La rete delle Università e della ricerca dell’Appennino

Una rete di ricerca e alta formazione che unisce l’Appennino e che si occupa di aree interne, di sostenibilità, di nuovi modelli e soluzioni innovative per la valorizzazione del territorio in tempo di transizione ecologica e digitale.
E’ il progetto che unisce le università di Teramo, del Molise e della Basilicata che Fondazione Appennino sta realizzando attraverso la stipula di singoli protocolli di intesa e di collaborazione con questi Atenei e con alcuni loro specifici centri di ricerca e scuole interne che condividono con la Fondazione gli obiettivi e le finalità.

In particolare di recente sono stati siglati nuovi accordi mirati ad attività comuni, a cominciare da quello dello scorso marzo 2022 sottoscritto dalla presidente della Fondazione Erminia Di Sanzo e dal Rettore dell’Università del Molise Luca Brunese, che coinvolge direttamente il Centro di Ricerca per le Aree Interne e gli Appennini (ARIA) diretto dalla professoressa Luisa Corazza. Obiettivi dell’accordi triennale sono quelli di rafforzare le azioni indirizzate alla conservazione e valorizzazione delle aree interne, promuovere e favorire la fruizione del paesaggio, della cultura, delle tradizioni e della storia, della enogastronomia, del benessere e della qualità della vita, sperimentare nuovi modelli di sviluppo territoriale in linea con la transizione ecologica e digitale. Una collaborazione strutturata con questo atto ma già da tempo sostanzialmente in essere in varie attività. (vai all’articolo)

Risale ai primi giorni di aprile, invece, il protocollo sottoscritto tra la Fondazione Appennino e la Scuola di Ingegneria dell’Università degli Studi della Basilicata, diretta dal professor Carmine Serio, finalizzando la collaborazione in particolar modo  all’erogazione di servizi per lo svolgimento di programmi di ricerca, sviluppo tecnologico ed innovazione e nell’ambito delle attività di didattica e formazione anche mediante la realizzazione di dottorati, stages e master ed attività collegate al fine di una migliore realizzazione dei rispettivi fini istituzionali. Un interesse comune volto ad individuare nuovi modelli e strategie che consentano di rafforzare il legame con il territorio, anche in termini sociali e culturali, attraverso la sperimentazione di nuove forme di comunicazione e diffusione di conoscenze ed esperienze ad elevato contenuto tecnologico all’interno del tessuto sociale locale, in particolare con lo scambio di professionalità, attività di co-progettazione, borse di studio e/o assegni di ricerca e /o fondi aggiuntivi, eventualmente mettendo a disposizione i propri laboratori per lo svolgimento di attività di ricerca di comune interesse. (vai all’articolo)

Ultimo atto che risale ai giorni scorsi, infine, è tra la Fondazione Appennino e il Centro di ricerca “Transizione, sostenibilità e sfide globali” dell’Università di Teramo. Il Centro, guidato dal professor Enzo Di Salvatore, coinvolge le Facoltà di Giurisprudenza e di Scienze della Comunicazione e si propone di studiare in chiave multidisciplinare il tema della transizione, con un focus particolare sulle problematiche di ordine politico, istituzionale e costituzionale che ne conseguono.

Per la verità, si tratta di un atto che si aggiunge ad un accordo già avviato da tempo con l’Università di Teramo, che ha visto Fondazione Appennino essere partner del Master di Diritto dell’Energia e dell’Ambiente, realizzato nel corso del 2021. (vai all’articolo)

Luogo di incontro di tutto ciò è e sarà anche la nostra rivista web CiviltàAppennino.it, che già da tempo si occupa di divulgare i contributi legati alle collaborazioni e su cui si rafforzerà l’attività di divulgazione scientifica oggetto dell’impegno della rete delle Università che oggi Fondazione Appennino sta intrecciando.

Alle università si aggiunge, inoltre anche la collaborazione di fatto che Fondazione Appennino ha avviato con importanti sedi del CNR in Italia, con cui ha già posto in essere progettualità e candidature su ecosistemi sociali e dell’innovazione che mettono al centro importanti azioni di rigenerazione delle aree interne e che vedono coinvolti l’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali (CNR-IRPPS); Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo (CNR-IRISS); Istituto di Studi Sul Mediterraneo (CNR-ISMed); Unità Valorizzazione della Ricerca (CNR-UVR), oltre all’ufficio di trasferimento tecnologico.

“Stiamo lavorando a costruire un luogo di incontro non solo digitale, – spiega Piero Lacorazza, direttore di Fondazione Appennino – in cui convergano e si confrontino visioni e idee di sviluppo e valorizzazione sostenibile delle aree interne; sia già al lavoro con progettualità che si incrociano e mettono a disposizione il loro know how finalizzando l’attività ad intercettare risorse, produrre soluzioni e soprattutto formare nuove professionalità tra giovani generazioni ed imprese che possano poi essere il motore della risalita di territori che oggi esprimono enorme potenzialità ma che hanno bisogno di nuovi modelli contemporanei e futuribili”

 

FONTE: https://www.civiltaappennino.it/2022/04/26/la-rete-delle-universita-e-della-ricerca-dellappennino/

 

 

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