Non ho veramente idea né conoscenza delle motivazioni che hanno indotto l’onorevole Fassino a sventolare in Aula il proprio cedolino riguardo alla sua indennità da onorevole. Forse non ha riflettuto a sufficienza, forse si è fatto condizionare dalla necessità di motivare il suo voto, forse si è ritenuto, visibilmente alterato, veramente defraudato del diritto di guadagnare di più e di adeguare il suo stipendio a quello di altri.
Le motivazioni del gesto possono essere varie, e forse anche in parte giustificabili, ma il valore politico e sociale del suo atto è molto grave, tanto da far pensare che ormai l’anziano onorevole abbia perso il contatto con il mondo reale, quello che sta fuori dal Parlamento.
Un atto, il suo, fuori luogo e soprattutto fuori tempo, in un momento così particolare del nostro paese, proprio quando a migliaia di cittadini viene disconosciuto quel piccolo contributo che per molti rimane il minimo indispensabile per sopravvivere, acquistare generi alimentari, medicinali, pagare affitti e bollette. Una sproporzione poi anche di cifre fra quella mostrata in Aula e il contributo destinato alle famiglie povere. Una cifra da considerare inoltre parziale rispetto ai vantaggi mensili di tutti gli onorevoli attraverso le varie prebende.
E’ come se chi vive nei corridoi dei transatlantici romani, chi vi passa anno dopo anno la propria esistenza, chi vive di discorsi programmatici e buone intenzioni, chi frequenta o si accompagna al potere perda gradualmente e progressivamente di vista la società in cui vive. In cui vive la gente comune.
Come ha potuto Fassino, prima del suo intervento, non pensare a quanto male quel suo gesto plateale poteva fare al suo partito di riferimento e a quanto potesse contribuire al senso comune dei disillusi della politica rafforzando il loro pensiero sulla distanza della “casta” dalla gente comune. Per non parlare dell’invito a nozze per i giornali di destra, tutti, che ne hanno fatto articoli da prima pagina.
Un grosso errore. Per ingordigia, per anzianità, per un’effettiva perdita di contatto con la realtà. Difficile dire quale di queste forze abbia spinto di più. Certo che in un mondo diverso dal nostro, in un mondo più etico e con altri valori e senso dell’onore, un’errore così madornale e grossolano avrebbe dovuto avere ben diverse conseguenze che una parziale ritrattazione.
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