Stefano Allievi, La spirale del sottosviluppo

Il nuovo libro di Stefano Allievi (La spirale del sottosviluppo, Tempi Nuovi) dà un contributo importante ad individuare cosa fare per una nuova Italia nel momento in cui il Paese è chiamato ad individuare il suo futuro in una sorta di terzo “dopoguerra”. Dalle scelte che farà, e da come saranno investiti i 170 miliardi che deriveranno dal Ricovery Fund, dipenderà il nostro futuro.

Lo stop di 69 giorni a gran parte delle produzioni da Covid-19 (sono stati risparmiati 20 miliardi di minori consumi) ha dimostrato evidenze prima impossibili. Per esempio quanto inquinano auto rispetto alle aziende (là dove si è continuato a produrre) e poiché le frontiere erano chiuse (da marzo in poi) per i migranti stagionali quanti sono gli immigrati di cui abbiamo bisogno per la sola filiera agro-alimentare (senza considerare colf, badanti, edilizia, commercio, trasporti, pulizie). Il Governo italiano e alcune Regioni del Nord hanno cercato così di attivare i “corridoi verdi” dai Paesi dell’Est Europa (da dove proviene gran parte degli immigrati stagionali) che sono, peraltro, previsti dalle norme Europee in casi di emergenza, ma questa volta per paura del virus sono stati proprio gli immigranti a rifiutarsi di venire.

Si è cercato allora lodevolmente di reclutare qualcuno delle migliaia di italiani rimasti senza lavoro da lockdown (baristi, camerieri, artigiani, commercianti,…) e le stime indicano in circa 20mila gli italiani che sono andati a lavorare (i cassaintegrati non possono lavorare). Risultati simili ha avuto la Francia coi suoi francesi. Il lavoro nei campi è duro, i giovani italiani sono pochi e quindi…mancano all’appello circa 200mila stagionali solo per l’agricoltura. Così il Governo è corso ai ripari e sta regolarizzando (6 mesi e non di più) circa 400mila irregolari nei settori dell’agricoltura, colf, badanti. Purtroppo per molti altri non si è fatto.

Secondo l’Inps nel 2017 gli stagionali stranieri erano 344mila (36% del totale occupati). Si consideri che in agricoltura il 91% degli occupati sono stagionali, di cui solo 100mila erano rumeni. Gli irregolari in agricoltura secondo le stime Istat sono circa 170mila, ma nel complesso dell’economia sommersa dovrebbero essere 650mila.

Stefano Allievi nel suo nuovo libro affronta con coraggio i problemi strutturali che affliggono l’Italia e che se non risolti rischiano di farci sprofondare in una spirale di sottosviluppo. Il primo aspetto riguarda l’inadeguatezza del nostro mercato del lavoro nella fascia dei lavori poco qualificati che necessita di una regolamentazione nel flusso degli immigrati. Poi ci sono i ritardi del nostro sistema formativo e il paradosso di un Paese che ignora che decine di migliaia di giovani sono costretti ad emigrare ogni anno e continua a non gestire (e forse a non comprendere) l’immigrazione.

Se hai in Italia 650mila irregolari puoi tutelare meglio la tua (e loro salute) solo se crei un percorso di “emersione” fatto di permessi di soggiorno, di formazione e infine di lavoro. Un percorso fatto in Germania e in molti Paesi europei (seppure con quote) e che potrà durare anche 2-3 anni, ma che darebbe all’Italia (e agli irregolari) vantaggi sia civili che sanitari. Se invece non si regolarizzano aumenta la possibilità che siano preda di sfruttatori (come ha mostrato il caporalato di Uber Italy per le consegne a casa) e che violino per sopravvivere ogni regola sociale e sanitaria, creando problemi a loro stessi e a noi.

scritto da Andrea Gandini

 

FONTE: https://madrugada.blogs.com/il-mio-blog/2020/06/stefano-allievi-la-spirale-del-sottosviluppo.html

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