NO A QUESTA “AUTONOMIA”. DEMOLIRA’ LA REPUBBLICA – Proposta di Legge costituzionale di iniziativa popolare. FIRMA!!

NO A QUESTA “AUTONOMIA”. DEMOLIRA’ LA REPUBBLICA.

 

di Domenico Gallo (da: IL FATTO QUOTIDIANO Giovedi 17 Novembre 2022)

La propensione di questa destra  al governo a demolire i caratteri fondamentali della Costituzione si basa su due progetti: il primo punta alla modifica della forma di governo e della forma di Stato attraverso l’introduzione del cosiddetto presidenzialismo alla francese; il secondo punta a rompere i presidi di eguaglianza e solidarietà che danno corpo all’unità della Repubblica, attraverso la realizzazione della cosiddetta “autonomia differenziata’”, sulla falsariga delle richieste già avanzate da tempo da Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna.

Il secondo progetto è quello più pericoloso perché, ove andasse in porto, realizzerebbe una riforma irreversibile, avverso la quale non c’è rimedio alcuno. Se il percorso di una riforma costituzionale sbagliata, ove non approvata con maggioranza dei due terzi nelle due Camere, può essere bloccato dal corpo elettorale con il referendum (come già avvenuto due volte, nel 2006 e nel 2016); se il Parlamento è sempre libero di modificare con la stessa procedura una
riforma costituzionale, ove maturi la consapevolezza della sua insostenibilità; avverso la legge che approvi le intese stipulate fuori dal Parlamento fra il governo e le Regioni non è possibile esperire rimedio alcuno.

Non sarebbe ammissibile il referendum abrogativo, né il Parlamento potrebbe modificare le intese stipulate senza il consenso delle Regioni interessate.

Orbene, la Regione Veneto, la Lombardia e (parzialmente) l’Emilia~Romagna, in preda a una bulimia di potere, rivendicano l’attribuzione della competenza
piena su tutte le 23 materie per le quali l’articolo 117 della Costituzione ha disposto che le Regioni abbiano competenza legislativa concorrente con lo Stato.

Come se non bastasse, queste Regioni rivendicano anche quelle materie di competenza esclusiva dello Stato come le norme generali sull’istruzione e la tutela
dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.

Orbene, la crisi sanitaria, economica e sociale derivante dalla pandemia e dalle conseguenze della guerra in Ucraina ha posto in immediata evidenza le intollerabili diseguaglianze, nel godimento di diritti fondamentali come la salute, l’istruzione, la mobilità, il lavoro.

E’ emersa l’esigenza di rafforzare il ruolo dello Stato con l’implementazione di politiche pubbliche forti finalizzate a ridurre i divari territoriali e consolidare l’unità del Paese. Invece, proprio i beni pubblici fondamentali dell’istruzione, della salute, del lavoro, della tutela dell’ambiente verrebbero soggetti a disintegrazione in un’Italia ridotta a un insieme di repubblichette.

Particolarmente inquietante sarebbe la frammentazione dell’istruzione che porterebbe un attentato all’unità spirituale del nostro Paese e all’eguaglianza dei cittadini, poiché la scuola, come insegna Calamandrei, è la principale istituzione dell’eguaglianza, il primo presidio della Repubblica istituito per “rimuovere gli ostacoli, di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.

A questo punto sorge la domanda: cosa si può fare per sventare questo pericolo che grava sulla Repubblica? Migliaia di cittadini si sono mobilitati con proteste e manifestazioni di massa, ma tutto ciò non basta. La miglior difesa è sempre l’attacco. Bisogna portare avanti un’iniziativa politica mirata a correggere le contraddizioni dell’avventata riforma del Titolo V, approvata dal centrosinistra nel 2001, per sventare i pericoli che nascono dall’interpretazione leghista di queste norme. Un gruppo di costituzionalisti, coordinati dal prof. Massimo Villone, ha messo a punto una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare volta alla modifica degli articoli 116 e 117 della Costituzione. I punti essenziali sono tre: la riscrittura dell’articolo 116.3; la rivisitazione dell’articolo 117, con lo spostamento di alcune materie dalla potestà concorrente a quella esclusiva dello Stato; l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale.

La proposta lanciata dal coordinamento per la Democrazia costituzionale è stata fatta propria dai tre sindacati confederali della Scuola (Cgil, Cisl e Uil),  dallo Snals e dalla Gilda. La raccolta delle firme online è iniziata il 10 novembre (per firmare si può andare al sito del Cde: www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it).

Si potrà anche firmare ai banchetti realizzati in sede locale. A differenza che nel passato, le leggi d’iniziativa popolare non sono destinate a restare nel cassetto, perché il nuovo regolamento del Senato impone che siano portate in aula in tempi ragionevoli. C’è quindi la possibilità concreta di aprire una contraddizione politica all’interno del palazzo, che potrebbe rendere molto più accidentato, se non bloccare del tutto, il progetto dell’Autonomia differenziata.

 

FONTE: IL FATTO QUOTIDIANO Giovedì 17 Novembre 2022

 


 

La raccolta delle firme avviene anche on line. E’ possibile firmare anche dall’estero seguendo le indicazioni fornite all’indirizzo web del

Coordinamento per la democrazia costituzionale

http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/

 

Il modulo è anche al seguente link:

https://raccoltafirme.cloud/app/user.html?codice=CDC

 

Approfondimenti al seguente link:

http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/raccolta-firme-proposta-di-legge/

 


 

Il testo delle modifiche proposte

 

 

PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE DI INIZIATIVA POPOLARE
Iniziativa annunciata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 146 del 24-6-2022

I sottoscritti cittadini italiani propongono il seguente progetto di legge costituzionale di iniziativa popolare ai sensi dell’articolo 71, secondo comma, della Costituzione e della legge 25 maggio 1970, n. 352:
Modifica dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione, concernente il riconoscimento alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia, e dell’art. 117, commi 1, 2 e 3, con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale, e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato.

 

Art. 1 – Modifica dell’articolo 116, terzo comma (autonomia differenziata)
L’art. 116, comma 3, della Costituzione è sostituito dal seguente:
“Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e giustificate dalle specificità del territorio, possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sentiti la regione e gli enti locali interessati, nel rispetto dell’interesse delle altre Regioni e dei principi di cui agli articoli 117 e 119. La legge è sottoposta a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. La legge promulgata ed entrata in vigore può essere sottoposta a referendum abrogativo secondo le modalità e con gli effetti previsti dalla legge di attuazione dell’articolo 75”.

Art. 2 – Modifica dell’art. 117, primo comma
L’art. 117, primo comma, della Costituzione è sostituito dal seguente:
“La potestà legislativa e` esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione Europea e dagli obblighi internazionali. La legge dello Stato può disporre nelle materie non riservate alla legislazione esclusiva, comprese le materie disciplinate con legge regionale in attuazione dell’art. 116, terzo comma, quando lo richiede la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale. La legge regionale non può in alcun caso porsi in contrasto con l’interesse nazionale”.

Art. 3 – Modifica dell’art. 117, secondo comma
(potestà legislativa esclusiva dello Stato)
L’art. 117, secondo comma, della Costituzione è modificato come segue:
1. Nella lettera e), dopo le parole “sistema tributario e contabile dello Stato” sono aggiunte le parole “coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario;”.
2. Nella lettera i) è aggiunta in fine la parola “professioni;”.
3. Le lettere m), n) e o) sono sostituite dalle seguenti:
“m) determinazione dei livelli uniformi delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale; tutela della salute e servizio sanitario nazionale; tutela e sicurezza del lavoro; scuola e università, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e universitarie, ricerca scientifica e tecnologica;
n) reti nazionali e interregionali di trasporto e di navigazione; porti e aeroporti civili di rilievo nazionale e interregionale; reti e ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale e interregionale dell’energia;
o) previdenza sociale, previdenza complementare e integrativa;”

Art. 4 – Modifica dell’art. 117, terzo comma
(potestà legislativa concorrente Stato-Regioni).
L’art. 117, terzo comma, è sostituito dal seguente:
“Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; assistenza ed edilizia scolastica; istruzione e formazione professionale; sostegno all’innovazione per i settori produttivi; assistenza e organizzazione sanitaria; assistenza sociale; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile a carattere regionale; governo del territorio; porti e aeroporti civili di rilievo regionale e locale; tributi regionali e locali; valorizzazione dei beni culturali e ambientali di rilievo regionale e locale e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. Nelle materie di legislazione concorrente spetta alle Regioni la potestà legislativa, salvo che per la determinazione dei principi fondamentali, riservata alla legislazione dello Stato”

 

 


 

La raccolta delle firme avviene anche on line. E’ possibile firmare anche dall’estero seguendo le indicazioni fornite all’indirizzo web del

Coordinamento per la democrazia costituzionale

http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/

 

Il modulo è anche al seguente link:

https://raccoltafirme.cloud/app/user.html?codice=CDC

 

Approfondimenti al seguente link:

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1 commento

  1. NO ALLA PREPOTENZA DEL NORD SUL SUD GIÀ AMPIAMENTE PENALIZZATO NEL CORSO DEL ‘900 E ORA DA DECENNI CON LE POLITICHE LEGHISTE DEL SISTEMA MARCIO CUI SIAMO COSTRETTI!!! SÌ ALL’UNITÀ NELL’UGUAGLIANZA DELLE CONDIZIONI, AL RILANCIO DEL SUD SPOGLIATO DELLE SUE ENORMI RICCHEZZE E POTENZIALITÀ! SÌ ALLA GIUSTIZIA SOCIALE, NO AI MILIARDI DEL PNRR CHE VOGLIONO PRENDERE LA VIA DEL NORD…

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