Schiavone (Cgie): nuove strategie per valorizzare gli italiani all’estero

Un Cgie nuovo, che intende “mettere a punto nuove strategie” per “valorizzare” gli italiani all’estero, forte di una interlocuzione con la Farnesina e il nuovo Governo. Confermato alla guida dal Consiglio generale degli italiani all’estero, Michele Schiavone parla con l’Aise a pochi giorni dall’insediamento del Consiglio e alla vigilia del primo incontro tra il nuovo Comitato di presidenza e il sottosegretario Giorgio Silli, in programma la prossima settimana, per fare il punto sull’ordine dei lavori.
Un riprendere le fila del discorso, dunque, per un organismo che è riuscito ad insediarsi a più di anno dalle elezioni; un “limbo” durante il quale, spiega Schiavone, “i contatti con la Farnesina e i rappresentanti del governo non sono mai stati interrotti. Ci sono stati passaggi durante i quali siamo stati coinvolti e invitati a esprimere pareri, a dialogare con vari uffici e Direzioni generali non solo del Maeci, ma anche di altri ministeri”, senza dimenticare “alcuni parlamentari della passata e attuale legislatura”, visto l’insediamento del Parlamento e del nuovo Governo alla fine del 2022.
Dopo l’insediamento del nuovo Cgie, continua il segretario generale, “si sono creati i presupposti per dialogare e lavorare insieme per indicare prospettive utili sia per superare situazioni critiche nei vari ambiti della vita civile, amministrativa, economica e culturale degli italiani all’estero, ma anche per cercare di riformare leggi che hanno fatto il loro tempo” e che sono “ormai anacronistiche”.
La presenza degli italiani nel mondo “è diventata una realtà che viene quantificata ed evidenziata per le forti potenzialità che esprime”, dal punto di vista “professionale, ma anche e soprattutto di integrazione civile, sociale, culturale e politica dei connazionali all’interno dei Paesi di insediamento. E questo – sottolinea Schiavone – non solo per l’onda lunga della nuova mobilità, ma anche perché sono cambiati i presupposti”, visto che “anche le “vecchie” generazioni ora sono corpi dirigenti nei Paesi in cui risiedono”.
È, dunque, “una realtà da vedere e considerare per quello che riesce ad esprimere, non come un peso o una zavorra, come nell’immaginario collettivo è stata concepita e comunicata l’emigrazione”.
“La ripartenza del Cgie – sostiene il segretario generale – ci aiuta a mettere a punto delle nuove strategie affinchè questi aspetti vengano valorizzati dal Governo”, come d’altra parte ha assicurato il Ministro Tajani, che è il presidente del Cgie, nel suo intervento a chiusura della plenaria. “Se le parole di Tajani costituiscono un impegno – riprende Schiavone – noi dobbiamo pensare ad una nuova narrazione di una emigrazione” che taglia con un passato fatto di singoli “ambasciatori” del Paese per entrare in un’ottica di “reti e relazioni nuove che impegnino i nostri connazionali a continuare ad avere rapporti con l’Italia e con i territori da cui provengono” affinché “possano avere la possibilità di rientrare, se vogliono”, oppure, “se non ci fossero le condizioni, di continuare, anche se a distanza, a vivere relazioni, esprimere conoscenze per aiutare i territori da cui sono partiti”.
A questo intende lavorare il Cgie: “la prossima settimana – anticipa Schiavone – è stata convocata una riunione in remoto tra il Cdp e il sottosegretario Silli per fare il punto della situazione in seguito alla plenaria e per mettere a fuoco strumenti e obiettivi da raggiungere”.
Si tratterà del primo incontro tra Cdp e sottosegretario che, finora, è stato “molto presente”; l’auspicio è che “questa vicinanza sia utile a lui per conoscere il nostro mondo e le sue potenzialità e a noi per poter interloquire con lui sulla base di un rapporto continuo e di fiducia”.
Il Cgie è dunque pronto a lavorare, anche se con nuove modalità stante la carenza dei fondi e l’aumento dei costi di viaggio che ne mettono alla prova le casse: “penseremo a come realizzare tutti gli appuntamenti previsti dalla legge affinchè il Cgie riparta non solo con le buone intenzioni ma con delle proposte utili per affrontare tutte le questioni aperte, per avviare ricerche a largo raggio per riformare le leggi sugli organismi di rappresentanza, il voto all’estero e la cittadinanza”.
Per farlo, il Consiglio ha istituito anche una nuova Commissione – l’ottava – su “Innovazione, Ricerca, Studi universitari e Digitalizzazione” e cinque gruppi di lavoro pensati, questi ultimi, per “approfondire degli argomenti specifici”.
Tra questi Schiavone cita l’integrazione europea, un tema “sempre più importante con 13/14 milioni di europei che vivono in un Paese diverso da quello di nascita. Cittadini a cui non sempre sono riconosciuti diritti fondamentali”. Dunque “ha senso approfondire questo aspetto affinchè dall’Italia, attraverso il nostro lavoro in collaborazione con Università, Cnel ed altre istituzioni, si possa porre al centro del discorso pubblico la necessità di trovare soluzioni”. E se è vero che “la sensibilità dei governi che si succedono non è sempre la stessa”, ora “la presenza degli italiani in Ue e degli europei in Italia è tale che c’è bisogno di una svolta, che non può venire solo dalla rimembranza di Ventotene, Schuman e Monnet. I cittadini europei di oggi dovrebbero sentirsi tali a pieno titolo e a nulla vale far votare gli italiani in Europa per il rinnovo della delegazione italiana al Parlamento Ue. Se si vive all’estero ha molta più valenza farsi rappresentare da un candidato locale o candidarsi nelle liste del Paese di residenza”, sostiene Schiavone. “Senza contare che in alcuni paesi, come in Belgio, i connazionali sono doppi cittadini: in quel Paese votare è un obbligo, dunque se i connazionali votano per i candidati italiani devono pagare anche una multa”.
Questo “è solo un esempio, per far capire l’importanza di approfondire determinati temi, coinvolgendo tutti i consiglieri all’interno di gruppi che sono più flessibili delle commissioni”.
“Con questa apertura – conclude – il Cgie ha fatto un ulteriore passo avanti per rinnovare le sue prerogative ed essere più presente nelle nostre comunità. Questo è lo spirito con cui abbiamo aperto questa nuova consiliatura”.

 

FONTE: manuela cipollone\aise

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