Interrogazioni, lettere al Dipartimento delle Finanze del MEF e all’Agenzia delle Entrate, interventi politici, ma la situazione purtroppo non si sblocca.
I pensionati italiani Inps residenti in Bulgaria continuano ad essere ingiustamente e illogicamente tassati alla fonte (e cioè dall’Italia che applica una aliquota fiscale molto più elevata) per una anomalia della convenzione contro le doppie imposizioni fiscali tra Italia e Bulgaria, quando invece la stragrande maggioranza delle convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali stipulate dall’Italia prevedono la tassazione delle pensioni Inps nel Paese di residenza.
L’anomalia consiste nel fatto che in virtù della convenzione bilaterale per essere considerati residenti fiscalmente in Bulgaria è necessario avere la nazionalità bulgara.
Considerato che avviare dei negoziati tra i due Paesi per la modifica della convenzione richiederebbe tempi procedurali lunghissimi, anche a causa dell’emergenza sanitaria internazionale, avevo suggerito alle autorità competenti italiane di considerare utile al buon esito delle domande di esenzione dall’imposizione in Italia delle pensioni la certificazione attestante la qualità di residente fiscale in Bulgaria che viene rilasciata dalle competenti autorità fiscali bulgare in alternativa a quella convenzionale, anche se essa non contiene il riferimento alla convenzione per evitare la doppia imposizione in vigore tra l’Italia e la Repubblica di Bulgaria.
In questo modo si risolverebbe il problema senza scomodare la convenzione. Ma le istituzioni del MEF preposte alla trattazione di queste pratiche fiscali hanno finora fatto “orecchie da mercante”.
In questi giorni ho scritto di nuovo al Direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini per sollecitare un interessamento e un intervento risolutivo. Nella lunga e dettagliata lettera illustro il problema e suggerisco la soluzione.
Nella lettera ricordo inoltre che alla mia interrogazione il sottosegretario di Stato (Lavoro e Politiche sociali) On. Francesca Puglisi, lo scorso ottobre, aveva assicurato che l’Inps in presenza di ogni espressa indicazione da parte dei competenti uffici dell’Agenzia delle Entrate, darebbe pronta esecuzione a nuove modalità di valutazione delle domande presentate dai pensionati residenti in Bulgaria e che lo stesso direttore del Dipartimento Finanze della Direzione Relazioni Internazionali del MEF, Dott. Marco Iuvinale, da me interpellato, aveva constatato “l’anomalia” della convenzione.
Ho concluso la lettera chiedendo al Direttore dell’ADE che alla luce di questa situazione penalizzante e ingiusta per i nostri pensionati residenti in Bulgaria, e considerata realisticamente l’impraticabilità di una pronta modifica della Convenzione, se non sia auspicabile, giusto ed opportuno che l’Agenzia dia disposizioni all’Inps, e alle sue strutture territoriali, di considerare utile al buon esito delle domande di esenzione dall’imposizione in Italia delle pensioni Inps la certificazione (alternativa a quella convenzionale che richiede la nazionalità bulgara) attestante la qualità di residente fiscale in Bulgaria rilasciata dalle competenti autorità fiscali bulgare, per venire incontro alle pressanti e legittime richieste dei nostri pensionati residenti in Bulgaria. Attendiamo con estenuata pazienza.
On. Angela Schirò
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