culturale” e “mi interessa moltissimo sentire da voi che siete in tutto il mondo come si svolge l’azione della nostra promozione sul campo”. Per De Luca, “grazie al rapporto stretto che si è stabilito, abbiamo portato avanti il processo di unificazione dei soggetti che si occupano di promozione della lingua”. Così sono nati i Piani Paese, il cui obiettivo è “aumentare il numero di coloro che studiano l’italiano”. 
De Luca ha riferito alla plenaria che dal mese di marzo ad oggi sono stati inviati alla sua Direzione Generale 81 proposte di Piani Paese. “Vedremo come attuarli e monitorarli assicurando che tutte le componenti ne siano consapevoli e vi partecipino”, perché, ha ribadito, i Piani Paese sono “sotto la regia dell’ambasciatore e del console, ma tutti devono parteciparvi”. De Luca ha poi annunciato che sarà presto on line un portale degli enti gestori, ribadendo la volontà di “stabilizzare” il fondo straordinario che scadrà nel 2020 e, nel contempo, di “allargare il bacino” della nostra lingua inserendo l’italiano come lingua curriculare nelle scuole locali. Si tratta di “processi” e non di “iniziative o episodi”, bensì di azioni durevoli e “con uno sguardo che va al medio e lungo periodo”, perciò “ci servono risorse adeguate e prevedibilità”. Infine de Luca ha parlato della Cabina di regia Maeci-Miur, dove, ha detto, “ci stiamo battendo perché vi partecipi anche il Cgie, in quanto “soggetto promotore”. “Voi ci sarete”, ha assicurato De Luca, nel segno di uno “spirito di squadra” e di un “processo inclusivo” che è vincente. “Quando l’Italia si muove compatta, non ce n’è per nessuno”, ha concluso. 
Parole che hanno avuto il plauso della plenaria e del consigliere Villone, in particolare, che a nome della Commissione sistema Paese del Cgie ha chiesto che questa sia invitata alla cabina di regia.
Si è poi aperto il dibattito, al quale ha partecipato anche il parlamentare colombiano Juan David Velez Trjillo, presente oggi “per imparare e replicare il vostro esempio – siete una eccellenza mondiale nel settore della diaspora – nel mio Paese”.
Dopo l’omaggio del consigliere Arcobelli al contributo italiano alla Giornata dell’Indipendenza che si celebra oggi negli Stati Uniti, ha preso la parola il rettore dell’Università per stranieri di Siena, Piero Cataldi.
“È importante la parola “paese” ma anche la parola “sistema””, ha esordito, invitando Maeci e Cgie ad “agire in modo sistematico”. Cataldi si è detto “sorpreso dal fatto che la lingua italiana abbia nel mondo più domanda che offerta tra gli studenti stranieri”, fenomeno che “a lungo andare ha provocato casi di rinuncia. Credo si debbano recuperare molti decenni di arretratezza” ed una “tradizione di investimenti” che ci è mancata. “Esistono all’estero scuole eccellenti ma si tratta di isole felici mentre la sistematica possibilità per gli italiani all’estero di continuare a studiare l’italiano non è sempre possibile. Dobbiamo mettere a sistema e ramificare sui vari territori mondiali l’insegnamento dell’italiano”. Cataldi ha suggerito anche di puntare sugli studenti Erasmus e, allo stesso tempo, sulla “capacità di accogliere gli studenti stranieri in Italia”, perché “il prestigio di una lingua dipende anche dal tessuto di interesse” che c’è attorno ad essa. “L’italiano è la lingua di Dante, della moda, della cucina, del melodramma”, ma il “prestigio intrinseco” non basta. “Bisogna crederci di più”.
Come ha testimoniato il consigliere Collevecchio, docente universitario a Caracas, dove un tempo l’italiano era stato inserito a livello curriculare. Oggi non lo è più. 
C’è poi la questione degli enti certificatori, per i quali Blasioli ha auspicato “accordi specifici” per ampliare l’offerta.
Mazzaro ha citato “il progetto ex pilota dei neolauereati” per i quali è stato “più volte sollecitato un accompagnamento scientifico per creare unità didattiche” e rendere il servizio più “qualificante” per coloro che si recano all’estero ad insegnare l’italiano. 
Ricordando che nel 2020 Fiume sarà la capitale europea della cultura, Papais ha auspicato “iniziative per potenziare la rete dell’italiano” in Croazia e “restituire dignità ad una lingua che prima in quei luoghi era lingua nazionale”.
Nesti ha parlato di Enti gestori e Circolare XIII. “A novembre ci sarà il cambio di regime dai contributi agli enti per anno solare a quelli per progetti per anno scolastico. Dal confronto di questi giorni e dalle incertezze sui fondi dei prossimi anni”, ha detto Nesti, “c’è preoccupazione”, perché “i contributi per anno scolastico non saranno allineati con quelli ad anno solare nel bilancio dello stato”. Il consigliere ha chiesto se vi sia “la possibilità di creare progetti e finanziamenti pluriennali per evitare che il cambio di regime diventi un modo per mettere ancora più a rischio i contributi in questo settore”. Ha suggerito inoltre di “considerare che l’anno scolastico non inizia e non finisce dappertutto nello stesso periodo”. Servono dunque “norme di maggiore flessibilità e progressione”, una “fase di transizione” e “norme di collaborazione nei sistemi a gestione mista”. Nesti ha puntato il dito anche contro i Piani Paese “frutto spesso di elaborazioni all’interno delle ambasciate senza il coinvolgimento reale degli altri soggetti come gli enti gestori”. E, ha aggiunto, ‘se non c’è condivisione nella fase di stesura” questo non è solo un “problema di contenuti, ma anche di applicazione”.
Sulla stessa linea il consigliere Lombardi, che ha parlato di “molte lamentele sui Piani Paese, confezionati in modo burocratico ma senza coinvolgimento degli operatori, delle scuole e degli enti e soggetti associativi”. Per Lombardi “il discorso di De Luca ha un valore se tutti i tasselli si incastrano”; al contrario.”Se ci si muove a passi diversi non arriveremo all’efficacia sperata”. Così anche per la Cabina di regia, il cui risultato è stato “al di sotto delle aspettative”. Bisognerebbe “governare meglio il fronte Maeci-Miur”, ad esempio nell’adeguamento del personale e nelle “verifiche amministrative per la concessione dei contributi agli enti”.
Parisi ha denunciato la situazione in Germania dove “i corsi di italianistica nelle università sono quasi inesistenti” e vi sono “agenzie private che offrono vacanze con corsi di italiano” di “livello veramente basso”.
Parlando sempre di Università, Alciati ne ha sottolineato il potenziale e ha reso noto che con la dirigente Lenzi si sta valutando la possibilità di un accordo con le università dove vi sia gia’ un corso di italianistica e un lettore, “mettendo a frutto competenze che abbiamo e collaborazioni già avviate” e – perché no? – rendendo le stesse università “somministratrici di certificazioni e di esami” e ipotizzando la “stessa formula” per il riconoscimento dei titoli di studio. 
Paglialunga ha sollevato il problema della formazione dei docenti, mentre Gazzola è tornato sui Piani Paese, dove in Sud America non è stato registrato alcun coinvolgimento del Cgie e dei Comites. “Se De Luca pensa a noi come soggetto fondamentale della promozione paese, questo essere fondamentali sparisce man mano che ci allontaniamo da Roma. Per tanti nostri consoli e ambasciatori non lo siamo e ci invitano soltanto per andare ad applaudire quando realizzano qualche iniziativa”. In Argentina va meglio: Gazzola ha infatti riferito che “dopo un anno di dialogo con il nostro ambasciatore Manzo abbiamo deciso di organizzare una riunione di sistema” coinvolgendo anche altri enti e istituzioni italiane nel Paese. Resta la “criticità comune” dei fondi “che non saranno mai abbastanza”. Gazzola ha invitato a svolgere una “valutazione” su come vengono distribuiti “perché io l’ho fatto e ho trovato delle sorprese”. Il riferimento in particolare è ad un “unico capitolo che non e’ stato incrementato, bensì diminuito, ed è stato quello quello egli enti gestori” (3153). Per contro “alcuni enti gestori hanno presentato domanda sul capitolo 2619”, ma tanti non sapevano di poterlo fare. “E quali sono stati i criteri?”, si chiede Gazzola.
Anche Stabile è stato critico. “La proficua collaborazione con tutte le componenti della rappresentanza di cui parlava De Luca sul territorio di mia competenza non accade”. E peggio va in Sud Africa, dove, ha denunciato Pinna, “probabilmente a dicembre chiuderemo tutti e due gli asili di Johannesburg” per i quali invece la direzione aveva detto che sarebbero stati ripristinati i fondi. “Così non è stato”. 
Uno sguardo agli Usa con Mangione. Qui “l’italiano è in crescita” su tutta la costa est, da Boston a NY e Filadelfia sino a Miami. “La crescita è sempre motivata da una sola ragione: si studia una lingua se serve alla carriera”. Per questo si punta al legame tra lingua e business. Per Mangione “abbiamo bisogno di tre cose: verticalizzazione – dalle scuole alle università -; docenti preparati; e accordi con i singoli Stati”. A ciò si aggiunga una maggiore “flessibilità a seconda della realtà geografica, sociale, scolastica…”. Senza dimenticare la nuova mobilità e la “necessità di strutturare l’italiano nei bambini” di queste famiglie.
Ha chiuso la sessione mattutina il saluto del padrone di casa, il presidente del Cnel Tiziano Treu, che ha voluto portare il suo saluto alla plenaria, ricordando il legame tra economia e cultura. Al Cgie Treu ha rivolto un ringraziamento per “il contributo che voi date nel far voler bene all’Italia”. (r.aronica\aise) 

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