19 10 26 NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL ESTERO ED ALTRE COMUNICAZIONI

01 – Italia nella trappola demografica. Esodo di giovani. Rapporto della Fondazione Migrantes. Dal 2006 al 2019 il numero di chi va via è aumentato del 70,2%. Su un totale di oltre 60 milioni di residenti a gennaio 2019, l’8,8% ha lasciato il Paese. Partono soprattutto uomini tra i 18 e i 24 anni, molti con una laurea in tasca. Anche i nuovi italiani tendono a espatriare

02 – Lavoro all’estero e pensione: dove versare i contributi . I chiarimenti INPS sulle regole per attività svolte in più Paesi UE da parte di lavoratori iscritti alla Gestione Separata.

03 – La Marca (PD): il mio intervento in commissione nella discussione sulla istituzione della giornata degli italiani nel mondo

04 – Schirò (PD): relatrice in commissione esteri sulle proposte di legge che istituiscono la giornata nazionale degli italiani nel mondo

05 – Se l’aereo del governo entra in stallo è destinato a precipitare

06 – UFFICIALE: autorizzate le aperture di nuove Sedi Consolari a Vittoria (Brasile) e Tenerife (Spagna)

07 – L’attacco al welfare che viene dai Chicago Boys. Dopo quasi trenta anni di ritorno al parlamentarismo, dopo la dittatura di Pinochet, solo alcuni giorni dopo nei quali il presidente Piñera vantava la tranquillità «da oasi» del proprio paese rispetto al resto dell’America latina, il Cile assiste a scene che ricordano sinistramente gli anni Settanta. Militari nelle strade, il coprifuoco, lo stato d’emergenza

08 – Raccontare il Brasile è un gesto politico. Cinema. Al Festival di Pingyao la masterclass del regista di «Bacurau» e «Aquarius», Kleber Mendonça Filho.

09 – Marcelo Carrara (MAIE) eletto presidente della Federazione delle Associazioni italiane di Mar del Plata.

10 – ALTRE NOTIZIE.

 

 

01 – ITALIA NELLA TRAPPOLA DEMOGRAFICA. ESODO DI GIOVANI. RAPPORTO DELLA FONDAZIONE MIGRANTES. DAL 2006 AL 2019 IL NUMERO DI CHI VA VIA È AUMENTATO DEL 70,2%. SU UN TOTALE DI OLTRE 60 MILIONI DI RESIDENTI A GENNAIO 2019, L’8,8% HA LASCIATO IL PAESE. PARTONO SOPRATTUTTO UOMINI TRA I 18 E I 24 ANNI, MOLTI CON UNA LAUREA IN TASCA. ANCHE I NUOVI ITALIANI TENDONO A ESPATRIARE ( di Adriana Pollice da Il Manifesto) «L’Italia vive una spaccatura culturale e identitaria tra accoglienza e rifiuto, tra l’essere terra di partenze e luogo di approdo». È l’immagine del paese che racconta il rapporto Italiani nel Mondo, elaborato dalla Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana. Gli indicatori statistici mostrano i danni provocati da oltre un decennio di crisi economica: più di 1,8 milioni di famiglie italiane in povertà assoluta per un totale di 5 milioni di individui, oltre 2 milioni e 350mila nel Mezzogiorno. L’età media di 45,4 anni, una diminuzione di 128mila nascite dal 2008, oltre 90mila residenti in meno in un anno, «l’Italia vive un pieno inverno demografico al quale si uniscono la bassa crescita economica, la formazione e l’istruzione inadeguate al livello europeo e internazionale di innovazione e di competitività». Il tasso di inattivi (cioè quelli che non cercano più lavoro) cala nella fascia tra i 15 e i 24 anni e negli over 50, aumenta nelle classi di età centrali. Sono oltre 3 milioni i Neet (Not in Education, Employment or Training) in Italia. Tra i 20 e i 34 anni l’incidenza è del 28,9% su una media europea del 16,5%. Difronte alla crisi sono ricominciate le partenze. Su un totale di oltre 60 milioni di residenti in Italia a gennaio 2019, l’8,8% è andato via. Da gennaio a dicembre 2018 si sono iscritti al Registro degli italiani all’estero (l’Aire) 242.353 persone di cui il 53,1% (pari a 128.583) per espatrio, il 35,9% per nascita, il 3,3% per acquisizione di cittadinanza. Sono soprattutto uomini (55,2%) e giovani (18-34 anni, 40,6%) o giovani adulti (35-49 anni, 24,3%) cioè chi è nel pieno dell’età lavorativa: «Capacità e competenze – spiega il report – che, invece di essere impegnate nell’innovazione dell’Italia, vengono disperse a favore di altre realtà nazionali». Dal 2006 al 2019, il numero di chi va via è aumentato del 70,2%, gli iscritti all’Aire sono passati da poco più di 3,1 milioni agli attuali 5.288.281. Quasi la metà (48,9%) è originario del Sud, il 35,5% del Nord e il 15,6% del Centro. Le partenze nell’ultimo anno hanno riguardato 107 province, le prime sei sono state Roma, Milano, Napoli, Treviso, Brescia, Palermo. Con 22.803 partenze nel 2018, la Lombardia è la regione da cui sono andati via più italiani, seguita da Veneto (13.329), Sicilia (12.127), Lazio (10.171) e Piemonte (9.702). «L’inesorabile “vuoto” sociale che si sta creando – spiega Migrantes – è iniziato nel 1995, quando la popolazione ha cominciato a decrescere, complice un tasso di natalità già in declino e che oggi viene considerato il più basso al mondo al punto tale che il paese è caduto in quella che è stata definita la “trappola demografica”». Nelle regioni settentrionali l’emigrazione verso altri paesi è l’unica opzione possibile, al Sud invece continuano i flussi interni verso il Nord. Se nel dopoguerra a partire era prevalentemente la manodopera dalle aree rurali del Mezzogiorno, nell’ultimo decennio il 70% delle migrazioni verso il Centro-Nord sono state caratterizzate da un livello di istruzione medio-alto. Così si contano circa 220mila laureati in meno tra i residenti del Mezzogiorno. Nel 2017 il 27% dei migranti totali da Sud a Nord erano laureati rispetto al solo 5% del 1980. Ancora nel 2017 circa il 40% dei residenti al Meridione si è spostato presso un ateneo del Centro-Nord. Secondo le stime fatte da Svimez, il Mezzogiorno disperderebbe un investimento pubblico pari a circa 1,9 miliardi annuo se consideriamo il solo flusso interno, quasi 3 miliardi con i trasferimenti di studenti verso atenei esteri. Anche i «nuovi italiani» tendono a espatriare: negli anni tra il 2012 e il 2017, degli oltre 744mila stranieri divenuti italiani sono quasi 43mila le persone che hanno poi trasferito la residenza in un altro paese. Il 54,1% (oltre 13mila) solo nel 2016 con un’elevata quota di brasiliani (28%). «La percezione di una presenza straniera in Italia sempre più consistente è errata – conclude il report -. Di stranieri in Italia ne arrivano sempre meno e anche chi ha acquisito la cittadinanza vaglia sempre più spesso il trasferimento in un altro paese». Infine, il rapporto ripropone il tema dei pregiudizi ricordando all’Italia quando eravamo noi i migranti oggetto di offese: «Significa guardarsi allo specchio e rivedersi con il volto di un altro».

 

02 – LAVORO ALL’ESTERO E PENSIONE: DOVE VERSARE I CONTRIBUTI. I CHIARIMENTI INPS SULLE REGOLE PER ATTIVITÀ SVOLTE IN PIÙ PAESI UE DA PARTE DI LAVORATORI ISCRITTI ALLA GESTIONE SEPARATA. Le modalità di versamento dei contributi previdenziali da parte di chi presta attività lavorative di collaborazione coordinata e continuativa all’estero, con particolare riferimento ai soggetti non residenti in Italia che svolgono attività lavorativa in più Stati membri, sono contenute nella circolare n. 102/2018 dell’INPS. Norme comunitarie Pensionati all’estero e detrazioni famiglia. L’Istituto richiama la norma comunitaria applicabile con riferimento alle persone che lavorano in due o più Stati membri dell’UE (art. 11, par. 1, del Regolamento (CE) n. 883/2004) e il relativo Regolamento di applicazione (CE) n. 987/2009, ricordando che si basano su due principi di carattere generale • dell’unicità secondo il quale le persone destinatarie della normativa comunitaria sono soggette alla legislazione di un solo Stato membro anche nel caso in cui svolgano un’attività in due o più Stati; • di territorialità della legislazione applicabile, secondo il quale il lavoratore è soggetto alla legislazione dello Stato nel cui territorio svolge la sua attività lavorativa. Principio che si applica anche nel caso in cui i lavoratori abbiano la residenza in uno Stato diverso da quello di occupazione o quando l’impresa o il datore di lavoro, dai quali essi dipendono, abbiano la sede legale o la sede delle loro attività in uno Stato diverso da quello in cui i lavoratori sono occupati. Un’eccezione a tale principio è prevista in caso di distacco dei lavoratori (articolo 12 del Regolamento (CE) n. 883/2004). L’INPS spiega che è possibile la simultanea applicazione della legislazione di due Stati stipulando uno specifico accordo, con il consenso delle autorità competenti degli Stati interessati. Gestione Separata Liberi professionisti: no alla gestione separata d’ufficio 12 Ottobre 2018Nessuna norma comunitaria specifica è applicabile direttamente agli iscritti alla Gestione Separata, anche se l’articolo 1 del Regolamento (CE) n. 883/2004 definisce come attività subordinata o autonoma anche le attività che sono ad esse assimilate in base alla legislazione dello Stato membro in cui sono esercitate. In Italia sono assimilati, dal punto di vista previdenziale, ai lavoratori dipendenti i soggetti titolari dei seguenti tipi di rapporto (circolare INPS n. 83/2010):

 

03 – LA MARCA (PD): IL MIO INTERVENTO IN COMMISSIONE NELLA DISCUSSIONE SULLA ISTITUZIONE DELLA GIORNATA DEGLI ITALIANI NEL MONDO. “Con soddisfazione mista ad emozione sono intervenuta nella commissione esteri della Camera sulla mia proposta di legge che intende istituire la Giornata nazionale degli italiani nel mondo. Ad essa sono state associate analoghe proposte presentate dall’On. Siragusa e, proprio oggi, dalla Lega. Voglio ricordare che questa proposta fu da me presentata circa tre anni e mezzo fa con il sostegno di 327 deputati e fu approvata all’unanimità in commissione in sede legislativa, per essere poi trasferita al Senato, dove non poté diventare legge definitiva solo per la scadenza della legislatura. Questa volta, per quanto si possa dire, tempo ce n’è e mi auguro che questo giusto provvedimento possa compiere interamente il suo percorso. Le ragioni che ancora una volta ho richiamato sono in sostanza queste. L’Italia deve prima di tutto dare un riconoscimento convinto e unanime ai suoi emigrati di ogni epoca per il contributo che essi hanno dato, con il loro sacrificio, al miglioramento della vita di milioni di persone e per l’aiuto che, con le rimesse e i ritorni, hanno fornito al Paese nei momenti più difficili della sua storia. Allo stesso tempo, la Giornata nazionale consente ad un’ampia platea di guardare all’italianità nel mondo, che in questi ultimi anni sta ricevendo nuova linfa dai flussi in uscita, come ad un referente diffuso e penetrante per sfruttare al meglio una condizione di vantaggio competitivo per l’internazionalizzazione del nostro Sistema Paese, di cui abbiamo un bisogno vitale, oggi più di ieri. Ma un obiettivo non meno importante è quello di offrire alle nuove generazioni, impegnate nella conoscenza della contemporaneità, e alle istituzioni scolastiche una base di riflessione sulle esperienze di integrazione realizzate da milioni di nostri connazionali, facendo in modo che le migrazioni nei nostri tempi non diventino un motivo di lacerazione e di scontro ma di comune crescita culturale e civile. Si proseguirà ora nell’esame delle proposte con l’impegno, che è sembrato unanime, di giungere ad un risultato positivo. E’ bene arrivarci tutti insieme, con comune senso di responsabilità, ma vorrei dire tuttavia che sono onorata di avere potuto favorire con la mia iniziativa questo incontro di giusti propositi”. On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D. – Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America – Electoral College of North and Central America – Ufficio/Office: – Roma, Piazza Campo Marzio, 42

 

04 – SCHIRÒ (PD): RELATRICE IN COMMISSIONE ESTERI SULLE PROPOSTE DI LEGGE CHE ISTITUISCONO LA GIORNATA NAZIONALE DEGLI ITALIANI NEL MONDO. Oggi la Commissione affari esteri della Camera è stata chiamata ad esaminare le proposte di legge che istituiscono la Giornata nazionale degli italiani nel mondo, presentate rispettivamente dall’On. Francesca La Marca (n° 223, presentata il 23 marzo 2018) e dall’On. Elisa Siragusa (n° 2008, presentata il 22 luglio 2019), e a delinearne, sulla base delle indicazioni della Presidente Grande, il successivo percorso. In qualità di relatrice, ho riaffermato le finalità delle proposte, volte a riconoscere l’apporto che l’emigrazione italiana ha dato allo sviluppo del Paese e alla sua evoluzione sociale, a valorizzare le esperienze maturate dagli italiani nel mondo nei più diversi campi di attività e di impresa, a sottolineare l’apporto dato dagli italiani alla modernizzazione di diverse aree e realtà del mondo, a richiamare l’attenzione sui flussi di nuova emigrazione, a fornire paradigmi di integrazione utili alla formazione delle giovani generazioni per meglio comprendere la contemporaneità. Dopo avere precisato che nessuna delle proposte prevede oneri finanziari aggiuntivi e il carattere di ricorrenza festiva della Giornata, ho chiarito che il provvedimento sollecita, oltre all’auspicabile ricaduta nel lavoro di formazione scolastica, anche incontri ed iniziative finalizzati alla divulgazione di esperienze multiculturali e professionalità acquisite nei contesti internazionali dai cittadini italiani all’estero. Rispetto alle due diverse date proposte, ho raccomandato di operare una scelta compatibile con lo svolgimento dell’anno scolastico, di considerare la prima proposta presentata, quella di La Marca, come il testo base, al quale associare la proposta Siragusa, e di considerare l’opportunità di trasferire la legge, in virtù dell’ampio consenso già avuto fin dalla precedente legislatura, dalla sede referente a quella legislativa, che consentirebbe di accelerarne l’iter. Sulla relazione si è sviluppata un’ampia discussione, nel corso della quale sono state annunciate altre proposte sull’argomento tra cui una della Lega, e si è manifestato un diffuso e trasversale consenso, che ha consentito alla Presidente della Commissione Esteri, Marta Grande, di aggiornare il confronto per consentire l’unificazione delle diverse proposte. Angela Schirò Deputata PD – Rip. Europa -Camera dei Deputati – Piazza Campo Marzio, 42 – 00186 ROMA

 

05 – SE L’AEREO DEL GOVERNO ENTRA IN STALLO È DESTINATO A PRECIPITARE. La destra è in difficoltà, a partire da Salvini che ora ammette di avere fatto errori e sottovalutato le conseguenze della crisi di governo. La tenuta dell’alleanza di centrodestra è precaria e l’estremismo di Salvini, che arriva ad aprire le porte della manifestazione del 19 a casa pound, ha suscitato reazioni che confermano che la svolta verso una destra estremista egemonizzata dalla Lega non è apprezzata da una parte dello schieramento. Anche i toni iper propagandistici e approssimativi sono indice di una difficoltà politica e anziché rassicurare generano ansia che si aggiunge a quella che già esiste nel paese, ed è tanta. Tuttavia se Atene piange Sparta non ride. La nuova alleanza M5Stelle, Pd, Leu fatica a trovare un orientamento convincente o almeno comprensibile. E’ evidente la prevalenza del punto di vista dei suoi componenti su quella di coalizione. La maggioranza che ha fatto tirare un sospiro di sollievo per avere impedito a Salvini di ottenere le elezioni anticipate ora è in difficoltà e per ora non trova il passo giusto per motivare la sua permanenza al governo. Ne sono la prova i ripetuti richiami, provenienti dall’interno della stessa coalizione, a non insistere su comportamenti più preoccupati di segnalare la propria posizione che di offrire la prova che la maggioranza e il governo hanno un futuro. Anche le rassicurazioni di Conte lasciano il tempo che trovano. Questo avviene perchè il governo non ha ancora acquisito risultati in grado di rendere più conveniente spendere i dividendi dell’azione di governo che segnalare la propria posizione a dispetto della coalizione. Appesantisce la situazione la formazione della nuova creatura di Renzi che è ricordato per il suo “stai sereno” a Letta poco prima di provocare la crisi del suo governo. Come può infondere fiducia un personaggio che pur di farsi pubblicità non trova di meglio che contribuire all’esaltazione del suo nemico (si fa per dire) Salvini ? L’ha già fatto in passato e non gli è andata bene, basta guardare alle percentuali di voti ottenuti. Il favore fatto a Salvini è stato enorme, ieri ed oggi. Del resto Renzi l’aveva fatto anche con Berlusconi con il patto del Nazareno. Perseverare è diabolico. Appesantisce la situazione la pretesa di Di Maio di dimostrare la continuità tra l’esecutivo precedente e quello attuale, quando lui stesso avrebbe interesse a sottolineare le diversità, invece sembra volersi tenere perta una via alternativa. Comunque è un fatto che marca la diversità ogni volta che gli è possibile, in concorrenza aperta anche con Conte, della serie il vero capo sono io. Giochetti pericolosi che potrebbero sfuggire di mano e che il Pd e Leu finora non riescono a contenere in un quadro riconoscibile. La legge di bilancio era ed è la prova principale di questa fase, tanto temuta quanto mal preparata e le responsabilità non sono solo di chi strappa ma anche di chi conduce il gioco e si fa strattonare. La scelta di bloccare l’aumento dell’Iva c’è come promesso e non è cosa da poco, come è importante avere ottenuto una flessibilità significativa dall’Europa. Tuttavia avere offerto l’occasione per dimostrare incertezze sulla coerenza di queste scelte lasciandola esposta agli attacchi di chi ha detto, nella maggioranza, che non doveva aumentare l’Iva, dando l’impressione inevitabile che altri volessero aumentarla, ha reso meno comprensibile la scelta di bloccarne l’aumento ed è iniziato il gioco stantio della rivendicazione dei meriti. Un errore evidente. La manovra economica ha limiti evidenti di spazio. Trovare nuove risorse non è facile e se il governo si auto preclude misure a carico dei più abbienti come la patrimoniale per il veto di una parte della maggioranza, quando è chiaro che queste risorse potrebbero essere dedicate a sviluppo e occupazione, gli spazi di manovra si riducono ancora di più. La destra attacca l’aumento delle tasse. Avere disperso alcuni aumenti limitati qua e là non aiuta a motivare il risultato perchè non offre una linea chiara di intervento, si potrebbe dire di attacco. Ad esempio la tassazione del gasolio ha inevitabili effetti sul trasporto delle merci e su altre attività, sono stati valutati con attenzione i pro e i contro ? Certo tante scelte si possono comprendere, anche i tentativi di mettere soldi su capitoli socialmente importanti non guasta, ma sono risorse scarse, uno sforzo per fare poche scelte, concentrando gli interventi, sarebbe stato importante, ma purtroppo non è così. Andrebbe sempre usato un linguaggio di verità, evitando inutili enfasi. Questo si può fare, questo no e lo faremo l’anno prossimo o quello dopo, in una logica poliennale. Dove prendere le risorse e dove metterle è la vera prova per il governo e per la maggioranza, non avere aumentato l’Iva come conseguenza delle clausole di salvaguardia è solo la precondizione di un progetto. Manca in realtà il respiro politico. Le buone maniere prevalgono dopo il periodo dominato dall’arroganza salviniana e si vede dal fatto che le navi che portano i migranti salvati, senza tanto clamore, possono attraccare. Il passo avanti c’è. Come sono stati incontrati i sindacati, troppo a lungo ignorati per un’assurda scelta di disintermediazione che però non è iniziata con il precedente governo, che in realtà ha proseguito la linea del governo Renzi. L’attacco al ruolo dei sindacati è funzionale alla logica di scaricare sul lavoro il prezzo della crisi e della scarsa competitività, le conseguenze sono in ogni campo: dai salari ai diritti, agli infortuni, su cui si accendono periodicamente riflettori senza modificare la situazione reale. Tuttavia incontrare non è ancora una diversa politica. Certo, spinti anche dalla necessità, si intravvedono novità nella lotta all’evasione fiscale, anche se non è sempre facile capire cosa resterà effettivamente in campo di fronte a improvvisazioni e ripensamenti. Se i soldi sono pochi ci sono anche altre scelte da compiere come i diritti di chi lavora da ripristinare e da allargare, provvedimenti che non hanno costi ma rappresentano una scelta politica, un biglietto da visita importante. Anche un poco di risorse sono disponibili ma il governo ha deciso le scelte in modo autoreferenziale, poteva farsi aiutare da una trattativa con i sindacati sulle scelte da compiere. Non è stato fatto ed è un errore. Per di più con una seria trattativa con le parti sociali si potevano ridurre le distinzioni nel governo. Ora c’è il percorso parlamentare, forse qualcosa si può correggere ma occorre coraggio e chiarezza nel fare scelte, altrimenti il percorso di approvazione sarà un tormento. In questa fase difficile della vita del nostro paese occorre fare delle scelte nette e la prima è stabilire se il rapporto con le parti sociali è strategico oppure no. Ovviamente dovrebbe esserlo. L’Italia ha certo bisogno di risorse ma anzitutto deve offrire un quadro chiaro e netto di scelte, di innovazione, di futuro, altrimenti la maggioranza si chiuderà in una pretesa di autosufficienza e così rischierebbe seriamente di fare come un aereo che finisce in stallo, di precipitare. La prudenza in sé non è un difetto, basta che non sia l’unica qualità in campo, tanto più che in questa fase occorre scegliere. E’ importantissimo entrare in sintonia con nuove generazioni che hanno bisogno di riferimenti e di sogni di futuro, di un’economia compatibile con salute ed ambiente. Non basta usare “green” per ottenere una politica ambientale ma occorrono scelte da discutere e concordare anzitutto con i giovani, comprendendo le loro ansie legittime e sacrosante sul futuro. Alfiero Grandi

 

06 – NUOVE APERTURE SEDI CONSOLARI. UFFICIALE: AUTORIZZATE LE APERTURE DI NUOVE SEDI CONSOLARI A VITTORIA (BRASILE) E TENERIFE (SPAGNA). UFFICIALIZZATO DAL MINISTERO AFFARI ESTERI LE APERTURE DELLE NUOVE SEDI CONSOLARI A VITTORIA, IN BRASILE, NELLO STATO DI ESPIRITO SANTO, E A TENERIFE, SPAGNA. QUESTA E’ LA RISPOSTA ALLE NECESSITÀ DELLE RISPETTIVE COMUNITÀ ITALIANE LOCALI. L’obiettivo della nuova apertura è quello di assicurare in tempi brevi un incremento quantitativo e qualitativo dei servizi consolari offerti alla collettività. Non si sentiva parlare di nuove aperture da anni. I governi dell’ultimo ventennio ci avevano abituato a chiusure incontrollate di sedi diplomatiche e consolari, erodendo piano piano la nostra rete consolare nel mondo. Oggi invece, con il MAIE alla Farnesina, in piena continuità con il governo precedente, l’attenzione nei confronti degli italiani all’estero è alta come non mai e i risultati, quando c’è reale volontà politica, arrivano. Migliorare la rete consolare e offrire ai connazionali oltre confine servizi veloci ed efficienti è stata fin da subito, già nel primo governo Conte, una delle priorità del Sottosegretario agli Esteri, Sen. Ricardo Merlo, presidente MAIE, il quale prosegue con il lavoro in questo senso anche nell’attuale esecutivo. Dopo Vittoria e Tenerife, “stiamo già lavorando con la nostra squadra con lo sguardo rivolto ad altre aree geografiche per valutare ulteriori nuove aperture”, fa sapere il Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo, “a cominciare da Santa Catarina, nel Sud del Brasile, ma pensando anche ad altre zone del mondo, tra cui Nord America e Australia”.

2 – ES OFICIAL, AUTORIZADA LA APERTURA DE NUEVAS SEDES CONSULARES EN VITORIA (BRASIL) Y TENERIFE (ESPAÑA). EL MINISTERIO DE RELACIONES EXTERIORES HA HECHO OFICIAL LA APERTURA DE LAS NUEVAS SEDES CONSULARES EN VITORIA, BRASIL, EN EL ESTADO DE ESPIRITO SANTO, Y EN TENERIFE, ESPAÑA. ESTA ES LA RESPUESTA A LAS NECESIDADES DE LAS RESPECTIVAS COMUNIDADES LOCALES ITALIANAS. El objetivo de la nueva apertura es garantizar un rápido aumento de la cantidad y la calidad de los servicios consulares ofrecidos a la comunidad. No se hablaba de nuevas aperturas consulares desde hace muchos años. Los gobiernos de los últimos veinte años nos habían acostumbrado a cierres incontrolados de Sedes diplomáticos y consulares, minando lentamente nuestra red consular en el mundo. Hoy, con el MAIE en la Farnesina, en continuidad con el gobierno anterior, la atención sobre los italianos en el extranjero es más alta que nunca y los resultados, cuando hay verdadera voluntad política, llegan. Mejorar la red consular y ofrecer a los compatriotas en el extranjero servicios rápidos y eficientes ha sido desde el principio, ya en el primer gobierno Conte, una de las prioridades del Subsecretario Ricardo Merlo, que continúa con el trabajo en este sentido también en el actual ejecutivo. “Después de Vitoria y Tenerife, ya estamos trabajando con nuestro equipo sobre otras áreas geográficas para evaluar nuevas aperturas,” afirmó el Subsecretario de Asuntos Exteriores Sen. Ricardo Merlo, a partir de Santa Catarina, en el sur de Brasil, pero también pensando en otras partes del mundo, incluyendo América del Norte y Australia. (Maie, Sen. Merlo )

 

07 – L’ATTACCO AL WELFARE CHE VIENE DAI CHICAGO BOYS. DOPO QUASI TRENTA ANNI DI RITORNO AL PARLAMENTARISMO, DOPO LA DITTATURA DI PINOCHET, SOLO ALCUNI GIORNI DOPO NEI QUALI IL PRESIDENTE PIÑERA VANTAVA LA TRANQUILLITÀ «DA OASI» DEL PROPRIO PAESE RISPETTO AL RESTO DELL’AMERICA LATINA, IL CILE ASSISTE A SCENE CHE RICORDANO SINISTRAMENTE GLI ANNI SETTANTA. MILITARI NELLE STRADE, IL COPRIFUOCO, LO STATO D’EMERGENZA. (di Matteo Bortolon da Il Manifesto) Dopo il ciclo di manifestazioni studentesche avvenute durante il primo mandato di Piñera (2010-14) non si erano più visti segni di un disagio così tangibile e sanguinoso. PERCHÉ ORA? E PER QUALE MOTIVO? Tutti i media riportano il fatto che a scatenare le proteste sia stato un aumento del prezzo della metropolitana. Alcuni commentatori rilevano l’esiguità dell’aumento, quasi a suggerire la irragionevolezza della reazione. Ma la questione va contestualizzata. Il ritorno al parlamentarismo non può essere considerato un ritorno alla democrazia, quanto meno sotto il profilo dell’economia. La repubblica cilena eredita dal regime di Pinochet robusti tratti del suo assetto economico; che è frutto di una rovinosa guerra contro le istituzioni democratiche ma anche contro una gestione dell’economia che rifiuti di asservirsi completamente al mercato (come fu l’esperienza di Allende); una guerra contro la popolazione, tanto con gli strumenti delle torture fisiche ai dissidenti, quanto con gli affilati strumenti dell’oppressione economica nell’articolato programma economico imposto dalla giunta golpista: il famoso «mattone», frutto degli sforzi di dieci economisti, di cui otto avevano studiato all’Università di Chicago ( i famigerati Chicago Boys). L’essenza di tale piano non è mai stata messa in discussione, rimanendo al centro del dibattito fra la destra e la sinistra slavata della Concertatiòn, restata al di là, nonostante qualche innesto indubbiamente positivo, di una seria messa in questione del modello fondamentale. Il frutto che è nato alla fine è un paese profondamente diseguale: l’indice Gini – che calcola le implicazioni politiche nella diseguaglianza sociale nel mondo – lo colloca più a destra di Messico, Turchia, Stati uniti e Gran Bretagna – tutti paesi paurosamente malfamati per la sperequazione sociale. Il sistema educativo resta profondamente privatizzato ed obbliga i ragazzi ad indebitarsi per gli studi a ritmi nordamericani: una ricerca di qualche anno fa valutava il numero di giovani indebitati nell’ordine di grandezza di oltre un milione, su una popolazione complessiva di 17,6 di cui 2,8 milioni di età compresa fra 20-29 anni. Una ipoteca sul futuro assai pesante. Allo stesso modo l’aver lasciato al mercato la determinazione dei costi di farmaci, bollette, copertura sanitaria provoca malcontento diffuso. La riforma dell’indebitamento studententesco si deve al governo di Lagos nel 2005; lo stesso che ha poi fatto la legge sulla determinazione delle tariffe del trasporto pubblico, su cui il governo in carica ha peraltro un ruolo non particolarmente incisivo: ne prevede un periodico rialzo da parte di un comitato tecnico formato da esperti indipendenti (la cosa suona familiare…) indicizzandosi al costo del petrolio e di altri fattori. Peccato che invece i salari non vengano indicizzati in automatico con l’inflazione; così è evidente come un innalzamento anche percentualmente modesto abbia comportato un grave disagio: la goccia che fa traboccare il vaso. Ma si tratta di un’oppressione che non viene solo dall’attuale destra al governo – sebbene adesso la incarni e la rivendichi – ma da un assetto strutturale che viene da lontano e che andrà sfidato apertamente per riportare maggiore eguaglianza e giustizia sociale

 

08 – RACCONTARE IL BRASILE È UN GESTO POLITICO. CINEMA. AL FESTIVAL DI PINGYAO LA MASTERCLASS DEL REGISTA DI «BACURAU» E «AQUARIUS», KLEBER MENDONÇA FILHO. È UNO DEI CINEASTI PIÙ INQUIETI E BRILLANTI DEL NUOVO CINEMA LATINOAMERICANO, ACUTO OSSERVATORE DELLE TRASFORMAZIONI DEL SUO BRASILE, ESTETICAMENTE RAFFINATO, POLITICAMENTE VISIONARIO (E SPESSO PROFETICO). C’è chi ne aveva individuato il talento già nel film di esordio Neighbouring Sounds e chi invece lo ha scoperto per la prima volta a Cannes nel 2016, quando Aquarius rincorreva la Palma d’oro con Sônia Braga nel ruolo della vita, ancora bellissima e sensuale, ultima resistente in un piccolo condominio fronte mare a Recife, preso d’assalto dalla speculazione edilizia. ( di Beatrice Fiorentino) POI, QUEST’ANNO, sempre sulla croisette, Bacurau ha dato conferma di un’idea di cinema entusiasmante e libera. Un cinema colto, sì, e impegnato, ma mai a scapito del piacere puro per l’immagine, assecondata anzi con disinvoltura e via via audacemente reinventata. Nel percorso di Kleber Mendonça Filho c’è anche un passato come critico e programmatore. E si sente. Perché le impressioni cinefile del regista – dal Cinema Novo che gli scorre nelle vene al cinema di genere spesso e inaspettatamente tirato in ballo – così come la consapevolezza nell’uso del mezzo che è anche frutto di conoscenza teorica, sono patenti. E diventano tratto distintivo dei suoi film, ricchi di suggestioni (omaggio e mai debito) che si fanno vedere ma senza ostentazione o ruffianeria. LA SALA Forum del Pingyao International Film Festival, nel cuore del complesso industriale in dismissione che da tre anni ospita l’evento, straripa di studenti dagli occhi a mandorla provenienti da ogni angolo della Cina per cercare ispirazione nelle parole del regista, invitato dal direttore artistico Marco Müller a tenere una masterclass oltre che a sedere nella fila dei giurati del Rossellini Award. Una conversazione che parte dal cinema, naturalmente, a cominciare dal periodo di formazione allo sguardo, prima coi film americani (John Carpenter tra i suoi numi tutelari) per poi allargare l’orizzonte «a tutto il cinema mondiale», e prosegue con i già notevoli cortometraggi realizzati con gli amici nei primi anni del nuovo millennio, ma in ogni caso non può mai slegarsi da un contesto più ampio: l’osservazione del Brasile contemporaneo, da tempo in trasformazione e più che mai oggi, nell’era Bolsonaro. «Un paese splendido – racconta Mendonça – complicato, difficile e talvolta brutto ma con gente meravigliosa e una storia travagliata. E perciò terreno di tensioni, conflitti, amore, passioni, tragedie e sangue. Tutte cose che si riflettono nelle architetture e nelle abitudini della gente». Ecco spiegato perché il regista ami soffermarsi su questi aspetti e raccontare la realtà attraverso gli spazi. Spesso (a eccezione di Bacurau) proprio nelle architetture urbane e negli interni degli appartamenti borghesi, osservando le abitudini quotidiane di una agiata upper-class. Cosa che accade fin dall’inizio, dalla produzione breve (i cortometraggi del periodo horror e Cold Tropics, mockumentary sul cambiamento climatico del 2009) al lungometraggio, sin dal citato Neighbouring Sounds, presentato a Rotterdam e realizzato (avendo ben presente il documentario di Eduardo Coutinho 20 Years Later) nell’ultimo anno del governo Lula: «Ho girato nel 2010, nel quartiere in cui abitavo a Recife, ma è uscito nel 2012 ricevendo un’ottima accoglienza sia in Brasile che all’estero». «E sono rimasto sorpreso – ricorda – perché da tutti è stato subito percepito come un film molto ’politico’ mentre io non ne avevo considerato l’impatto in questi termini. Si è parlato molto della prima sequenza del film per via della presenza di questi edifici costruiti come roccaforti in modo da garantire la sicurezza all’interno, secondo una mentalità tipica delle classi alte secondo le quali ’le strade non sono sicure’. L’idea era ambientare il film nelle strade di una città moderna, dove però le abitudini, i costumi, il modo di vivere fossero le stesse che troviamo nelle piantagioni di canna da zucchero a 50 – 60 km dalla città, secondo un tipico modello di economia locale. Non lo spiego nel film, ma è da questo che nasce la tensione. Una tensione moderna che affonda le sue radici nella storia e nel passato». «IL FILM – prosegue – è stato scritto sotto il governo Lula, in tempi di una certa stabilità e proprio di recente mi sono reso conto di come cambino le cose a seconda del contesto in cui vivi. In Neighbouring Sounds la tensione è presente, ma è indefinita, non c’è nulla di specifico da additare. Quando ho iniziato le riprese di Aquarius il Brasile cominciava ad abbandonare la via democratica e penso che nel film questa cosa si percepisca. È come se il tono generale del racconto fosse di due ottave più alto. E in Bacurau, poi, le ottave sono diventate cinque. Potrei giustificarmi dicendo che si tratta di un film di genere, ma la vera ragione è un’altra: è il Brasile che cambia». E ALLORA per una di quelle magiche alchimie che possono esistere tra schermo e realtà, succede che quando un film sul crinale tra spazio pubblico e privato come Aquarius raggiunge le sale, film il cui processo di scrittura ha comunque impiegato qualche anno, si ha una storia la cui protagonista è una donna matura cacciata di casa da un uomo corrotto, proprio mentre l’allora presidente Dilma Rousseff è una donna matura che viene cacciata dal governo da un uomo corrotto, «con quel colpo di stato – puntualizza Mendonça – che qualcuno ha chiamato impeachment». E capita anche che un film corale e a tratti cruento con apici «gore» come Bacurau, western fantascientifico scritto assieme al co-regista Juliano Dornelles «registrando costantemente la temperatura del paese attraverso i media» e i cui eventi – come si legge in apertura – si svolgeranno «in un futuro non lontano», racconti la storia di un piccolo villaggio cancellato dalle mappe, poco prima che i telegiornali annuncino l’intenzione del governo di eliminare aree geografiche più vaste come le riserve indigene e tratti della foresta amazzonica. È LA REALTÀ che supera la finzione. «Eppure i miei film non sono ambientati nelle stanze del potere – conclude il cineasta – non ho mai girato un film su un uomo politico o un presidente. Neighbouring Sounds è ambientato nelle cucine, nei salotti e per strada. Più che altro forse ci sono dei momenti, come quello presente, in cui tutto diventa gesto politico. Fai un film su qualcuno dal quale ti aspetteresti dicesse di sì e invece dice di no e diventa politica. C’è chi mi ha chiesto se il fatto che in Bacurau il personaggio interpretato da Sonia Braga fosse sposata con una donna fosse uno statement. Ho risposto di no, certe donne semplicemente sono sposate con uomini, altre con donne. Tutto qui. Con una certa dose di ironia queste cose accadono anche nella vita di tutti i giorni. Ricordo una volta una signora che abitava nel condominio di mio zio rivolgersi a un uomo di colore che era entrato nell’ascensore dicendogli: ’Guardi che l’ascensore di servizio funziona’. Lui ha risposto: ’Io vivo qui, sono un calciatore’. Questa è politica?»

 

09 – MARCELO CARRARA (MAIE) ELETTO PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI ITALIANE DI MAR DEL PLATA. “Ora intensificare la presenza della comunità italiana in tutte le aree della società di Mar del Plata”. Carrara è un giovane dirigente politico formatosi, come tanti altri, sotto l’ala di Ricardo Merlo, presidente MAIE Lo scorso lunedì 21 ottobre si è tenuta l’assemblea per rinnovare i vertici della Federazione delle Associazioni italiane di Mar del Plata e zone limitrofe, un’entità fondata a metà degli anni ’70 che ospita 21 associazioni italiane (indole regionale e anche generale) oltre ad avere altre istituzioni aderenti. Nell’ambito di questo rinnovamento democratico, è risultato eletto presidente Marcelo Carrara, consigliere CGIE del MAIE e delegato dalla Società Italiana “Le Tre Venezie” di Mar del Plata, il quale, raggiunto telefonicamente da Italiachiamaitalia.it in Argentina, ha sottolineato gli obiettivi per cui lavorare nei prossimi due anni di mandato. Carrara è un giovane dirigente politico formatosi, come tanti altri, sotto l’ala di Ricardo Merlo, presidente MAIE e in questa legislatura Sottosegretario agli Esteri. Secondo Marcelo è necessario prima di tutto “intensificare la presenza della comunità italiana in tutte le aree della società di Mar del Plata, incoraggiare l’approccio dei più giovani all’italianità in generale, promuovendo la loro partecipazione attraverso lo sport, la cultura, l’arte, la gastronomia e il mondo accademico”. Inoltre, continua l’esponente del MAIE e neo presidente della Federazione delle Associazioni italiane di Mar del Plata, va rafforzata “la presenza della lingua e della cultura italiana, promuovere dunque le condizioni necessarie per lo studio della lingua italiana nella città di Mar del Plata, per aumentare i corsi di italiano – conclude Marcelo Carrara – e il numero degli insegnanti ufficiali di italiano nella nostra città”.

 

10 – NOTIZIE. REGNO UNITO VERSO IL VOTO? Il premier Boris Johnson lunedì chiederà al Parlamento britannico di appoggiare il ritorno anticipato alle urne il prossimo 12 dicembre, concedendo in cambio più tempo per discutere dell’intesa raggiunta sulla Brexit (Ft). Per poter tornare al voto, però, serve l’appoggio di 434 parlamentari: i laburisti sembrerebbero contrari, sostenendo che non sia ancora stata del tutto archiviata l’ipotesi no-deal (Bbc). (Altre) date in ballo In una lettera indirizzata al leader laburista Jeremy Corbyn, Johnson ha aggiunto che darà al Parlamento la possibilità di votare l’accordo per l’uscita entro il 6 novembre nel caso accettasse le elezioni (Guardian). Intanto è attesa per oggi la decisione europea sull’ulteriore proroga per la Brexit che dovrebbe essere fissata a fine gennaio 2020. Proposte bloccate Il Parlamento europeo ha bocciato una risoluzione che prevedeva il potenziamento delle attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo e chiedeva ai governi di aprire i porti alle navi delle Ong. Decisivi gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle che si sono astenuti (La Stampa). Un nome nuovo Il presidente Emmanuel Macron ha indicato Thierry Breton come Commissario europeo francese dopo che la candidatura di Sylvie Goulard era stata respinta dall’Europarlamento (Politico).

IL SALUTO DI MARIO Nella sua ultima conferenza stampa da presidente della Bce, Mario Draghi si è detto orgoglioso di aver sempre perseguito il suo mandato nel miglior modo possibile. Draghi ha anche confermato i tassi di interesse a zero e ha difeso il nuovo programma di stimoli da 20 miliardi al mese a partire da novembre (Repubblica). L’eredità di Draghi lascerà a lungo il segno sulla Bce (Cnbc). Il timoniere che ha salvato l’euro, in prima linea per otto anni (Corriere).

ITALIA IN MANOVRA L’ora della risposta Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha risposto alla lettera con alcuni rilievi sulla manovra da parte di Bruxelles sostenendo che le misure anti-evasione daranno una spinta dello 0,2% al Pil e che le stime presentate rimangono comunque prudenti. Il ministro ha anche precisato che per il 2020 non ci sono significative deviazioni rispetto alle regole (Il Sole 24 Ore). Oggi è attesa la revisione del rating dell’Italia da parte di Standard&Poor’s. Sgravi fiscali e tasse: cosa c’è adesso nella manovra (Corriere). Tutti assieme Il capo politico del M5S Luigi di Maio ha annunciato per oggi a Narni un evento di coalizione a sostegno del candidato congiunto Vincenzo Bianconi in vista delle regionali in Umbria: parteciperanno il premier Giuseppe Conte, il segretario del Pd Nicola Zingaretti e il ministro della Salute Roberto Speranza. Assenti invece Matteo Renzi e Italia Viva (Repubblica).

RUSSIAGATE, REMEMBER? Il Dipartimento di Giustizia Usa sarebbe pronto a trasformare l’indagine amministrativa sul Russiagate, guidata dal procuratore generale William Barr, in un’inchiesta giudiziaria. “Una mossa – scrive il New York Times – che potrebbe permettere all’amministrazione di Donald Trump di perseguire quelli che il presidente considera suoi nemici”. La versione di Barr Nelle due missioni svolte in Italia la scorsa estate da Barr e dal procuratore John Durham, gli Usa avrebbero raccolto nuove prove per la loro contro-inchiesta sul Russiagate. Il fatto, sostenuto in una ricostruzione di Fox News, smentirebbe le dichiarazioni del premier Giuseppe Conte al Copasir (Corriere).

ORIZZONTI Passi avanti… In vista di un nuovo round di negoziati per superare la guerra commerciale, sembra che la Cina sia disponibile ad acquistare 20 miliardi di prodotti agricoli in un anno dagli Usa (Bloomberg). …e nervi tesi Il vicepresidente Mike Pence ha però attaccato la Cina che nel caso di Hong Kong non garantisce i diritti e le libertà delle persone (Reuters) e ha preso di mira anche quelle aziende americane come Nike che si piegano alle decisioni di Pechino (Ft). Tempo di conti I risultati del terzo trimestre sotto le aspettative degli esperti, hanno provocato un pesante calo in Borsa di Twitter (Techcrunch). Nonostante gli ottimi risultati per il trimestre chiuso, Amazon ha deluso per le previsioni per gli ultimi tre mesi dell’anno (Reuters). Hanno invece superato le aspettative i dati di Intel (Cnbc).

MONDO REALE Italia bloccata Oggi è la giornata dello sciopero del trasporto pubblico e di quello aereo: colpita in particolare Roma dove si fermerenno tutte le municipalizzate (Il Fatto Quotidiano). Capitale violenta È morto il giovane che a Roma è stato colpito da un proiettile dopo aver provato a difendere la fidanzata da una rapina. Per l’omicidio sono ricercati due italiani, fuggiti dopo l’aggressione (Il Messaggero). Nulla di fatto È stata archiviata l’inchiesta sull’ex consigliere di Stato Francesco Bellomo accusato di stalking e violenza privata su quattro studentesse della sede milanese della sua scuola di preparazione alla magistratura (Corriere). Operazione delicata È iniziata la riesumazione della salma del dittatore spagnolo Francisco Franco per il suo trasferimento in un cimitero pubblico. Come si svolge lo spostamento (El Pais). Container dell’orrore È stato accertato che le 39 persone trovate morte dentro un tir nel sud-est dell’Inghilterra erano tutte di nazionalità cinese (Bbc).

MEDIA&TECH Scontro aperto Gli editori francesi sono pronti a denunciare Google all’Antitrust europeo nel caso l’azienda non applicasse la direttiva europea sul copyright, appena entrata in vigore nel Paese (Prima Comunicazione). Sicurezza a rischio Due senatori americani hanno chiesto ai vertici dell’intelligence di verificare se Tik Tok, app popolarissima tra gli adolescenti, possa rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale (Washington Post). Superare la censura Bbc ha lanciato una versione del suo sito disponibile sul dark web, per poter essere raggiungibile anche in Paesi che censurano internet. SPORT Europa League La Roma è stata raggiunta in pieno recupero sull’1 a 1 dal Borussia (Gazzetta). La Lazio è stata superata per 2 a 1 dal Celtic (Sport Mediaset). Serie A Nell’anticipo della nona giornata scendono in campo Verona e Sassuolo.

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