Il Sottosegretario agli Esteri Merlo presenta la relazione di Governo al CGIE

Rinnovo dei Comites, risorse, assistenza, stampa, lingua e cultura. Brexit e Venezuela. Questi, in estrema sintesi, i punti toccati dal sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo, che questa mattina alla Farnesina ha sintetizzato la relazione di Governo a beneficio del Consiglio generale degli italiani all’estero, da oggi riunito in assemblea plenaria.
Nel 2020, ha esordito Merlo, “si terrà il rinnovo dei Comites, dopo 5 anni dalle elezioni del 17 aprile 2015; Farnesina e rete diplomatica sono già impegnati nelle prime attività; alle ambasciate interessate dalla costituzione di nuovi Comites è stato chiesto di verificare che sussistano le condizioni per eleggerne”. In questo senso, “il Maeci ha chiesto al Viminale di pubblicare quanto prima l’elenco aggiornato sul numero dei connazionali residenti, per verificare la soglia dei 3mila residenti prevista dalla legge 286/2003 per la costituzione di un Comites”. Inoltre, alle sedi sono già stati chiesti “preventivi di spesa”.
Rimanendo in tema risorse, la Legge di Bilancio 2019, ha proseguito Merlo, “ha previsto per i Comites (capitolo 3103) 1.248.138 euro; nel capitolo 3106 – spese viaggio presidenti Comites – stanzia 69.680 euro, mentre per il Cgie – capitolo 3131 – gli euro sono 607.500”. Ai Comites sono stati erogati anche i contributi aggiuntivi, “come suggerito dal Cgie”. 2milioni e 100mila euro sono stati stanziati per l’assistenza diretta, 440.326 quelli per la assistenza indiretta. I fondi per cultura e informazione sono rimasti in linea con il 2018; 273.581 gli euro destinati al sostengo del turismo di ritorno. Citato nella relazione anche il progetto “I diari raccontano”, lanciato alla Farnesina il mese scorso. E ancora: 12.202.167 euro sono stati erogati a 73 enti gestori/promotori dei corsi di lingua e cultura italiana all’estero.
Sul fronte dei servizi consolari, ricordate le funzioni di Fast It, Merlo si è soffermato su quella che chiama “la mafia degli appuntamenti” per i passaporti: “abbiamo cominciato a utilizzare la videochiamata che sta funzionando molto bene, per garantire la trasparenza”. Novità a Montevideo dove “ad a agosto parte la prima fase che prevede l’ampliamento della sede consolare, che serve 130mila connazionali, ora in 15 mq: abbiamo affittato una sede di 200mq, lì vicino, che sarà attiva alla fine di agosto. Poi speriamo di avere, a fine 2019, gli adempimenti necessari per cominciare la costruzione della nuova sede, di circa 700mq, che sarà di proprietà italiana”.
Con il direttore Vignali, ha ricordato Merlo, “siamo stati a Victoria, in Brasile, dove c’è grande richiesta di una presenza consolare: abbiamo individuato un posto dove cominceremo a installare un’agenzia consolare. Dobbiamo aspettare i tempi burocratici e l’ingresso delle 300 nuove unità di personale al Maeci”.
A settembre, ha anticipato il sottosegretario, “con Vignali andremo a Tenerife dove pensiamo di fare la stessa operazione di Victoria, sperando che entrambe funzionino, così da farle anche in altri posti”.
Oltre a Fast it, ora operativo in tutte le sedi, a Fi.co, il progetto per la rete onoraria, e alla nuova app Mappamondo, che verrà lanciata venerdì, Merlo ha anticipato che il prossimo 20 settembre a Vienna verrà lanciata la carta identità elettronica.
A penalizzare i servizi consolari anche la mancanza di personale sufficiente, ha aggiunto Merlo, ricordando il blocco del turn over che ha portato ad un taglio del 34,9% di personale in 12 anni. “Nel 2018 ci sono stati due concorsi per 221 dipendenti ed è stata autorizzata l’assunzione di 100 contrattisti; nel 2019 è stata autorizzata l’assunzione di altri 300 dipendenti e altri 50 contrattisti. Il 70% dei quali verrà assegnato ai servizi consolari”.
Sul Venezuela, Merlo ha ricordato che “sono stati distribuiti medicinali anche attraverso il call center, che garantisce forniture capillari: abbiamo avuto più di 2200 richieste sull’intero territorio, finora in modo efficace”. Citati i fondi che la Farnesina ha destinato al Paese anche attraverso la Cooperazione, Merlo ha ricordato di aver rappresentato il Paese nel Gruppo di contatto: “abbiamo avuto tre riunioni: auspichiamo la fine democratica, politica, non violenta” della crisi. “Continuiamo a lavorare, si sta trattando per avvicinare le parti, anche con la mediazione della Norvegia”. Nel Paese “non è garantito alcun diritto, non c’è libertà di stampa né di espressione. La nostra ambasciata hanno trovato ospitalità due deputati. Con Guaidò ho parlato da solo. Siamo stati ricevuti anche a palazzo Miraflores dal signor Maduro: l’incontro è durato un’ora e mezza e lui ha parlato per un’ora e un quarto”.
Sul fronte Brexit, l’Italia “ha messo in atto misure per salvaguardare i diritti dei cittadini italiani”, con il cosiddetto decreto Brexit, che prevede 1,5milioni per il rafforzamento delle sedi di Londra ed Edimburgo e 2,5 milioni per più personale”. 
La Conferenza Stato – Regioni – Province Autonome – Cgie, che non viene convocata da 10 anni, si terrà in una data da decidere tra il 26 novembre e la prima settimana di dicembre, o a Villa Madama o alla Farnesina.
Quanto al voto all’estero, con il ddl di Petrocelli depositato in Senato in attesa di iniziare l’iter, Merlo ha voluto precisare: “non abbiamo voluto fare un decreto perché la riforma deve essere di iniziativa parlamentare, la più larga possibile. Ho parlato ieri con la senatrice Garavini per trovare una sintesi tra la proposta del Cgie e dei parlamentari di maggioranza. Credo sia molto importante fare presto e fare bene e con il consenso più ampio possibile”.
Sempre ieri, ha concluso, “ho incontrato il sottosegretario Crimi, che è intervenuto ai lavori della Commissione Informazione del Cgie: sono uscito contento perché ci sono sviluppi che, secondo me, rispettano l’informazione italiana all’estero”.
A margine dell’intervento di Merlo, il segretario generale Michele Schiavone ha voluto ricordare il lavoro del Cgie per presentare una proposta di riforma sulla cittadinanza, chiedere una “interlocuzione sull’esito delle elezioni europee”, ma soprattutto evidenziare la sensazione che “il ruolo del Cgie si sta affievolendo. La legge ci dà prerogative e obblighi, ma con il tempo entrambi non si rispettano più. La conferenza con Stato e Regioni servirà anche a questo”.
Male anche il rapporto con Farnesina e altri ministeri, nel senso, ha spiegato Schiavone, che “sentiamo di avere ormai un ruolo di ragioneria, soprattutto sui numeri, visto che diamo pareri che non vengono ascoltati né tanto meno accolti”. Come ad esempio per i contributi ai Comites, tagliati “in un modo che difficilmente permetterà loro, così come al Cgie, di svolgere la loro attività come negli anni precedenti. Visto che ora si parla dell’assestamento di bilancio, interveniamo per correggere almeno certi capitoli”, ha esortato Schiavone che, concludendo – dopo un breve pensiero a padre Dell’Oglio e Silvia Romano, “ancora ostaggio di forze criminali” -, ha interrogato i suoi interlocutori chiedendo loro chiarezza sul futuro perché “certe restrizioni di diritti e alcune considerazioni su come si procede dimostrano la distanza reale tra il dire e il fare”. (ma.cip.\aise)

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