Il Presidente della Commissione Esteri del Senato Vito Petrocelli al CGIE: su voto all’estero e cittadinanza siamo aperti al dialogo

Presidente della Commissione Affari Esteri del SenatoVito Petrocelli ha partecipato questa mattina alla sessione di apertura dell’assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero che proseguirà fino a venerdì 5 luglio. 
Dopo aver audito i consiglieri, che nel primo pomeriggio di ieri sono stati in Senato per l’avvio dell’indagine conoscitiva sulle questioni degli italiani nel mondo, Petrocelli oggi in plenaria ha parlato del testo base da lui depositato in materia di voto all’estero e la sua disponibilità al dialogo anche sul fronte cittadinanza.
“Un anno fa vi avevo anticipato l’intenzione di presentare un ddl di riforma del voto all’estero. Un impegno di maggioranza che abbiamo mantenuto, con il testo depositato e che presto verrà assegnato alla Commissione Affari Costituzionali”, ha detto Petrocelli. “Siamo aperti a soluzioni condivise, in base anche ai vostri suggerimenti. Il ministro Moavero nel suo intervento ha dato una sorta di endorsement al ddl, dicendo che il testo base ha tra gli intenti il massimo rigore nello svolgimento delle consultazioni elettorali”. Il senatore 5 Stelle ha quindi assicurato di aver “capito le emergenze che avete segnalato ieri e ribadito oggi”, soprattutto su due punti: l’introduzione dell’opzione e la incandidabilità per i consiglieri Comites e Cgie. Punto di forza, “la previsione dell’articolo 6 che cancella la candidatura all’estero dei cittadini residenti in Italia”.
Con il ddl – che più volte viene chiamato “testo base”, a voler testimoniare la possibilità (e la volontà?) di modificarlo – Petrocelli ha assicurato al Cgie massima disponibilità anche per la legge sulla cittadinanza.
“Prevediamo il riconoscimento e il riacquisto subordinati al superamento di un test, per equiparare la nostra normativa a quella di quasi tutti i paesi Ue; pensiamo a un test da strutturare con due prove, un esame di lingua e un altro su educazione civica e ordinamento costituzionale. Ci sono persone che hanno pochi e lontani ascendenti italiani, che non hanno mai messo piede in Italia e che non parlano italiano: occorre verificare la persistenza dei loro legami con l’Italia che non può basarsi solo sulla discendenza”. Anche in questa occasione “si parte con un testo base, su cui innestare le vostre riflessioni. Non saremo arroccati su una posizione, ci aspettiamo critiche ma siamo consapevoli che questa sia l’occasione di dare una svolta su temi che attendono una soluzione da molto tempo”. 
Su questo e tutti gli altri temi, ha assicurato concludendo il senatore, la commissione affari esteri avrà sempre la porta aperta: “quella che dobbiamo chiamare “indagine” sarà una interlocuzione continua con voi”. (m.c.\aise)

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