SCHIRÒ (PD): XX SETTIMANA DELLA LINGUA ITALIANA NEL MONDO: LA NOSTRA LINGUA E IL NOSTRO PRESTIGIO CULTURALE VANNO CONCRETAMENTE TUTELATI E SVILUPPATI

Ha avuto inizio la XX edizione della Settimana della lingua italiana nel mondo, quest’anno sul tema “L’italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni, fumetti”. Un tema scelto a suo tempo nel tentativo di sollecitare l’interesse per la nostra lingua al di là dei recinti accademici e degli ambiti specialistici, ma che oggi deve fare i conti con il freno dei contatti e degli incontri imposti dalle misure di prevenzione della pandemia.

Si è cercato di reagire, come ha ben detto la Vice Ministra Marina Sereni, con rimedi adeguati: la tecnologia e la qualità. La credibilità che l’Italia ha ancora nel mondo come straordinario deposito e grande laboratorio di cultura ci consente di farlo, permettendoci di misurarci positivamente in un campo che tuttavia è diventato sempre più difficile e affollato di competitori attrezzati e ambiziosi.

Non possiamo dormire sugli allori, dunque. Tanto più che la pandemia ha provocato danni seri al sistema di formazione in italiano nel mondo e di promozione della nostra lingua e della nostra cultura, fronteggiati solo in parte con le modalità di dialogo a distanza.

La nostra lingua vive nel mondo per il suo prestigio, ma anche perché l’Italia può godere di una rete di supporto unica e di un sistema molto articolato, benché poco conosciuto. La rete di supporto è data dai 6 milioni di cittadini italiani e dai 60 milioni di italodiscendenti, ai quali sono da aggiungere ancora i tanti stranieri che amano e praticano la nostra lingua e la nostra cultura. Ebbene, i programmi e le attività promozionali che le diverse istituzioni culturali adottano all’estero non coinvolgono adeguatamente le nostre comunità, che non sono solo rifugi di tradizione, ma anche luoghi di evoluzione e di integrazione. Un limite che andrebbe al più presto superato per il bene del Paese.

Un secondo motivo di riflessione e di impegno immediato è che se l’Italia oggi può contare su oltre due milioni di persone che studiano l’italiano, ciò è dovuto a un sistema di promozione e formazione che si estende dalle scuole materne alle università straniere e coinvolge soggetti pubblici e privati. Un sistema così articolato non vive d’aria e non può funzionare bene senza programmazione e coordinamento.

Al di là delle belle parole che si usano all’inaugurazione degli eventi, ci sono due problemi seri da affrontare, subito e concretamente. Il primo, come non mi stancherò mai di dire, è il rifinanziamento del Fondo quadriennale della lingua e della cultura italiana, che scade quest’anno. Il secondo è la destinazione di una quota significativa dei fondi dell’internazionalizzazione anche al settore culturale, affinché la promozione nel mondo del nostro sistema Paese sia veramente integrata e penetrante.

Non ne abbiamo avuto mai tanto bisogno come in questo momento difficile.

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