Luoghi della Memoria dei Lavoratori in Brasile: una strada, la Rua Caetano Pinto, Brás, São Paulo (SP)

Corteo del funerale di José Martinez, 11 luglio1917. Fonte: Arquivo Edgard Leuenroth, Unicamp, Campinas (SãoPaulo-Brasile).

di LUIGI BIONDI

(PROFESSORE DEL DIPARTIMENTO DI STORIA DELLA UNIVERSIDADE FEDERAL DE SÃO PAULO-UNIFESP)

Nel primo mattino del piovoso 11 luglio 1917, una moltitudine di operai e operaie si riuniva di fronte al n. 91 della via Caetano Pinto, nel quartiere del Brás, a São Paulo (Brasile), aspettando che uscisse dalla casail feretro di José Gimenez Martinez, ventunenne operaio di origine spagnola, membro del gruppo anarchico Giovani Instancabili (“Jovens Incansáveis”), che lì viveva con i genitori, anch’essi lavoratori immigrati. Martinez era stato ucciso due giorni prima in uno scontro tra scioperanti e forze dell’ordine di fronte ai cancelli della fabbrica tessile Mariangela del gruppo Matarazzo. Il corteo, formato da almeno diecimila persone, accompagnò il corpo al cimitero paulistano dell’Araçá, guidato da due bandiere rosse listate a lutto. Una semplice strada di lavoratori si protese simbolicamente quel giorno lungo tutta la città, appropriandosi degli spazi della élite della capitale paulista. Fu quello il momento significativo di uno sciopero generale che avrebbe coinvolto nei giorni seguenti tutte le categorie e finanche le altre città dello Stato di São Paulo e avrebbe segnato per sempre i conflitti del lavoro in Brasile.

Lo sciopero generale del 1917 fu la più imponente manifestazione operaia a São Paulo durante il periodo 1890-1930, riuscendo a fermare l’intera città per diversi giorni ed ebbe negli scontri di piazza e tra le vie intricate dei principali quartieri popolari, come la Mooca e il Brás, e nella occupazione delle fabbriche, i suoi momenti conflittuali più duri. La sociabilità operaia di vie come la Rua Caetano Pinto, percorsa da fabbriche, officine, case popolari, sedi di associazioni e gruppi politici, certamente rese possibile l’intensità del movimento. Il coinvolgimento comunitario, e in particolar modo delle donne, nello sciopero del 1917 di São Paulo, lo assimila alle dinamiche sociali di altre grandi mobilizzazioni urbane dello stesso periodo.

La Rua Caetano Pintosi trova nel cuore del Brás, primo e principale quartiere operaio della São Paulo dell’inizio del Novecento. Si tratta di una via lunga e trasversale che va dall’angolo con la Rua Visconde de Parnaíba alla Avenida Rangel Pestana, viale che taglia il quartiere in due parti e che, per decenni, collegava la città operaia all’allora centro borgese. Ancora oggi, questa parte del quartiere segna l’inizio della Zona Est (Zona Leste), la ZL trabalhadora (lavoratrice), dei paulistani. La via, che era ancora un semplice tracciato tra i campi nella cartina di São Paulo del 1881, già era completamente urbanizzata in quella del1895.

Era situata nel bel mezzo di un insieme di isolati densamente popolati, tra i quali si alternavano officine e grandi fabbriche, capannoni, depositi, case modeste di una o due piani e diversi cortiços, gli affollati caseggiati popolari, tra cui spiccava il famoso Quintalão, immenso alveare popolare del Brás ed uno dei più grandi della città. Era una delle molte vie del quartiere in cui i migranti di solito si stabilivano, inizialmente stranieri e poi, dagli anni trenta e quaranta del Novecento, brasiliani: processo caratteristico della formazione della classe operaia di São Paulo, una ricchezza multiculturale unificata e risignificata nella condizione operaia. Ancora negli anni cinquanta, comunque, riceveva i nuovi emigranti italiani del dopoguerra: persino un giovane Tommaso Buscetta vi aprì all’epoca, a pochi isolati di distanza, la sua officina di vetraio.

Martinez, simbolo della lotta sanguinosa delle giornate dello sciopero generale del 1917, era arrivato a São Paulo con i genitori dalla Spagna agli inizi di quell’anno. Se osserviamo i nomi dei suoi compagni nel calzaturificio dove lavorava, possiamo riconoscervi una grande maggioranza di spagnoli e italiani. La Rua Caetano Pinto si trova ad appena tre isolati dalla Hospedaria dos Imigrantes (oggi museo delle migrazioni), edificio dove venivano concentrati i migranti al loro arrivo e da dove passarono migliaia di lavoratori stranieri e brasiliani. In quel periodo, la Rua Caetano Pintoera la “via dei napoletani”, perché molti immigrati della Campania che avevano trovato lavoro in officine, fabbriche e nel commercio ambulante risiedevano soprattutto nella via e nei dintorni. Nell’anno 1900avevano costruito anche una cappella dedicata alla Madonna di Casaluce, e da allora, ogni anno, in suo onore, è realizzata una delle principali feste popolari di São Paulo, proprio nel quartiere.

Sede nazionale della CUT, nell’antico edificio della Metalúrgica Matarazzo, Rua Caetano Pinto, São Paulo. Fonte: CUT.

I Matarazzo, tra i più importanti imprenditori del Brasile, anch’essi di origine campana, cercarono negli annidi alimentare le fedeltà etniche e nazionali sostenendo le attività della chiesa e la sua festa patronale.

Alcune tra le più grandi fabbriche dei Matarazzo erano proprio nel Brás. I Mulini e il Cotonificio Mariangela si trovavano a pochi isolati più a nord rispetto alla via Caetano Pinto. Nel 1933, la Metallurgica Matarazzo (MetalMa), uno dei primi grandi stabilimenti del settore a São Paulo, si trasferì nella via Caetano Pinto, proprio di fronte alla piccola chiesa della Madonna di Casaluce. Malgrado il paternalismo padronale praticato dagli imprenditori, gli scioperi sarebbero avvenuti ugualmente nella MetalMa così come in altri stabilimenti del gruppo.

La dinamica demografica e sociale del Brás, che si svolgeva in modo esemplare nella Rua Caetano Pinto, articolava intensamente l’esperienza migratoria con quella di classe, il che era ancor più evidente in momenti critici di alta conflittualità sociale. Malgrado il graduale processo di deindustrializzazione del quartiere del Brás a partire dagli anni settanta del Novecento, ancora oggi vi sono nella via una grande fabbrica tessile e unità manifatturiere minori, rivenditori di macchinari industriali, commercio popolare diffuso e complessi residenziali economici.

Nei pressi della vecchia chiesa cattolica della Madonna di Casaluce sono sorti templi evangelici neopentecostali. La via ancora mantiene il suo profilo popolare e il lavoro industriale non è scomparso del tutto. Nel 1995, la Central Única dos Trabalhadores (CUT), la più grande confederazione sindacale brasiliana, ha spostato la sua sede nazionale proprio nell’edificio della MetalMa, che si era trasferita fuori città da alcuni anni. Il trasferimento della sede di un grande sindacato in quella che era la fabbrica di uno dei principali gruppi industriali del Brasile ha certamente rappresentato una appropriazione simbolica iconica per il mondo del lavoro. Il legame con la storia del movimento operaio di São Paulo è stato celebrato di recente in occasione del centenario dello sciopero generale del 1917, quando una serie di attività e manifestazioni promosse dalla CUT e dalla Fondazione Perseu Abramo del PT sono state realizzate nel Brás. La Rua Caetano Pintoè un luogo della memoria che unisce più di cento anni di lotte dei lavoratori e delle lavoratrici in Brasile.

 

 

PER SAPERNE DI PIÙ

§ – BIONDI, Luigi e TOLEDO, Edilene. Uma revolta urbana. São Paulo: Perseu Abramo, 2018.

§ – CACCAVELLI, Bruno.Lazer e sociabilidade de trabalhadores do bairro paulistano da Mooca, 1900-1920. Dissertação de Mestrado em História, EFLCH-Unifesp, 2015.

§ – DUARTE, Adriano Luiz.O direito à cidade. Trabalhadores e cidadãos em São Paulo, 1942-53. São Paulo: Alameda, 2018.

§ – HALL, Michael M. “O movimento operário na cidade de São Paulo: 1880-1954”. In: PORTA, Paula.História da cidade de São Paulo, v. 3. São Paulo: Paz e Terra, 2004, pp. 259-289.

§ – RIBEIRO, Suzana Barreto.Italianos no Brás. Imagens e memórias. São Paulo: Brasiliense, 1994. São Paulo,

 

Luigi Biondi, 4 settembre 2020

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