01 – Venice in peril . Acqua alta … vento … pioggia … scirocco … la bora … i turisti……
02 – Von der Leyen ottiene la «fiducia» e promette un’Europa più verde Europa. Maggioranza schiacciante per la nuova Commissione Ue. Poche defezioni tra i 5S e tanti dubbi sul piano «green»: servono soldi. Per la neo-presidente Ursula von der Leyen il voto dell’Europarlamento è stato «un voto di fiducia».
03 – La Marca (Pd): unità tra gli eletti all’estero e riconoscimento del valore della presenza degli italiani nel mondo. Questi i punti del mio intervento sulla bicamerale.
04 – La Marca (Pd): soddisfazione per i ministri di origine italiana nel nuovo governo canadese
05 – Schirò (Pd): rispondiamo al taglio dei parlamentari con una commissione bicamerale capace di fare pesare di piu’ gli italiani all’estero
06 – Schirò (Pd): prorogata “opzione donna” con la legge di stabilità, anche per le donne all’estero. Con la legge di Bilancio 2020, in discussione ora al Senato, il Governo ha prorogato di un anno la norma che disciplina il pensionamento anticipato per le donne denominata “Opzione Donna”.
07 – 25 Novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Siamo certamente in un passaggio politico delicato, quello dell’approvazione del bilancio dello Stato per il 2020 e per il prossimo triennio
08 – Legge di Bilancio e Decreto Fiscale: cosa cambia Cambiano la Legge di Bilancio e il Decreto fiscale collegato alla manovra 2020: plastic tax, auto aziendali, incentivi industria 4.0, bonus verde, lotteria scontrini, contrasto frodi, detrazioni fiscali.
09 – Sardine e rappresentanza politica, articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it e Comunicato del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di critica al taglio dei parlamentari, firmate la petizione su change org.
10 – “Nuovi viceconsolati in Venezuela”
11 – Cile, dopo «la Mimo» trovata uccisa anche la fotografa dei cortei. La denuncia di Ni una menos copntro i carabineros, sono 70 le accuse a pubblici ufficiali. Il rapporto di Amnesty contro la repressione delle forze di Pineras è durissimo
12 – Capitalism vs. the planet: toward an apocalypse of water, fire and record profit.
13 – L’ impiccione 31 / Aspettando il tacchino, nessuno è immune . 13º GIORNO DALL’INIZIO DELLE UDIENZE PUBBLICHE SULL’IMPEACHMENT Ed è arrivato anche Thanksgiving; il presidente del Comitato di intelligence della Camera, Adam Schiff, ha dichiarato che “presto” i democratici presenteranno un rapporto riguardo la campagna di pressione di Trump sull’Ucraina.
14 – Cittadinanza italiana, nuovo sistema in Paraguay: “Soddisfatte le richieste dei connazionali”
01 – VENICE IN PERIL . ACQUA ALTA … VENTO … PIOGGIA … SCIROCCO … LA BORA … I TURISTI …. Un Mosé, se fosse il vero Mosé, avrebbe diviso le acque del Mar Rosso solo per il tempo necessario ad arrivare a metà strada … e le grandi navi sono in pericolo di arenarsi sulle Zattere. E se tutto questo non facesse abbastanza schifo dobbiamo assistere anche all’arrivo di un’alta marea di politici come Salvini che si fa i selfie o Brunetta e Berlusconi come vecchi criminali che tornano sul luogo del delitto. Per favore qualcuno salvi Venezia! Andiamo al cinema a cercare un eroe che sappia mettere al sicuro la Serenissima. Chiamiamo gli inglesi. 007! Ci aiuti? No, aspetta. Meglio di no. Mi sono appena ricordato che nel secondo film della serie A «007, dalla Russia con amore» James Bond viene aggredito nella sua stanza d’albergo da Rosa Klebb con un pugnale nascosto nelle scarpe. E quell’albergo si trova a Venezia. Per questo lui non ama Venezia. Si vede quando la visita un’altra volta in versione Roger Moore nel film «Moonraker – Operazione spazio» e non solo distrugge un negozio di vetro di Murano ma ha la faccia tosta di lanciarsi in un inseguimento in gondola versione turbo tra i canali, prima di, essendo ormai sfuggito ai cattivi, farsi un giro a Piazza San Marco nella stessa gondola ormai trasformata in hovercraft. Un atto di puro disprezzo – altro che mangiare un panino – che infrange un lungo elenco di divieti. E se c’era la speranza che il tempo cambiasse il nostro agente segreto, questa ha lasciato spazio alla delusione. La versione di Daniel Craig nel suo primo film «Casino Royale» torna a Venezia, torna in albergo, ma abbiamo a malapena il tempo di gustarci un cicchetto che 007 corre per mezza città, distrugge un intero palazzo sul Canal Grande e se questo non fosse ancora abbastanza, annega la sua fidanzata nell’acqua del canale (che schifo!). Va bene. Non 007. Ma forse un supereroe della Marvel. Come Spider-Man, per esempio. NO! Non ci pensiamo nemmeno. Spider-Man è venuto a Venezia l’estate scorsa e ha quasi distrutto il Ponte di Rialto. Ok. Ma dev’esserci un altro eroe, forse dalla letteratura? Come Tom Sawyer, Alan Quatermain, Dr Jekyl e Captain Nemo. Solo per nominarne alcuni proprio a caso. No, no, no, no. Assolutamente no. Nel 2003 sono arrivati a Venezia gli eroi nei panni della Lega di uomini straordinari e hanno distrutto una serie di palazzi come fossero una serie di domino. Forse è meglio non andare ad Hollywood in cerca di un salvatore. Se non producono danni, i film stessi rappresentano un disastro come «The Tourist» di Johnny Depp. Non possiamo neanche andarci per un soggiorno romantico, grazie al film di Nic Roeg A Venezia… un dicembre rosso shocking. Basta. Lasciate che Venezia affondi. Dopo tutti i film di Hollywood non sarà più uno shock, di John Bleasdale.
02 – VON DER LEYEN OTTIENE LA «FIDUCIA» E PROMETTE UN’EUROPA PIÙ VERDE EUROPA. MAGGIORANZA SCHIACCIANTE PER LA NUOVA COMMISSIONE UE. POCHE DEFEZIONI TRA I 5S E TANTI DUBBI SUL PIANO «GREEN»: SERVONO SOLDI. Per la neo-presidente Ursula von der Leyen il voto dell’Europarlamento è stato «un voto di fiducia». La nuova Commissione europea è stata approvata ieri al Parlamento europeo con 461 voti a favore, 151 contrari e 89 astenuti. Su 751 eurodeputati, ne erano presenti 707 (assenze giustificate per i tre catalani, che avendo rifiutato di passare per Madrid, come pretende la legge spagnola, non possono essere presenti a Strasburgo). Anna Maria Merlo
UNA MAGGIORANZA schiacciante per von der Leyen, che ha tirato un grosso sospiro di sollievo dopo il risultato ristretto sul suo nome, lo scorso 16 luglio (passata con soli 9 voti). Gli europarlamentari Ppe hanno votato compatti a favore della Commissione dove hanno la presidenza e 9 commissari ufficiali più due e mezzo tra i 4 indipendenti (il mezzo è il francese Thierry Breton, scelto da Macron e ex ministro di Chirac). Nel gruppo S&D i malumori che si erano sfogati il 16 luglio sono stati riassorbiti: grosso voto a favore, con qualche astenuto (9, tra cui il francese Glucksmann, che era stato capolista alle europee) e un voto contro (Petra Kammerevert, Spd). Nel gruppo liberale di Renew Europe i francesi di Macron hanno votato tutti a favore, mentre ci sono state 4 astensioni. I Verdi, che non hanno potuto esprimere nessun commissario (non governano con un ruolo centrale da nessuna parte) si sono divisi sulla Commissione von der Leyen con una grossa astensione, un gruppetto consistente per il no ma anche 5 sì.
LA SINISTRA DELLA GUE ha votato contro, ma con un’astensione e un sì. L’estrema destra Id (dove siede la Lega) ha votato compatta contro, l’Ecr (dove c’è FdI) si è spaccato in tre parti decrescenti (a favore, contrari, astenuti), i non inscritti si sono rifugiati in maggioranza nell’astensione, ma ci cono stati anche voti a favore e contro (i 5 Stelle, che avevano permesso a von der Leyen di passare l’esame a luglio, si sono spaccati). In un emiciclo a metà vuoto, la neo-presidente ha elencato il suo catalogo di buone intenzioni: Green New Deal come «must» per i prossimi 5 anni, di fronte alla «questione esistenziale» del cambiamento climatico, una transizione «di una generazione, che dovrà essere giusta e inclusiva altrimenti non avrà luogo», Europa come luogo di espressione dei «popoli e delle loro aspirazioni», Ue da trasformare in «potere digitale con una forte economia sociale di mercato», trovare una «risposta comune a una sfida comune: l’immigrazione» (con «soluzioni che vanno bene a tutti, l’Europa darà sempre accoglienza a chi ha bisogno di protezione internazionale», ma dovrà assicurarsi che «chi non ha diritto di stare, torni a casa sua»).
INOLTRE, LA NECESSITÀ di investimenti «pubblici e privati» per «guidare la trasformazione» a livello mondiale partendo da un «handicap» perché «per anni abbiamo investito meno dei concorrenti», Usa e Cina (che hanno sorpassato l’Europa persino negli investimenti verdi). Persino la citazione di Venezia con l’acqua alta è servita a rafforzare il discorso. «Abbiamo un problema» ha risposto Martin Schirdewan della Gue: «Avete promesso di tutto, ma come farete se continuate a sostenere politiche di austerità?». Non dice nulla di diverso la capogruppo S&D, la socialista spagnola Iratxe Garcia: «Non possiamo fare di più con poche risorse, per nuovi progetti servono nuovi soldi».
LA VERDE SKA KELLER è entrata più nei dettagli: «Come fa la Commissione ad avere una politica ambientale ambiziosa senza riformare la politica agricola comune o il commercio?». E «come può Thierry Breton, businessman nel digitale, avere il mercato interno e l’Ungheria essere responsabile di dire ai candidati all’ingresso nella Ue come devono rafforzare lo stato di diritto?». Brevi cenni sull’universo da parte del capogruppo Renew Europe, Dacian Ciolas: «Dobbiamo dimostrare che siamo capaci di realizzare un patto sulla migrazione e l’asilo che si accordi con i nostri valori, costruire una nuova alleanza per gli investimenti comuni e la sostenibilità, una vera Europa della Difesa aperta alla cooperazione».
MANFRED WEBER, PPE, ha insistito sull’identità europea (confermando l’idea dello scampato pericolo, visto che era lui, capogruppo Ppe, lo Spitzenkandidat per il posto poi andato a Ursula von der Leyen): «Tutti sappiamo descrivere la nostra identità nazionale, la sua storia, la sua cultura. Ma come europei?». Weber ha però tenuto a sottolineare che la «parte cruciale» del programma della nuova Commissione comprende le «priorità» del Ppe. Anche i socialisti insistono su questo: abbiamo influenzato il programma. I socialisti hanno approvato il controverso bilancio Ue e affermano che «su ogni 5 euro spesi, un euro andrà alla lotta al riscaldamento climatico» per merito loro
03 – LA MARCA (PD): UNITÀ TRA GLI ELETTI ALL’ESTERO E RICONOSCIMENTO DEL VALORE DELLA PRESENZA DEGLI ITALIANI NEL MONDO. QUESTI I PUNTI DEL MIO INTERVENTO SULLA BICAMERALE. “Nella conferenza stampa alla quale noi eletti all’estero abbiamo partecipato per richiedere la creazione di una commissione parlamentare bilaterale sugli italiani nel mondo, ho messo al centro del mio intervento due cose: l’esigenza di essere uniti tra noi per tutelare gli interessi del nostro mondo; fare in modo che nell’opinione pubblica italiana esso sia meglio compreso e rispettato.
ROMA, 28 NOVEMBRE 2019 Veniamo dalla negativa esperienza del taglio dei parlamentari esteri, che invece avrebbero dovuto essere addirittura aumentati per rispettare il rapporto di rappresentanza esistente nelle circoscrizioni italiane. Siamo alle soglie, inoltre, dell’approvazione di una legge finanziaria che rischia di essere severa, anche per noi. Bisogna agire, dunque, con convinzione e determinazione per evitare una deriva di pessimismo e, nello stesso tempo, dobbiamo dotarci di uno strumento innovativo che incida concretamente negli orientamenti parlamentari e nelle decisioni del governo che ci riguardano. Uno strumento che, per la sua stessa composizione e per le posizioni che assume, ci aiuti anche a vincere l’indifferenza delle classi dirigenti del nostro Paese e la disattenzione dell’opinione pubblica nei confronti di milioni di connazionali che vivono fuori dai confini. Soprattutto, la Bicamerale ci può aiutare ad ottenere un più convinto riconoscimento da parte dell’Italia del valore che la presenza di milioni di suoi cittadini e discendenti può avere per i suoi stessi interessi”.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D. – Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America – Electoral College of North and Central America – Ufficio/Office: – Roma, Piazza Campo Marzio, 42
04 -LA MARCA: SODDISFAZIONE PER I MINISTRI DI ORIGINE ITALIANA NEL NUOVO GOVERNO CANADESE “Non credo di venire meno ai miei doveri di imparzialità nei confronti delle istituzioni canadesi se esprimo la mia profonda soddisfazione per la numerosa presenza di persone di origine italiana nel nuovo governo che il Premier Justin Trudeau ha formato all’indomani della consultazione elettorale. Roma, 27 novembre 2019 Dal nuovo ministro per l’immigrazione, Marco Mendicino, al confermato ministro della Giustizia David Lametti, al nuovo ministro del Lavoro Filomena Tassi, al ministro per gli Anziani Deb Schulte, eletta nell’italianissimo King Vaughan, non mancano certo i segnali di riconoscimento per le espressioni più accreditate della comunità di origine italiana. Si tratta di un giusto riconoscimento per una componente sociale e culturale che ha fatto interamente il suo dovere per lo sviluppo del Canada e che è pronta ad accompagnare e sostenere l’ulteriore evoluzione del nostro grande Paese. Auguro buon lavoro a coloro che sono stati premiati con questi incarichi di prestigio e mi felicito per la scelta con il Primo Ministro Trudeau, come spero facciano tutti quelli che, al di là di legittime distinzioni di carattere culturale e politico, hanno a cuore la visibilità e il prestigio della comunità italiana”. On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D. – Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America – Electoral College of North and Central America – Ufficio/Office: – Roma, Piazza Campo Marzio, 42
05 – SCHIRÒ (PD): RISPONDIAMO AL TAGLIO DEI PARLAMENTARI CON UNA COMMISSIONE BICAMERALE CAPACE DI FARE PESARE DI PIU’ GLI ITALIANI ALL’ESTERO. “Sono intervenuta oggi nella conferenza stampa promossa dai parlamentari eletti all’estero nella quale in modo trasversale e unitario si è riaffermata l’esigenza di istituire una Commissione Bicamerale sull’emigrazione e sulle nuove mobilità degli italiani. ROMA, 29 NOVEMBRE 2019 Su questo tema, ho presentato una delle proposte di legge depositate alla Camera e quindi saluto con convinzione e soddisfazione questa iniziativa. Ma una soddisfazione anche maggiore esprimo per il clima positivo che si è manifestato tra di noi e per la volontà, che mi è sembrata sincera, di giungere al risultato entro questa legislatura. La prima cosa da fare – ed è quello che ho sottolineato nel mio intervento – è contrastare la deriva di delusione e sfiducia che si è avviata dopo la riduzione, pesante e ingiusta, dei parlamentari della circoscrizione Estero. Mentre di fatto si tenta di ridurre un diritto di cittadinanza a un mero diritto di tribuna, noi rispondiamo aggiungendo uno strumento di rappresentanza capace di pesare nelle dinamiche parlamentari e nelle scelte di governo. Il problema è proprio questo: far pesare di più il nostro mondo e fare in modo che si possano positivamente condizionare le scelte strategiche, le misure e gli interventi con le possibilità che la ramificata presenza degli italiani nel mondo offre al nostro Paese. C’è un’altra esigenza da coprire presto e bene, quella di avere uno strumento per leggere e interpretare correttamente le tante novità che si vanno manifestando sia sul versante delle generazioni degli italo-discendenti che su quello delle nuove emigrazioni. Su queste cose che attengono alla vita delle persone e alle possibilità di proiezione internazionale dell’Italia non possiamo più continuare ad arrivare in ritardo, facendo il commento del giorno dopo. Certo, si tratta solo di un primo passo nella riorganizzazione della rappresentanza degli italiani all’estero, ma chi ha tempo non aspetti tempo, dice il proverbio, sapendo che prima possibile occorrerà fare anche gli altri passi. Intanto, per incominciare a stabilire delle forme di raccordo, nel mio progetto di legge ho previsto anche una presenza a titolo consultivo di alcuni componenti del CGIE. E’ il momento di riunire le forze e anche questo è un modo per farlo”. Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – Camera dei Deputati – Piazza Campo Marzio, 42 – 00186 ROMA Tel. 06 6760 3193 Email: schiro_a@camera.it
06 – SCHIRÒ (PD): PROROGATA “OPZIONE DONNA” CON LA LEGGE DI STABILITÀ, ANCHE PER LE DONNE ALL’ESTERO. CON LA LEGGE DI BILANCIO 2020, IN DISCUSSIONE ORA AL SENATO, IL GOVERNO HA PROROGATO DI UN ANNO LA NORMA CHE DISCIPLINA IL PENSIONAMENTO ANTICIPATO PER LE DONNE DENOMINATA “OPZIONE DONNA”. 26 novembre 2019
La disposizione è diretta a estendere anche alle lavoratrici che maturano nel 2019 i requisiti di 58 anni di età e di 35 anni di contributi (59 anni se lavoratrici autonome) l’accesso al pensionamento anticipato inizialmente previsto dalla legge n. 243/2004 (articolo 1, comma 9) solo in via sperimentale fino al 2015. “Opzione donna”, il pensionamento anticipato per le donne, è tra le misure previdenziali che il nuovo governo PD-M5S intende infatti prorogare almeno per il 2020. Si tratta di un diritto che interessa anche le donne italiane residenti all’estero e che può essere acquisito tramite il meccanismo della totalizzazione dei contributi versati in Italia e all’estero. “Opzione donna” fu pensata e introdotta dal governo di centro-sinistra e poi riconfermata per il 2018 e per il 2019 dal governo Lega-M5s. Potranno quindi beneficiare nel 2020 dell’Opzione donna per anticipare l’uscita pensionistica tutte le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2019 hanno raggiunto un’anzianità contributiva minima di 35 anni (anche con la totalizzazione dei contributi esteri) e un’età anagrafica minima di 58 anni se lavoratrici dipendenti e di 59 anni se lavoratrici autonome. E’ bene precisare che il calcolo di questa pensione anticipata viene effettuato tuttavia con il sistema contributivo (che potrebbe far ridurre l’importo della pensione). Le nostre connazionali residenti all’estero possono quindi maturare il diritto ad un pro-rata di pensione anticipato sia che siano già titolari di pensione estera sia che ancora lo siano. L’INPS nelle sue circolari ha chiarito che le lavoratrici dipendenti ed autonome conseguono il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico con il sistema delle “finestre” e cioè trascorsi: dodici mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti; diciotto mesi dalla data di maturazione dei previsti requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi. Anche le nostre emigrate quindi potranno beneficiare della pensione anticipata “Opzione donna” se perfezionano i requisiti anagrafici richiesti e se hanno versato dei contributi in Italia che sommati a quelli versati all’estero soddisfino il requisito di almeno 35 anni di contribuzione.
07 – 25 NOVEMBRE GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE. SIAMO CERTAMENTE IN UN PASSAGGIO POLITICO DELICATO, QUELLO DELL’APPROVAZIONE DEL BILANCIO DELLO STATO PER IL 2020 E PER IL PROSSIMO TRIENNIO.
Si tratterà di tenere insieme i bisogni più urgenti delle persone e degli attori della nostra vita economica, gli equilibri finanziari, messi a dura prova dalle spensierate politiche populistiche del precedente governo, e il dialogo con le autorità europee, da fare a testa alta, ma senza rischi di rotture o isolamento. Non sarà facile, ma ci dobbiamo provare con convinzione. Un buon viatico per questo cammino difficile è venuto dall’intenso e coinvolgente evento che il PD ha tenuto a Bologna lo scorso fine settimana. Inteso e coinvolgente – dicevo – perché ci siamo ritrovati in tanti e, soprattutto, ci siamo parlati con uno spirito di comunità, di dialogo. Con l’intenzione di ritrovare una strada da percorrere con idealità e coraggio, non per noi soltanto ma per aiutare chi sta soffrendo la crisi di questi anni e per il Paese, perché l’Italia torni ad essere una protagonista dinamica al suo interno e rispettata nel concerto internazionale. VE NE PARLO, CARI AMICI ALL’ESTERO, NON PER PIANTARE UNA BANDIERINA DI PARTE, MA PER UNA MIA PRECISA CONVINZIONE. Il PD è nei sondaggi, nonostante la scissione di Italia Viva, la maggiore forza che sostiene questo governo e tra gli italiani all’estero è di gran lunga e da tempo il primo partito. Se si mette a fare sul serio e si rafforza, è una buona notizia per la stabilità del governo e della situazione politica, per tutti gli italiani, qualunque sia la loro personale convinzione, e per gli stessi italiani all’estero.
TRA LE ALTRE, DUE BUONE IDEE MI SONO RIPORTATA DA BOLOGNA. La prima è il rilancio dello ius soli e dello ius culturae per gli stranieri regolarmente residenti in Italia. Un atto di giustizia e di civiltà che la maggioranza degli italiani vorrebbe vedere realizzato, nonostante le ossessive e strumentali campagne salviniane contro i migranti. Ripeto, regolarmente residenti in Italia, da anni o, se si tratta di giovani, nati in Italia e/o che abbiano compiuto in Italia un intero corso di studi. In queste ore dal Sottosegretario Merlo, dal quale per la verità restiamo in attesa di proposte e di fatti per gli italiani all’estero, non di messaggi propagandistici, è venuto un fragoroso altolà. “Noi siamo per lo ius sanguinis!”, ha tuonato il senatore, dimenticando tra l’altro che se egli stesso ha ereditato la cittadinanza argentina perché ai suoi progenitori gli era stata concessa in base allo ius soli. Francamente, a me pare un modo di stare sulla scena senza pagare il biglietto. Lo ius sanguinis? Ma chi lo tocca!!! Riconoscere a chi risiede regolarmente in Italia, lavora, paga le tasse e ne rispetta le leggi il diritto di chiedere la cittadinanza, cosa per altro già possibile, non significa toglierla a chi la richiede all’estero per diritto di sangue. Significa, semmai, ricongiungersi finalmente ai paesi più civili in Europa che questa possibilità l’hanno da tempo riconosciuta e regolamentata. Un secondo motivo di certezza che mi riporto da Bologna è che il più grande partito di centro-sinistra ha ormai imboccato irreversibilmente la strada di un’Italia sempre più verde ed ecologica, dimostrando di aprirsi realmente e sinceramente agli impulsi che provengono, a livello mondiale, soprattutto dai giovani. Non a parole o per slogan, ma con atti concreti di governo, come stanno a dimostrare i 7 miliardi di euro di investimenti per il New Green Deal e i sei miliardi di esenzioni per tutti quelli che si vogliono mettere su questa strada. Impegnare risorse non banali con i tempi che corrono, a me sembra una scelta di buona politica e un atto di speranza. Ecco, speriamo di avere il tempo di fare queste cose, di aprire e consolidare queste prospettive. Servirebbe – ne sono certa – anche a riconciliare tante persone deluse con la politica e le istituzioni. Per la crisi che attraversiamo idealità, concretezza e innovazione credo siano realmente buoni rimedi. Angela Schirò – Deputata PD Europa tramite gmail.mcsv.net
08 – LEGGE DI BILANCIO E DECRETO FISCALE: COSA CAMBIA CAMBIANO LA LEGGE DI BILANCIO E IL DECRETO FISCALE COLLEGATO ALLA MANOVRA 2020: PLASTIC TAX, AUTO AZIENDALI, INCENTIVI INDUSTRIA 4.0, BONUS VERDE, LOTTERIA SCONTRINI, CONTRASTO FRODI, DETRAZIONI FISCALI. di Barbara Weisz
LEGGE DI BILANCIO 2020: ANALISI DI TUTTE LE MISURE 5 Novembre 2019
C’è l’annunciata marcia indietro del Governo sui punti maggiormente contestati, come la plastic tax e la stretta sulle auto aziendali, la proroga del bonus verde e in vista novità sul fronte Industria 4.0, con l’estensione degli incentivi alle imprese agricole e la proposta di trasformare iper e super-ammortamento in credito d’imposta. Sono gli emendamenti e le proposte di modifica annunciate dall’esecutivo alla Legge di Bilancio 2020, è in Commissione in Senato e dal 3 dicembre in Aula. Nel frattempo, il Parlamento modifica anche il decreto fiscale collegato alla manovra, facendo slittare in luglio la partenza della lotteria degli scontrini. Fra le altre novità del decreto fiscale, ricordiamo la detrazione IRPEF al 19% per le lezioni private dei figli minorenni e task force Fisco e Guardia di Finanza contro le imprese mordi e fuggi.
EMENDAMENTI MANOVRA 2020 PLASTIC TRAX Il premier Giuseppe Conte conferma che il Governo sta predisponendo modifiche alla tassa sulla plastica: «abbiamo trovato già per buona parte le coperture, siamo in dirittura finale e questa è una notizia molto positiva». Dunque, sarà ridimensionato il provvedimento che, nella formulazione originaria del ddl, prevede un costo aggiuntivo di un euro al chilo per gli imballaggi di prodotti monouso (in prims, gli alimentari). Contro questo balzello c’è uno schieramento compatto dal mondo delle imprese, non solo di settore. L’ultima protesta è arrivata infatti da dieci associazioni imprenditoriali che rappresentano artigianato, agricoltura, commercio, cooperative e piccola e media industria (Cna, Casartigiani, Claai, Confesercenti, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop, Confapi, Agci).
AUTO AZIENDALI FRINGE BENEFIT: RINCARI PER IMPRESE E DIPENDENTI 4 Novembre 2019Il Governo, prosegue Conte, sta anche «lavorando con tutti i soggetti coinvolti per pervenire a una soluzione quanto più possibile condivisa, che riveda in maniera sostanziale e rimoduli la misura» sulle auto aziendali. Al momento, il ddl alza dal 30 al 60% il fringe benefit sulle auto aziendali ad uso promiscuo non ecologiche, al 100% su quelle di grossa cilindrata ad alte emissioni. L’idea è quella di una revisione «sostanziale», che «dovrà contemperare, da una parte, l’esigenza di perseguire una giusta transizione verso tecnologie a zero emissioni e, dall’altra, accompagnare la transizione senza colpire, in modo improvvido, lavoratori ed aziende».
BONUS CASA BONUS VERDE, PROROGA AL 2020 22 Novembre 2019Modifiche anche al capitolo detrazioni sulla casa, con diversi emendamenti che chiedono la proroga del bonus verde (in vista, potrebbe esserci anche una proposta di modifica da parte del Governo). Si tratta della detrazione fiscale al 36%, su un tetto di spesa di 5mila euro, sui lavori di sistemazione a verde degli edifici. Restano tutte le altre detrazioni previste dal ddl: proroga agevolazione ristrutturazioni ed ecobonus nell’attuale misura del 50 e 65%, bonus mobili, nuovo bonus facciate al 90%, anche sui lavori di manutenzione ordinaria, senza tetti di spesa. Industria 4.0 In vista, potrebbero esserci novità anche sul fronte delle misure Industria 4.0. Il ministero dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, ha sottolineato che «a saldi invariati, stiamo cercando di capire se già con questa legge di Bilancio si possa passare a un sistema diverso di incentivazione». L’idea è quella di trasformare il super e l’iper ammortamento in crediti d’imposta. In questo modo, «potremmo allargare la platea delle imprese del 40%», aprendo ad esempio alle imprese che applicano regimi forfettari. E c’è un emendamento che prevede l’estensione dell’iper e del supermmortamento anche agli agricoltori, per il rinnovo delle macchine agricole (come i trattori). Le imprese del settore chiedono anche misure di rottamazione, sempre per incentivare l’acquisto di nuovi macchinari.
DECRETO FISCALE LOTTERIA E SCONTRINI ELETTRONICI, REGOLE ONLINE 4 Novembre 2019Modifiche in vista anche al decreto legge fiscale collegato alla manovra. Fra le altre, il rinvio a luglio della lotteria scontrini (attualmente prevista dal primo gennaio) e una nuova strategia di lotta alle imprese “mordi e fuggi” (che aprono e chiudono velocemente con l’unico obiettivo di evadere il Fisco), che prevede la creazione di una specifica task force di cui faranno parte Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza. Infine, introduzione di una nuova detrazione fiscale al 19% sulle lezioni private per figli minorenni, destinata alle famiglie con un reddito ISEE fino a 50mila euro.
09 – SARDINE E RAPPRESENTANZA POLITICA, ARTICOLO DI ALFIERO GRANDI SU WWW.JOBSNEWS.IT E COMUNICATO DEL COORDINAMENTO PER LA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE DI CRITICA AL TAGLIO DEI PARLAMENTARI, firmate la petizione su change org. Il movimento delle sardine è iniziato a Bologna – a sorpresa – con ironia e determinazione per contrastare la crescita della Lega e la sua presunta vittoria politica, data troppo per scontata da gruppi dirigenti frastornati dai sondaggi e indeboliti dal distacco da settori decisivi della società. Questo movimento si sta diffondendo, confermando che settori importanti della società sono decisi a farsi sentire per bloccare la resistibile ascesa della Lega. Vedremo dove arriverà e quanto si estenderà, speriamo molto.
LA PRIMA RIFLESSIONE che si può fare è che fino a poco tempo fa il Movimento 5 Stelle raccoglieva settori importanti di insoddisfazione, ma il governo giallo verde ha dato un colpo decisivo alla rappresentanza politica “né di destra né di sinistra”, perchè è apparso chiaro che sotto questa formula ha dominato di fatto una svolta a destra, culturale, sociale e politica in tanti campi, segnatamente su migranti e sicurezza, argomenti in cui Salvini ha fatto il bello e il cattivo tempo per tutto il Conte 1.
LA SECONDA RIFLESSIONE è che “né di destra né di sinistra” è una formula politica ormai logora e che non ha più la forza di indicare un percorso politico convincente. Le prove concrete di questa formula dal marzo 2018 ad oggi hanno dimostrato che così in realtà si dà spazio alla crescita dei valori e del peso della destra. Per di più una destra estremista che mette in serio imbarazzo perfino i moderati che avevano contribuito a dare vita al vecchio centrodestra. Salvini sta cercando strumentalmente di stemperare a fini elettorali alcuni comportamenti ma la sostanza non cambia.
LA TERZA RIFLESSIONE è che c’è un’area di persone, giovani ma non solo, che non ha il timore (tutto ideologico) di apparire solo contro. Perché essere contro le ingiustizie, contro il razzismo, contro il rifiuto degli stranieri, contro il fascismo è del tutto motivato, anche se non basta, ma questo è un altro discorso. Riuscire a bloccare le derive peggiori vuol dire darsi il tempo per creare le condizioni per elaborare proposte e trovare soluzioni. Del resto fermare la crescita della Lega è oggi la premessa per riaprire la possibilità per l’Italia di non precipitare nel buco nero, di diventare un paese cattivo, egoista, chiuso in sé stesso, reazionario, perfino sanfedista, tentazioni ben visibili e che la Lega spande a piene mani.
LA QUARTA RIFLESSIONE è che non si può rispondere ad un movimento come questo solo rivendicando risultati e buon governo. Non bastano solo i risultati del buon governo, sottovalutando l’impatto dell’attacco politico generale che sta cercando di fare la Lega. I risultati sono importanti ma non bastano, anche perché l’Emilia ha sempre dato una particolare torsione all’iniziativa locale, con orizzonti di solidarietà oltre quello regionale, con l’ambizione di creare un modello sociale nuovo, più avanzato, di fare crescere l’insieme, di impostare legami forti attraverso l’estensione dello stato sociale e in una dialettica forte ma regolata nella società e nell’economia. In sostanza con ambizioni di costituire un modello a respiro nazionale. Come si fa ad esercitare un ruolo nazionale se l’orizzonte coincide con quello regionale? È evidente che l’ambizione deve essere di parlare al paese e oltre, cioè essere un esempio, anche se non un universo compiuto ed appagato. Altrimenti il movimento delle sardine non ha ruolo perché il suo no parte da altre motivazioni che si aggiungono ai risultati del governo locale.
LA QUINTA RIFLESSIONE è che valutare la società dell’Emilia Romagna come un insieme di obiettivi raggiunti, appagata, porta a sottovalutare le contraddizioni, i problemi che esistono anche in questa regione. Non a caso il movimento dei raider è partito da Bologna, non a caso molti intervistati alle manifestazioni di Salvini hanno motivato il loro cambio di campo con problemi irrisolti nella sanità, nel sociale, nel sentirsi soli. Certo votare per la destra sarebbe la soluzione peggiore ma le motivazioni del disagio vanno ascoltate e rappresentate perché indicano che non tutto è risolto, anzi. Di più, ci sono scelte importanti da compiere per garantire il futuro economico, produttivo, ecc. e non dipendono solo dall’ambito regionale, altrimenti si rischia di sentirsi appagati e questo non consente di capire i problemi da affrontare.
LA SESTA RIFLESSIONE è che senza abbandonare la valutazione proposta agli elettori sui risultati dell’amministrazione regionale resta il problema di uscire dalla difensiva, altrimenti il contesto politico rischia di rimanere appannaggio di Salvini e della destra. Il movimento delle sardine ha il merito di avere sollevato il problema, anche se non lo risolve, almeno per ora, e quindi è necessario che senza mettere in secondo piano il confronto sul governo della regione venga posta con chiarezza in campo anche l’alternativa politica alla destra. Ad esempio sui migranti e l’accoglienza, oppure sull’ambiente. Contro la destra per un’alternativa politica e con una discussione sui risvolti nazionali ed europei che ne derivano perché deve riemergere lo schema del confronto tra alternative politiche.
LA SETTIMA RIFLESSIONE riguarda le nuove modalità per diffondere una posizione politica. Già all’epoca di Berlusconi si crearono movimenti di contrasto come i girotondi. È evidente che il movimento appena iniziato è diverso e oggi il perno è la convinzione che occorre fare diga contro una destra inaccettabile, reazionaria, sanfedista, usando lo strumento della rete per mobilitare. La rete è la novità che ha consentito a Salvini di lanciare un’opa sul governo del paese, facendo crescere l’incubo della sua vittoria, da troppi data per scontata, ma la rete è anche lo strumento che può essere usato contro, confermando che esiste una domanda politica che oggi non trova risposta. Si caratterizza con un contro perchè l’alternativa è confusa e per ora non è disponibile. Se la risposta a questa domanda di politica alternativa alla destra non trovasse risposta si potrebbe verificare un ripiegamento oppure una proiezione politica diretta, un po’ come è avvenuto con il M5Stelle.
L’OTTAVA RIFLESSIONE, riguarda il problema politico che emerge. Da un lato c’è una consapevolezza politica probabilmente con motivazioni diverse tra loro, un orientamento democratico e di sinistra che sembrava scomparso da questa stagione, dall’altra un interfaccia politico che non è in grado per ora di candidarsi a diventarne l’interlocutore, di tradurre questa spinta in progresso politico, purtroppo questo avviene senza distinzioni interne sostanziali.
LA NONA RIFLESSIONE riguarda l’individuazione di una modalità per rispondere all’esigenza di una alternativa politica netta. Potrebbe venire un contributo da parte dell’intellettualità e dell’associazionismo democratico e di sinistra che potrebbero aiutare a raccordare positivamente questi due mondi oggi sostanzialmente paralleli. La questione non è tanto di evitare di mettere il cappello sulle sardine, per la semplice ragione che non se lo farebbero mettere, quanto di raccoglierne il messaggio politico e la spinta, ammettere l’incredibile caduta di credibilità dell’interfaccia politico di sinistra e tentare di risalire con l’aiuto delle energie disponibili che sono tante e hanno statura intellettuale sufficiente, a patto che ci sia disponibilità all’ascolto e alla traduzione politica delle richieste, scuotendosi di dosso subalternità e giorno per giorno. C’è da augurarsi che le elezioni regionali in Emilia Romagna abbiano offerto l’occasione non solo per respingere l’offensiva della Lega ma per avviare la ricostruzione politica e sociale di un’alternativa credibile alla destra in Italia. Limitarsi a ritardarne la vittoria non basta e le sardine chiedono di più., di Alfiero Grandi
10 – “NUOVI VICECONSOLATI IN VENEZUELA” , NUOVI VICECONSOLI ONORARI IN VENEZUELA, A PUERTO ORDAZ E A BARQUISIMETO, “PER ESSERE ANCORA PIÙ VICINI AI NOSTRI CONNAZIONALI”, dichiara il Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo “Così si rafforza ulteriormente la nostra rete consolare, per essere ancora più vicini agli italiani e agli italo-venezuelani in Venezuela”, dichiara il Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo, fondatore e presidente del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero. “Complimenti all’Ambasciatore d’Italia in Venezuela, Placido Vigo – aggiunge Merlo -, che sta portando avanti un ottimo lavoro, a stretto contatto con la comunità italiana”. Benito Barcarola, avvocato, ha preso servizio a Barquisimento, la cui giurisdizione comprende Stato Lara e Stato Yaracuy (Distretti Bruzual, Nirgua, Urachiche e Yaritagua). Paolo Padovan prenderà servizio a Puerto Ordaz, competente per lo Stato Bolívar (Distretti Piar, Roscio, Caroní). “Non ci dimentichiamo degli italiani in Venezuela”, commenta il Sen. Merlo, che conclude augurando “buon lavoro ai due nuovi vice-consoli, nell’interesse della comunità italiana in terra venezuelana”.
11 – CILE, DOPO «LA MIMO» TROVATA UCCISA ANCHE LA FOTOGRAFA DEI CORTEI. LA DENUNCIA DI NI UNA MENOS COPNTRO I CARABINEROS, SONO 70 LE ACCUSE A PUBBLICI UFFICIALI. IL RAPPORTO DI AMNESTY CONTRO LA REPRESSIONE DELLE FORZE DI PINERAS È DURISSIMO, di Claudia Fanti
Mentre il Cile è ancora scosso dal dolore e dall’indignazione per la morte di Daniela Carrasco, l’artista di strada nota come «el Mimo» trovata impiccata alla periferia di Santiago – «violentata, torturata e assassinata», secondo la denuncia del movimento femminista Ni una menos – fa discutere nel paese il caso di un’altra donna, la 38enne Albertina Martínez Burgos, fotografa e assistente alle luci della rete televisiva Megavisión, trovata morta nel suo appartamento nella capitale con segni di percosse e di pugnalate. Fin dall’inizio della rivolta popolare contro il governo Piñera, la giovane fotografa aveva partecipato attivamente alle proteste, documentando in particolare casi di repressione e di abuso da parte dei carabineros e dei militari nei confronti delle donne impegnate sul fronte della comunicazione. «Esigiamo che vengano chiarite le cause della sua morte», ha dichiarato Ni una menos, evidenziando come nel suo appartamento mancassero computer, macchina fotografica e qualunque traccia del suo lavoro sulle giornate di lotta. Due casi, quelli di Daniela e di Albertina, che gettano una luce inquietante sulla violazione dei diritti delle donne durante la crisi attuale. Non a caso sono arrivate a 70 le denunce di violenza sessuale a carico di pubblici ufficiali, come emerge dal durissimo rapporto di Amnesty International sull’azione delle forze di sicurezza sotto il comando del presidente Piñera, accusate di ricorrere alla violenza – fino alla repressione indiscriminata, al pestaggio selvaggio, alla tortura, allo stupro, all’omicidio – per dissuadere i manifestanti dal partecipare alle proteste. E mentre si attende il rapporto dell’Alto Commissario Onu per i diritti umani, la cui équipe ha concluso venerdì la sua visita ufficiale, è chiaro che le violente azioni repressive delle forze dell’ordine – durante le quali oltre 2300 persone sono state ferite (1400 per colpi di arma da fuoco) e 220 hanno subito gravi traumi agli occhi – non servono di certo a rendere più credibile l’accordo sul plebiscito per una nuova Costituzione raggiunto da tutte le forze politiche (ad eccezione del Partido Comunista e di quello Humanista). Che lo «storico accordo», celebrato con grande ottimismo dalle classi dominanti, sia destinato appena a realizzare cambiamenti di facciata è risultato del resto subito evidente al movimento di protesta, secondo cui l’introduzione della maggioranza dei due terzi per l’approvazione degli articoli che dovrebbero comporre il nuovo testo costituzionale sarebbe già di per sé sufficiente a consentire alla minoranza conservatrice di bloccare ogni cambiamento reale, a partire dalla rinazionalizzazione del rame e del litio. Ed è proprio contro la trappola tesa dal governo – quella appunto di un processo costituente controllato dalle élite – e contro le violazioni dei diritti umani che le organizzazioni sindacali aderenti alla Mesa de Unidad Social hanno convocato per il 26 e il 27 novembre un nuovo sciopero nazionale.
12 – CAPITALISM VS. THE PLANET: TOWARD AN APOCALYPSE OF WATER, FIRE AND RECORD PROFIT. REPORTAGE. IT IS UNFORTUNATE THAT THE MOST CRUCIAL YEARS OF THE CLIMATE EMERGENCY WILL BE GUIDED BY A MORALLY CORRUPTED POLITICAL CLASS, WHICH DENIES SCIENCE AND FANS INEQUALITY. THROUGH FLOODS AND FIRES, WE HAVE ALREADY GLIMPSED THE FATE OF OUR PLANET. written by Luca Celada
This Fall of 2019 may be remembered as the moment in which the “slow motion catastrophe” of climate change finally came to be perceived as an actual emergency. In these months the United States formalized its renunciation of the Paris climate accords — that insufficient but essential piece of an attempted global response to the environmental crisis. It was the season in which a teenager addressed the UN, expressing all the outrage and the righteous rage of a generation that, it appears, will be left to deal with the woeful failures of those who come before and a future that looks increasingly dire. Greta Thunberg’s dramatic address was followed by a North American tour in which the young Swedish activist sought to spotlight the issue of climate change and its impact on the planet’s diverse communities. In November, Greta sailed back toward Europe and the COP 25 Global Climate Conference in Madrid (Dec. 8-12) at the same time a once-in-500-year flood devastated Venice. Anguished residents tweeted images of the sea water engulfing the city in an Acqua Alta event with few precedents. The level of the tide which submerged medieval streets and priceless monuments equaled a previous record set in 1966. The city’s San Marco Cathedral was inundated with knee-high salt water for only the sixth time in its 1,000-year history. Two of those events have now been recorded in the last 20 years. The great flood of Venice came on the heels of increasingly urgent warnings from the scientific community about the accelerating speed of arctic ice melt and its foreseeable effects on global sea levels. Sounding the retreat In mid-October, just as the Caribbean hurricane season was giving way to fire season in the Western United States, a wealthy enclave in Northern San Diego county caused a controversy by refusing to comply with California Coastal Commission requirements. The agency, which has jurisdiction over the state’s coast, asked every community with Pacific shoreline to prepare contingency urban plans that take into account forecasted coastal erosion and coastal flooding due to rising sea levels. Local administrations must show they are prepared to deal with coming floods with planned barriers and sea walls, shoring-up projects and other measures. Among these, the Coastal Commission is also requiring “planned retreats” in which cities must show plans for abandoning frontline and low-lying areas more prone to flooding and likely to be at risk. In light of ever-harsher climate phenomena, and while the political establishment is largely still in scientific denial, “coastal retreat” has become a reality at the local administration level. Cities have in fact been building the abandonment of at-risk areas into their urban planning. From New Orleans to Miami (not to mention Fiji and Bangladesh) planned retreat from the coasts has already begun, as well as, of course, the very much more chaotic exodus of climate refugees. What made news in Del Mar was the refusal of the wealthy residents to even contemplate abandoning luxury homes in the face of advancing waters. In fact they — and many other coastal residents — may soon no longer have the luxury of that choice. The California coast is actually rated as one of the best prepared. Elsewhere many battles are already being lost. After Hurricane Katrina’s catastrophic landfall, for example, Louisiana has already forfeited lands as “indefensible.” Case in point, the small Isle de Jean Charles, the ancestral home of the Chitimacha, Biloxi and Choctaw native people, has lost 98% of its landmass, and its last inhabitants are being relocated en masse. In Florida, whose 1,350 miles of coastland are statistically some of the most at risk, coastal retreat is also a reality. A University of Florida study estimated that 80% of the Florida Keys may end up underwater before the century is over. In the Sunshine State, six million people may have to relocate inland — three million just in Miami-Dade County. Each successive hurricane season determines an advance of the water — and the retreat of homeowners who decide not to rebuild — or are redlined by mortgage banks and insurers and have no choice but to leave. Elsewhere, like in New Jersey, the state bought out 3,000 owners whose houses were destroyed or damaged by superstorm Sandy in 2012, and their land has been designated to remain permanently uninhabited while it builds a 5.3-mile barrier on its Southern coast meant to keep the water back — for now. The startling truth that emerges from a growing number of studies and scientific projections is that up to 13 million Americans may have to abandon the coasts by the year 2100. The Great Flood of Venice may just be a taste of things to come. And the same fate may soon befall the citizens of Dakha, Ho Chi Minh City, Shanghai, Mumbai and Kolkata. The resulting refugee crisis could dwarf the current exodus as well as presumably lead to commensurate xenophobic reactions which some are already calling “climate fascism.” Before the flood Rising sea levels recently became headline news again. A new climate study published by the journal Nature at the beginning of November modeled the topographical elevations measured with a variety of laser (LiDAR) and satellite methods and cross-referenced them with the most recent forecast for sea level rise to produce an interactive, searchable map of what the world’s coasts might look like in 2050. The results are dramatic to say the least. Up to 190 million people worldwide currently live under what is projected to be the level for high tides by 2100. But those projections refer to a best case scenario, one in which aggressive measures are immediately adopted to contain and reduce carbon emissions. In the worst (and more probable) forecast, in which emissions continue to grow at current rates, climate refugees forced to abandon land that will become uninhabitable may total 630 million — 150 million just by 2050. Miami, Shanghai, Mumbai, Ho Chi Minh City, Venice and New Orleans are among the cities that would lose land to floods or be largely engulfed. Great deltas the world over, traditional draws for population centers, risk becoming flooded. At the mouth of the Nile, Alexandria may disappear altogether. In the Mississippi, much of Louisiana’s Bayou could be lost. A similar fate could befall the Mekong delta, threatening 20 million people, one quarter of Vietnam’s population.
CALIFORNIA ON RED ALERT. Before leaving North America, Greta Thunberg spent some days in California. Speaking in Los Angeles, she referenced the wildfires raging in Southern California at the time. The tens of thousands of people evacuated in those days, she proposes, should by all rights be counted as climate refugees, victims of flames fanned by annual drought and winds whose incremental intensity ha produced ever fiercer fire seasons and are directly tied to a climate ever more demonstrably out of balance. All of it highlights the glaring absence of a political response. On the contrary, Donald Trump, whose administration considers climate change a “scam,” blames the victims. He threatens to withhold federal aid because local authorities did not “rake the forests” like he told them to (never mind that this year’s wildfires have burned almost exclusively in brush — and that the majority of California forests are actually on federal land). It’s the “depraved indifference” denounced by Robert Redford in a scathing op-ed commenting on the American exit from the Paris treaty on Nov. 4. The episode is tragicomic, but the mounting clash between California and the Federal government well represents the absence of a political response capable of rising to the dire occasion. The squabble is also part of a larger environmental fight pitting Sacramento, the California capital, against Trump’s climate-denying White House. Since his swearing in, Trump has been on a mission to reverse Obama-era regulation — none more vehemently than the strict rules enacted on carbon emissions — part of his dismantling of the EPA and the entire environmental apparatus on behalf of the carbon industry. That in turn has pitted him squarely against California, which was granted a special waiver in the 1970s to set its own strict fuel efficiency standards to which automakers have traditionally conformed. Trump is now threatening to revoke the waiver and force the state to conform to more lax efficiency standards. The dispute has given rise to regulatory chaos: Ford, Honda, Volkswagen and BMW, representing approximately 30% of the US market, have publicly adopted California rules. Toyota, General Motors and Fiat Chrysler signed on to the Trump plan. Decades of progress on air quality and the nation’s largest market for electric vehicles hangs in the balance. Sounding the alarm The California standoff is emblematic of the damage in the wake of the populist-liberal regression taking place at precisely the wrong moment: just when the accelerating climate change would require creative and responsible politics and time is running out. That fact became even more unmistakable with the publication in BioScience of yet another study on Nov. 5. The document reads in part: “Scientists have a moral obligation to clearly warn humanity of any catastrophic threat. … On the basis of this obligation and the graphical indicators presented below, we declare, with more than 11,000 scientist signatories from around the world, clearly and unequivocally that planet Earth is facing a climate emergency.” The signatories go on to detail the threats and outline a necessary response in six points. The sixth is remarkable. Reduce emissions of carbon, methane and hydrofluorocarbons Replace fossil fuels with cleaner, renewable energy sources Protect and restore Earth’s threatened ecosystems Reduce meat consumption and reform industrial food production Population control Shift economic goals from GDP growth toward sustainability and prioritize reducing inequality This statement of factual truth by the scientific community underscores the political nature of the crisis as well as a necessary precondition for its solution. If we are to escape the vicious spiral of consumption and forced growth which have brought us to this point, we need to radically rethink the system which produces it. Markets cannot supply the solution because they have in large part produced the problem. As Naomi Klein details in her latest book, On Fire, neoliberal tweaking of the system is doomed to fall short, now that the problem has been ignored for so long. Capitalism is incompatible with the survival of the planet — as became abundantly clear in Venice where a fragile lagoon system was never protected and turned into a docking pond for cruise line behemoths, which further damaged the seabed and broke the ecosystem’s ability to self regulate. The dynamic was underscored in California this Fall. As the flames from the wildfires lit up the skies red and the Diablo and Santa Ana winds howled in the canyons and brushlands, millions of residents also had to contend with power blackouts. For days on end, the anxiety of approaching danger was compounded by the lack of electricity in wide swathes of the state, plunging millions of citizens of the vaunted technological utopia, and fifth world economy, into pre-industrial uncertainty. The shutoffs were intentional cautionary measures by the state’s electric utilities whose power lines have been blamed for a growing number of fires. Winds wreak havoc on exposed electrical wires, causing short circuits and sparks which have ignited blazes, including one that destroyed 1,200 homes in Santa Rosa and last year’s deadly fire that killed 89 people in the Northern California town of Paradise. The California singularity is that two-thirds of electrical utilities have been privatized. Companies like PG&E and Southern California Edison have had little incentive to maintain the aging infrastructure, concentrating instead on the business of private corporations: maximizing profits, distributing dividends and generous bonuses to executives. At the same time, as the fire damage and environmental devastation mount, utilities have been driven to bankruptcy by lawsuits and liability and left the public with the bailout bill as per the familiar model of private profits and socialized losses popularized by Wall Street. The latest instance of market forces bespoiling the planet and leaving us to pick up the pieces — and the tab. There could not, in short, have been a worse regime to deal with the growing emergency than the neoliberal status quo that arose with Reaganism to engulf the planet with financial oligopolies culminating with today’s runaway inequality and rise of unstable extremist, authoritarian regimes. A global regression which coupled with environmental imbalance is literally a mortal double threat. Such is the stage for what is arguably civilization’s greatest challenge, one that will have to answer the question posed by British theorist Mark Fisher: Will the death of the planet come before the demise of capitalism? Or will we be able to imagine an alternative?
13 – L IMPICCIONE 31 / ASPETTANDO IL TACCHINO, NESSUNO È IMMUNE . 13º GIORNO DALL’INIZIO DELLE UDIENZE PUBBLICHE SULL’IMPEACHMENT ED È ARRIVATO ANCHE THANKSGIVING; IL PRESIDENTE DEL COMITATO DI INTELLIGENCE DELLA CAMERA, ADAM SCHIFF, HA DICHIARATO CHE “PRESTO” I DEMOCRATICI PRESENTERANNO UN RAPPORTO RIGUARDO LA CAMPAGNA DI PRESSIONE DI TRUMP SULL’UCRAINA. APPENA I DEPUTATI TORNERANNO DALLA PAUSA DEL GIORNO DEL RINGRAZIAMENTO CONSEGNERANNO L’INCHIESTA DI IMPEACHMENT AL COMITATO GIUDIZIARIO. Di Marina Catucci
SI PREPARANO GLI ARTICOLI DI IMPEACHMENT Il dibattito all’interno del partito ora verte su quanto ampi debbano essere gli articoli di impeachment. Alcuni democratici prefigurano pagine e pagine di articoli distinti, includendo anche la condotta delineata nel rapporto Mueller sul Russiagate e l’ostruzione della giustizia in merito all’indagine sull’Ucraina. Altri invece vorrebbero limitare gli articoli solo allo scandalo ucraino. Questa seconda scelta è forse meno ortodossa ma mira alla comprensibilità in modo da rendere tutta la vicenda più facilmente leggibile per il pubblico americano.
(Adam Schiff said in a letter today that his committee is preparing a report on its investigation into Trump and Ukraine, which will be transmitted to the House Judiciary Committee shortly after Thanksgiving. https://www.axios.com/adam-schiff-ukraine-report-judiciary-committee-impeachment-5736fee0-96c2-4b06-bab4-e878733404cd.html?utm_source=twitter&utm_medium=social&utm_campaign=organic&utm_content=1100 … Schiff says Ukraine report will be sent to Judiciary Committee after Thanksgiving)
I PRESIDENTI NON SONO RE In attesa del tacchino di Thanksgiving, una corte federale ha decretato che l’ex consigliere della Casa Bianca, Don McGahn, non è esente dall’obbedire a un mandato di comparizione da parte della Camera, anche se la Casa Bianca afferma che il personale attuale e non più in carico, gode di “un’immunità assoluta”. Questa decisione è rilevante in quanto non riguarda solo McGahn, ma anche l’ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, che ha più volte affermato di essere in possesso di informazioni preziose ma che finora non ha testimoniato nell’indagine sull’impeachment per via del veto della Casa Bianca. Il dipartimento di giustizia ha, ovviamente, già in programma di presentare ricorso, ma la situazione non è cosi semplice come si pensava emanando un veto a comparire. Il caso quasi sicuramente arriverà davanti la Corte Suprema, e il giudice della corte federale che ha deliberato su McGahn, Ketanji Brown Jackson, sembra aver scritto la sentenza avendo ben chiaro in mente questa eventualità. “Detto in parole semplici – ha scritto Brown Jackson – il principale apporto degli ultimi 250 anni di storia americana è che i presidenti non sono re. Ciò significa che non hanno soggetti, legati dalla lealtà o dal sangue, di cui hanno il diritto di controllare il destino. Piuttosto, in questa terra di libertà, è indiscutibile che gli attuali ed ex impiegati della Casa Bianca lavorino per il Popolo degli Stati Uniti e che prestino giuramento per proteggere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti”.
(Judge Ketanji Brown Jackson’s ruling: “Stated simply, the primary takeaway from the past 250 years of recorded American history is that Presidents are not kings … This means that they do not have subjects, bound by loyalty or blood, whose destiny they are entitled to control.”)
L’INOSSIDABILE AMICIZIA FRA GIULIANI E TRUMP Chi non ha nessuno scudo a proteggerlo è l’ex sindaco di New York e avvocato personale di Trump, Rudy Giuliani. I pubblici ministeri federali che indagano sui soci di Rudy Giuliani hanno avviato un’inchiesta che potrebbe portare ad accuse penali che vanno dalla cospirazione e ostruzione della giustizia alle violazioni del finanziamento della campagna e al riciclaggio di denaro. La Cnn ha riportato che i rapporti finanziari di Giuliani con i suoi associati Lev Parnas e Igor Fruman, sono sotto esame da parte degli investigatori. Parnas e Fruman sono stati arrestati per violazione della legge sul finanziamento delle campagne elettorali, in precedenza avevano aiutato Giuliani a spingere le teorie della cospirazione in Ucraina riguardo le elezioni del 2016. Giuliani ha testualmente dichiarato alla Cnn di non essere a conoscenza “di nessuna di quelle stronzate” contenute nella denuncia. Trump sbandiera ancora fiducia in Giuliani: durante un evento con il primo ministro bulgaro che si è tenuto alla Casa Bianca, a favore di telecamere The Donald ha dichiarato: “Rudy è un grande lottatore e lo fa contro il crimine, e la corruzione, probabilmente è il migliore in 50 anni. Anche quando era procuratore era fenomenale. Rudy è una persona eccezionale. E penso che forse la stampa non lo stia trattando molto bene, e ciò è ingiusto”.
14 – CITTADINANZA ITALIANA, NUOVO SISTEMA IN PARAGUAY: “SODDISFATTE LE RICHIESTE DEI CONNAZIONALI” . “IN UNA NUOVA STRUTTURA ADIBITA PROPRIO A QUESTO SCOPO, I NOSTRI CONNAZIONALI – SPIEGA IL SOTTOSEGRETARIO – POSSONO ENTRARE SENZA APPUNTAMENTO E INFORMARSI CIRCA I REQUISITI E GLI INCARTAMENTI NECESSARI A PRESENTARE LA PROPRIA DOMANDA DI RICONOSCIMENTO DI CITTADINANZA”
Si è conclusa la missione ad Asuncion, Paraguay, del Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo. Tre giornate fitte di impegni durante le quali il Sottosegretario ha potuto confrontarsi con ben 11 ministri del governo paraguaiano su questioni bilaterali, scambi economico-commerciali e culturali. Merlo ha sempre messo l’accento, durante ogni colloquio, sull’importanza della comunità italiana residente nel Paese dell’America Latina. Il Sottosegretario, tra le altre cose, ha anche visitato la sede del Consolato d’Italia e poi, insieme all’Ambasciatore d’Italia ad Asuncion, ha potuto rendersi conto con i propri occhi dei risultati ottenuti grazie a un nuovo sistema d’informazione circa la presentazione della domanda di cittadinanza ius sanguinis. “In una nuova struttura adibita proprio a questo scopo, i nostri connazionali possono entrare senza appuntamento e informarsi circa i requisiti e gli incartamenti necessari a presentare la propria domanda di riconoscimento di cittadinanza”, spiega il Sottosegretario Merlo, che continua: “Ho potuto confermare io stesso l’alto livello di soddisfazione degli utenti rispetto a questo nuovo sistema, soddisfazione che mi è stata confermata anche dal presidente del Comites. Ora – osserva il senatore eletto all’estero – poter informarsi circa i documenti da presentare per ottenere la cittadinanza è molto più facile e veloce”. “Dopo Argentina e Brasile, dove stiamo sperimentando il sistema della videochiamata Whatsapp per potere ottenere il turno per la presentazione della domanda di cittadinanza, anche in Paraguay – sottolinea il Sottosegretario Merlo avviandosi alla conclusione – continuiamo a innovare per venire incontro alle richieste e alle esigenze dei nostri connazionali. Prosegue senza sosta il lavoro per migliorare i servizi consolari per gli oltre sei milioni di italiani nel mondo”. Intanto, proprio poco fa, l’esponente del governo italiano è atterrato a Montevideo, Uruguay, dove tra le altre cose visiterà la nuova sede consolare che lui stesso ha fortemente voluto per agevolare il lavoro del Consolato stesso e incontrerà gli architetti responsabili del progetto per la costruzione del nuovo Consolato, per consegnare alla collettività, una volta completata, una sede più grande, moderna, sicura, tecnologica, in grado di offrire agli italiani servizi consolari più efficienti in tempi dignitosi.
Fonte: ItaliaChiamaItalia
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