CGIE: La relazione della Commissione Continentale Europa-Nord Africa

Consiglio Generale degli Italiani all’Estero

Commissione Continentale Europa e Nord Africa

Den Haag, Paesi Bassi, 6-8 giugno 2019

 

 

Nei giorni 6-7-8 giugno 2019 si è tenuta la riunione della Commissione Continentale Europa e Africa del Nord del CGIE a Den Haag – L’Aja – nei Paesi Bassi.

I lavori si sono svolti il primo giorno a L’Aja, presso la residenza di S.E. l’Ambasciatore d’Italia presso il Regno dei Paesi Bassi, il secondo giorno a Scheveningen, la terza giornata si è tenuta a Eindhoven, dove il CGIE ha incontrato il Comites e la comunità italiana. Ai lavori hanno partecipato S.E. l’Ambasciatore d’Italia Andrea Perugini, il Primo Consigliere d’Ambasciata Veronica Ferrucci, la Dott.ssa Maria Pia Bianconi – Capo Cancelleria Consolare, l’Ing. Eros Capostagno – Presidente ESI Ente scolastico italiano, l’Ing. Alessandro Argentini – dell’Ufficio Europeo dei Brevetti, il Prof. Marco Galdi – esperto costituzionalista, il Dott. Ernesto Pravisano – Presidente del ComItEs dell’Aja, il Dott. Paolo Pavan – Presidente della Camera di Commercio italiana per l’Olanda, i Presidenti dell’Inter – ComItEs di Svizzera e Germania, Dott.ssa Grazia Tredanari e Dott. Tommaso Conte, la Senatrice Laura Garavini e personalità del mondo associativo e civico locale.

Dopo i saluti istituzionali di S.E. l’Ambasciatore Perugini, si è aperta la sessione di lavoro con l’illustrazione delle tematiche riguardanti la situazione della comunità italiana presente in Olanda. I connazionali residenti in Olanda rappresentano numericamente la dodicesima comunità italiana all’estero e registrano una crescita media di circa 2.000 nuove iscrizione AIRE all’anno.

Cittadinanza italiana e modifiche apportate dal DL n. 113, 4 ottobre 2018

Il primo argomento dibattuto è stato la cittadinanza italiana e le modifiche introdotte dal Decreto Legge n. 113 del 4 ottobre 2018 “sicurezza” convertito con modificazioni dalla Legge 1 dicembre 2018, n. 132 riguardanti l’articolo 14 la naturalizzazione per matrimonio.

La Commissione Continentale Europa e Africa del Nord esprime un vibrato disappunto sul fatto che non sia stato chiesto il parere al Consiglio Generale in relazione ad un argomento di tale rilevanza e che ha ricadute dirette ed importanti anche sulla quotidianità delle collettività italiane nel mondo. Non è consueto che il tema della cittadinanza – elemento centrale e strutturale dello Stato – sia trattato tramite Decreto Legge. La necessità di una semplificazione, l’aggiornamento e l’armonizzazione della legge sulla cittadinanza sono di grande attualità e la sua riforma è stata proposta dal CGIE durante i lavori della 42ᵃ assemblea plenaria e sarà argomento di discussione anche nella prossima plenaria. Perciò, vista la delicatezza di questo istituto occorrerà una riflessione più ampia perchè tocca aspetti e situazioni differenziate sia per retaggi storici, sia per l’estensione dei diritti universali necessariamente da adeguare all’oggi. La nuova legge 1 dicembre 2018, n° 132  non ha sanato i tanto discussi e urgenti aspetti legislativi che disciplinano l’istituto della cittadinanza per  il riacquisto, la concessione del riconoscimento ai discendenti degli emigrati e ai nuovi cittadini residenti in Italia, ma si è limitata a istituire i termini e le condizioni per il riconoscimento della cittadinanza per matrimonio. La CC Europa e Africa del Nord sollecita, invece,  la semplificazione e una riforma organica di questo istituto giuridico.

Nello specifico delle modifiche introdotte dalla legge 1 dicembre 2018, n. 132, ex Decreto Legge 113 del 4 ottobre 2018, nell’articolo 14 sono state apportate alcune importanti modifiche sulla cittadinanza 5 febbraio 1992, n. 91:

  • All’art. 8 è stato abrogato il 2° comma, che prevedeva l’impossibilità – per il ministero dell’interno – di procedere al rigetto dell’istanza di conferimento della cittadinanza per matrimonio, ove fossero decorsi due anni dall’istanza stessa;
  • All’art. 9 bis, il versamento dell’importo di euro duecento previste per le istanze e dichiarazioni in materia di cittadinanza è stato sostituito con il versamento di euro duecentocinquanta;

dopo l’art. 9 bis, è stato aggiunto l’art. 9 ter, che estende il termine di definizione dei procedimenti di cui agli art. 5 e 9 a quarantotto mesi dalla data di presentazione della domanda. Il termine dei definizione di detti procedimenti, prorogato a 48 mesi, riguarda l’intera procedura, comprensiva del periodo necessario al Ministero dell’Interno per la definizione delle pratiche.

La legge 1 dicembre 2018 n. 132, di conversione del citato decreto (in vigore dal 4 dicembre 2018), ha introdotto l’art. 9.1 alla legge 5 febbraio 1992, n. 91. Detta disposizione prevede, quale condizione per il riconoscimento della cittadinanza il possesso di un’adeguata conoscenza della lingua italiana, non inferiore al livello B1 del quadro comune di riferimento per la conoscenza delle lingue.

L’accertamento di tale requisito va effettuato attraverso l’acquisizione di:

  • Un titolo di studio rilasciato da un istituto di istruzione pubblico o paritario;

ovvero

  • Una certificazione rilasciata da un ente certificatore.

Al momento possono considerarsi sicuramente enti certificatori, appartenenti al sistema di certificazione unificato CLIQ (CERTIFICAZIONE LINGUA ITALIANA DI QUALITA’):

  1. L’università per stranieri di Siena
  2. L’università per stranieri di Perugia
  3. L’università Roma Tre
  4. La Società Dante Alighieri

La Commissione continentale Europa e Africa del Nord ritiene imprescindibile inserire tra gli enti certificatori anche gli Enti promotori dei Corsi di lingua e Cultura italiana presenti con strutture di prossimità e capillari nei territori d’insediamento delle nostre comunità, la cui offerta formativa faciliterebbe la preparazione dei richiedenti la cittadinanza italiana. Contestualmente si chiede un periodo transitorio dall’entrata in vigore della legge per l’applicazione di tali procedure, per la validità dei documenti e per i procedimenti di riconoscimento della cittadinanza già istruiti presso i Consolati. L’uso del decreto legge non è lo strumento ideale per regolamentare la cittadinanza, tema disciplinato dai regolamenti di interesse costituzionale, che attengono alla forma di Stato come avviene anche per la sovranità e il territorio. Il CGIE si propone come interlocutore presso le nostre istituzioni per l’armonizzazione delle leggi che disciplinano l’istituto della cittadinanza e, già dalla prossima assemblea plenaria lavorerà per varare un documento da consegnare al governo.

Disegno di Legge costituzionale 1585 per la riduzione dei parlamentari italiani (artt. 56, 57 e 59 della Costituzione)

Il disegno di legge costituzionale 1585 recante modifiche degli artt. 56, 57 e 59 della costituzione, recante la diminuzione del numero dei parlamentari eletti all’estero interessa direttamente anche gli artt. 138 e 139 che statuiscono sull’ordinamento della Costituzione ed i diritti fondamentali. Il Consiglio generale degli italiani all’estero resta convinto dell’incostituzionalità del provvedimento, come ha affermato la nostra delegazione durante le due audizioni al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati di quest’anno, perché contravviene all’art. 48 cap. 3 che recita: “La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla  legge”. L’effettività della rappresentanza introduce il principio di proporzionalità, che verrebbe disatteso dai numeri dei rappresentanti proposti nel DDL 1585 approvato in prima lettura sia al Senato, sia alla Camera. I 4 seggi, che il DDL 1585 propone di assegnare al Senato nelle ripartizioni elettorali della circoscrizione estero cambierebbero il principio della proporzionalità e diventerebbero de facto maggioritari. A sostegno delle motivazioni contrarie alla riduzione del numero dei parlamentari eletti nella circoscrizione estero il CGIE produce la documentazione esposta durante le audizioni avvenute al Senato e alla Camera dei Deputati (vedi gli allegati I e II) e il testo del professore di diritto costituzionale presso l’Università di Salerno, Marco Galdi,  (vedi allegato III), che riferisce sul conflitto di  attribuzione. La Commissione continentale Europa e Africa del Nord del CGIE sollecita una riforma complessiva dell’intera rappresentanza degli italiani all’estero e nel ridefinire il futuro numero dei parlamentari da eleggere nel Parlamento italiano, compreso il numero delle ripartizioni elettorali, di riformare anche le procedure e le modalità di voto per estendere la partecipazione, a tutti i livelli della rappresentanza degli italiani all’estero, facendo leva assieme al voto per corrispondenza anche sull’innovazione tecnologica.

La Commissione continentale Europa e Africa del Nord incalza il Sottosegretario con delega all’emigrazione, Ricardo Merlo, ad intervenire con urgenza sul governo per far avanzare le proposte presentate dal CGIE sul DDl 1585 durante le due audizioni parlamentari precedenti, al fine di anticipare la ripresa dei lavori per il riesame in seconda battuta del presente provvedimento nella  commissione Affari costituzionali al Senato, dove la trattazione del provvedimento è già stata calendarizzata per fine giugno p.v.. Intanto la CC Europa e Africa del Nord provvederà a promuovere incontri con i differenti gruppi parlamentari affinché non si arrivi al raggiungimento della maggioranza assoluta alla Camera, e contestualmente di prevedere la raccolta di firme pari a 1/5 alla Camera o Senato per indire l’eventuale referendum costituzionale. In alternativa la nostra Commissione si riserva di esercitare un’azione, attraverso un cittadino residente all’estero, presso il Tribunale ordinario, facendo riferimento alla sentenza 1/2014 sul principio di rappresentatività ed effettività del diritto di voto.

E’ dovere dei parlamentari italiani eletti nella circoscrizione estero impegnarsi in una battaglia di fondo per stabilizzare il voto degli italiani all’estero. Il Cgie e i Comites, di conseguenza, faranno la loro parte.

Risultati delle elezioni europee e il futuro dei cittadini italiani residenti nel Regno Unito

 

La Commissione Continentale Europa e Nord Africa, ha accolto e discusso i risultati delle elezioni europee del 26 maggio u.s. e le criticità nell’esercizio di voto all’estero assumendo il documento presentato dall’Intercomites Belgio, nel caso di specie sull’intera procedura elettorale di quel Paese e di riflesso sulle identiche carenze emerse negli altri 27 paesi dell’Unione europea, dove sono stati allestiti i seggi elettorali. Queste stesse incongruenze sono state rilevate anche dai consiglieri CGIE nei rispettivi Stati di residenza.  (Vedi allegato IV). Criticità che hanno di fatto, in molti paesi, limitato l’esercizio di voto da parte degli italiani residenti nei paesi membri dell’Unione Europea. L’omessa informazione sulle consultazioni elettorali e le specificità per il voto dall’Estero ha comportato che non tutti i cittadini dell’Unione fossero stati informati per tempo rispetto alle elezioni Europee. Problematiche sono state rilevate anche per l’iscrizione al registro degli elettori temporaneamente all’estero, non sufficientemente pubblicizzata. Le inefficienze nel recapito dei certificati elettorali, che sono stati inviati in molti paesi la settimana precedente le elezioni o non sono pervenuti affatto, hanno comportato la richiesta per gli elettori di un duplicato. Il tutto con notevole aggravio di lavoro per le strutture consolari, anche in seguito alle informazioni non adeguate relativamente al rilascio dei duplicati: non era chiaro se si dovesse chiedere il duplicato alla cancelleria consolare o anche alle sedi decentrate di votazione. La scelta dello Stato per cui votare, la scelta se votare per le liste del paese di residenza o quella del paese di origine, è garantita dalla legislazione europea ed italiana ma in paesi come il Belgio e la Francia, dove si svolgevano anche le elezioni federali e regionali, sono stati segnalati casi di elettori a cui è stato negato di poter votare per le liste italiane nel caso in cui fossero registrati nelle liste elettorali locali. La situazione particolare verificatasi in Belgio dovrà essere chiarita tra le autorità belghe e italiane.  

A marzo 2019, l’interpellanza parlamentare 2/00302 ha cercato di fare chiarezza sui ciriteri di dislocazione delle sezioni di voto e sulle risorse economiche stanziate dal Ministero dell’Interno per l’organizzazione dei comizi elettorali all’estero. Il governo rispose che la rete diplomatico consolare presente nei paesi dell’UE aveva previsto di istituire 237 seggi elettorali, comprensivi di 468 sezioni, assegnando ad ogni sezione un numero di elettori non inferiore a 200 e non superiore a 5.000. nel 2014 erano stati costituiti 440 seggi con un limite massimo di 1.600 elettori per ogni sezione. Gli elettori residenti in stati membri dell’UE nel 2019 sono certificati all’AIRE in 1.900.000 con un incremento rispetto al 2014 di oltre il 20%, il numero dei seggi invece è stato dimezzato. Le distanze per il raggiungimento dei seggi elettorali, in alcuni casi 200 km, hanno comportato un effetto dissuasivo sull’elettore, tanto che l’affluenza per l’estero si è attestata sul 7,65% degli aventi diritto al voto.  Non ci si può consolare con l’esiguo aumento della partecipazione che dal 2014 al 2019  è passata dal 5,93 al 7.65%.

Risultati elezioni europee 2014:

Elettori 1.406.291   Votanti                                83.324Percentuale votanti   5,93 %
Schede bianche1.497 Schede non valide (bianche incl.)6.165 
TOTALI 77.159 
        

 

 

Risultati elezioni europee 2019:                Totale partecipanti 120.770

Elettori: 1.676.123 | Votanti: 127.156  | Affluenza: 7,6 %

Schede nulle: 6.174 Schede bianche: 863 Schede contestate: 119

 

Nella passata consiliatura il CGIE ha consegnato al Parlamento raccomandazioni e proposte di modifica delle procedure di voto alle elezioni europee, come l’anno scorso per quelle legislative, anche perché i fatti hanno dimostrato e dimostrano carenze con le modalità attuali ingiustificabili per un Paese fondatore dell’UE. Nella maturazione di un senso di appartenenza all’Europa la Commissione Continentale Europa e Africa del Nord sollecita il governo a promuovere un cambiamento della situazione e del sistema elettorale per le elezioni Europee. Nello specifico sollecita il governo ad applicare la decisione (UE, Euratom) 2018/994 del Consiglio del 13 luglio 2018/ che modifica l’atto relativo all’elezione dei membri del Parlamento europeo a suffragio universale diretto, allegato alla decisione  76/787/ CECA, CEE, Euratom  del Consiglio del 20 settembre 1976 (di seguito, decisione UE). Questo a maggior ragione in questa fase di riforme profonde della rappresentanza. In futuro l’informazione al cittadino italiano che vive all’estero dovrà essere esaustiva, comprensiva di nozioni indispensabili per partecipare alla scelta dei candidati sulle liste locali nelle quali da tempo partecipano i candidati italiani che vivono all’estero. La televisione italiana e i social media potrebbero svolgere un ruolo formativo. Il diritto al voto deve essere garantito con delle metodologie più semplici e soprattutto salvaguardare i diritti democratici per i quali occorrono le risorse necessarie per mettere anche i cittadini italiani all’estero nelle condizioni di partecipare attivamente alla composizione delle aule parlamentari. L’ingiustificata riduzione del 50% dei seggi elettorali nella circoscrizione estero decisa dal governo e causata dalla riduzione di € 2’000’000 dei costi, ha avuto un’incidenza negativa sulla partecipazione degli elettori alle elezioni europee. All’estero sono mancate la comunicazione e l’informazione senza le quali non si crea la pubblica opinione tanto meno si motivano gli elettori a compiere i doveri civici.

Esiti e seguiti del Seminario dei Giovani italiani nel mondo, Palermo 16-19 Aprile 2019

La preparazione del seminario ha impegnato la Commissione VIIᵃ, Nuove Migrazioni e Generazioni nuove, per un anno e mezzo. Il percorso preparatorio ha coinvolto tutti i consiglieri della Commissione, il CGIE, le Regioni, le Consulte regionali per l’emigrazione e i Comites. Grazie a questa collaborazione e all’impegno dei Comites sono stati selezionati 115 ragazzi da tutto il Mondo rispettando una parità di genere.

La collaborazione con il Comune e l’Università di Palermo, ha consentito la copertura dei fondi necessari all’alloggio e soggiorno per i partecipanti al Seminario. I ragazzi hanno infatti alloggiato gratuitamente presso le case dello studente. I viaggi dei ragazzi sono stati pagati dai Comites con la ricerca nei rispettivi stati e città di sponsor per pagare le spese di viaggio. Da parte del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale non c’è stata alcuna copertura delle spese ed il CGIE ha provveduto a coprire le spese dei consiglieri appartenenti alla VIIᵃ commissione dando un contributo di € 10.000.

La collaborazione tra l’Università’ di Palermo ed il CGIE ha portato ad un protocollo d’intesa CGIE-UNIPA per agevolare in futuro gli scambi tra studenti e collaborazioni. (Vedi allegato V).

Ai ragazzi è stato offerto anche un ricco programma culturale, con visite e spettacoli organizzati presso il Teatro Massimo, il Teatro di Santa Cecilia e il Palazzo dei Normanni.

I lavori si sono aperti alla presenza del Sottosegretario Ricardo Merlo, di Parlamentari eletti all’estero, del Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, del Rettore dell’Università di Palermo Giuseppe Amodei, dell’Assessore dell’Istruzione e della Formazione professionale Regione Siciliana, Roberto Lagalla, del Direttore Generale per gli Italiani all’Estero Luigi Vignali e del Comitato di Presidenza del CGIE.

Il seminario si è svolto in quattro giornate, le prime sono state dedicate a tecniche partecipative per capire basi e volontà sulle quali poi formare i gruppi di lavoro, da queste si sono poi sviluppati gli atelier tematici, che hanno comportato il lavoro su progetti proposti dai giovani partecipanti, come ad esempio la presentazione di una ricerca sulle famiglie Expat e costi che queste devono sopportare, le reti di ricerca, i dati sulla nuova migrazione forniti dalla fondazione Migrantes e la rappresentanza. L’ultimo giorno si è svolto il racconto delle giornate e la raccolta dei lavori fatti. 

Ora per canalizzare le energie prodotte dal Seminario, sono stati organizzati in tutto il Mondo eventi di “restituzione del Seminario”, i 115 partecipanti sono diventati dei moltiplicatori nei loro paesi di origine e stanno già lavorando a promuovere i seguenti temi: Individuazione di buone pratiche all’estero da presentare e portare in Italia, il Turismo di ritorno, Network e banca dati per chi emigra, Identità, Arte, Rappresentanza, Ricercatori e Network per lo sport. Su Instagram è già attivo il progetto Storie – Giovani Italiani nel Mondo.

La commissione VIIᵃ del CGIE e i giovani cercheranno di inserire una rappresentanza di giovani italiani che vivono all’estero nel Consiglio Nazionale dei Giovani, ripristinato dal Sottosegretario Vincenzo Spadafora.

La Commissione Continentale Europa e Africa del Nord si auspica che l’ottimo lavoro svolto finora dalla Commissione VIIᵃ possa continuare con la collaborazione di tutti i Comites del Mondo e delle Istituzioni Italiane per consentire un sempre maggiore coinvolgimento delle nuove generazioni nella elaborazione e realizzazione delle politiche attive per gli italiani nel Mondo.

Preparazione della Plenaria della Conferenza Permanente Stato – Regioni-Provincie Autonome – CGIE

La Conferenza permanente S-R-PA-CGIE, nonostante la Legge di istituzione del CGIE, all’articolo 17 bis, ne indichi la convocazione ogni 3 anni, da 10 anni non viene più convocata. L’obiettivo della Commissione VIᵃ è di arrivare al più presto alla convocazione della Cabina di Regia in maniera tale da poter sviluppare e approfondire i 3 macro temi elaborati durante i tavoli tecnici che si sono riuniti a Roma nel corso di quest’anno:

  1. Nuova mobilità in tutte le sue sfaccettature (informazione e formazione, controesodo, reinserimento nel tessuto economico e sociale italiano)
  2. Ridefinizione del rapporto dell’Italia con la rete degli italiani all’estero anche attraverso nuove relazioni e strumenti delle Regioni (coordinamento nazionale e sportello congiunto delle Regioni, associazionismo, servizi per gli italiani all’estero, tutela dei diritti dei cittadini).
  3. Potenziamento e internazionalizzazione del Sistema Paese (all’interno della strategia integrata di offerta inclusiva ad esempio del turismo di ritorno e dell’insegnamento e promozione della lingua e cultura italiana).

La Commissione VIᵃ chiede di tener fede ai dettami legislativi che disciplinano la combinazione della Cabina di regia e propone di comporla come segue: due rappresentanti del MAECI, uno indicato dal Dipartimento degli Affari Regionali del PCM, uno dell’ANCI, 2 delle Regioni, uno delle Consulte regionali dell’emigrazione, uno dal MEF, uno dal Ministero del Lavoro, una rappresentanza dei parlamentari eletti all’estero e una rappresentanza del CGIE.

Il consigliere diplomatico del Primo Ministro italiano, l’ambasciatore Pietro Benassi, ha confermato in una lettera del mese di febbraio u.s., che il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha dato indicazione al Ministro senza portafoglio per gli Affari regionali e le autonomie, Sen. Erika Stefani, di assicurare la partecipazione alla Conferenza per conto del Governo. Il CGIE ha sollecitato il sottosegretario con delega per gli italiani nel mondo, Ricardo Merlo, di recuperare in assestamento di bilancio la somma di € 250’000 per convocare l’assemblea plenaria straordinaria del CGIE, durante la quale dovrebbe svolgersi la Conferenza verosimilmente tra la fine di Novembre e la prima settimana di Dicembre. 

Promozione della Lingua e Cultura Italiana nel mondo. Proposte di riforma della Circolare 13/2003.

La promozione della lingua e della cultura italiana all’estero è una colonna portante della proiezione del nostro Paese. Resta uno strumento indispensabile per la formazione e la divulgazione della nostra immagine nel mondo. Funge da forza d’attrazione per gli italofoni e gli italici e, all’estero si presenta come faro di riferimento, indispensabile per valorizzare il sistema paese. Il CGIE ha plaudito al lavoro di valorizzazione del vivere all’italiana avviato di recente dalla direzione generale sistema paese della Farnesina mediante l’uso sinergico ed integrato della proiezione dell’Italia all’estero, che promuove i vari ambiti produttivi e i beni materiali e immateriali, con i quali si contraddistingue il nostro paese. Negli ingranaggi del sistema paese gli italiani all’estero costituiscono una parte insostituibile della cinghia di trasmissione e di affermazione del potere morbido, che concorre a creare ricchezza per il nostro paese. Perciò la CC Europa e Africa del Nord del CGIE incalza la DGSP della Farnesina a prendere in considerazione con maggiore convinzione e a valorizzare il ruolo delle nostre comunità all’estero nella sua azione di promozione del sistema paese. Le giornate del design, del cinema, della musica e dell’arte nel mondo, le varie edizioni della settimana della gastronomia e della cultura italiana all’estero non segnerebbero l’eccellenza raggiunta negli anni, se non ci fosse stato il contributo dei Comites e del Cgie, assieme all’irrinunciabile collaborazione delle numerose associazioni italiane. La CC Europa e Africa del Nord del CGIE sollecita le istituzioni italiane a scommettere convintamente sulle Comunità italiane all’estero, che al tempo dell’economia circolare e globale non dovrebbero più essere concepite come una zavorra per il sistema ma, invece, orgogliosamente sostenute come delle risorse sulle quali investire per far progredire il paese. La lingua italiana in questo sistema di valori e di quantificabile economia ha una sua valenza e specificità, che la CC Europa e Africa del Nord del CGIE segnala ai ministeri competenti, suggerendo degli interventi migliorativi nella forma e nella sostanza, tali da esaltare le potenzialità presenti nel mondo della formazione culturale all’estero. Uno degli strumenti utilizzato da oltre cinquant’anni in quest’opera è l’insegnamento della lingua e della cultura italiana ai figli degli emigrati italiani. Oggi va aggiornato e proposto in tutte le forme pedagogiche perché c’è una ripresa dell’emigrazione italiana e, dunque una richiesta, che diversamente potrebbe diventare appannaggio di altri competitors. Perciò come è diventato impellente l’aggiornamento dell’insegnamento all’estero, occorrerà riscrivere anche le regole per la gestione degli strumenti organizzativi e le norme legislative che lo sostengono.

Il dibattito sulla Circolare 13/2003 avviato con l’approvazione del decreto legislativo 64/2017 rimane sempre aperto e va definitivamente regolamentato ed adeguato al nuovo dettame legislativo per risolvere i problemi anacronistici che bloccano lo sviluppo di una moderna politica di promozione linguistica: La tempistica per l’erogazione dei contributi, i Piani Paese e la programmazione sono oramai una palla al piede, che blocca il lavoro degli Enti promotori.

La Commissione IV del CGIE sollecita oltre al recupero dei Piani Paese, che in passato hanno svolto un ruolo regolatore e di promozione dell’intervento scolastico nei diversi paesi, anche la programmazione pluriennale dei progetti formativi promossi in collaborazione con gli Enti Promotori, i Comites e il CGIE. Questo è il metodo più efficace per permettere la corretta rilevazione dei bisogni formativi e per delineare un quadro di necessità realistico e condiviso per ogni singolo paese. La commissione continentale Europa e Africa del Nord del CGIE ritiene necessaria la sburocratizzazione del sistema di erogazione dei contributi e la semplificazione delle pratiche amministrative. Non è più sostenibile che il controllo dei consuntivi da parte della DGSP de Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale vada a bloccare l’erogazione del saldo del contributo.

La Commissione Continentale Europa e Africa del Nord ha discusso anche il tema dei corsi per adulti, rivelando preoccupazione per l’insufficiente dotazione di contributi ministeriali da investire in questo ambito, mentre la bozza della circolare 13/2003 all’art. 4.6 definisce chiaramente gli obiettivi per questi interventi.

La Commissione Continentale Europa e Africa del Nord ha acquisito il documento “Investire in cultura per un futuro migliore – Revisione della Circolare 13 del 2013” presentato dall’Intercomites Germania, che interviene sulla versione del 9 maggio 2019 della bozza di circolare con proposte emendative e di soppressione di alcune modalità riportate nella stessa. (vedi allegato VI)

Rete Consolare e servizi in Europa

La Commissione Continentale Europa e Africa del Nord, ha rilevato come la rete Consolare italiana e i servizi da essa offerti presentino nella maggior parte dei paesi Europei le stesse problematiche. La difficoltà di accesso ai servizi sta comportando gradualmente un allontanamento del cittadino dal contatto diretto con l’istituzione Consolato. L’insufficiente uso dell’autocertificazione e il ritardo dei servizi telematici limitano la funzionalità dei servizi dei Consolati.

La riorganizzazione delle sedi diplomatiche consolari italiane nei paesi comunitari deve avvenire in base alla specificità dei territori e delle comunità residenti. Molti servizi in questi paesi potrebbero essere delegati sia ai patronati italiani, se si arrivasse a sottoscrivere la convenzione proposta dal ministero degli esteri agli stessi patronati, sia alle amministrazioni locali, dove vivono i nostri connazionali. Questa scelta renderebbe superfluo un gran numero di presenze consolari nell’UE, cosa che invece è ancora indispensabile nei paesi europei non comunitari. I servizi da erogare ai cittadini italiani all’estero vanno resi fruibili nel modo e nei tempi paragonabili a quelli offerti in Italia. L’uso delle nuove tecnologie è presente nella vita di tutti noi e l’amministrazione italiana all’estero è chiamata ad adeguarsi.

La Commissione Continentale Europa e Africa del Nord invita il MAECI a realizzare una guida di orientamento ai servizi consolari nei diversi paesi europei, attraverso la quale la rete garantisca una maggiore uniformità del servizio e certezza delle informazioni. L’indicazione chiara dei servizi offerti dal Consolato evita agli utenti residenti nella circoscrizione la segnalazione dei problemi e l’intasamento dei centralini telefonici. Un esempio calzante della guida visionata durante la riunione è la pubblicazione dei “Quaderni Francofortesi”, presentata dal Presidente Intercomites Germania, Tommaso Conte. E’ utile pensare anche alla produzione di programmi informativi audiovisivi per comunicare la fruizione e le modalità dei servizi forniti dalle nostre Istituzioni, Consolati e Comites.

 

Varie

  • Ordine del Giorno presentato dal Consigliere Luigi Billè, Defiscalizzazione immobiliare per gli italiani all’estero
  • Ordine del giorno del Consigliere Paolo Brullo
  • Ordine del giorno della Consigliera Simonetta Del Favero, Doppia imposizione fiscale Italia/Germania: redditi da risparmio e interessi da capitali

Proposta dell’Istituzione della Giornata Mondiale del Comites, del Premio Letterario CGIE e del Festival di Sanremo World giovani italiani all’estero.

Incontro con la comunità italiana nei Paesi Bassi a Eindhoven

Nella giornata di sabato 8 Giugno la Commissione Continentale Europa e Africa del Nord si è trasferita a Eindhoven per un incontro con la collettività italiana organizzato dal Comites Olanda in collaborazione con la Camera di Commercio italiana in Olanda. Presenti il Presidente del Comites Olanda Ernesto Pravisano assieme a tutti i consiglieri Comites Olanda, il direttore della Camera di Commercio Italiana in Olanda, Paolo Pavan, la consigliere comunale della citta di Eindhoven, Miriam Frosi, la rappresentante consolare di Eindhoven Laura de Troia e i rappresentanti della comunità locale. L’incontro ha prodotto interessanti scambi di informazioni e in particolare la conoscenza di esperienze di vita, che hanno portato la Commissione Continentale Europa e Africa del Nord a conoscere più da vicino la realtà politica, imprenditoriale e sociale italiana della città di Eindhoven.

Il presidente del Comites Ernesto Pravisano, aprendo i lavori ha presentato l’attività svolta dal Comites e attirato l’attenzione sulle difficoltà causate da un numero troppo basso di funzionari e impiegati nelle istituzioni italiane locali, nel consolato e in ambasciata, a fronte del continuo aumento medio annuo di diverse migliaia di iscritti all’AIRE. I presenti hanno indicato le difficoltà e le problematiche di comunicazione con i Consolati, soprattutto l’impossibilità di collegarsi con gli impiegati tramite telefono. Con il trasferimento da Londra a Amsterdam, all’inizio di quest’anno, della sede dell’agenzia europea per i medicinali (EMA) sono aumentati nei Paesi Bassi gli arrivi di ricercatori, accademici e professionisti impiegati nel mondo della medicina. La CC Europa e Africa del Nord sollecita la Direzione generale delle risorse umane del MAECI a verificare la necessità di un rafforzamento dell’organico a sostegno dei funzionari impegnati nelle sedi consolari olandesi.

 

Situazione BREXIT

La questione Brexit tiene i cittadini residenti nel Regno unito con il fiato sospeso perché la soluzione del distacco dall’Unione europea diventa  più complessa con l’approssimarsi delle scadenze, che sistematicamente sono state posticipate rispetto agli accordi assunti tra i due partner. Il Parlamento inglese dopo aver respinto per ben tre volte la proposta avanzata dal Governo ha anche bocciato tutte le possibili alternative alla stessa. L’unica alternativa per una soluzione che lascia speranza e che è stata sconfitta con appena tre voti dalla soglia della maggioranza (273 su 276 voti), è stata la proposta di una permanenza del Regno unito nell’unione doganale europea in cambio dell’impegno inglese di rinunciare ad accordi commerciali autonomi con Paesi terzi.

 

A seguito di tutte queste sconfitte in Parlamento, il primo ministro inglese Theresa May è stata  costretta a negoziare uno spostamento della data d’uscita dall’UE per il 31 Ottobre 2019, gravita di una clausola di revisione nel mese di giugno, che secondo la Commissione della Ue “non servirà a prendere decisioni sul futuro dei rapporti tra i partner ma solo a fare il punto sulla status quo”. Infatti, il Regno Unito a seguito dell’estensione della proroga concordata con l’Ue è stata costretta, con due settimane di tempo, a organizzare e partecipare alle elezioni europee, le quali sono state vissute nel Paese de facto come un secondo referendum sulla Brexit a tre anni di distanza. 

 

Tutti i partiti, tranne il partito Laburista e quello dei Conservatori, avevano posizioni nette sulla scelta:  Rimanere o Lasciare. I conservatori hanno favorito l’accordo sul ritiro del proprio primo ministro Theresa May e il partito laburista ha favorito la scelta di una Brexit più tenue, che mantenga il Regno Unito più strettamente legato al mercato unico dell’Unione europea. Questa mancanza di chiarezza da parte del partito di Governo e del maggiore partito d’opposizione ha creato uno scenario elettorale inedito. L’europarlamentare Nigel Farage in 45 giorni e senza un programma ha creato un partito “The Brexit Party” e ha vinto le elezioni con il 33% dei voti seguito dal partito dei Liberal Democrats, da sempre posizionato contro la Brexit, con il 21% dei voti superando i Laburisti 14%, i Verdi 12% e i Conservatori con il 9%.  

 

La partecipazione degli europei, incluso i connazionali italiani, per le elezioni degli europarlamentari Britannici è stata limitata a causa della breve tempistica che ha condizionato l’opzione di voto al 7 di maggio, ovvero 15 prima delle elezioni. A seguito dei risultati il primo Ministro Theresa May ha rassegnato le dimissioni il 7 giugno lasciando aperto il campo allo scontro interno al partito conservatore, che dovrà scegliere la nuova leadership del partito e, quindi, del Paese. Infatti, ad oggi l’attenzione del pubblico Britannico è concentrata sullo scontro tra i conservatori chiamati a  eleggere Il nuovo leader del partito e, quindi il Primo Ministro che porterà avanti le politiche sulla Brexit fino alla nuova data d’uscita del 31 Ottobre prossimo. Si rileva che ad oggi mentre discutiamo nella nostra riunione a L’Aja, secondo l’Home Office (Ministero degli Interni) già un buon numero di connazionali Italiani, circa 70 mila hanno già espletato le pratiche per l’ottenimento del “Settled Status” ovvero del permesso di residenza previsto nell’accordo di recesso. La Commissione continentale Europa e Africa del Nord segue con grande apprensione l’evoluzione della situazione nel Regno Unito perché molti nostri connazionali, in particolare i giovani i mobilità, non sono in regola con i permessi di soggiorno e si teme un aggravio di lavoro per la nostra rete consolare. E’ difficile anticipare le future decisioni del governo e le nostre preoccupazioni sono rivolte agli effetti che avranno sulla permanenza nel paese dei nostri connazionali.

 

 

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