n°42 – 16/10/2021 – RASSEGNA DI NEWS NAZIONALI E INTERNAZIONALI. NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO

01- Luciana Castellina*: «Un mare di vento darà energia pulita a 3,4 milioni di famiglie» Intervista a Silvio Greco, incaricato del Via alla piattaforma eolica al largo della Sicilia. L’impianto offshore, tra i più grandi d’Europa, prevede 290 pale galleggianti

02 – Schirò (Pd): in arrivo la legge di bilancio 2022, alcune riflessioni.

03 – Schirò (Pd): le agevolazioni fiscali previste per gli emigrati che acquistano una prima casa in Italia.

 


 

01 – Luciana Castellina*: «UN MARE DI VENTO DARÀ ENERGIA PULITA A 3,4 MILIONI DI FAMIGLIE» INTERVISTA A SILVIO GRECO, INCARICATO DEL VIA ALLA PIATTAFORMA EOLICA AL LARGO DELLA SICILIA. L’IMPIANTO OFFSHORE, TRA I PIÙ GRANDI D’EUROPA, PREVEDE 290 PALE GALLEGGIANTI

Silvio Greco, ha ricevuto l’incarico di responsabile scientifico per la valutazione dell’impatto ambientale del mega progetto di 290 pale eoliche su piattaforme galleggianti nel mare adiacente alla costa sud occidentale della Sicilia di cui ha ampiamente parlato l’Extra Terrestre del 30 settembre scorso. L’impegno gli è stato affidato in quanto dirigente di ricerca e direttore della stazione zoologica romana e calabrese, «Anton Dhorn», il più importante Ente italiano di ricerca scientifica sul mare, vigilato dal Miur. Era stato fondato nel lontano 1870, quando evidentemente dell’acqua che circonda il nostro paese, che vanta la maggiore lunghezza di coste d’Europa, ci si interessava di più di quanto si fa oggi, visto che proprio del mare nei piani per la transizione ecologica fin qui previsti ci si occupa così poco.

A Silvio Greco (dandogli del tu, perché è membro della nostra Task Force «Natura e Lavoro», rubrica sul Manifesto on line «Attenti ai dinosauri») chiedo ulteriori dettagli su questo progetto che si configura come il più importante fra quelli avviati.

Lo è certamente non solo per le sue dimensioni – potrà produrre tanta energia quanto due centrali nucleari di media grandezza, circa 2.900 megawatt l’equivalente di energia sufficiente per 3,4 milioni di famiglie – ma perché finalmente imbocca la strada principale, quella fino ad ora del tutto sottovalutata: il ricorso alle fonti rinnovabili, il vento e il sole. Installazioni simili sono state già costruite, la più grande del mondo è a 15 km dalla costa di Aberdeen in Scozia.

Totale istallato 50 megawatt, l’equivalente di energia sufficiente per 55.000 abitazioni. Altrettanto è stato fatto in altri paesi del nord Europa e negli Stato uniti ma da noi le piattaforme galleggianti avranno un ruolo anche più rilevante perché da un lato il Mediterraneo meridionale è particolarmente ricco di vento, dall’altro ne è quasi priva la terra circostante (e questo sconsiglia impianti di pale eoliche a terra, come del resto prova la scarsissima efficienza di quelle pur numerose già installate al sud). Inoltre questo eolico off shore siciliano sarà tecnologicamente più avanzato perché l’ancoraggio sarà garantito solo da ancore penetranti, così evitando l’ingombro dei massi. Le torri saranno dunque appoggiate direttamente sulla zattera.

 

Francesco Forgione, sindaco recente di Favignana, si è lamentato perché una risorsa siciliana – in questo caso il mare che circonda la sua isola – verrà sfruttata senza poi ricavarne niente, visto che l’energia si consuma soprattutto nel nord industrializzato.

Capisco il suo sfogo, conoscendo gli immensi problemi di un Comune come quello di Favignana, alle prese con enormi difficoltà finanziarie, ma in questo caso lo sfruttamento non sarò nocivo come quando negli anni ’50 si costruirono qui le petrolifiche «cattedrali nel deserto». L’impianto è localizzato qui per via di una specifica ricchezza siciliana: un vento particolarmente costante sul suo mare. Ne potrà venire per di più molta altra ricchezza: occupazione, penso ai trasporti marittimi alle costruzioni, all’aumento della pesca per l’effetto ombra delle piattaforme galleggianti. Proprio ieri nel porto di Trapani si è conclusa la prima parte della campagna oceanografica nell’area oggetto d’indagine, un viaggio durato un mese che ha visto i ricercatori della Stazione Zoologica Dhorn, coordinati dal capo missione Simone Canese, impegnati nella raccolta dati delle matrici ambientali. In particolare i ricercatori si sono occupati di valutare gli impatti ambientali sulla avifauna, i rettili e i mammiferi marini, gli effetti sulle comunità bentoniche, l’impatto fisico dei sistemi di ancoraggio delle strutture e impatto dei cavi sui fondali marini e gli effetti sulle comunità di pesci. Domani, sempre da Trapani, partirà una seconda missione che si concluderà fra 30 giorni. Inoltre non ci saranno danni per il turismo, perché i galleggianti saranno ancorati a 25 km dalla costa e assai distanziati e saranno preziosi per i pescatori. Come hanno dimostrato gli esperimenti già effettuati i pesci affluiscono numerosissimi attorno agli impianti.

La giornalista Daniela Passeri nella recente inchiesta pubblicata su «l’ExtraTerrestre» ha indicato molte ditte metalmeccaniche e siderurgiche coinvolte dalla società che costruisce l’impianto, Renexia (italiana), quasi tutte straniere.

Sì, è così. Purtroppo in Italia non si è progettata alcuna filiera, alcuna strategia complessiva che potrebbe consentire la ristrutturazione di molte aziende oggi in crisi, a partire dalla Italsider, che devono puntare a quanto la transizione ad una economia sostenibile renderà – se si viole davvero transitare – indispensabile. Tutto, certo, difficile, lungo, e costoso. Ma non sarebbe ben più costoso trovarsi – come ci avverte un altro membro della nostra task Force, Enzo Pranzini, fra qualche decennio, non fra qualche secolo, con i nostri meravigliosi litorali turistici, dalla riviera romagnola a quella ligure per non parlare di Favignana e delle altre nostre tantissime piccole isole – sommerse dal mare destinato a crescere per via del disastro ecologico?

*( Luciana Castellina è una politica, giornalista e scrittrice italiana, parlamentare comunista, più volte eurodeputata, autrice di numerose pubblicazioni, presidente onoraria dell’ARCI dal 2014.)

 


 

02 – SCHIRÒ *(PD): IN ARRIVO LA LEGGE DI BILANCIO 2022, ALCUNE RIFLESSIONI.  Entro pochi giorni (20 ottobre) il Governo è chiamato a presentare al Parlamento il testo del disegno di Legge di Bilancio per il 2022 e comunque entro il 15 ottobre è previsto (salvo rinvii dell’ultima ora) l’invio alla Commissione europea del Draft Budgetary Plan, il Documento programmatico di Bilancio che definisce la manovra finanziaria per il prossimo triennio. 12 ottobre 2021

Potrebbero essere molte le misure che direttamente e indirettamente interesseranno gli italiani all’estero.

Di grande impatto sarà la riforma delle pensioni – di cui ho già parlato in dettaglio in un mio recente comunicato.

Il Governo Draghi prevede l’abolizione di “Quota 100” con l’introduzione però di nuove forme di flessibilità per l’uscita dal mondo del lavoro, tra le quali la pensione anticipata con 41 anni di contributi, la proroga dell’Ape sociale (63 anni di età e dai 30 ai 36 anni di contributi), tutele pensionistiche per gli addetti a lavori gravosi e usuranti i quali potrebbero andare in pensione con 61 anni e 7 mesi e con almeno 35 di contributi se dipendenti, la pensione anticipata per le donne che è perfezionabile anche tramite la totalizzazione dei contributi in regime internazionale, “Opzione donna” che  potrebbe diventare strutturale.

 

Il dossier pensioni è ora all’esame della Camera, e sono diverse le proposte sulle quali si cerca una linea condivisa tra le forze politiche in campo.

 

Sono previsti anche interventi sugli ammortizzatori sociali in materia di lavoro e sostegno al reddito, un taglio alle tasse sul lavoro, altre misure di welfare e sono attese novità anche per quanto riguarda il reddito di cittadinanza che se verrà prorogato – come si presume cercheremo di fare in modo che venga concesso anche ai nostri emigrati che rientrano in Italia e che attualmente ne sono esclusi perché privi di alcuni requisiti di residenza.

Sembra confermato l’avvio a regime dell’assegno unico per i nuclei familiari con figli a carico a partire dal 1° gennaio 2021.

Si tratta di una misura problematica per gli italiani residenti all’estero i quali non potrebbero beneficiare dell’assegno e rischierebbero pur tuttavia di perdere le detrazioni per figli a carico e gli assegni familiari attualmente concessi anche ai residenti all’estero che appunto verrebbero aboliti. Infatti l’assegno unico, riconosciuto fino ai 21 anni di età dei figli, dovrebbe sostituire alcune agevolazioni attualmente vigenti tra le quali le detrazioni e l’Anf: tuttavia sono molti gli aspetti da definire ed è quindi plausibile immaginare che sarà proprio la Legge di Bilancio 2022 a disciplinare e chiarire i dubbi.

Da parte nostra siamo intervenuti segnalando al Governo il pericolo e chiedendo misure alternative e compensative.

Sembra confermata l’intenzione del Governo di intervenire sull’alleggerimento del carico fiscale, uno degli interventi al centro anche del disegno di legge delega sulla riforma fiscale approvato in Consiglio dei Ministri il 5 ottobre 2021.

Per il taglio del cuneo sono disponibili 2 miliardi di euro per il 2022, risorse che non è ancora chiaro come saranno utilizzate.

Si sta parlando inoltre dell’abolizione delle addizionali comunali e regionali – molto invise ai nostri connazionali che pagano le tasse in Italia – ma non è chiaro ancora come verrebbero sostituite (prima di esultare aspettiamo).

Nonostante le risorse del Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) è ancora incerto il destino per la possibile proroga fino al 2023 del Superbonus 110% per l’efficientamento energetico, di cui sono possibili fruitori anche i soggetti residenti all’estero che intendono ristrutturare la loro casa in Italia, e per i bonus casa in scadenza il 31 dicembre 2021: sono in corso valutazioni in merito e solo il testo della legge di bilancio farà chiarezza.

Insomma la manovra sta prendendo forma e sarà quindi necessario tutto il nostro impegno di parlamentari eletti all’estero per vigilare e fare proposte utile e concrete per la tutela dei diritti e degli interessi degli italiani nel mondo.

*(Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – – Camera dei Deputati)

 


 

03 – Schirò (Pd): LE AGEVOLAZIONI FISCALI PREVISTE PER GLI EMIGRATI CHE ACQUISTANO UNA PRIMA CASA IN ITALIA.

L’Agenzia delle Entrate ha ribadito con la sua risposta ad un interpello (n. 627) che un cittadino emigrato può acquistare o riacquistare (entro un anno dalla vendita) una prima casa in Italia in regime agevolato. 13 ottobre 2021

In tal caso il legislatore non ha previsto l’obbligo di stabilire (come avviene invece per i residenti in Italia) entro diciotto mesi la propria residenza nel Comune in cui è situato l’immobile acquistato. Tale principio è stabilito dalla circolare n. 19/E del 1 marzo 2001 (paragrafo 2.1.2) e confermato dalla circolare n. 38/E del 12 agosto 2005.

L’agevolazione per l’acquisto della “prima casa” consente anche agli emigrati di pagare imposte ridotte sull’atto di acquisto di un’abitazione in presenza di determinate condizioni.

Chi acquista da un privato (o da un’azienda che vende in esenzione Iva) deve versare un’imposta di registro del 2%, anziché del 9%, sul valore catastale dell’immobile, mentre le imposte ipotecaria e catastale si versano ognuna nella misura fissa di 50 euro. Se invece il venditore è un’impresa con vendita soggetta a Iva, l’acquirente dovrà versare l’imposta sul valore aggiunto, calcolata sul prezzo della cessione, pari al 4% anziché al 10%. In questo caso le imposte di registro, catastale e ipotecaria si pagano nella misura fissa di 200 euro ciascuna.

Il contribuente che sia cittadino italiano emigrato all’estero, inoltre, puo’ acquistare in regime agevolato l’immobile, quale che sia l’ubicazione di questo sul territorio nazionale. Ovviamente l’agevolazione compete qualora sussistano gli altri requisiti ed in particolare l’immobile acquistato deve essere la prima casa sul territorio nazionale.

Nella sua risposta ad interpello l’Agenzia delle Entrate ha anche chiarito di ritenere che, coerentemente alla disposizione relativa alla fruizione dell’agevolazione in sede di (primo) acquisto da parte del cittadino residente all’estero, anche in sede di riacquisto di altra abitazione sul territorio nazionale, non sia necessario ottemperare all’obbligo di adibire il nuovo immobile ad abitazione principale.

L’Agenzia ritiene infatti che tale obbligo (analogamente all’obbligo di residenza) non possa essere imposto ai cittadini che vivono stabilmente all’estero e che, pertanto, si trovano nella impossibilità di adibire la casa acquistata “a propria abitazione principale”.

La citata circolare n. 38/E del 2005, inoltre, ha chiarito che la condizione di emigrato all’estero non deve necessariamente essere documentata con un certificato di iscrizione all’AIRE, ma può essere autocertificata dall’interessato con una dichiarazione resa nell’atto di acquisto.

Giova infine ricordare che deve trattarsi di una casa di abitazione avente caratteristiche non di lusso e in assenza di altri diritti reali vantati su immobili ubicati nello stesso comune e che comunque l’acquirente non può essere titolare, neppure per quote, anche in regime di comunione legale su tutto il territorio nazionale di diritti di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altra casa di abitazione acquistata dallo stesso soggetto o dal coniuge con le stesse agevolazioni “prima casa” che si sono succedute negli anni.

*(Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – – Camera dei Deputati)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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