On line il numero di Giugno 2023 di Nuovo Paese, mensile di Filef Australia

l’Editoriale di Frank Barbaro

Distrazione distruttiva

 

Se la Russia non avesse invaso l’Ucraina, gli Stati Uniti e il suo seguito di governi occidentali avrebbero dovuto trovare un’altra distrazione dai loro inguaribili mali comuni.

Inizialmente, alla guerra sono stati attribuiti i pesanti aumenti che gravano sui salari dei lavoratori ordinari, come le bollette dell’elettricità e la spesa, in continuo aumento già prima della guerra.

Tuttavia, più la guerra continuerà, più capiremo che non è questa la causa delle crescenti vessazioni sui poveri dell’Occidente e sui suoi lavoratori.

Questo scenario è molto rappresentativo del malessere diffuso nell’Occidente di cui, secondo il Luxembourg Income Study, gli Stati Uniti sono il leader, avendo i più alti tassi di povertà relativa (e povertà profonda).

Queste oscure nubi economiche sono state a loro volta opportunamente oscurate dalla guerra in Ucraina, una guerra che l’Occidente guidato dagli Stati Uniti intende alimentare nonostante le sue tragiche conseguenze per gli ucraini, per i russi e per il mondo.

Le offerte di mediazioni di pace, anche da parte del Papa, sono state respinte dal presidente ucraino e ignorate dall’Occidente senza che ci fossero i consueti appelli al cessate il fuoco.

In un mondo travagliato l’ingannevole volgarità di un’immagine del bene contro il male è contraddetta dal termine autoreferenziale di Five Eyes che i servizi segreti delle nazioni anglo-americane usano per i loro rapporti riservati.

Anche se questo non giustifica l’aggressione, bisogna ricordare che la Russia e la Cina erano state circondate da basi militari e armi statunitensi molto prima del conflitto in Ucraina, un conflitto a cui l’Occidente dovrebbe cercare di porre fine, invece di alimentarlo.

La minaccia per i paesi occidentali deriva dalla loro sempre più insufficiente capacità di governare le loro economie a beneficio dei loro cittadini e di un mondo cooperativo, e la guerra in Ucraina non dovrebbe essere la loro scusa o la nostra distrazione.

 

 

Destructive distraction

If Russia had not invaded Ukraine, the United States and its retinue of Western Governments would have had to find another distraction from their common intractable woes.

Initially the war was blamed for inflationary prices that weigh heavily on ordinary workers’ wages, such as high electricity costs and ever increasing grocery bills, which were trending before the war.

However, the more that the war continues the more it will expose the claim that it is to blame for growing stresses on the West’s poor and its working poor.

This scenario is very much representative of the general Western malaise which, according to the Luxembourg Income Study, the United States is a leader, having the highest relative poverty (and deep poverty) rates in the West.

These dark economic clouds over Western countries have been conveniently overshadowed by the Ukraine war – a war that the US-led West is intent on fuelling notwithstanding its tragic consequences for Ukrainians, for Russians and for the world.

Offers of peace mediations, by the Pope too, have been spurned by the Ukrainian President and ignored by the West with none of the usual calls for ceasefires.

In a troubled world the deceptive vulgarity of an image of good against evil is betrayed by the self-referential term of Five Eyes that Anglo nations’ intelligent services use for their privileged relationship.

Although it does not excuse aggression the fact is that Russia and China had been encircled by US military bases and weapons long before the Ukraine conflict which the West should aim to finish not fuel it.

The threat to Western countries comes from their waning capacity to govern their economies for the benefit of their citizens and a cooperative world, and the war in the Ukraine should not be their excuse or our distraction.

 


 

Pressioni parlamentari per finirla con la persecuzione di Julian Assange

 

di Claudio Marcello

Una delegazione interpartitica del parlamento federale australiano ha incontrato il mese scorso l’ambasciatrice Usa a Canberra, Caroline Kennedy, per intensificare le pressioni sull’amministrazione Biden, perché metta fine alla ‘persecuzione’ di Julian Assange.

I cinque parlamentari del gruppo Parliamentary Friends of Julian Assange hanno avvertito che la prolungata incarcerazione del fondatore di Wikileaks sta
danneggiando l’alleanza Usa-Australia. I parlamentari si sono detti incoraggiati dopo l’incontro e cautamente ottimisti che si sia avviata una dinamica verso una svolta positiva, mentre Assange si trova nella prigione di alta sicurezza di Belmarsh a Londra in attesa di estradizione verso gli Usa. E sottolineano che,
nonostante le differenze politiche, le parti concordano sul fatto che la causa contro Julian Assange si è trascinata troppo a lungo e che dovrebbe essergli
consentito di ritornare in Australia.

L’incontro coincide con un momento cruciale nelle relazioni bilaterali tra i due Paesi. Fra due settimane il primo ministro australiano Anthony Albanese
ospiterà il presidente Usa Joe Biden nella sua prima visita presidenziale a Canberra, dove parlerà a una seduta congiunta del parlamento federale, prima di
proseguire a Sydney per il vertice dei leader dell’alleanza a quattro Quad, con i primi ministri indiano Narendra Modi e giapponese Fumio Kishida.

Secondo il capo della delegazione parlamentare, l’indipendente Andrew Wilkie, l’incontro con l’ambasciatrice Kennedy mostra che l’amministrazione Biden è interessata a “una nuova ripartenza” sulla questione. “Questo è un momento intensamente importante, data l’imminente visita del presidente Usa. Sarebbe
deludente se quando verrà in Australia la questione sarà ancora irrisolta.
“Questa è sempre stata una questione prettamente politica, che necessita di una soluzione politica”, ha aggiunto.

 

 

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giugno 2023

 

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