Mattinale Cgil, segnalazioni stampa e web del 9 giugno

di Paolo Andruccioli

Sulle prime pagine dei giornali di oggi e sui siti web per tutta la giornata di ieri si sono alternate notizie e commenti sugli ultimi dati dell’Istat, l’istituto nazionale di statistica, sull’andamento dell’economia. I dati descrivono un crollo del Prodotto interno lordo e una nuova ondata di disoccupazione e di persone inattive che rinunciano a cercare lavoro. Oggi sulla prima pagina del Sole 24 ore gli industriali cercano di vedere il bicchiere mezzo pieno concentrandosi su un primo accenno di ripresa che si dovrebbe registrare in luglio come ha sottolineato subito anche il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Ma è evidente che non ci potranno essere ricette miracolose. La Cgil, come ha detto più volte il segretario generale Maurizio Landini, pensa ad un grande piano di investimenti e di promozione del lavoro per far partire un nuovo tipo di sviluppo. Lo ha ribadito ieri la vicesegretaria generale Gianna Fracassi, secondo la quale è arrivato anche il momento di rilanciare un nuovo protagonismo dello Stato in economia: “Lo scenario economico globale sarà dominato dagli effetti negativi della pandemia e il drastico ridimensionamento del commercio mondiale influenzerà il commercio estero nazionale. Per rilanciare l’economia italiana occorreranno investimenti pubblici per compensare la caduta della domanda privata”. Per Fracassi, “occorre un nuovo ruolo economico dello Stato. I presupposti e le risorse ci sono tutti, a livello nazionale ed europeo. Serve solo programmare, assieme alle parti sociali, gli investimenti pubblici, le riforme, la creazione di lavoro, il nuovo welfare, la nuova governance pubblica. Insomma – conclude Fracassi – un piano che utilizzi al meglio i fondi a disposizione, coniugando le risposte all’emergenza con la visione di un nuovo modello di sviluppo”.

Su La Stampa, nel servizio di Luca Monticelli a pagina 5 si parla del ministro Gualtieri che si sforza di essere ottimista davanti all’ultimo bollettino di guerra dell’Istat. Il 2020 sarà pesantissimo: il Pil calerà dell’8,3% con un recupero, comunque insufficiente, del 4,6 per cento l’anno prossimo. Stesso andamento per il lavoro, con una perdita delle unità che arriverà al 9,3 per risalire al 4,1 per cento nel 2021. E proprio dal rimbalzo della crescita che il ministro dell’Economia coglie segnali di ripartenza: «I dati confermano le previsioni del governo e indicano la possibilità concreta di una ripresa già nel terzo trimestre», sottolinea. Infatti è proprio a partire da luglio che l’Istituto di statistica intravede le prime stime positive dopo lo «shock senza precedenti» dovuto all’emergenza coronavirus. Nonostante «l’impatto sia profondo» e connotato da grande incertezza, a maggio la situazione è cambiata rispetto alla caduta di marzo e aprile ed è proprio nel terzo e quarto trimestre che la velocità dei livelli produttivi potrebbe tornare a ritmi sostenuti. Lo scenario delineato nel rapporto su “Le prospettive per l’economia italiana” è meno nero di molti altri, l’Istat sposa l’ipotesi più ottimistica della Banca d’Italia che invece prevede un ribasso del prodotto tra il 9 e il 13 per cento. Sul manifesto è Mario Pierro a riportare l’attenzione su uno dei dati più preoccupanti: 500 mila persone non cercano più lavoro (a pagina 3).

 

Tutti quei lavoratori senza Cassa

Intanto sono almeno 800 mila i lavoratori (ma c’è chi dice che sono un milione) che non hanno ancora ricevuto la cassa integrazione. Ne parla Giorgio Sbordoni sul sito di Collettiva. Sono oltre 800 mila quelli che ancora aspettano la cassa integrazione. Ne avrebbero tutto il diritto e il governo a questo strumento aveva dato una causale covid proprio per sostenerli. Per aiutare chi, in seguito alla pandemia, è dovuto restare a casa e ha subito gli effetti negativi dovuti al rallentamento della produzione o alla chiusura dei negozi. Eppure, a leggere anche gli ultimi dati dell’Inps, centinaia di migliaia di lavoratori che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, sono rimasti ancora a bocca asciutta. Collettiva lo ha denunciato più volte. Torna oggi a farlo con le parole di Claudio Stacchini, segretario della Cgil del Piemonte. E con le cifre della regione, che sono eloquenti. 94.325 le aziende che hanno chiesto l’ammortizzatore, 845 mila i lavoratori coinvolti. A ricevere l’anticipo sono stati 623 mila. I lavoratori con pagamento diretto sono 222 mila: di questi, 75 mila sono ancora a bocca asciutta. Fino alla scorsa settimana erano più del doppio.“Il 21 giugno – ci ha detto Claudio Stacchini – dovrebbero essere pagati tutti gli assegni. Questo significa che in tutto ci avranno messo quattro mesi, considerando che la data di partenza è stata quella del 23 febbraio. Tra chi è ancora in attesa, il 40 per cento deve ricevere il Fis, il 45 per cento la cassa in deroga. Una cosa inaccettabile – dice nel video il dirigente sindacale – il sistema complessivo ha dimostrato la sua inadeguatezza e impreparazione di fronte al volume e alla contemporaneità delle richieste. Serve un ammortizzatore più semplice, adattabile alle diverse situazioni e di facile accesso, non come oggi dove se ne inventano di nuovi che si aggiungono a quelli già esistenti, complicando le procedure”.

 

Tra Piano Colao e Stati Generali

Sulla prima pagina di Repubblica si raccontano le difficoltà del governo che cerca di trovare una strada per uscire dalla crisi. Il presidente Giuseppe Conte sembra barcamenarsi tra i piani di rilancio che erano stati affidati agli esperti guidati da Vittorio Colao e la voglia di avviare gli Stati Generali dell’economia che sono stati accolti da bordate di critiche. Repubblica parla di gelo di Conte sulle proposte di Colao che pensa ad un Piano in sei punti per un’Italia più forte: infrastrutture e ambiente come volano della ripresa. Da parte sua il presidente Conte dopo una prima accelerazione un successivo stop legato soprattutto alle critiche del Pd (oltre che dei partiti di opposizione) ora torna ad accelerare e organizza gli Stati Generali a step successivi: si comincerà a fine settimana. Tutto politico il titolo di apertura del Corriere della Sera: “Il Pd a Conte: ora una svolta”. Nell’occhiello si parla di timori di Zingaretti, di vertice con i partiti e di Stati Generali che prenderanno il via venerdì. Sarebbe stato lo stesso Conte a confessare ai suoi collaboratori la sua preoccupazione principale: ci sono pezzi dello Stato che remano contro il governo. Il commento sulle difficoltà del governo è affidato all’economista liberista Francesco Giavazzi che provocatoriamente parla di “libro dei sogni” e ricorda la statura di Carlo Azeglio Ciampi nell’affrontare le crisi. Su Repubblica Roberto Perotti parla di quattro montagne da scalare e di una scommessa importante contenuta nel documento Colao che per la prima volta mette nero su bianco le proposte per rivoltare l’Italia come un calzino. Piano Colao anche in grande evidenza sul Messaggero, mentre la Stampa, oltre a dedicare il titolo di apertura al Piano dà la parola allo stesso Colao: “Il mio piano contro la paralisi” (intervista a cura del direttore Massimo Giannini a pagina 2). Sullo stesso giornale da segnalare il commento dell’economista Mario Deaglio: “I progetti, i sogni e il fattore P”, ovvero il difficile rapporto tra lavoro di progettazione dei tecnici ed effettive decisioni politiche. Così conclude Deaglio: “Al di là degli “Stati Generali”, sarebbe bello che il presidente Conte e i suoi ministri scegliessero una ventina di queste schede (quelle del documento Colao, ndr) e ne iniziassero rapidamente il processo di trasformazione in progetti di legge, nel quadro generale delle risorse che l’Europa sta rendendo disponibili all’Italia. Certo, ne soffrirebbero le loro vacanze estive, ma le vacanze quest’anno sono qualcosa che il mondo politico proprio non sembra potersi permettere”.

 

Scuola. Tornare in classe, per ricominciare davvero

L’anno scolastico più problematico si è chiuso con lo sciopero indetto dai sindacati contro le misure considerate insufficienti messe in campo dal governo. Sul sito di Collettiva il giudizio del segretario confederale Cgil, Giuseppe Massafra, raccolto da Stefano Iucci: .Per quanto riguarda scuola, educazione e formazione nel decreto rilancio ci sono indubbi passi avanti, anche se non basta: occorrono azioni più mirate e concrete e, soprattutto, maggiori risorse. Così Giuseppe Massafra, segretario confederale Cgil con delega alla scuola. “Purtroppo il tema della scarsità di investimenti non è nuovo, ce lo portiamo dietro da almeno un decennio. Ci sono comunque segnali che vanno nella giusta direzione: la scuola e l’educazione, come rivendichiamo con forza, devono essere centrali nella ripartenza del Paese”. Sempre su Collettiva parla il segretario generale della Fil Cgil, Francesco Sinopoli: I sindacati sono insoddisfatti prima di tutto per l’insufficienza delle misure. A cominciare dalle risorse (1,5 miliardi di euro) – che i sindacati giudicano del tutto inadeguate per garantire una ripresa in sicurezza della scuola a settembre – e dagli organici: nessuna stabilizzazione dunque da settembre per i 32 mila precari con almeno tre anni di anzianità, il che per i sindacati per il prossimo anno comporterà 200 mila presenze. Un dato negativo in assoluto e ancor più per la situazione che la scuola si troverà ad affrontare da dopo l’estate. Niente da fare anche per il potenziamento degli organici dei docenti e degli Ata, la cui necessità è resa evidente dai contenuti del documento con cui il Comitato tecnico-scientifico indica le misure indispensabili per un riavvio in sicurezza delle attività in presenza, fissando parametri di distanziamento che imporranno un’articolazione del lavoro su gruppi ridotti di alunni. “Se davvero si vuol tornare in sicurezza alle attività in presenza, non bastano piccoli aggiustamenti, servono investimenti straordinari”, rivendica la Flc Cgil. Invece, il ministero non è stato in grado di garantire il rigoroso rispetto del limite di 20 alunni per classe in caso di presenza di allievi con disabilità, la revisione dei parametri per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, la messa in sicurezza degli edifici, la sottrazione ai dirigenti scolastici di responsabilità improprie in merito alla manutenzione degli edifici. Di qui la protesta dei lavoratori, per la quale è stata scelta una data fortemente simbolica: quella dell’ultimo giorno di scuola (seppur a distanza).

 

Ex Ilva, temporeggiamento continuo

Sul Messaggero scrive Giusy Franzese, p. 8: “Ilva, nella proposta Mittal rinviati gli investimenti e impatto virus fino al 2025.Produzione ridotta del 25% rispetto agli impegni almeno fino a tutto il 2025. Oltre il 30% dell’attuale organico in esubero e da gestire con gli ammortizzatori sociali durante i prossimi cinque anni, con la speranza – ma nessuna garanzia – che poi dal 2026 le cose andranno meglio. Investimenti ambientali rinviati, e intanto richiesta di finanziamenti e risorse allo Stato. Nel nuovo piano industriale presentato venerdì scorso al governo da Aminvestco Italy (Ami, la società italiana di ArcelorMittal, guidata da Lucia Morselli), non solo non c’è più nulla dell’accordo firmato con i sindacati e con l’allora nuovo governo giallo-verde nel settembre 2018 (non si fa cenno, ad esempio ai cassintegrati gestiti da Ilva As che secondo quell’accordo nel 2023 dovevano essere riassorbiti), ma in realtà si fanno coriandoli anche dell’intesa del 4 marzo scorso (ancora da far digerire ai sindacati) che sancì la pax legale. «Sulla base delle prospettive drammaticamente peggiorate c al fine di salvaguardare la redditività futura delle acciaierie di Ilva, e ora necessario rivedere anche l’intesa del marzo scorso per riflettere meglio la realtà emergente post-Covid e presentare un quadro realistico alla prospettiva azionaria gli investitori» è la premessa delle 40 pagine del piano industriale. In pratica, secondo l’azienda, i danni provocati dalla pandemia di coronavirus avranno strascichi fino al 2025. Solo successivamente si capirà se ci sono le condizioni per portare la produzione agli 8 milioni di tonnellate annue concordate a marzo e quindi, nel caso, riassorbire i 3.300 esuberi. Ma senza nessuna certezza. Anzi, nel documento vengono elencate almeno tre «condizioni» per riportare l’asticella dell’organico a 10.700 dipendenti: la situazione «del mercato dell’acciaio»; quella della «domanda» e infine «la scelta della tecnologia per arrivare a 8 milioni di tonnellate annue nel 2026». A proposito di tecnologia. Il piano fissa al 2022 l’avvio della costruzione dell’altoforno elettrico, che entrerà in funzione nel 2024 con l’addio all’Afol. Rinviato a data da destinarsi il rifacimento dell’Afo5, l’altoforno più grande d’Europa. E non si esclude che possa essere dismesso del tutto. Si prevede infatti la possibilità di sostituire anche l’Afo5 con un altoforno elettrico: «Cite trasformerebbe Ilva in un impianto più rispettoso dell’ambiente e ridurrebbe le emissioni complessive di Co2».

 

La Funzione pubblica della Cgil prepara lo speciale Sanità

Il 10 il 12 e il15 giugno ci saranno 3 dirette della Fp Cgil su sanità pubblica, infermieri e sanità privata, (dalle ore 14.30 sulla pagina @fpcgilsanita). Un vero e proprio Speciale Sanità, tre dirette Facebook promosse dalla Fp Cgil Sanità in sei giorni: mercoledì 10 giugno sul rinnovo del contratto della Sanità Pubblica 19/21, venerdì 12 sulle professioni infermieristiche e lunedì 15 sulla trattativa per il rinnovo del contratto della Sanità Privata. La Funzione Pubblica Cgil organizza, infatti, tre momenti di confronto e proposte attraverso altrettante dirette Facebook sulla pagina della Fp Cgil Sanità (@fpcgilsanita), tutte a partire dalle ore 14.30. A gestire le tre dirette si alterneranno: Michele Vannini, segretario nazionale Fp Cgil, il 10 giugno; Giancarlo Go, responsabile nazionale delle professioni infermieristiche Fp Cgil, il 12 giugno; Barbara Francavilla, segretario nazionale Fp Cgil, il 15 giugno. Con loro ci saranno lavoratrici e lavoratori, con le loro esperienze e le loro rivendicazioni. Appuntamento sulla pagina Facebook della Fp Cgil Sanità (fb.me/fpcgilsanita) mercoledì, venerdì e lunedì alle ore 14.30.

 

Cultura e memoria: in ricordo di Enrico Berlinguer

Dalla pagina Facebook di Collettiva: Il 7 giugno del 1984 Enrico Berlinguer pronuncia le sue ultime parole. Quell’ultimo comizio si tiene a Padova. Piegato dal dolore il leader del Pci non si ferma e conclude con fatica il discorso. Il voto si avvicina. Berlinguer invita tutti a lavorare “casa per casa, azienda per azienda, strada per strada” per “la nostra causa, che è la causa della pace, della libertà, del lavoro e del progresso della nostra società”. Trentasei anni dopo quelle sue parole risuonano con forza. La Cgil di Padova le ha volute ricordate assieme al segretario generale della Cgil Maurizio Landini perché ora come allora: ci si salva e si va avanti se si agisce tutti insieme.Per parlare del libro “Eppure il vento soffia ancora”, gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer,  sono intervenuti Piero Ruzzante e Antonio Martini, autori del volume, Aldo Marturano, segretario generale della Cgil di Padova, Gabriele Polo, direttore di Collettiva, Beatrice Sofia Urso della Rete degli studenti medi e Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. La presentazione nel video su Collettiva:

 

Regeni, la rabbia di una famiglia

Repubblica apre oggi con la reazione estremamente critica dei genitori di Carlo Regeni alla notizia della vendita di navi militari italiane all’Egitto. Era l’8 ottobre del 2019. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, incontrò alla Fameslna i genitori dl Giulio Regeni, Paola e Claudio. «Perl’Italia — disse il ministro — è arrivato Il momento dl cambiare passo e atteggiamento nel rapporti con l’Egitto. Lo stallo con l’Egitto non è più tollerabile. Per noi la verità su l’omicidio di Giulio è una priorità.. Otto mesi dopo il cambio dl passo è arrivato. Ma in direzione opposta rispetto a quanto era lecito immaginarsi. Il governo ha dato il via libera alla vendita all’Egitto di due fregate Fremm, importanti navi militari costruite in Italia da Fincantieri.

 

MEDITERRANEO. PROSEGUE IL FESTIVAL SABIR. QUEST’ANNO IN EDIZIONE ONLINE. DOMANI INTERVIENE LANDINI

“Sabir Oltre” questo il titolo dell’edizione 2020 del Festival Sabir. Quest’anno il festival diffuso delle Culture Mediterranee, a causa della pandemia Covid-19 e delle limitazioni alla mobilita, è stato organizzato in un’edizione straordinaria online a partire da 3 giugno. È proseguito poi il 4 e il 5 e continuerò domani, l’11 e il 12 di giugno. Il Festival, promosso dall’ARCI, ACLI, Caritas Italiana e CGIL, con la collaborazione di Asgi, A Buon Diritto, Carta di Roma e UNHCR, sarà caratterizzato sia da una forte partecipazione di rappresentanti istituzionali della società civile italiana e internazionale, sia da momenti formativi, seminari e incontri internazionali.Numerose sono le iniziative organizzate dalla CGIL insieme alle sue Categorie e all’INCA, che potrete consultare sul sito: http://www.festivalsabir.it/Per domani alle ore 18 è in programma un dialogo tra il Segretario Generale della Cgil Maurizio Landini e Marco Damilano direttore de l’Espresso, sul futuro del lavoro.

 

“AIUTA CHI CI AIUTA”. PROSEGUE LA CAMPAGNA NAZIONALE DI CGIL, CISL, UIL PER SOSTENERE IL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE

Prosegue – con  risultati sempre più importanti – la raccolta fondi per la Protezione Civile lanciata dalle segreterie nazionali di Cgil, Cisl e Uil, che già dall’inizio dell’epidemia, hanno deciso, in accordo con il Commissario straordinario per l’emergenza Covid 19 e con la Protezione Civile, atti concreti per aiutare in maniera tangibile chi è in prima linea nell’emergenza coronavirus e testimoniare il sostegno di lavoratori, pensionati e di tutto il sindacato confederale al  Sistema Sanitario Nazionale.È stato aperto un conto corrente bancario – Monte dei Paschi di Siena IBAN IT 50 I 01030 03201 000006666670 intestato a Cgil Cisl Uil emergenza coronavirus, con causale: Aiuta chi ci aiuta –  su cui far pervenire le sottoscrizioni di singoli cittadini, lavoratori e pensionati, luoghi di lavoro e leghe dei pensionati.Il ricavato sarà interamente versato alla Protezione Civile per il potenziamento dei reparti di terapia intensiva e l’acquisto dei dispositivi di protezione individuale.

 

AGENDA DEGLI APPUNTAMENTI

Per un quadro completo degli appuntamenti della Cgil nazionale e della Cgil nei vari territori vedi l’agenda sempre aggiornata di Collettiva.it: https://www.collettiva.it/agenda/

 

FONTE: https://www.collettiva.it/

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