IN RICORDO DI CARLO ROSATI

CARLO ROSATI

 

Nel giorno in cui montagne di parole si consumano per augurare un futuro migliore, si fa fatica a trovare quelle necessarie per parlare del presente che si ferma per una persona cara e di valore.

Carlo Rosati si è spento a 88 anni a Montreal (Quebec – Canada), dove risiedeva dal 1960.

Nella comunità italiana di Montreal non c’è nessuno, che anche una sola volta abbia partecipato a qualche attività sociale, che non conosca il nome di Carlo, se si escludono forse le ultime generazioni. Sempre presente, sempre disponibile a fare e a dare, sempre pronto a promuovere lo spirito di coesione e di iniziativa. Sempre fermo e coerente nel testimoniare le sue idealità democratiche e il suo afflato sociale, con riferimento sia alla situazione canadese che a quella italiana.

Del resto, lo spirito di solidarietà e di riscatto Carlo ce l’aveva connaturato nella sua esistenza. Nato a Santa Croce di Magliano nel 1935, in tenera età resta orfano di padre in una famiglia con altri tre fratelli e due anziani. Viene mandato a fare il pastorello nel Tavoliere, dove un pastore, autodidatta e poeta, per la prima volta gli mette un libro da leggere tra le mani e gli parla di giustizia e di socialismo. Impara a leggere, ma non a scrivere, finché prima dei vent’anni lascia Santa Croce e va a lavorare a Ravenna e a Piacenza. Li’ frequenta le scuole serali e finalmente può soddisfare la sua passione di apprendere, che coltiva, come può, per tutta la vita.

A 25 anni un parente lo invita ad andare in Canada, dove l’aspetta Manuela, una giovane casacalendese, già emigrata, di religione evangelica, che diventerà la moglie amatissima e la madre dei suoi figli.

Poi il lavoro, tanto lavoro, come gli altri immigrati, fino a rendere il suo laboratorio di tappezzeria un punto di riferimento e una fonte di guadagno adeguata ad assicurare ai figli scuola e professione.

E’ parte attiva nella creazione e nelle attività della FILEF (Federazione italiana lavoratori emigrati e famiglie), presente e riconosciuta nelle acute dinamiche politiche e sociali che attraversano la società quebbecchese negli anni settanta e ottanta. Per decenni, affianca e sostiene le attività di servizio e di tutela della comunità italiana, in particolare della componente più anziana, svolta dall’INCA-CGIL, nella quale la figlia Vera opera, assumendovi poi funzioni di direzione.

Più difficile e’ trovare le parole giuste per descrivere la sua straordinaria umanità, fatta di generosità, dignità, capacità di sdegnarsi davanti alle ingiustizie e alle prevaricazioni, disponibilità ad accogliere e a porgere la mano a chi ne avesse avuto bisogno.

Nelle decine di volte che sono stato a Montreal ci siamo sempre cercati e spesso ha trascurato il suo lavoro per accompagnarmi nei miei giri e nei miei contatti. In cambio, mi ha chiesto una sola cosa: un libro, ‘La sdrenga’ di Giuseppe Jovine, che non era riuscito a procurarsi e a leggere.

Ciao Carlo, grazie per quello che hai fatto per gli italiani e i molisani di Montreal; grazie soprattutto per la lezione di vita che hai saputo dare a tutti noi.

 

(Norberto Lombardi)

 

FONTE: Facebook

 

 

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