n° 20 – 15 Maggio 2021  – RASSEGNA DI NEWS NAZIONALI E INTERNAZIONALI. NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO

01 – Schirò (Pd)*: la detenzione di cittadini italiani ed europei nei centri di espulsione del regno unito mostra il vero volto della brexit. Urgono nuove regole

02 – Schirò (Pd)* – Brexit e distacchi lavoratori:  norme più restrittive . Il nuovo accordo tra UE (Italia) e Regno Unito disciplina anche le regole sui distacchi dei lavoratori – considerato che i Regolamenti comunitari di sicurezza sociale non sono più applicabili al Regno Unito a partire dal 1° gennaio 2021.

03 – Deputate Pd Estero*: vaccinazioni cittadini aire. Sollecitato anche il presidente della conferenza delle regioni, Massimiliano Fedriga.

04 – La Marca (Pd)*: ho annunciato il voto favorevole del pd all’accordo di collaborazione giudiziaria con la Repubblica Dominicana.

05 – Schirò (Pd)*: ancora incertezze sull’assegno unico e i diritti degli italiani all’estero.

06 – Segreteria Deputate PD Estero: vaccinazioni e cittadini aire in Italia: sul sito www.sistemats.it    è disponibile alle regioni il servizio di verifica dell’iscrizione dei soggetti all’aire.

07 – Abeer Odeh*:Basta sostenere l’occupazione, chiedetene la fine. Palestina/Israele. Intristisce vedere diversi leader politici italiani mostrare la propria solidarietà a Israele senza spendere una parola sulla sue responsabilità per quello che sta accadendo in questi giorni in quell’area.

08 – Giulio Cavalli*:IL BEL PAESE E GLI INQUISITORI. Da Nord al Sud, senza soluzione i continuità, sono centinaia ogni anno  gli episodi di violenza  omofoba e discriminazione.

09 – Italiani all’estero, Merlo (MAIE): “La carta d’identità elettronica sia subito disponibile per tutti gli italiani nel mondo

10 – Guerra dei vaccini, la terza via della Ue.  È stato chiaro da subito che la corsa ai vaccini Covid si sarebbe trasformata in uno scontro geopolitico.

11 – Fabio Vander*: La campana inglese suona, e forte, anche per noi. Sinistra. Premiati alle amministrative, puniti alle politiche. Una lezione da non dimenticare mai: la sinistra perde proprio sul punto più importante, quello della capacità di rappresentare gli interessi sociali e di farli vivere in un progetto politico e di governo.

12 – Redazione Esteri*: Brevi dal mondo, Afghanistan, Stati uniti, Colombia, Oromia

13 – L’INTERVISTA | Elezioni Comites, Bellinato (MAIE) a ItaliaChiamaItalia: “Sosterremo persone serie e competenti”. In vista delle elezioni di dicembre “il MAIE della Repubblica Dominicana si sta preparando alla grande, seguendo con grande attenzione quelle che sono le dinamiche della comunità italiana qui residente”.

 

01 – SCHIRÒ (PD*): LA DETENZIONE DI CITTADINI ITALIANI ED EUROPEI NEI CENTRI DI ESPULSIONE DEL REGNO UNITO MOSTRA IL VERO VOLTO DELLA BREXIT. URGONO NUOVE REGOLE. Non ci è voluto molto per trovarsi di fronte al volto socialmente più duro della Brexit, come testimonia il caso dei circa trenta cittadini europei, tra i quali alcuni italiani, fermati alla frontiere e trattenuti nei centri di accoglienza ed espulsione per immigrati, anche oltre il periodo previsto.

Il sistema di ingresso per lavoro previsto a seguito della Brexit penalizza l’ingresso di tanti nostri giovani che pur dotati di titoli di studio e professionali elevati, iniziavano dai lavori più bassi, anche per acquisire una migliore pratica linguistica, prima di entrare in modo più consono e attivo nel circuito lavorativo.

Sto seguendo con preoccupazione la situazione che si è profilata con questi primi fermi, prima di tutto per avere garanzie di una tutela diplomatica attenta delle persone oggetto dei provvedimenti, cosa su cui per la verità ho pochi dubbi. Nello stesso tempo sto sollecitando  il governo affinché si faccia parte attiva per una regolamentazione della mobilità di lavoro UE-Regno Unito più aperta e rispondente alle esigenze reali dei cittadini europei.

*(Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – Camera dei Deputati – Piazza Campo Marzio, 42 – 00186 ROMA – Tel. 06 6760 3193 Email: schiro_a@camera.it)

 

02 – SCHIRÒ (PD) – BREXIT E DISTACCHI LAVORATORI:  NORME PIÙ RESTRITTIVE . Il nuovo accordo tra UE (Italia) e Regno Unito disciplina anche le regole sui distacchi dei lavoratori – considerato che i Regolamenti comunitari di sicurezza sociale non sono più applicabili al Regno Unito a partire dal 1° gennaio 2021. 11 maggio 2021

Il distacco avviene quando un datore di lavoro che esercita abitualmente l’attività in uno stato membro (stato d’invio) invia un dipendente a lavorare in un altro stato membro (stato di occupazione). I dipendenti sono definiti lavoratori distaccati. Fino ad ora i distacchi sono stati regolati dai Regolamenti comunitari di sicurezza sociale. Ora invece, nel nuovo assetto internazionale determinato dalla Brexit gli Stati europei sono intervenuti a regolare, tra gli altri, anche gli aspetti riferiti al distacco dei lavoratori nel Regno Unito.

L’accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione tra l’Unione europea (UE), da una parte, e il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, dall’altra (TCA) – approvato di recente dal Parlamento europeo – nello specifico della sicurezza sociale, ha, come è oramai noto, introdotto delle norme di coordinamento in un apposito Protocollo, che costituisce parte integrante del TCA e ha validità per quindici anni dall’entrata in vigore dell’accordo. Tale Protocollo sul coordinamento della sicurezza sociale riconosce e consente la fattispecie del distacco dei lavoratori.

In particolare la nuova norma prevede per i lavoratori che svolgono l’attività lavorativa in uno Stato diverso da quello in cui ha sede il proprio datore di lavoro (lavoratori dipendenti) o di abituale esercizio dell’attività lavorativa (lavoratori autonomi) la possibilità di restare assoggettati alla legislazione dello Stato di invio per un periodo non superiore a 24 mesi. Tuttavia, le nuove disposizioni non sono direttamente applicabili a tutti gli Stati della UE nei rapporti con il Regno Unito, ma soltanto agli Stati che avranno comunicato alla UE l’intenzione di voler applicare le norme sul distacco previste dal Protocollo.

A tale proposito, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, in qualità di Autorità competente, ha recentemente informato l’Inps, con riferimento a quanto previsto dalla nuova normativa sui distacchi, di essersi espresso nel senso dell’interesse dell’Italia a essere inclusa nell’elenco degli Stati che, nei rapporti con il Regno Unito, si avvarranno, dal 1° febbraio 2021 e per 15 anni (periodo di validità del Protocollo), delle norme sul distacco.

Quindi, in sintesi,  in base alle previsioni contenute dell’accordo di recesso i cittadini italiani che esercitavano un’attività subordinata o autonoma nel Regno Unito alla fine del periodo di transizione (31 dicembre 2020) e che, a norma dei Regolamenti comunitari di sicurezza sociale erano soggetti alla legislazione dell’Italia, mantengono detta condizione fintantoché continuino a trovarsi senza soluzione di continuità nella fattispecie sopra descritta. È quindi confermata la validità delle certificazioni di distacco rilasciate per periodi di lavoro con data iniziale precedente all’entrata in vigore del TCA e con data finale successiva al 31 dicembre 2020. Per dette situazioni di lavoro sarà possibile, alla scadenza del periodo certificato, richiedere un nuovo distacco senza soluzione di continuità. Inoltre le eventuali proroghe già autorizzate al 1° gennaio 2021 in virtù dei Regolamenti comunitari (anche se non più applicabili al Regno Unito) ed in corso di esecuzione a tale data, resteranno valide fino a naturale scadenza, mentre invece diversamente da quanto previsto dalla previgente normativa comunitaria, le nuove disposizioni in materia di legislazione applicabile contenute nel Protocollo sul coordinamento della sicurezza sociale non prevedono più la possibilità di prolungare la durata ordinaria del distacco (24 mesi), né di stipulare, in determinati casi e a determinate condizioni, accordi in deroga alle norme generali previste in materia di determinazione della legislazione applicabile.

Si tratta purtroppo di una restrizione prevista dalle nuove norme che limiterà perciò il periodo massimo dei distacchi dei lavoratori a 24 mesi.

*(Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – Camera dei Deputati – Piazza Campo Marzio, 42 – 00186 ROMA)

 

03 – DEPUTATE PD ESTERO: VACCINAZIONI CITTADINI AIRE. SOLLECITATO ANCHE IL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA DELLE REGIONI, MASSIMILIANO FEDRIGA. A distanza di settimane dalla Ordinanza n. 7/2021 del Commissario per l’emergenza Covid-19 che ha disposto le vaccinazioni dei soggetti appartenenti a specifiche categorie di rilievo internazionale, i cittadini AIRE presenti in Italia non riescono ancora a prenotarsi sui portali delle Regioni. 11 maggio 2021

Giorni fa abbiamo sollecitato il MEF ed oggi abbiamo scritto al Presidente della Conferenza delle Regioni. Al Presidente Fedriga abbiamo chiesto di farsi interprete presso tutte le Regioni italiane dell’urgenza di arrivare alla implementazione delle procedure per la messa in esecuzione delle forme di prenotazione mediante i portali e i call centre, permettendo così ai cittadini appartenenti alle categorie previste dall’Ordinanza del Commissario Figliuolo di accedere alla campagna vaccinale.

*(Le deputate Pd: Angela Schirò (Rip. Europa) – Francesca La Marca (Rip. Nord-Centro America)

 

04 – LA MARCA (PD)*: HO ANNUNCIATO IL VOTO FAVOREVOLE DEL PD ALL’ACCORDO DI COLLABORAZIONE GIUDIZIARIA CON LA REPUBBLICA DOMINICANA. Nell’Aula di Montecitorio ho pronunciato, tra le altre, la dichiarazione di voto favorevole per conto del gruppo del Partito Democratico alla legge di ratifica degli accordi Italia-Repubblica Dominicana sull’estradizione e sulla collaborazione giudiziaria in materia penale. ROMA, 12 MAGGIO 2021

L’accordo bilaterale è l’atto adottato dai due Paesi per modernizzare e rendere più efficaci gli strumenti normativi da utilizzare nel caso di richieste di estradizione, di più veloce svolgimento dei processi penali e di più corretta applicazione delle pene, in un quadro di salvaguardia dei diritti degli imputati.

Il presupposto sostanziale degli accordi risiede poi nell’incremento delle relazioni tra i due Paesi e nella presenza di crescenti comunità di origine sia nell’una che nell’altro.

Da deputata che rappresenta in Parlamento anche la dinamica comunità italiana della Repubblica Dominicana, sono contenta di aver annunciato il voto favorevole di un gruppo importante come quello del PD, contribuendo sia pure indirettamente al compimento del percorso normativo di questo accordo.

*(On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D.- Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America

Electoral College of North and Central America)

 

05 – SCHIRÒ (PD): ANCORA INCERTEZZE SULL’ASSEGNO UNICO E I DIRITTI DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO. Ho rilevato e segnalato recentemente in alcuni miei comunicati (ma anche al Governo) che l’introduzione dell’Assegno unico universale per i figli potrebbe creare dei problemi per gli italiani all’estero, considerato che questa nuova prestazione di sostegno alle famiglie porterà a regime all’abolizione delle detrazioni per i figli a carico e degli assegni familiari (ma anche dei numerosi bonus per la genitorialità introdotti negli anni). 13 MAGGIO 2021

Ho osservato con preoccupazione che l’abolizione di detrazioni e assegni familiari se da una parte non danneggerebbe i residenti in Italia perché essi percepiranno in sostituzione ed in compensazione il nuovo Assegno unico, dall’altra parte potrebbe invece arrecare danno ai nostri connazionali residenti all’estero i quali attualmente percepiscono gli assegni familiari (anche grazie alle convenzioni di sicurezza sociale) e usufruiscono delle detrazioni per i figli, ma che, una volta che queste prestazioni saranno ufficialmente abolite, non potranno usufruire dell’Assegno unico perché la legge stabilisce che esso è in esportabile all’estero.

Ora stando alle dichiarazioni di esponenti di questo Governo siamo venuti a conoscenza che il Decreto Sostegni bis (che sarà approvato in questi giorni dal Consiglio dei Ministri per poi passare all’esame del Parlamento) dovrebbe stabilire che il percorso per l’avvio di questo nuovo strumento di sostegno per la famiglie partirà sì dal mese di luglio p.v. ma soltanto a gennaio 2022 entrerà in vigore a pieno regime, e che per ora quindi non saranno ritoccate le agevolazioni attualmente vigenti che continueranno ad essere erogate (anche all’estero), almeno fino alla fine dell’anno in corso.

Uno dei motivi del rinvio dell’entrata in vigore a regime dell’Assegno unico sembra abbastanza evidente: non sono stati ancora predisposti i decreti attuativi previsti dalla legge delega n. 46/2021 e non sembra probabile che saranno pronti entro il mese di luglio. Permane quindi tanta incertezza, soprattutto per i diritti dei nostri connazionali: sarebbe infatti impensabile e ingiusto che questo Governo non programmasse misure alternative per salvaguardare l’esportabilità all’estero delle prestazioni familiari e delle detrazioni per carichi di famiglia di cui usufruiscono attualmente gli italiani all’estero.

Dovremo vigilare con attenzione che Governo e Parlamento non ignorino – per trascuratezza o indifferenza – i diritti dei nostri connazionali.

*(Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – Camera dei Deputati)

 

06 – Segreteria Deputate PD Estero: VACCINAZIONI E CITTADINI AIRE IN ITALIA: SUL SITO SISTEMATS.IT  È DISPONIBILE ALLE REGIONI IL SERVIZIO DI VERIFICA DELL’ISCRIZIONE DEI SOGGETTI ALL’AIRE

Possiamo registrare con soddisfazione un altro passo in avanti nel cammino, per la verità lungo e accidentato, che gli italiani iscritti all’AIRE e temporaneamente in Italia, devono compiere per arrivare alla vaccinazione. Infatti, con riferimento all’Ordinanza n. 7/2021 del Commissario Straordinario per l’emergenza COVID-19 , il Sistema Tessera Sanitaria (link) ha messo a disposizione un servizio al fine di consentire la verifica se un soggetto sia iscritto all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), attraverso l’interconnessione con l’Anagrafe Nazionale delle Persone Residenti (ANPR) del Ministero dell’Interno.

Ci  auguriamo che questa ulteriore messa a punto sia sufficiente per indurre tutte le Regioni italiane a consentire finalmente ai connazionali AIRE temporaneamente in Italia la possibilità di accedere alla campagna vaccinale.

*( Angela Schirò e Francesca La Marca, Deputate PD estero)

 

07 – ABEER ODEH*:BASTA SOSTENERE L’OCCUPAZIONE, CHIEDETENE LA FINE. PALESTINA/ISRAELE. INTRISTISCE VEDERE DIVERSI LEADER POLITICI ITALIANI MOSTRARE LA PROPRIA SOLIDARIETÀ A ISRAELE SENZA SPENDERE UNA PAROLA SULLA SUE RESPONSABILITÀ PER QUELLO CHE STA ACCADENDO IN QUESTI GIORNI IN QUELL’AREA. Non ci sarà mai pace senza giustizia, e senza un deciso appoggio internazionale al popolo palestinese. Per questo ringraziamo di cuore tutte le associazioni, i movimenti e le forze politiche italiane che, in controtendenza, hanno scelto di stare dalla parte giusta.

INTRISTISCE VEDERE DIVERSI LEADER POLITICI ITALIANI MOSTRARE LA PROPRIA SOLIDARIETÀ A ISRAELE SENZA SPENDERE UNA PAROLA SULLA SUE RESPONSABILITÀ PER QUELLO CHE STA ACCADENDO IN QUESTI GIORNI IN QUELL’AREA. Chiunque abbia letto i giornali nelle ultime settimane sa che la miccia è stata accesa dalla repressione israeliana durante le celebrazioni del Ramadan, dalla pulizia etnica che Tel Aviv porta avanti a Gerusalemme Est Occupata e dal boicottaggio delle elezioni palestinesi, derivante dalla proibizione di far votare i cittadini di questa città, la legittima capitale dello Stato di Palestina, dove la violenza e le provocazioni delle forze di occupazione e dei coloni hanno raggiunto livelli mai visti, fino a profanare i luoghi sacri.

Per non parlare del silenzio davanti alle continue violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale accertate ripetutamente dall’Onu e dell’inerte indifferenza di fronte all’occupazione e alle sue conseguenze: l’espandersi delle colonie illegali, la demolizioni delle case palestinesi, le detenzioni arbitrarie, le uccisioni ingiustificate, le condizioni di vita miserabili alle quali sono condannati i palestinesi, l’Apartheid, l’impossibilità di avere un proprio Stato. Insomma, ci saremmo aspettati di vedere questi leader in piazza per chiedere la fine dell’occupazione, non per sostenere un’occupazione illegale.

Manca poi qualsiasi apprezzamento per lo sforzo della leadership palestinese di resistere a tutto questo in modo pacifico. I palestinesi uccisi dagli ultimi bombardamenti israeliani su Gaza sono a oggi 83. 17 erano bambini e 7 donne. I feriti 487. Si tratta di un’aggressione militare che traumatizza ulteriormente una popolazione già bersagliata, fatta di 2 milioni di persone che vivono da 14 anni sotto assedio, separati dal resto del mondo e vulnerabili alla macchina da guerra della potenza occupante, senza la protezione internazionale di cui hanno disperato bisogno e che il diritto internazionale umanitario conferisce loro.

Appare evidente come non possa esserci alcuna giustificazione per simili attacchi indiscriminati contro una popolazione civile; eppure, nemmeno questo, per molti, merita un commento.

Resta il fatto che non ci sarà mai pace senza giustizia, e senza un deciso appoggio internazionale al popolo palestinese e alle sue legittime rivendicazioni. Se il sostegno internazionale non arriva, è comprensibile che un popolo oppresso provi a esercitare il proprio diritto all’autodifesa. Ma la speranza è che questo aiuto arrivi.

Per questo ringraziamo di cuore tutte le associazioni, i movimenti e le forze politiche italiane che, in controtendenza, hanno scelto di stare dalla parte giusta, mostrando a noi palestinesi, alle vittime anziché ai carnefici, una vicinanza davvero preziosa in un momento così drammatico.

*(Ambasciatrice della Palestina in Italia.)

 

08 – GIULIO CAVALLI*:IL BEL PAESE E GLI INQUISITORI. DA NORD AL SUD, SENZA SOLUZIONE I CONTINUITÀ, SONO CENTINAIA OGNI ANNO  GLI EPISODI DI VIOLENZA  OMOFOBA E DISCRIMINAZIONE. LA  MAPPA DELL’ODIO SI PUÒ OGGI RICOSTRUIRE SOLO ATTRAVERSO I MEDIA CHE NE PARLANO  PERCHÉ IN ASSENZA DI UNA LEGGE NON ESISTONO STATISTICHE UFFICIALI. NEL 2020 SI SONO REGISTRATI 179 CASI. NEGLI ULTIMI DIECI ANNI SI REGISTRA UNA MEDIA DI 12 VITTIME AL MESE.

DI solito quelli che vogliono minimizzare (praticamente tutti i politici di destra) citano i dati dell’Oscad, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori del ministero dell’Interno. I numeri degli atti omo trans fobici sono bassi, ripetono come un mantra, fingendo di non sapere che l’osservatorio permanente sia poco conosciuto e quindi riceva ben pochi dati, fingendo di non sapere che le aggressioni (proprio perché non tutelate) siano poco denunciate e fingendo di non sapere che le forze dell’ordine non registrano le finalità di odio di matrice omofoba perché non le riconoscono e proprio perché non rientrano nella legge vigente.

Così il fenomeno si può misurare solamente dalle notizie locali e nazionali che appaiono sui giornali, tenendo conto di tutti quei casi che per un motivo qualsiasi non diventano notizia, si può provare a percorrere la catena di eventi per misurare la realtà.

Quest’anno, ad esempio, era appena scoccata la mezzanotte a Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli, Anna è stata cacciata da casa con la sua compagna Isabela dalla madre e sono state costrette a cercare posto alla Caritas di Castellammare di Stabia. Un episodio che ricorda molto la storia di Marika, che invece è finita su tutti i giornali e le televisioni, che a Castelfiorentino si è ritrovata rinnegata dalla famiglia a 22 anni: la sua colpa è quella di essersi innamorata di una ragazza e di avere scritto una lettera ai suoi genitori. Anzi: la  madre e il fratello di Malilca l’hanno minacciata di morte e quando la ragazza si è presentata con i carabinieri per provare a recuperare almeno i suoi effetti personali la madre ha affermato di non conoscerla.

Il 5 gennaio sera una ragazza trans, Carla, è stata presa a calci a Torre del Greco, il video è rimbalzato sui social e sono partite le indagini. Solo allora si è scoperto che la ragazza aveva già subito violenze dello stesso tipo per il divertimento feroce dei partecipanti.

Il 14 gennaio Carmen Flagiello, di Pavia, sta discutendo su Facebook per l’acquisto di un cellulare, mentre trattava sul prezzo il venditore ha notato la sua foto in cui compare nel giorno del suo matrimonio con sua moglie e le ha scritto «Sta’ zitta, lesbicona. La prossima volta prima di scrivere a qualcuno pensaci che ti potrebbe venire lì a spaccare la faccia. Fallita, malata mentale», chiudendo poi con un «ebrea», come se fosse un insulto. Le due donne si sono rivolte alla magistratura ma, non essendoci una legge specifica, non può essere contestata nessuna aggravante.

Il 21 gennaio a Termoli Giuseppe, insieme a un’amica, si reca in un negozio della sua città e viene strattonato e cacciato dal gestore che lo addita come gay. «Che tipo di “uomo” sei? Anzi, che tipo di femmina dovevo dire, scusa la stupida domanda», gli scrive sui social il negoziante dopo l’accaduto, sciorinando un elenco compie; to di insulti omofobi in pubblico.

Il 30 gennaio tocca a Manuel Zardetto, gay dichiarato e vincitore del premio “Papà più bello d’Italia”: sui suoi social viene travolto da offese insulti che non risparmiano nemmeno la figlia. «La cosa che mi ha fatto più male? – racconta in un’intervista a La Stampa – Leggere le offese rivolte a mia figlia nel tentativo di ferire me. C’è chi l’ha chiamata ragazzina sintetica e chi ha scritto che non può essere considerata una bambina, perché frutto di un atto contro natura». «Non stupirti se un giorno tua figlia verrà violentata», gli scrivono. Gli insulti vengono vomitati per giorni.

Il 30 gennaio a Invergò (Tv) Thomas 21 anni, sconta la colpa di essere gay e di avere i capelli rosa: viene offeso, circondato da un branco di 15 persone e preso a sassate. «Sono crollato nella paura, anche per le piccole cose ho avuto il timore di andare in giro», racconta in un’intervista a fanpage.it ma l’aspetto più inquietante è l’atteggiamento dei carabinieri: «Di solito le autorità dicono di denunciare qualsiasi cosa accada. Ma i carabinieri qualche giorno fa mi hanno chiamato dicendo che non era necessario, perché comunque non avrebbero preso in considerazione la denuncia».

Il 14 febbraio a Sora uno studente si ritrova in una catena di messaggi con una sua foto con un cartello «io sono frocio». Il 16 gennaio a Monrupino (Ts) Antonio Parisi, attivista lgbt, e due amici, sono brutalmente aggrediti in piazza da tre ubriachi che “contestano” il loro modo di vestire. Il 17 febbraio a Bari un agente di polizia penitenziaria di 56 anni si suicida esasperato per le prese in giro omofobi dei suoi colleghi. Il 18 febbraio una ragazza trans a Altavilla Irpina riceve minacce dalla sua vicina: «Appena esci, ti do fuoco; dammi il tempo e ti riempirò di coltellate; dovresti essere bruciata viva con l’acido muriatico». Il 24 febbraio a Caserta un trentenne prende una casa in affitto, versa la caparra ma la proprietaria ritira tutto perché non vuole «gay in casa». Il 26 febbraio a Roma, stazione Valle Aurelia, Christopher Jeanne Pierre Moreno viene preso a pugni perché ha baciato il suo fidanzato. Sempre a Roma il 27 febbraio il ballerino Luca Tommassini scopre un postit  sul suo citofono, con la scritta «frocio vattene». Il 28 febbraio a Catanzaro un ragazzo gay viene insultato e preso a sassate. Il 14 marzo Andrea Casuscelli, modello e attore, pensa di partecipare a un servizio fotografico e invece cade nella trappola di un gruppo di ragazzi che lo massacrano di botte. Il 15 marzo a Vicenza un barbiere marocchino viene picchiato perché gay. Il 16 marzo ancora insulti da un vicino a Rovereto, con minacce. Il 20 marzo due ragazze a

Voghera vengono allontanate da un parco perché «ci sono i bambini».

Ad Asti va peggio a una ragazza trans che viene minacciata in un parco, sempre «perché ci sono i bambini».

Il 18 marzo a Perugia un ragazzo trova l’auto sfregiata con la scritta «sono gay» sul cofano. Il 19 marzo a Catania si annulla un’assemblea studentesca per la testimonianza di due genitori  arcobaleno. Il 3 aprile a Foggia due ragazzi vengono accerchiati e minacciati. Il 4 aprile a Torino un ragazzo viene pestato alla stazione di Porta Nuova per una maglietta troppo corta e troppo colorata. L’8 aprile per vestiti «non abbastanza virili» a Augusta un quarantenne viene picchiato e derubato. Il 26 aprile a Sassari viene girato un video pieno di insulti omofobi a un ragazzo e pubblicato sul web. Il 26 aprile a Latina inizia il processo intentato da due donne lesbiche costrette a licenziarsi per il proprio orientamento sessuale.

Il 30 aprile un professore universitario di Messina sui suoi social insulta un suo studente: ««F*** perso», «per questo qui militanza è parlare dei suoi pruriti sessuali», «fatelo tornare giù e vedi come lo pestano, tanto a questi piace pure». Il 3 maggio a Reggio Calabria l’esponente di un partito di estrema destra filma due ragazzi che si baciano su una panchina e, mantenendoli perfettamente riconoscibili, costruisce e pubblica un video che intitola «Reggio Calabria, ricchioni sul lungomare», con didascalie insultanti.

Siamo solo a maggio e questi sono solo i casi conosciuti. Nel 2020 si sono registrati 179 casi. Negli ultimi dieci anni si registra una media di 12 vittime al mese. Ci vuole coraggio per negare l’evidenza

*( Giulio Cavalli da LEFT del 14 maggio)

 

NOTE .

IL BESTIARIO DELLA LEGA*

Giovanni De Paoli, consigliere regionale Lega Liguria, “SE AVESSI UN FIGLIO GAY, LO BRUCEREI NEL FORNO”;

Alessandro Rinaldi, consigliere Lega Reggio Emilia, ” I GAY? CHE INIZINO A COMPORTARSI COME TUTTE LE PERSONE NORMALI”,

Luca Lepore e Massimiliano Bastoni, consiglieri comunali leghisti,“ GAY VITTIME DI ABERRAZIONI DELLA NATURA”,

Alberto Zelger, consigliere comunale Lega Verona, “I GAY SONO UNA SCIAGURA PER LA RIPRODUZIONE E LA CONSERVAZIONE DELLA SPECIE”,

Stella Khorosheva, candidata leghista , “IL MATRIMONIO GAY PORTA ALL’ESTINZIONE DELLA RAZZA”,

Giuliana Llvigni candidata della Lega , “FANNO INIEZIONI AI BAMBINI PER FARLI DIVENTARE GAY”,

*(Fedez da LEFT 14 maggio)

 

LA FABBRICA DEI FALSI

La “legge Mancino” prevede che l’istigazione alla discriminazione e alla violenza per ragioni etniche, nazionali e religiose sia considerato un reato con un’aggravante per delitti commessi per finalità di odio etnico, razziale o religioso. Ciò che introdurrebbe la Legge Zan è che i crimini d’odio o le aggravanti fondate su ragioni di odio valgano anche quando il bersaglio sono persone Lgbt e disabili. Una “novità” che i leader della destra fanno finta di non aver capito come si evince dalle loro dichiarazioni e che bollano come “criminalizzazione delle idee” sebbene l’articolo 4 del ddl parli chiaro: vedi box a pagina 15.

 

Matteo Salvini: «Il ddl Zan introduce la criminalizzazione delle idee, introducendo la dottrina gender tra i bambini».

Matteo Salvini: «Non mi piace perché inserisce un nuovo reato inventato che darebbe ai giudici il potere di criminalizzare le idee, di processarle». Il “nuovo reato inventato” non è altro che l’aggravante per motivi legati all’orientamento sessuale o alla disabilità.

Giorgia Meloni: «La violenza e la discriminazione nel nostro ordinamento sono già punite: diverso è utilizzare questo argomento per fare altro, cioè dire “andiamo dai ragazzini di 7 anni, scambiamo loro i vestiti tra uomo e donna per spiegare cos’è l’omosessualità”».

Giorgia Meloni: «Il nostro ordinamento tutela già oggi qualsiasi tipo di offesa alla persona a prescindere da quale che sia il suo orientamento sessuale e i dati ufficiali confermano che non c’è nessuna emergenza».

Antonio Tajani: «Se voteremo la legge Zan? No. Suvvia, non c’è bisogno di una legge come questa, in un momento di emergenza come l’attuale».

Antonio Tajani: «Non c’è bisogno di una legge come questa perché già sono garantite tutte le persone, tutti i cittadini, siamo tutti uguali e nessuno deve essere aggredito per nessun motivo».

(F. Tulli da Left 14 maggio)

 

09 – Italiani all’estero, Merlo (MAIE)*: “LA CARTA D’IDENTITÀ ELETTRONICA SIA SUBITO DISPONIBILE PER TUTTI GLI ITALIANI NEL MONDO”/ Italianos en el exterior, Merlo (MAIE): “QUE EL DOCUMENTO DE IDENTIDAD ELECTRÓNICO ESTÉ DISPONIBLE DE INMEDIATO PARA TODOS LOS ITALIANOS DEL MUNDO”

È un tema di grande importanza, visto che la carta d’identità elettronica non è solamente un documento di viaggio, ma uno strumento con cui i nostri connazionali possono interagire con la pubblica amministrazione”

“Come MAIE abbiamo lavorato, all’interno del governo italiano, nel Conte 1 e 2, per fare in modo che la carta d’identità elettronica (CIE) fosse disponibile per tutti gli italiani residenti in Europa. L’obiettivo è stato raggiunto nei tempi prestabiliti, anche grazie all’impegno del direttore generale per gli italiani all’estero alla Farnesina, Luigi Vignali, e alla preziosa collaborazione della rete consolare. Ora chiediamo con forza all’attuale esecutivo di fare in modo che la CIE sia disponibile per tutti gli italiani all’estero, ovunque nel mondo. È un tema di grande importanza, visto che la carta d’identità elettronica non è solamente un documento di viaggio, ma uno strumento con cui i nostri connazionali possono interagire con la pubblica amministrazione. È necessario fare presto, per non alimentare differenze tra i nostri fratelli italiani residenti oltre confine. Come Movimento Associativo Italiani all’Estero vigileremo affinché il governo si muova rapidamente in questo senso e se non sarà così torneremo a farci sentire, perché per noi gli italiani nel mondo sono da sempre, e restano, una priorità”. Lo dichiara in una nota il Sen. Ricardo Merlo, presidente MAIE, ex Sottosegretario agli Esteri.

 

10 – GUERRA DEI VACCINI, LA TERZA VIA DELLA UE.  È STATO CHIARO DA SUBITO CHE LA CORSA AI VACCINI COVID SI SAREBBE TRASFORMATA IN UNO SCONTRO GEOPOLITICO. LA UE HA DECISO DI COMBATTERLO A MODO SUO. IN SETTIMANA IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, JOE BIDEN, HA INFRANTO UN TABÙ GLOBALE SPOSANDO LA CAUSA DELLA SOSPENSIONE DEI BREVETTI SUI FARMACI ANTI-COVID: UNA DEROGA TEMPORANEA PER POTENZIARE DIFFUSIONE E PRODUZIONE DEI FARMACI CHE SCANDIRANNO L’USCITA DALL’INCUBO DEL CORONAVIRUS E LA RIPRESA DI UN’ECONOMIA COLPITA A MORTE DAI MESI DEL LOCKDOWN.

L’endorsement di Biden, ultimo di una serie di strappi «a sinistra» del suo mandato, non poteva che spaccare a metà il dibattito. L’Organizzazione mondiale della sanità e diversi governi, come la Francia, si sono mostrati più che favorevoli alla proposta. I colossi della farmaceutica e altre amministrazioni, si veda la Germania, hanno escluso da subito l’ipotesi e sembrano pronti a dare battaglia contro la sua attuazione. L’Unione europea ha optato per una terza via, ribadendo che la sua priorità è altrove: si può discutere sulla revoca dei brevetti, certo, ma il vero nodo dovrebbe essere il potenziamento di quell’export di vaccini respinto da paesi come Regno Unito, Israele e, paradossalmente, proprio gli Usa di Biden. La conferma della linea di Bruxelles è arrivata dal vertice informale di Porto del 7 e dell’8 maggio, uno dei primi a riunire – alcuni – leader in presenza dopo mesi di summit da remoto.

«Siamo completamente impegnati a rendere l’export di dosi di vaccino possibile in altri Paesi – ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel – Quanto alla deroga sui brevetti ai vaccini non crediamo che sarà la bacchetta magica, ma dobbiamo fare tutto il possibile». Il messaggio è diventato ancora più chiaro nelle parole di Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione. Von der Leyen ha ribadito che la Ue e il mondo hanno «bisogno dei vaccini ora», per poi assestare una stoccata indiretta proprio agli Usa.

«Invitiamo tutti quelli che si impegnano nel dibattito per la sospensione della proprietà intellettuale dei vaccini – ha detto – a unirsi a noi nell’impegno di esportare una larga quota di quello che è stato prodotto nella propria regione». Forse l’intento non era polemico verso la Casa Bianca, ma l’esito lo è stato di sicuro. Gli Usa hanno inviato all’estero poco più di 4,5 milioni di dosi del solo vaccino AstraZeneca e programmano di inoltrarne altri 60 entro giugno, sulle oltre 300 milioni di dosi prodotte finora. Ad oggi la Ue ha esportato nel mondo oltre 200 milioni di vaccini prodotti nel suo territorio, una cifra identica ai 200 milioni di dosi consegnate agli europei. Una differenza di numeri che spiega già di cosa voglia parlare, davvero la Ue. «Siamo la farmacia del mondo – ha detto von der Leyen – E ne andiamo orgogliosi»

 

11 – FABIO VANDER*: LA CAMPANA INGLESE SUONA, E FORTE, ANCHE PER NOI. SINISTRA. PREMIATI ALLE AMMINISTRATIVE, PUNITI ALLE POLITICHE. UNA LEZIONE DA NON DIMENTICARE MAI: LA SINISTRA PERDE PROPRIO SUL PUNTO PIÙ IMPORTANTE, QUELLO DELLA CAPACITÀ DI RAPPRESENTARE GLI INTERESSI SOCIALI E DI FARLI VIVERE IN UN PROGETTO POLITICO E DI GOVERNO.

Lo spunto è la dolorosa perdita da parte dei laburisti del distretto di Hartlepool. Un’altra breccia nel red wall, un altro pezzo del tradizionale insediamento operaio della sinistra inglese che passa ai conservatori. È rimasto ormai solo un “muretto rosso” come ha scritto Clausi sul manifesto, che pure regge se è vero che il voto amministrativo è andato meglio, grazie alla tenuta dei sindaci di grandi città come Londra, Manchester, Liverpool. È come se l’elettorato mandasse un segnale politico alla sinistra, punendola per le sue opzioni strategiche, ma mantenendosi fedele a livello amministrativo.

Una dinamica che abbiamo conosciuto anche nel resto dell’Europa: premiati alle amministrative, puniti alle politiche. Una lezione da non dimenticare mai: la sinistra perde proprio sul punto più importante, quello della capacità di rappresentare gli interessi sociali e di farli vivere in un progetto politico e di governo.

Le cronacche di Clausi trovano conferma nel saggio di Paul Mason sulla rivista International Politics and Society del 10 maggio scorso. Il titolo non è entusiasmante: Labours’s post-mortem, eppure anche lo studioso inglese riscontra che gli elettori che dal 2019 ad oggi hanno abbandonato il Labour non sono andati a destra, ma “just didn’t vote”, semplicemente si sono rifugiati nell’astensione. Anche questa l’abbiamo sentita dalle nostre parti: non c’è una svolta a destra nell’elettorato, ma l’incapacità di riconoscersi nei partiti di sinistra. Il problema non sono gli elettori di sinistra, ma la sinistra.

E ancora: il Labour è andato bene nelle grandi città, dove decide il voto d’opinione, nelle “university towns”, fra le minoranze etniche e nell’universo dei diritti civili. Noi diremmo l’elettorato Ztl. Questo mentre gli operai di Hartlepool votavano per una conservatrice con “zero connection” con il loro territorio (il candidato laburista era invece un medico locale battutosi valorosamente durante la pandemia) e mentre il 25% dei loro bambini “live in poverty”. Non è dunque neanche questione di sistemi elettorali. La qualità del candidato non determina la quantità di consenso. Anche qui: politique d’abord.

Il problema, conclude Mason, è comune a tutti i socialismi europei ed ai “left parties”: ricomporre la frattura fra sociale e politico, voto operaio e voto d’opinione, “small town workers” e “big-city salariat”. Occorre una nuova alleanza, un nuovo “blocco storico” capace di candidarsi credibilmente alla guida dei paesi europei.

È la posizione della sinistra interna del partito laburista, contro la destra dei “Blairites”: un’alleanza elettorale con Verdi e Demo-liberali che potrebbe “destroying Johnson” in un colpo solo.

Ma per questo occorre una sinistra che non perda la sua anima. Che recuperi il senso dell’“own party’s history”, della storia di quello che si è stati; perché se si perdono i propri “punti di riferimento fondamentali” ci si trova dispersi (“lost”) in un mondo incomprensibile, fatto di idee inaudite, dominio della tecnica, populismo ed “hate speech”.

Una lezione che la sinistra italiana dovrebbe mandare a memoria.

Tanto più che Mason riassume il tutto nella formula magica “Ppe (philosophy, politics and economics)”, cioè partire dal sociale, dalla questione economica, ma avendo un pensiero e una visione. Solo di conseguenza una strategia politica.

Per vincere la “battaglia per il programma” si deve prima vincere la “struggle for understanding”. La battaglia delle idee. Gramsci direbbe: la battaglia per l’egemonia.

*( Fabio Vander, da Il Manifesto 14 maggio)

 

12 – REDAZIONE ESTERI*: BREVI DAL MONDO, AFGHANISTAN, STATI UNITI, COLOMBIA, OROMIA

 

AFGHANISTAN, UNDICI MORTI IN 4 ATTENTATI

Almeno 11 civili sono stati uccisi e altri 13 feriti in quattro diversi attentati avvenuti ieri in Afghanistan. Gli attentati sono avvenuti poche ore dopo l’inizio di un cessate il fuoco di tre giorni in tutto il paese in occasione dell’Eid al-Fitr. Come riporta al Jazeera, «Sebbene non ci fossero segnalazioni di combattimenti diretti tra i talebani e le forze governative durante l’avvio del coprifuoco temporaneo, le bombe hanno continuato a causare morti civili».

 

OMICIDIO FLOYD, RINVIATO IL PROCESSO PER I TRE COMPLICI

Il processo ai tre ex agenti americani accusati di complicità nell’omicidio di George Floyd, nel maggio 2020, è stato rinviato ieri da un giudice del Minnesota. J Kueng, Tou Thao eThomas Lane non andranno alla sbarra il prossimo 23 agosto ma nel marzo 2022. Sono accusati di complicità in omicidio di secondo grado con l’ex agente Derek Chauvin, condannato lo scorso 20 aprile (la pena è attesa il 25 giugno). Il giudice Cahill ha motivato il rinvio con la necessità di procedere prima con il processo federale per violazione dei diritti civili di George Floyd.

 

CRIMINI DI POLIZIA IN COLOMBIA, LETTERA A ONU E CPI

Per denunciare l’uso smodato della forza da parte della polizia contro le proteste antigovernative in corso in Colombia, il senatore Iván Cepeda del partito Centro Democrático e alcune ong, tra cui Temblores che monitora gli abusi, hanno scritto alla Corte penale internazionale (Cpi) e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite per denunciare l’inerzia dello stato colombiano rispetto ai crimini commessi. Allegate alla denuncia «prove di crimini contro la popolazione civile: omicidi, torture, grave privazione della libertà fisica, violenza sessuale e sparizioni forzate, con resoconto di almeno 1.595 episodi avvenuti in vari dipartimenti».

 

CHOC PER ESECUZIONE PUBBLICA NELL’OROMIA

Immagini sconvolgenti mostrano sul web l’esecuzione in pubblico di un presunto criminale nella regione dell’Oromia, Etiopia occidentale. Secondo la Commissione per i diritti umani dell’Etiopia (Ehrc), che condanna l’accaduto, si tratta di Amanuel Wondimu, membro del Fronte di liberazione oromo-Shenea. Nel video l’uomo, sporco di sangue e fango, incatenato a una staccionata, viene giustiziato dalle forze federali con l’accusa di avere ucciso un giornalista due giorni prima. Da pochi giorni Olf e Fronte di liberazione del popolo del Tigrè (Tplf) sono trattate da «organizzazioni terroristiche»

*( Redazione Esteri, Il Manifesto)

 

13 – L’INTERVISTA | Elezioni Comites, Bellinato (MAIE) a ItaliaChiamaItalia: “Sosterremo persone serie e competenti”. In vista delle elezioni di dicembre “il MAIE della Repubblica Dominicana si sta preparando alla grande, seguendo con grande attenzione quelle che sono le dinamiche della comunità italiana qui residente”. Portando lo sguardo oltre la RD, “in Centro America il MAIE è una realtà ormai consolidata”. “Mi auguro che il futuro Comites possa concentrarsi di più su progetti concreti dedicati alla comunità italiana e sui rapporti con le istituzioni locali; soprattutto che sia composto da un gruppo coeso, con molta voglia di fare”

Nei giorni scorsi il Sen. Ricardo Merlo, presidente MAIE ed ex Sottosegretario agli Esteri, ha fatto visita alla comunità italiana della Repubblica Dominicana. Con l’occasione, ha incontrato i coordinatori del MAIE RD durante una riunione tenutasi a Santo Domingo. Altri dirigenti del Movimento Associativo Italiani all’Estero si sono collegati via Zoom da tutta la zona dei Caraibi e del Centro America, oltre che dagli USA.

“Durante l’incontro abbiamo parlato dell’importanza del ruolo dei Comites nelle diverse comunità italiane nel mondo, anche in vista delle elezioni dei Comitati che si terranno a dicembre”, spiega a Italiachiamaitalia.it Flavio Bellinato, coordinatore MAIE Nord e Centro America, residente proprio a Santo Domingo. “Nella seconda parte della riunione, insieme al presidente Merlo abbiamo valutato diverse iniziative, sia sul territorio sia legate alla comunicazione, da organizzare da qui alla fine dell’anno. E’ stato un appuntamento molto costruttivo, durante il quale abbiamo programmato il futuro”, aggiunge.

In vista delle elezioni di dicembre “il MAIE della Repubblica Dominicana si sta preparando alla grande, seguendo con grande attenzione quelle che sono le dinamiche della comunità italiana qui residente. Alle elezioni il Movimento sosterrà quei candidati che rispecchino i nostri valori, le nostre idee. Si tratta di persone capaci, coerenti, serie. Soprattutto, competenti”.

Portando lo sguardo oltre la RD, “in Centro America il MAIE è una realtà ormai consolidata, fatta di persone che hanno una grande esperienza sia a livello di associazionismo che di rappresentanza di base, come accade per esempio in Guatemala, oltre che nella stessa RD”.

“Si stanno tutti preparando all’appuntamento elettorale di fine anno. Anche in Florida il MAIE sta lavorando molto bene. E’ ancora prematuro parlare di liste, ma sono convinto che otterremo ottimi risultati”.

Bellinato è anche Segretario del Comites di Santo Domingo, un Comites condiviso con Panama: “Far parte per la prima volta di un Comites è stata per me una esperienza molto formativa, mi ha arricchito moltissimo. Credo di aver svolto il ruolo di Segretario nel migliore dei modi. Ovviamente, essendo stata riaperta l’Ambasciata di Santo Domingo, in futuro avremo un Comitato tutto nostro, non più diviso a metà con Panama. Questo almeno è ciò che auspichiamo. Così come personalmente mi auguro che il futuro Comites possa concentrarsi di più su progetti concreti dedicati alla comunità italiana e sui rapporti con le istituzioni locali; soprattutto che sia composto da un gruppo coeso, con molta voglia di fare”.

Sul governo Draghi: “Purtroppo l’attuale esecutivo parla poco o niente di italiani all’estero. Credo che non avendo più un eletto all’estero al governo, come durante i governi Conte 1 e 2, si sia persa un po’ quella spinta che c’era. In particolare, con il Sen. Merlo nella stanza dei bottoni noi italiani nel mondo eravamo diventati senza dubbio un punto centrale all’interno della Farnesina”.

Un’ultima battuta sulla situazione che riguarda la pandemia nel Paese dei Caraibi: “Qui sembra essere tornato tutto alla normalità, o quasi. La situazione è abbastanza sotto controllo. C’è ancora un coprifuoco, ma non siamo più in presenza di una situazione drammatica”

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