Il Direttore Generale del Maeci per gli Italiani all’estero Luigi Maria Vignali interviene al Forum Pubblica Amministrazione 2018

Incontro “Italiani in partenza e stranieri in arrivo: sfide e obiettivi per la PA”

Vignali: La mobilita è un valore. Ma è importante preparare chi parte. Altrimenti si rischia di entrare in una rete di precarietà

ROMA- Gli italiani che espatriano annualmente sono almeno 115.000, un numero analogo a quello degli stranieri in arrivo in Italia. Rispetto a tale mobilità, sono molte le sfide cui la Pubblica Amministrazione italiana, anche attraverso la Farnesina e la sua rete estera, si trova a dover affrontare. Di questo, nell’incontro dal titolo “Italiani in partenza e stranieri in arrivo: sfide e obiettivi per la PA”  ha parlato il direttore generale del Maeci per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, Luigi Maria Vignali, intervistato in occasione del Forum PA 2018, da Giuseppe Della Noce, il direttore dell’Agenzia di stampa Aise.

“Facendo riferimento al rapporto Istat- ha affermato Vignali- si disegna il profilo di un’Italia destinazione e origine di flussi migratori. Arrivano ogni anno tra i 130.000 e i 150.000 migranti. Ma ne partono altrettanti. La mobilità umana fa parte del nostro pianeta e dell’uomo. Non c’è un’eccezione negativa per le migrazioni in quanto tali. Quello che però dobbiamo aver presente è che ogni migrazione rappresenta sempre un impoverimento del paese di origine. Riguardo i flussi in entrata, dobbiamo offrire delle opportunità diverse da quelle della migrazione. Bisogna anche lottare contro i trafficanti. Questo è un compito importante in cui la Farnesina ha un suo ruolo nel sostegno alle autorità locali”.

Vignali si è poi concentrato sui flussi in uscita e sui servizi offerti a chi parte dall’Italia: “Ancora più importante è parlare di servizi per gli italiani, di flussi che partono dal nostro paese. Bisogna potersi registrare all’anagrafe degli italiani residenti all’estero per avere diritti civili, come il voto e per essere in contatto con la rete consolare. Il primo servizio, quello più richiesto, è quello del passaporto. Un altro servizio è quello dell’iscrizione all’anagrafe per non essere tassati due volte. Noi per fare questo stiamo fortemente digitalizzando la nostra rete di servizi e la nostra rete consolare”. Il direttore generale ha poi analizzato la questione della cosiddetta fuga di cervelli: “attenzione a dire che se ne vanno solo i giovani e solo i cervelli. È vero fino a un certo punto. I giovani rappresentano da un lato una perdita, dall’altro una possibilità di arricchimento. Molti vorrebbero tornare. Quando parte invece un nucleo famigliare è difficile immaginare un rientro e ci sono storie al limite perché si è creata una psicosi della partenza. Noi dobbiamo occuparci dei rientri delle menti che partono ma allo stesso tempo dobbiamo anche prevenire le partenze di chi non ha conoscenze di lingua e competenze spendibili. Noi da tempo – ha proseguito Vignali – stiamo lavorando con il Ministero del Lavoro e con il Miur per un tavolo di informazione in cui dovremo coinvolgere anche regioni e comuni per prevenire, non per frenare i flussi. La mobilita è un valore. Ma è importante preparare chi parte. Altrimenti si rischia di entrare in una rete di sfruttamento e di forte precarietà”.

Vignali si è infine concentrato sulla questione relativa più strettamente alle Pubblica Amministrazione: “le tecnologie servono anche per il più grave problema della pubblica amministrazione che è il blocco del turn over e la mancanza di personale. Con la tecnologia si può trovare una soluzione Il problema attuale è l’età media del personale della Pubblica Amministrazione, che alla Farnesina è di 53 anni…. Noi – ha concluso Vignali – abbiamo bisogno di innovare, motivare il nostro personale e comunicare efficacemente sui media e sui social. Si tratta di fare e fare bene con persone più giovane, ma anche di raccontare quello che si fa”.

 

FONTE: Inform

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