Gli iscritti AIRE, com’è noto, non posseggono la tessera sanitaria essendo esclusi dalle cure ordinarie e conservando il diritto ai soli interventi ospedalieri di urgenza, entro un massimo di 90 giorni, in base al Decreto del ministro della Sanità del 1° febbraio 1996. Diversi di loro si trovano in Italia perché costretti dalla pandemia a lasciare le loro abituali residenze, per l’impossibilità di tornarvi a causa delle restrizioni imposte dalle misure anticontagio e per essere costretti ad assistere in questa fase parenti anziani o non autonomi.
Nella sua cortese e sollecita risposta il Generale Figliuolo ha affermato che per garantire un rapido ed univoco approccio alla questione sono state condivise con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale specifiche linee d’azione coerenti con la cornice regolamentare esistente.
Il problema da superare, comunque, è quello di adeguare la regolamentazione in materia, facendo in modo che questi connazionali, oggi “invisibili” per le ASL, possano essere recuperati e trattati come gli altri. Il sistema di prenotazione comunemente adottato prevede, infatti, l’indicazione del numero della tessera sanitaria e questi cittadini, come si è detto, non ne sono in possesso.
Attendiamo che al più presto sia fatta chiarezza e, soprattutto, si provveda concretamente a consentire la somministrazione dei vaccini su una base di parità e di tutela della salute di tutti i cittadini”.
Rip. Nord e Centro America: Francesca La Marca
Rip. Europa: Angela Schirò
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