20 01 18 NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL ESTERO ED ALTRE COMUNICAZIONI

01 – La lezione di GANDHI contro ogni intolleranza. I discorsi d’odio vengono spesso usati come scala per arrivare al potere sfruttando i pregiudizi delle persone
02 – Tagliare le poltrone non cambia un parlamento di nominati.
03 – Schirò (Pd): tutelare meglio i diritti previdenziali dei contrattisti in Olanda. Interrogazione in commissione esteri
04 – IL PARLAMENTO SVILITO DAI POPULISTI. Il taglio dei parlamentari è stato deciso senza una discussione corrispondente all’importanza della modifica di questo aspetto fondamentale della Costituzione, il referendum è necessario e occorre lavorare per fare prevalere il No per bloccare una deriva demagogica e populista
05 – Sottosegretario Merlo in Svizzera per inaugurare nuova sede consolare a San Gallo
Missione in Svizzera per il Sottosegretario agli Esteri: “A San Gallo con l’istituzione del nuovo Consolato onorario andiamo incontro alle richieste della comunità italiana, dimostrando ancora una volta quanto sia importante per questo governo ascoltare il territorio e portare soluzioni”

01 – LA LEZIONE DI GANDHI CONTRO OGNI INTOLLERANZA. I DISCORSI D’ODIO VENGONO SPESSO USATI COME SCALA PER ARRIVARE AL POTERE SFRUTTANDO I PREGIUDIZI DELLE PERSONE
«I nazionalismi dominano in moltissimi Stati», ma a rifiutarli «siamo tanti, più di quanto pensiamo». Parla Rajmohan Gandhi, nipote del leader non violento indiano. La cui eredità è quantomai attuale. «Le sue lezioni fondamentali? Niente paura e niente odio»
di Youssef Hassan Holgado da Oxford.

La Blavatnik School of government è uno dei dipartimenti più prestigiosi dell’Università inglese di Oxford. L’eccellente livello di istruzione garantito dai suoi corsi non si manifesta soltanto nel loro costo elevato, ma anche struttura che li ospita. L’edificio, inaugurato nel 2016, ha ricevuto otto premi architettonici ed è opera di Jacques Herzog e Pierre de Meuron, i quali, tra gli altri, hanno dato vita allo stadio Allianz Arena di Monaco e alla piramide di vetro che ospita la fondazione Feltrinelli a Milano. L’aula magna della Blavatnik School è gremita di persone, sono tutte trepidanti ad assistere al dialogo tra il professor Karthik Ramanna e Rajmohan Gandhi. Il cognome dell’ospite evoca alla mente uno dei personaggi storici più importanti del Novecento, il Mahatma Gandhi, colui che attraverso la disobbedienza civile e la lotta non violenta riuscì a cambiare le sorti dell’India. Oggi, a centocinquanta anni dalla sua nascita, suo nipote Rajmohan Gandhi tiene una lezione proprio su come instaurare un processo di trust-building (di costruzione della fiducia) tra le persone, superando i pregiudizi. E un uomo alto e slanciato, e i suoi ottantatré anni vengono traditi soltanto dai capelli bianchi. Indossa un Nehru grigio scuro sopra una tunica di simile colore. Il naso e il fisico esile ricordano molto quelli del Mahatma, di cui ha scritto una delle biografie più importanti mai pubblicate.

«I nazionalismi dominano in moltissimi Stati – afferma Rajmohan durante il dialogo col professor Ramanna – cercano di trovare un nemico comune per il popolo. È una realtà che fa paura, ma io ne conosco un’altra. A Londra è pieno di persone di etnie e razze diverse che camminano mano per la mano per le vie della città, ed è quella la realtà più forte – continua – non so quando questa riuscirà a sovrastare la prima, so solo che siamo tanti, più di quanto pensiamo». Messaggio ottimista per chi non si sente rappresentato dai governi populisti o di destra in Europa. Quando gli chiedono cosa pensa del movimento Fridays for future, risponde che: «Se fosse qui con noi, Gandhi si schiererebbe in prima linea contro il cambiamento climatico per prevenire il disastro che ci aspetta».

QUANDO IL MAHATMA GANDHI MORÌ NEL 1948 LEI AVEVA CIRCA TREDICI ANNI. QUALI SONO I RICORDI PIÙ IMPORTANTI CHE HA DI SUO NONNO ?
Ricordo bene quel giorno. Avevo dodici anni e mezzo quando è stato assassinato a Nuova Delhi. Quel giorno stavo partecipando ad un evento di adetica nella mia scuola, altrimenti sarei stato presente alla preghiera multi-religiosa durante la quale è stato assassinato. Frequentemente mi dimostrava il suo amore e il suo benestare dandomi delle vigorose pacche sulle spalle. Mi piaceva guardarlo parlare con franchezza, senza paura e con cortesia verso le persone che gli erano ostili. Questo mi ha insegnato che non devo abbandonare le mie convinzioni per via di possibili opposizioni.

QUALI SONO LE LEZIONI PIÙ IMPORTANTI CHE HA EREDITATO DA LUI?
Le due lezioni fondamentali sono “niente paura” e “niente odio”. Ho imparato ad ascoltare la mia coscienza così come a cercare di proteggere le persone vittime di bullismo, specialmente quelle che sono troppo deboli da potersi difendere da sole. Mi ha anche insegnato che devo pormi l’obiettivo di cercare di far capire agli altri la follia del pregiudizio, dell’intolleranza e dell’odio. Ho imparato ad essere anche un buon ascoltatore e a preoccuparmi di conoscere la direzione che sta prendendo il mio Paese, aiutandolo così a intraprendere il giusto cammino.

A PROPOSITO DI DIREZIONE DEL PAESE, IN INDIA IL PARTITO DI DESTRA BJP È A CAPO DEL GOVERNO. SECONDO LEI COME PUÒ COESISTERE UNA FORZA COSÌ RADICALE CON L’INSEGNAMENTO DI GANDHI?
L’eredità di Gandhi consiste nei valori dell’equità, della libertà di espressione, della tolleranza e dell’azione non violenta. I cittadini possono fare loro e diffondere questi valori, indipendentemente dal colore o dall’ideologia del loro governo. Se un governo mette in atto politiche che violano questi principi, i cittadini hanno l’opzione della lotta non violenta e della resistenza passiva, la cosiddetta satyagraha.

OGGI È SEMPRE PIÙ DIFFICILE CREARE PROCESSI DI TRUST-BUILDING. DISCORSI D’ODIO SONO DIFFUSI NEI SOCIAL NETWORK IN TUTTE LE PARTI DEL MONDO E SONO DIVENTATI PARTE INTEGRANTE DEL LINGUAGGIO USATO DA ALCUNI LEADER POLITICI (TRUMP, SALVINI, BOLSONARO ETC.). DA DOVE VIENE QUESTA VIOLENZA E COME POSSIAMO CONTRASTARLA?
Noi dobbiamo denunciare impavidamente i discorsi d’odio, non importa da chi provengano, che siano nostri amici e alleati o nemici. Dobbiamo fare in modo che i leader politici denuncino questo atteggiamento.
Insulti e violenza sono la scelta più facile da intraprendere quando le persone non hanno argomenti a loro favore. I discorsi d’odio vengono spesso usati come scala per arrivare al potere, un metodo per sfruttare i pregiudizi delle persone. Così come possono anche essere
l’eventuale risultato di un male o una ferita inguaribile.
In ogni caso, l’esigenza di un individuo o di un gruppo di prevalere, di diventare i numeri uno, può produrre odio e violenza.

NON È SEMPRE FACILE DENUNCIARE, SOPRATTUTTO SE ALCUNI POLITICI LEGITTIMANO UN LINGUAGGIO VIOLENTO USANDOLO QUOTIDIANAMENTE. QUAL È, QUINDI, IL PRIMO PASSO CHE OGNUNO DI NOI DEVE FARE PER INIZIARE A COSTRUIRE LÌDUCIA TRA I CITTADINI E LE COMUNITÀ?
La maggior parte delle volte noi abbiamo opinioni sulle persone che ci stanno attorno o sulle comunità vicine, ma non le conosciamo davvero. Ascoltare persone all’infuori del nostro circolo familiare o all’infuori della nostra comfort-zone è un primo passo per creare processi di fiducia. Quindi capire quali sono le loro preoccupazioni, le loro paure, le loro aspirazioni e desideri.
Una volta che conosciamo “loro” e loro conoscono “noi”, può iniziare un processo di collaborazione e fiducia. Un vero dialogo necessita di mutuo rispetto, franchezza e riconoscimento che uno stesso “fatto” possa essere visto da un punto di vista differente da spettatori che
vivono in luoghi diversi. Quando la riflessione è unita ad un ascolto BHHH sincero, scopriremo che “loro” non sono così diversi da noi e non sono nemmeno così spaventosi come pensavamo, ma soprattutto scopriremo che noi non siamo virtuosi come immaginavamo.

DA SEMPRE LEI SI BATTE CONTRO LE ARMI ATOMICHE E SICURAMENTE LO FAREBBE ANCHE GANDHI SE FOSSE QUI CON NOI. INTANTO SEMPRE PIÙ STATI NON SI FANNO PROBLEMI A MINACCIARE UNA POSSIBILE ESCALATION NUCLEARE. NON PENSA CHE ORAMAI SIA DIVENTATO UTOPICO BANDIRE QUESTO TIPO DI ARMI? E COME POSSIAMO FIDARCI DEGLI STATI CHE NE DISPONGONO?
Non importa quanto sia difficile, noi dobbiamo continuare a lottare per ottenere accordi che bandiscano le armi nucleari. Più che fidarci dobbiamo ricordare ai cittadini e ai leader mondiali gli inimmaginabili orrori di un conflitto nucleare. Bisogna anche educare le nazioni sul fatto che le persone sono tutte uguali in ogni parte del mondo, hanno tutte le stesse speranze e
paure, hanno tutte gli stessi desideri per i loro figli. Proprio per questo dobbiamo unire le nostre
forze per mettere in guardia le persone sull’incubo di un conflitto nucleare e la distruzione che arrecherebbe.

IL 2 OTTOBRE DEL 1869 A PORBANDAR NASCE IL MAHATMA GANDHI. QUAL È IL SUO RETAGGIO A CENTO- CINQUANTA ANNI DI DISTANZA?
L’esempio della sua vita è il suo primo retaggio. Lui ha insegnato all’umanità che ogni singola persona convinta delle proprie idee può fare una enorme differenza nel mondo. Ci ha insegnato che le guerre di ieri non devono ripetersi, che comunità divise possono diventare amiche. Infine ha dato alla gente comune l’arma della non violenza per combattere contro forze potenti che cercano di imporsi e dividere.

SE SUO NONNO FOSSE ANCORA VIVO QUALE SAREBBE LA BATTAGLIA NON VIOLENTA PIÙ IMPORTANTE CHE GUIDEREBBE?
In India la sua lotta più importante sarebbe quella per la parità dei diritti e la pari protezione da estendere a tutti, a prescindere dalle condizioni economiche, DALLA RELIGIONE O DALLA CASTA A CUI APPARTIENI.

 

 

02 – TAGLIARE LE POLTRONE NON CAMBIA UN PARLAMENTO DI NOMINATI. (di Alfiero Grandi)

Ho letto con interesse l’articolo di Azzariti sul referendum sul taglio dei parlamentari. Gaetano come sempre offre spunti di valutazione interessanti. Anzitutto l’esigenza di discutere del ruolo del parlamento oggi che come sappiamo è ridotto ai minimi termini.
Il parlamento oggi non gode di grande considerazione per diverse ragioni e troppi trovano comodo scaricare la crisi più profonda tra cittadini e istituzioni sui senatori e sui deputati, sostenendo come un passo importante avanti ridurli di numero (-37%).
Ha ragione Gaetano, la situazione è peggiorata nel tempo fino a “costringere” ad approvare le leggi di bilancio non solo senza un esame degno di questo nome ma senza avere il tempo di leggere i testi.
Sembra una logica conseguenza: se non servono tagliamone il numero così risparmiamo.

Il problema è che dopo l’eventuale taglio il parlamento non sarà migliorato di una virgola.
Alcune ragioni della crisi del parlamento sono i decreti legge di governi che arrivano all’ultimo minuto perchè è più comodo proporre testi di legge che entro 60 giorni debbono essere approvati, i voti di fiducia a mitraglia “obbligano” ad approvare i testi, parlamentari che escono dal coro degli yes men sono considerati un disturbo. Perchè ?

Quando nel 2001 sono stato eletto alla Camera nel collegio di Borgo Panigale il rapporto con gli elettori era possibile, con l’aiuto dei partiti e delle associazioni sul territorio. E’ stata l’ultima volta, in seguito l’elezione è avvenuta su liste il cui ordine decideva chi sarebbe stato eletti e i partiti sono diventati sempre più personali, lo conferma il nome nel simbolo che molti sostenevano essere illegale. Così si è arrivati ai parlamentari nominati dall’alto. Se poi l’alto è uno o poco più il gioco è fatto, i parlamentari debbono rispondere a chi li fa eleggere non agli elettori.

Purtroppo un parlamento di nominati dall’alto è di qualità inferiore di quello composto da personalità della cultura, della società. In più i partiti sono oggi creature indefinibili, dipendono spesso dal capo e non sono in grado di selezionare. Selezionare vuol dire anche decidere che si propone di eleggere una personalità autonoma perchè si ritiene possa valorizzare il lavoro parlamentare.
Paradossalmente il parlamento dovrebbe essere un’arena difficile in cui il governo si impegna a trovare le soluzioni, a cambiare le sue idee in campo aperto. E’ un lavoro complesso e infatti da tempo ha prevalso l’opinione che occorre garantire anzitutto la governabilità, così il governo sa che il parlamento accoglie le sue proposte senza troppe difficoltà. La velocità in cambio della qualità, della visione lunga. Il risultato è un disastro.

Gradualmente è stato intaccato il ruolo del parlamento e i parlamentari hanno dato un contributo quando hanno rinunciato alla battaglia politica per il piatto di lenticchie della riconferma garantita dai capi. Tanto gli elettori non hanno voce in capitolo, possono solo votare la lista: chi verrà eletto lo decidono i capi.

Rodotà decenni fa propose di ridurre il numero dei parlamentari lasciando solo la Camera dei deputati, altri hanno proposto di trasformare il Senato in Camera delle regioni (nulla a che fare con il pasticcio del 2016) ma tutti avevano al centro il rilancio del ruolo del parlamento adottando altre misure di garanzia.

La prima garanzia è una legge elettorale proporzionale senza soglia e con la certezza per gli elettori di potere scegliere il loro rappresentante.

Se Di Maio si presenta con ridicole forbici di cartone per tagliare le poltrone mette in ridicolo il parlamento e se con un’azione discutibile la nuova maggioranza dimostra di attribuire così poca importanza al ruolo del parlamento da capovolgere la posizione (almeno le sinistre) dal No al Si, il quadro che ne deriva è sconfortante ed è certo che il parlamento pagherà il prezzo politico e istituzionale più alto, anche di altri attori politici e istituzionali.

A nessuno piace dovere affrontare un tema complesso con un si o con un no, ma il ruolo del parlamento nella nostra Costituzione è centrale. Se si incrina, o peggio, la Costituzione entra in sofferenza.

Gaetano ha ricordato gli Usa, in quel sistema parlamento e Presidente (esecutivo) sono eletti in modo distinto e questo bilancia i poteri.

Democrazia è che nessuno può decidere da solo, nè può chiedere i pieni poteri. La nostra democrazia ha un pilastro nel parlamento, se non funziona o è dileggiato è un problema di tutti.

Per questo è necessario sottoporre agli elettori la questione e farli decidere. Se ci sarà il referendum male non può fare e forse farà bene se si parlerà del ruolo del parlamento, dei partiti, del governo, della democrazia, dei suoi difetti, dei rimedi.

Se non ci fosse la decisione del taglio dei parlamentari non ci sarebbe referendum, ma visto che c’è e per non fare la fine dell’articolo 81 meglio votare, sarà comunque un’occasione per discutere della nostra democrazia e dei suoi difetti. (Alfiero Grandi)

 

03 – SCHIRÒ (PD): TUTELARE MEGLIO I DIRITTI PREVIDENZIALI DEI CONTRATTISTI IN OLANDA. INTERROGAZIONE IN COMMISSIONE ESTERI
Per tutelare i diritti previdenziali dei lavoratori a contratto locale presso le rappresentanze diplomatiche e l’Istituto di cultura italiani in Olanda, ho ritenuto giusto e necessario presentare una interrogazione parlamentare al Ministero degli Esteri. ROMA, 15 GENNAIO 2020

I contrattisti lamentano l’assenza nel loro contratto di una copertura complementare pensionistica alla pensione minima di base olandese. Infatti nei contratti di lavoro degli impiegati locali nelle nostre rappresentanze diplomatiche nei Paesi Bassi non è prevista alcuna altra assicurazione previdenziale diversa da quella minima di base AOW ed in particolare non è previsto alcun accantonamento contributivo da parte del datore di lavoro a favore del lavoratore, né è previsto alcun trattamento di fine rapporto.

L’esclusione contrattuale dei lavoratori a contratto a legge locale da forme di assicurazione pensionistica complementare è fonte di grave preoccupazione per tali lavoratori che rischiano nell’età pensionabile, anche a causa del costante aumento del costo della vita nei Paesi Bassi, di dover far fronte a situazioni di grave disagio economico e a difficoltà di accesso ai servizi di assistenza medica e geriatrica.
Per questi motivi vari contrattisti a legge locale negli ultimi anni si sono visti costretti a rassegnare le dimissioni e la stessa Ambasciata ha rappresentato le gravi difficoltà a mantenere il personale e a reperirne del nuovo, nell’attuale situazione di pieno impiego in Olanda, per cui i datori di lavoro locali riescono a garantire stipendi equivalenti ma con maggiori coperture, tra cui quella pensionistica complementare.
Ho chiesto quindi al Ministero degli Esteri innanzitutto di prestare la dovuta attenzione al problema, già da tempo segnalato dalle rappresentanze sindacali locali, e di intervenire quindi in maniera urgente per garantire uno schema pensionistico complementare ai lavoratori a contratto locale presso le rappresentanze diplomatiche e gli istituti di cultura italiani nei Paesi Bassi in modo tale da assicurare a tali lavoratori il diritto a una pensione dignitosa e quindi a mezzi adeguati alle esigenze di vita, come d’altronde garantito dalla nostra Costituzione.
Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – Camera dei Deputati – Piazza Campo Marzio, 42
00186 ROMA – Tel. 06 6760 3193 – Email: schiro_a@camera.it

 

04 – IL PARLAMENTO SVILITO DAI POPULISTI. IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI È STATO DECISO SENZA UNA DISCUSSIONE CORRISPONDENTE ALL’IMPORTANZA DELLA MODIFICA DI QUESTO ASPETTO FONDAMENTALE DELLA COSTITUZIONE, IL REFERENDUM È NECESSARIO E OCCORRE LAVORARE PER FARE PREVALERE IL NO PER BLOCCARE UNA DERIVA DEMAGOGICA E POPULISTA. (di Alfiero Grandi)

La Costituzione della nostra Repubblica (art.1) afferma che “LA SOVRANITÀ APPARTIENE AL POPOLO, CHE LA ESERCITA NELLE FORME E NEI LIMITI DELLA COSTITUZIONE”. Per questo sono elettrici ed elettori tutti i cittadini che hanno diritto ed esercitare il diritto di voto che è “un dovere civico” (art.48). L’esercizio di questo dovere porta all’elezione dei rappresentanti degli elettori: deputati e senatori, in sostanza il parlamento. Cambiare il numero dei parlamentari incide direttamente sul ruolo del parlamento, un pilastro della nostra democrazia.

IL REFERENDUM POPOLARE SERVE A DECIDERE SE È GIUSTO TAGLIARE DEL 37% IL NUMERO DEI DEPUTATI E DEI SENATORI.
L’argomento di fondo è il risparmio dei costi, in realtà questa è una sforbiciata irrilevante (per Cottarelli 0,007 % del bilancio dello stato) mentre altera la capacità del parlamento di rappresentare gli elettori, perchè alza di molto la soglia per eleggere deputati e senatori. In altre parole per eleggere un deputato alla Camera ci vorrà almeno il 5 % dei voti e al Senato il 10%, in tanti casi molto di più.

Di Maio dopo l’ultimo voto alla Camera ha organizzato una sceneggiata con forbici, poltrone tagliate e cifre gonfiate sui risparmi, mettendo in ridicolo il ruolo del parlamento. Fa il paio con Casaleggio che ha previsto che entro qualche decennio il parlamento non sarà più necessario, dimenticando che senza il parlamento sarebbe la democrazia che conosciamo a non esserci più.

Il parlamento non può essere giudicato con questi criteri. C’è una crisi di fiducia tra istituzioni e cittadini ma concentrare le responsabilità sul parlamento è un errore, uno scaricabarile, mentre dovrebbe essere un dovere individuare i modi per ridare credibilità al ruolo del parlamento.

Se il parlamento oggi gode di scarsa considerazione è responsabilità anzitutto dei governi che impongono i loro provvedimenti con ogni mezzo: decreti legge approvati senza urgenza, voti di fiducia a raffica per imporre le decisioni, ricatto sui tempi di approvazione delle leggi come avviene da alcuni anni con le leggi di bilancio, a cui vanno aggiunti i meccanismi di elezione dei parlamentari che hanno come obiettivo garantire la fedeltà degli eletti ai capi, che di fatto li nominano e i più fedeli ai capi non sono sempre i parlamentari migliori, al contrario.

La crisi dei partiti che in passato hanno svolto la selezione dei parlamentari ha lasciato il campo a partiti personali, i cui capi non cercano i migliori ma gli yes man, disponibili ad obbedire. Come se questo non bastasse c’è chi propone l’introduzione del vincolo di mandato per gli eletti, che renderebbe definitiva la soggezione ai capi. Per fortuna finora la Costituzione (art.67) ha garantito che i parlamentari non hanno vincoli di mandato.

Il ruolo del parlamento oggi è svilito, subalterno, lontano dall’affermazione che “ogni parlamentare rappresenta la nazione” (art 67). Berlusconi anni fa aveva proposto che votassero solo i capigruppo, in modo da avere garanzia di obbedienza totale del parlamento, malgrado avesse votato che Ruby era la nipote di Mubarak.

Da due decenni i cittadini non decidono i parlamentari che a loro dovrebbero rispondere delle scelte.

La fiducia dei cittadini nei loro rappresentanti si può recuperare solo con una svolta che affidi agli elettori la scelta di chi eleggere, invece le leggi elettorali da due decenni prevedono che l’elettore voti la lista, ma i candidati da eleggere sono decisi dai capi partito, in totale solitudine.

Da diverse parti ora si riconosce che la scelta di tagliare i parlamentari è avvenuta senza un dibattito sul ruolo del parlamento, ma spesso si aggiunge che i sondaggi dicono che i cittadini sono favorevoli al taglio, quindi il No non ha futuro, in pratica un referendum inutile.

Premesso che il voto degli elettori è sovrano e il referendum popolare deciderà per tutti, già nel 2016 si diceva che il No era al 20% e avrebbe perso mentre ha vinto.

E’ vero che ogni referendum fa storia a sé e sul taglio dei parlamentari la situazione è più complicata che nel 2016, ma è fondamentale che possano essere espresse in una campagna elettorale le ragioni contrarie ad una scelta populista e demagogica che ha individuato con questo taglio dei parlamentari la soluzione peggiore, peggiorando la situazione attuale. Per di più il confronto con altri paesi europei non segnala differenze sostanziali per i deputati, mentre è impossibile un confronto europeo per il senato, basta leggersi lo studio della Camera.

In passato altri hanno proposto di ridurre il numero dei parlamentari. Rodotà, un riferimento per tanti di noi, propose di mantenere la sola Camera dei deputati, ma rafforzando il ruolo del parlamento e prevedendone l’elezione con legge proporzionale, altri hanno proposto un senato delle regioni, nulla a che spartire con la proposta del 2016, ma queste proposte puntavano a rafforzarne la funzione, non a ridurla.

Questo taglio dei parlamentari ha avuto un percorso tortuoso, la maggioranza giallo verde lo ha votato per tre volte, mentre la “sinistra”, che è nell’attuale maggioranza, aveva votato contro e poi – con una giravolta – ha votato a favore nell’ultima votazione della Camera. In realtà questa modifica costituzionale è un prezzo pagato per la formazione del 2° governo Conte, ma cambiare la Costituzione in cambio di interessi politici contingenti è una scelta inaccettabile.

Rendendosi conto della contraddizione si era deciso di riequilibrarne gli effetti con altre modifiche della Costituzione e una nuova legge elettorale, ma in particolare la nuova legge elettorale non c’è e da quel che si sa i parlamentari continueranno ad essere nominati dall’alto e non scelti dagli elettori e spazzerà via i partiti minori.

Cambiare la Costituzione per fini politici immediati con il taglio dei parlamentari è una scelta simile a quella che fece Renzi nel 2016.

E’ giunto il momento di arginare la demagogia anti istituzionale, il populismo facilone, contrapponendo una battaglia di verità, anche da posizioni minoritarie. Quale occasione migliore che riaffermare ruolo e centralità del parlamento, che risale alla rivoluzione francese ?

Opporsi al populismo, alla facile demagogia che strumentalizza il disagio dei cittadini, al tentativo di destabilizzare le istituzioni previste dalla nostra Costituzione – oggi con il taglio dei parlamentari – è importante perchè in pentola bolle qualcosa di più importante come lo sconvolgimento dell’attuale assetto istituzionale.

La destra ambisce da tempo a stravolgere le istituzioni della Repubblica e vuole il presidenzialismo, Salvini ne ha parlato apertamente, arrivando a fissare l’elezione diretta del capo dello stato per il 2029 e non è l’unico aspetto. La Lega infatti spinge per una maggiore autonomia di regioni come Lombardia e Veneto, che porterebbe ad una quesi secessione, all’abbandono di una parte delle regioni più deboli al loro destino. E’ una contraddizione tra la nuova Lega, che ha ambizioni nazionali, e la vecchia Lega secessionista che si pensa di superare con il presidenzialismo e un accentramento dei poteri, non a caso Salvini ha chiesto pieni poteri.
Lo schieramento democratico e di sinistra non riesce a contrastare con la forza necessaria questa pericolo e se subisce questo taglio si arriverà a rendere definitivamente subalterno il ruolo del parlamento.
La questione al centro del prossimo referendum è il taglio dei parlamentari, a cui occorre rispondere no, ma è anche l’occasione per porre con forza la richiesta che i rappresentanti siano scelti direttamente dagli elettori, per ridare credibilità e forza alla democrazia parlamentare prevista dalla nostra Costituzione.
I poteri forti della e nella globalizzazione puntano a ridurre i parlamenti, quindi la sovranità politica, ad un ruolo subalterno.
Bisogna decidersi a contrastare nel merito una deriva populista e demagogica che finora ha finito con l’aprire la strada alla destra peggiore.
La Costituzione non può essere a disposizione delle convenienze contingenti, meglio votare no.
(Alfiero Grandi)

 

05 – SOTTOSEGRETARIO MERLO IN SVIZZERA PER INAUGURARE NUOVA SEDE CONSOLARE A SAN GALLO MISSIONE IN SVIZZERA PER IL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI: “A SAN GALLO CON L’ISTITUZIONE DEL NUOVO CONSOLATO ONORARIO ANDIAMO INCONTRO ALLE RICHIESTE DELLA COMUNITÀ ITALIANA, DIMOSTRANDO ANCORA UNA VOLTA QUANTO SIA IMPORTANTE PER QUESTO GOVERNO ASCOLTARE IL TERRITORIO E PORTARE SOLUZIONI”

Prima missione ufficiale dell’anno per il Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo, che sarà in Svizzera dal 17 al 19 gennaio per fare tappa a Zurigo e poi a San Gallo; qui, Merlo inaugurerà una nuova sede Consolare.
Il Sottosegretario arriverà a Zurigo in mattinata; ad accoglierlo ci sarà il Console Generale Giulio Alaimo. Subito trasferimento alla Scuola statale (Infanzia ed Elementare) e Media paritaria, dove l’esponente del governo italiano terrà un colloquio con la Dirigente scolastica ministeriale Claudia Curci, e poi visita alla Camera di Commercio Italiana in Svizzera, con l’incontro con il Presidente Vincenzo di Pierri.
Poi il Sottosegretario della Farnesina visiterà la Casa d’Italia di Zurigo. Seguirà la riunione col Vice Sindaco di Zurigo, Filippo Leutenegger. Al termine, trasferimento al Liceo Freudenberg per un evento con la comunità italiana aperto a chiunque volesse partecipare.
Il giorno seguente, 18 gennaio, partenza per San Gallo, dove il senatore Merlo – accompagnato dal suo staff – giungerà intorno alle ore 10 del mattino. Ad accoglierlo ci sarà il Presidente del Com.It.Es. di San Gallo, Sergio Giacinti.
Il senatore parteciperà alla riunione del Comitato e poi a un pranzo offerto dal Centro italiano di San Gallo. Tra i vari appuntamenti in agenda, anche una breve visita alla “Fabbrica della Bontà” di cui è titolare il Signor Pietro Cappelli Coordinatore MAIE in Svizzera.Nel pomeriggio Ricardo Merlo inaugurerà il nuovo Consolato onorario, dando così soddisfazione alle richieste della comunità italiana locale.
Presenti all’evento, tra gli altri, l’Ambasciatore d’Italia in Svizzera Silvio Mignano, il Console, il sindaco di San Gallo, il presidente del Comites, il Segretario Generale del CGIE, Michele Schiavone, il coordinatore MAIE di San Gallo, Pietro Cappelli, la coordinatrice MAIE Europa, Anna Mastrogiacomo, oltre a illustri ospiti e rappresentanti delle autorità locali.
“Continuiamo a lavorare senza pause per migliorare la qualità di vita dei nostri connazionali residenti oltre confine”, dichiara il Sottosegretario Merlo, che prosegue: “In Svizzera risiedono oltre 600mila italiani, una enorme comunità a cui dobbiamo prestare attenzione e assistenza. Il Consolato Generale di Zurigo è conosciuto anche per la sua efficienza e la sua grande produttività: un fiore all’occhiello della rete consolare italiana, un modello di successo che funziona benissimo”
“A San Gallo – prosegue Merlo, avviandosi alla conclusione – con l’istituzione del nuovo Consolato onorario andiamo incontro alle richieste della comunità italiana, dimostrando ancora una volta quanto sia importante per questo governo ascoltare il territorio e portare soluzioni. Continueremo dando massima attenzione alle richieste dei nostri connazionali, ovunque essi siano nel mondo”.

Views: 492

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.