Il CGIE presenta i progetti della rete dei giovani italiani nel mondo

 A due mesi e mezzo dal Seminario di Palermo per la creazione di una rete di giovani italiani nel mondo, realizzato per iniziativa del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, sono stati presentati ieri pomeriggio al Senato, presso la Biblioteca “Giovanni Spadolini”, lo stato dell’arte del lavoro che ha permesso la tenuta dell’iniziativa e la dozzina di progetti che i 115 delegati di Palermo tra i 18 e i 35 anni intendono realizzare.
Al tavolo dei relatori Maria Chiara Prodi, presidente della Commissione del CGIE responsabile dell’iniziativa, Michele Schiavone, segretario generale CGIE, e i consiglieri CGIE Gaetano CalàSilvia Alciati ed Eleonora Medda.
A dare il via alla presentazione è stato il presidente della Commissione del CGIE responsabile del progetto, Maria Chiara Prodi, che ha espresso soddisfazione per la forte dinamica generata. “Mettere al centro i giovani era un bisogno di tutti, che – ha detto Prodi – fa leva su questa nuova dinamica per arrivare al 2020 armati di energie giovanili. La mancanza di fondi è stato l’ostacolo principale per questa iniziativa, ma questa si è trasformata in uno schema di corresponsabilità”.
“Palermo – ha proseguito la responsabile del progetto – è stato insieme il punto più alto e quello più basso del CGIE”. Per la buona riuscita “bisogna ringraziare i ragazzi, che si sono dimostrati motivati, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ci ha accolto, la Regione Sicilia, l’Assemblea regionale, le diverse regioni che hanno collaborato e i Comites che hanno aderito”.
“Abbiamo cercato di condividere il senso di ciò che stavamo facendo coi ragazzi – ha rivelato la presidente della VII commissione CGIE – puntando sulle volontà del singolo, che però rappresenta una comunità italiana all’estero. Inoltre, abbiamo creato una rete in 3 giorni, producendo una dinamica forte”.
Spiegando la tre giorni di Palermo, Maria Chiara Prodi ha riferito anche quali fossero state le condizioni per eleggere e poi convocare i giovani delegati: dovevano avere tra 18 e i 35 anni, essere cittadini italiani che conoscono la lingua e avere una motivazione forte per partecipare. Quest’ultima serviva soprattutto “per far capire che il seminario di Palermo non era una gita per i ragazzi”.
Ha preso parola in seguito Silvia Alciati, consigliera CGIE, che ha riferito delle difficoltà a mettere insieme tutti i ragazzi e a contattare i 115 delegati. I quali, per una serie di circostanze sfavorevoli, erano solo in 110 a causa di alcune mancanze. “Abbiamo anche contatto 107 Comites per invitarli a partecipare – ha rivelato la consigliera -, per coinvolgerli e per aderire al nostro progetto. Non tutti lo hanno potuto fare – ha spiegato Alciati – quindi dei 107 contattati alla fine ne abbiamo raccolti 45, che è comunque un numero positivo. Lo stesso è avvenuto con le Regioni, dopo averle contattate tutte ne abbiamo coinvolte 9. Quindi, abbiamo avuto un bel contributo da entrambe le realtà: 37 ragazzi provenienti dalle Regioni e 73 dai Comites. Mentre sono stati 22 i Paesi implicati. Per quanto riguarda i continenti, l’America Latina ha fatto da traino, poi l’Europa. Dall’Argentina, infatti, sono arrivati 20 ragazzi, mentre dal Brasile 15, al terzo posto la Germania con 10 partecipanti, poi Canada con 8 e Australia con 6. La sorpresa sono stati 2 ragazzi da Israele e 3 dal Sud Africa, oltre ai ragazzi arrivati dal Venezuela e dal Guatemala”.
“Tutti i ragazzi – ha detto, a conclusione del suo intervento, Alciati – hanno manifestato interesse per i diversi progetti e il loro entusiasmo ci ha caricati. Insisteremo per coinvolgerli tutti, moltiplicando per quattro il lavoro. La promozione fatta sui social media ha già fatto conoscere molto il nome del CGIE e questo grazie ai ragazzi, che sono un tesoro preziosissimo”.
Sulla decisione di portare questa iniziativa a Palermo ha preso parola l’ex consigliere CGIE Gaetano Calà, che ha motivato la sua scelta dicendo che il capoluogo siciliano sta “vivendo una seconda primavera ed è una città che ha una grande propensione multiculturale e che ha avviato il processo politico per l’abolizione del permesso di soggiorno, che ha effetti molto difficili per chi li subisce, come in Australia, dove esiste quasi la “schiavitù” per i migranti con permesso”.
“La Sicilia – ha continuato Calà – ha perso tantissimi giovani a causa della disoccupazione giovanile. E portare queste tematiche a Palermo era importante, in una regione, così come in tutto il meridione, che è terra di accoglienza. E la sfida di Palermo poteva essere vinta solo in una terra dove l’ospitalità rappresenta un valore così forte”.
Calà ha concluso ringraziando il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il presidente della Regione Nello Musumeci per la disponibilità, prima di annunciare le sue dimissioni da consigliere e ricevere un caloroso applauso dalla sala.
È poi intervenuta Eleonora Medda, consigliera CGIE, che ha riferito di come il lavoro svolto a Palermo abbia coinvolto tutti. “Il Comitato di Presidenza ha compreso subito l’importanza di questa iniziativa – ha detto – ma la parte delicata arriva solo adesso, perché abbiamo programmato un seguito per aiutare i ragazzi nel loro percorso di crescita con e per il CGIE”.
Ha infine ripreso parola Maria Chiara Prodi, che ha elencato e presentato i diversi progetti nei quali i ragazzi sono impegnati: “cervelli in fuga“, nel quale si cercano di capire i motivi che spingono molti giovani italiani a lasciare il Paese; “turismo di ritorno“, nel quale il gruppo di lavoro si ripropone di mettere in contatto istituzioni, associazioni e soggetti privati per agevolare il turismo di comunità italiane sparse nel mondo; il “network degli italiani nel mondo“, arricchito da guide dirette al fine di districarsi sul tema emigrazione e immigrazione. A riguardo Maria Chiara Prodi ha detto che per fare questo non si deve “inventare l’acqua calda, ma migliorare e valorizzare i lavori che già ci sono”. Ancora, continuando con i progetti: “raccontare le storie dei giovani italiani nel mondo sui Social Media“, che si propone come diario delle esperienze dei giovani italiani all’estero; “l’incontro tra vecchia e nuova emigrazione“, altro gruppo di lavoro nato con l’intento di creare una rappresentanza culturale di base rivolta ai giovani e alle comunità italiane facendo leva sulle sinergie tra il mondo istituzionale e l’associazionismo regionale; la “rappresentanza dei giovani“, che cerca di far conoscere le istituzioni e le modalità per le candidature dei giovani nel mondo politico; il “supporto legale degli italiani all’estero“, che si propone come guida informativa sui diritti e gli obblighi degli italiani nei vari Paesi del mondo; il “comitato sportivo degli italiani all’estero“, progetto nato con lo scopo di unire gli italiani nel mondo alle attività per la Giornata Mondiale dello Sport degli Italiani all’estero; “ricerca e percorsi formativi“, nato con l’intenzione di creare una rete di ricercatori e professionisti tra gli italiani nel mondo; e la “nuova cittadinanza globale“, che attraverso la Carta dei Principi del Cittadino Mobile vuole essere uno strumento per orientarsi all’interno della mobilità globale in maniera etica e responsabile.
L’intervento conclusivo è stato infine affidato al segretario generale CGIE, Michele Schiavone, il quale ha detto che il CGIE “vuole promuovere il percorso del seminario di Palermo, consapevole delle difficoltà che ci sono. I giovani non devono essere costretti a partire, perché partire lascia delle ferite. Sarei felice se in un futuro questa esperienza potesse continuare, perché le conoscenze sono talmente evolute che neanche le difficoltà finanziarie possono fermarle”.
A chiusura della presentazione è stato inoltre proiettato il documentario realizzato, in collaborazione con il Centro Sperimentale di Palermo, da Denny Biancardi, che ha raccolto le voci dei giovani delegati che si sono detti entusiasti del progetto che intende legarli in maniera sistematica al nostro Paese. (luca matteuzzi\aise)

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