Al compagno Scotellaro nel centenario della nascita

Rocco Scotellaro parla ai contadini, nel Telero - Lucania'61, di Carlo Levi

 

Il centenario dalla nascita di Rocco Scotellaro ricorre oggi, 19/04/2023.
Pietro Nenni e Carlo Levi, sulle pagine dell’AVANTI! del 29/08/1954, nell’anno successivo alla sua morte, ricordarono e sottolinearono la forza e la grandezza della poesia del compagno Scotellaro, intellettuale socialista ed esponente di spicco della nuova cultura meridionalista dopo il secondo conflitto mondiale.

La sua appassionata narrazione dello stato di indigenza degli emarginati del Sud e il suo impegno politico, declinato in prima persona in qualità di Sindaco del suo Paese di origine, Tricarico, si sono infranti troppo presto sulle insuperabili barriere della fragilità umana e del cinismo del potere economico, accompagnati da una infame persecuzione giudiziaria, che ha condotto Scotellaro lontano dalla sua terra, in poco tempo, alla fine della sua esperienza umana.
Scotellaro è prematuramente scomparso giovanissimo, all’età di 30 anni.
Una vita breve, durante la quale Scotellaro ha lasciato il seme della sua energia, ancora oggi fecondo.
E’ indissolubile la cultura meridionalista, socialista e la connessa azione politica con l’opera poetica; l’una trovava alimento nell’altra.
L’arte della poesia come potente arma nelle mani dell’uomo politico, persuasiva, penetrante. La politica come attività concreta, di traduzione delle pulsioni, delle suggestioni, dei sentimenti e delle tensioni di un uomo fortemente immerso e collegato alla società fragile del mezzogiorno.
A Tricarico, nella sua città natale, il Presidente della Giunta Regionale di Basilicata, insieme alle altre autorità, ha onorato oggi la sepoltura del Sindaco-poeta, socialista.
Ha fatto bene la Regione, guidata dalla destra lucana, a investire in attività culturali, celebrative di una personalità di valore nazionale come Rocco Scotellaro.
Ma attenzione ai rischi di provincialismo, ipocrisia e opportunismo.
Scindere l’eccezionale profilo culturale, del Sindaco-Poeta, dalla sua dimensione politica, socialista-meridionalista, significherebbe fare una arbitraria e cinica operazione di opportunismo elettorale, da parte della destra lucana prossima alla verifica elettorale delle regionali, dei prossimi mesi.
Dall’AVANTI! non possiamo che auspicare che il comitato scientifico curi il viaggio culturale intorno a Rocco Scotellaro, facendo valere l’alto profilo dei suoi componenti e la loro indubbia autorevolezza.
Sarebbe suggestiva la speculazione su un immaginario colloquio tra Scotellaro e l’attuale classe dirigente della Regione, sui temi cruciali della questione sociale attuale.
I disoccupati, gli emarginati di oggi, equivalenti ai cafoni della sua epoca.
Quali sarebbero le considerazioni di Scotellaro sulle questioni concrete dell’oggi?
E’, per onestà intellettuale, un gioco assai difficile, palesemente arbitrario, in assenza di una macchina del tempo.
Ma possiamo provare a fare qualche considerazione.
Possiamo azzardare e immaginare come giudicherebbe oggi Scotellaro il provvedimento del Governo Regionale Lucano sull’azzeramento del costo del gas per i residenti, tutti, senza distinzione di condizione economica, ricchi e poveri?
Come valuterebbe la mortificazione continua dei cittadini dinanzi all’azione progressiva di impoverimento del sistema sanitario che, anno dopo anno, viene spogliato, un pezzo alla volta, di quegli elementi essenziali dell’universalismo e dell’uguaglianza, soprattutto per le popolazioni più fragili?
Come reagirebbe Scotellaro di fronte alle reazioni dell’attuale Governo Nazionale rispetto al fenomeno delle migrazioni?
Domande retoriche, forse.
Ma sono interrogativi immediati, comprensibili, che mettono a nudo la fragilità della condizione sociale attuale dell’intero mezzogiorno, martoriato e umiliato da una politica distratta, quando va bene, arrendevole verso “la secessione dei ricchi”, tanto per utilizzare il titolo indicativo della nota pubblicazione del Prof. Gianfranco Viesti sulla materia dell’autonomia differenziata.
Considerando ciò che accade oggi nella maggior parte del mezzogiorno, per il progressivo spopolamento, le emigrazione e l’indebolimento socio-economico, siamo purtroppo certi che ancora oggi Scotellaro ci dedicherebbe i versi della sua poesia “la mia bella patria”:

Io sono un filo d’erba
un filo d’erba che trema
e la mia Patria è dove l’erba trema.
Un alito può trapiantare
il mio seme lontano.

 

 

FONTE: L’editoriale su AVANTI! on line

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