“La paura non può essere il fondamento dell’autorità” – On line “Nuovo Paese” giugno 2020, mensile della Filef Australia

L’editoriale di Frank Barbaro (Nuovo Paese Giugno 2020)

La paura umana è un meccanismo protettivo che reagisce con la lotta o con la fuga quando percepisce una minaccia.

L’attuale minaccia pandemica ha presentato molteplici sfide complesse e ha messo in luce alcune profonde carenze sociali ed economiche, non ultima l’inadeguatezza dei servizi e delle attrezzature sanitarie.

Tuttavia, poiché di questo si è già discusso e trattato, una volta che lo spettro di questo virus sarà passato, potrà valere la pena analizzare l’uso che è stato fatto della paura e il suo impatto individuale e collettivo.

Sembra che molti, se non tutti i leader governativi del mondo siano stati lenti non solo nella risposta, ma anche e persino più lenti, nell’informare la loro gente sul virus.

Non sono stati così lenti nell’applicazione rigorosa della legge e nell’emanazione di provvedimenti per fronteggiare quella che sostanzialmente era una questione di salute pubblica.

Non si può negare che alcuni provvedimenti punitivi si siano resi necessari contro chi ha consapevolmente favorito l’infezione.

Occorre tuttavia prestare maggiore attenzione e sensibilità quando i governi privano le persone delle libertà fondamentali, anche quando si sostiene che questo venga fatto in nome del bene pubblico.

Le persone stanno tollerando nuove forme di sorveglianza, che si sommano alle molte invasioni della privacy, spesso autorizzate a diventare parte integrante della vita dei consumatori. Si pensi ad esempio alla raccolta e al monitoraggio delle transazioni commerciali individuali.

In Australia la polizia ha fatto irruzione negli uffici dei media e nelle residenze private dei giornalisti senza che ci siano state condanne, il che lascia aperta la possibilità che si sia trattato di mere intimidazioni.

Le banche, le cui prassi a dir poco scandalose sono già state rivelate durante la recente Hayne Royal Commission, stanno oggi valutando l’utilizzo di sistemi di sorveglianza con intelligenza artificiale al fine di monitorare il comportamento (non solo le prestazioni) dei loro dipendenti, per affrontare i problemi “culturali” che hanno causato scandali.

Pericoli come COVID-19 e altri eventi che possono provocare terrore sociale, non devono essere usati per aumentare l’inquietudine della comunità al punto che la paura umana diventi paura degli umani.

I governi non devono usare la paura come base della loro autorità, che deve sempre venire dal popolo.

Altrimenti si va verso l’autoritarismo.

 

 

Fear is no basis for authority

 

Human fear is a protective mechanism that activates the fight-or-flight responses to perceived threats to survival.

The current pandemic threat has presented many complex challenges and exposed some profound social and economic shortcomings, not the least in adequate health services and equipment.

However, as these are discussed and dealt with once the spectre of this virus is over it may be worth examining the use of fear and its individual and collective impact.

It seems that many if not most government leaders around the world were slow to respond and even slower in taking their people into their confidence with information about the virus.

They were not as slow in the rigorous application of law and order measures to what was substantially a matter of public health.

There’s no denying that punishment was needed for those who knowingly threatened the infection of others.

However, greater care and sensitivity needs to be exercised when governments deprive people of basic liberties, even when it is argued that it is for the public good.

People have tolerated new forms of surveillance that have added to the many encroachments that have been allowed to become part of commercial life such as the harvesting and monitoring of consumers’ transactions.

In Australia police have raided media offices and journalists’ residences without any charges that leaves open the conclusion that they were meant to intimidate.

Banks, whose scandalous practices were exposed during the recent Hayne Royal Commission into financial services, are considering Artificial Intelligence surveillance systems to monitor employee behaviour (not just performance), to deal with ‘cultural’ issues they claim caused the scandals.

Threats like COVID-19 or any other provocative community threat must not be used to heighten community anxiety to the point that human fear becomes a fear of humans.

Governments must not use fear as the basis of their authority, which always must come from the people.

To do otherwise is a descent into authoritarianism.

 

 

Scarica o Leggi Nuovo Paese – Giugno 2020

 

giugno 2020

Visits: 312

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.