n° 5 – 30 Gen. 2021- RASSEGNA DI NEWS NAZIONALI E INTERNAZIONALI. NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO ED ALTRE COMUNICAZIONI

01 – La Marca (Pd): lungo colloquio con il ministro dell’Ontario Michael Tibollo sugli effetti della pandemia per la salute mentale dei cittadini
02 – Schirò (Pd): la brexit non modifica l’accordo contro le doppie imposizioni fiscali.
03 – La Marca (Pd): L’INPS prolunga la campagna di verifica dell’esistenza in vita. Accolta in ritardo la nostra richiesta di dare priorità alla sicurezza degli anziani e degli operatori di patronato.
04 – COSA SONO I SERVIZI SEGRETI? Vediamo di cosa si occupano i servizi segreti. Nel 2021, la delega in materia di sicurezza del Paese è stata assegnata a Pietro Benassi, ambasciatore e sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
05 – On. Angela Schirò(Pd) : 27 gennaio 2021 : Due profili della Memoria – “Giorno della Memoria
06 – La Marca (Pd) – ho chiesto al ministro della salute di ammettere alla vaccinazione i cittadini aire che si trovino in Italia.
07 – Schirò (Pd): nuovo sito del governo risponde alle domande per il superbonus 110%,
08 – A. Iacarella*: L’amore è ribellarsi al fascismo. Il poeta morì nel 1964 ma i suoi versi dieci anni dopo divennero i canti della rivoluzione dei garofani
09 – F. Stazzonelli*: IL Caso Pfizer e 10 domande sui vaccini. A causa del forte rallentamento delle forniture da parte della multinazionale, l’Italia, come tutti i paesi UE, dovrà rifare il piano di vaccinazione contro la covid-19.
10 – Dal rapporto con i giovani nel ’68, alla crisi del Pci e della politica negli anni ’80
Macaluso. L’asprezza di quel conflitto politico e generazionale non risparmiava nemmeno le famiglie dei dirigenti comunisti. Ma dominavano la sua umanità e la sua simpatia

01 – LA MARCA (PD): LUNGO COLLOQUIO CON IL MINISTRO DELL’ONTARIO MICHAEL TIBOLLO SUGLI EFFETTI DELLA PANDEMIA PER LA SALUTE MENTALE DEI CITTADINI. 25 GENNAIO 2021
L’On. Francesca La Marca ha avuto un lungo e approfondito colloquio in videoconferenza con il Ministro dell’Ontario Michael Tibollo, titolare delle politiche per la salute mentale e per il recupero dalle dipendenze della provincia canadese.
Lo scambio di vedute è stato finalizzato a un esame degli interventi messi in campo per contrastare gli esiti che le misure di distanziamento sociale e isolamento, adottate come contrasto alla pandemia, hanno avuto sul piano della salute dei cittadini, allo scopo di valutare possibili elementi di comparazione con la situazione italiana. Un’attenzione particolare è stata rivolta alla individuazione delle best practices realizzate, al fine di valutarne l’adattabilità ad altri possibili contesti.
Il Ministro Tibollo, che è di origine italiana, ha sottolineato l’importanza di concentrare gli sforzi sui giovani, dai quali proviene la maggior parte dei problemi di questa natura, e sugli anziani, per i quali in Ontario sono disponibili due numeri e altrettanti servizi di soccorso, che ad un costo contenuto (350-400.000 dollari) hanno determinato un miglioramento nel 70% dei casi.
Il Ministro ha confermato il forte aumento dei casi di richiesta di soccorso in conseguenza della pandemia, valutabile per i bambini nella misura del 3000 per cento nell’ultimo anno e ha sottolineato, pertanto, la necessita di rafforzare il sostegno alle organizzazioni del privato sociale impegnate sul campo, con un intervento che per l’Ontario ammonta a 147 milioni di dollari.
Di notevole interesse si sono rivelati i riferimenti agli strumenti operativi adottati, quali il tavolo di lavoro con il compito di individuare e sostenere le best practices, i numeri di chiamata dedicati, il gruppo di intervento mobile per affrontare le situazioni critiche, il sito web Connex Ontario (https://www.connexontario.ca/en-ca/), dedicato agli operatori sanitari, dove comunque qualsiasi cittadino può trovare in piena trasparenza dati e utili elementi informativi.
Sia il Ministro Tibollo che l’On. La Marca, infine, si sono trovati concordi sull’utilità di sviluppare in un ambito globale il confronto e lo scambio delle informazioni, allo scopo di migliorare le strategie di contrasto della pandemia e dei suoi effetti sulla salute anche mentale dei cittadini.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D.
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America
Electoral College of North and Central America

02 – SCHIRÒ (PD): LA BREXIT NON MODIFICA L’ACCORDO CONTRO LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI. 26 GENNAIO 2021 Se da una parte l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea (dopo averne fatto parte per 47 anni!) sta creando molti dubbi e incertezze interpretativi sull’applicabilità dei diritti (sull’insieme delle regole e dei principi volti a disciplinare i futuri rapporti sociali, economici e politici) di cittadini, consumatori, imprese, investitori, studenti e ricercatori (sono in attesa che il Governo risponda alla mia interrogazione con la quale ho chiesto chiarimenti su diritti e doveri dei nostri connazionali – che soggiornano o soggiorneranno nel Regno Unito – in materia di libera circolazione, sicurezza sociale e assistenza sanitaria), dall’altra possiamo essere garantiti con certezza che il vigente accordo tra Italia e Regno Unito contro le doppie imposizioni fiscali rimane in vigore.
Infatti tali trattati fiscali entrano a far parte dell’ordinamento giuridico dei Paesi contraenti all’esito di un procedimento di ratifica da parte dei rispettivi Parlamenti seguito con legge ordinaria che conferisce piena e integrale esecuzione al trattato.
La convenzione entra in vigore a seguito dello scambio degli strumenti di ratifica tra i Paesi firmatari e la conferma dell’avvenuto scambio degli strumenti di ratifica è resa nota (in Italia) attraverso la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Poi, di prassi, per dare attuazione alle disposizioni delle Convenzioni per evitare le doppie imposizioni, i Paesi contraenti possono stipulare accordi di natura amministrativa volti a favorire lo scambio di informazioni e/o l’effettuazione di verifiche simultanee.
L’accordo fiscale tra Regno Unito e Italia è entrato in vigore il 16/11/1990 dopo essere stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 15/11/1990. L’accordo con il Regno Unito è stato stipulato per regolare l’esercizio della potestà impositiva dei Paesi contraenti al fine di eliminare le doppie imposizioni sui redditi e/o sul patrimonio dei rispettivi residenti. Oltre che ad evitare le doppie imposizioni l’accordo ha lo scopo di prevenire l’evasione e l’elusione fiscale tramite la cooperazione amministrativa.
Sono numerose le imposte considerate. Tra queste, per il Regno Unito, l’imposta sul reddito (income tax), l’imposta sulle società (the corporation tax), l’imposta sugli utili di capitale (the capital gains tax), per l’Italia, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, l’imposta sul reddito delle persone giuridiche, l’imposta locale sui redditi (prima Ilor ora Irap). Sono altri quindi i profili fiscali toccati dalla Brexit ed hanno soprattutto a che fare con operazioni commerciali e doganali.
Angela Schirò
Deputata PD – Rip. Europa – Camera dei Deputati

03 – LA MARCA (PD): L’INPS PROLUNGA LA CAMPAGNA DI VERIFICA DELL’ESISTENZA IN VITA. ACCOLTA IN RITARDO LA NOSTRA RICHIESTA DI DARE PRIORITÀ ALLA SICUREZZA DEGLI ANZIANI E DEGLI OPERATORI DI PATRONATO. 26 GENNAIO 2021
“L’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (INPS) ha deciso di rinviare di tre mesi (dal 5 febbraio al 7 maggio) la scadenza della campagna di verifica dell’esistenza in vita dei nostri pensionati all’estero residenti nel continente americano, nei paesi scandinavi e nell’est Europa, in Asia e in Medio ed Estremo Oriente. L’Istituto, inoltre, ha deciso di riprogrammare la campagna per i pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania invitando City Bank a inviare i moduli non più a gennaio, come precedentemente stabilito, ma ai primi di maggio, fissando la scadenza al 7 settembre 2021.
Una soluzione necessaria per la prevedibile, e da noi prevista, difficoltà di realizzare un’operazione di tale complessità durante l’imperversare della pandemia.
Spiace sinceramente che l’invito da me e da altri colleghi eletti all’estero, rivolto all’Istituto, di programmare per tempo il rinvio generalizzato della campagna di verifica dell’esistenza in vita sia stato mesi fa disatteso e assunto, invece, a pochi giorni dalla scadenza. In questo modo si è preferito mettere a rischio l’incolumità degli anziani e degli operatori, soprattutto dei patronati all’estero, pur sapendo che le semplificazioni adottate nelle procedure non sarebbero bastate rispetto ad una situazione di così grave difficoltà.
Questo accade quando si antepongono gli interessi burocratici a quelli delle persone in carne e ossa, anche se si tratti di soggetti a rischio, come gli anziani, e persone esposte a una straordinaria pressione di lavoro, come gli operatori dei patronati.
Anche se l’andamento epidemiologico allo stato continua ad essere preoccupante, ci auguriamo che la decisione assunta possa essere sufficiente a consentire uno sviluppo delle operazioni con rischi minori. Altrimenti non c’è altro da fare che mettere sempre e comunque al primo posto la salute e la sicurezza delle persone”.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D. Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America
Electoral College of North and Central America

04 – COSA SONO I SERVIZI SEGRETI? VEDIAMO DI COSA SI OCCUPANO I SERVIZI SEGRETI. NEL 2021, LA DELEGA IN MATERIA DI SICUREZZA DEL PAESE È STATA ASSEGNATA A PIETRO BENASSI, AMBASCIATORE E SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

SERVIZI SEGRETI: COSA SONO
SERVIZI SEGRETI, DI COSA SI OCCUPANO?
LA DELEGA PASSA DA CONTE A BENASSI

SERVIZI SEGRETI: COSA SONO
Se ne è parlato negli ultimi giorni per via delle vicende di governo e dei dissapori tra il premier Conte e il leader di Italia Viva Renzi. Vengono in mente spie e film alla James Bond. Ma scopriamo di cosa si tratta. Nel nostro Paese, in particolare, i servizi segreti sono costituiti dall’insieme degli organi e delle autorità dei servizi segreti della Repubblica Italiana. Il loro compito è assicurare le attività informative volte alla salvaguardia della Repubblica Italiana da pericoli e minacce provenienti sia dall’interno sia dall’esterno.

SERVIZI SEGRETI, DI COSA SI OCCUPANO?
Con la legge 24 ottobre 1977, n. 801 l’originario SID venne sdoppiato e vennero istituiti il Servizio per le informazioni e la sicurezza militare (SISMI) e il Servizio per le informazioni e la sicurezza democratica (SISDE) che dipendevano rispettivamente del Ministro della difesa e del Ministro dell’interno. La riforma attribuiva l’alta direzione, la responsabilità politica generale e il coordinamento della politica informativa e di sicurezza al Presidente del Consiglio dei ministri, che coordinava i due organismi di sicurezza tramite il Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza (CESIS).
Un nuovo cambiamento si ebbe nel 2007, quando l’intero apparato dei servizi nazionale subì un profondo processo di riforma ai sensi della legge 3 agosto 2007, n. 124 che istituì il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica.
Fu proprio la riforma a stabilire la direzione e la responsabilità generale del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, a cui spetta la nomina di direttori e vicedirettori di ciascuna delle due nuove agenzie: ovvero l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE) e l’Agenzia informazioni e sicurezza interna (AISI) e con il coordinamento del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS).

Se si guarda alla struttura il Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica italiana vede al vertice il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, che può designare un’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica in relazione a particolari attività. Il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) della Presidenza del Consiglio con compiti di coordinamento e di vigilanza sull’attività delle agenzie e sulla corretta applicazione delle disposizioni emanate dal Presidente del Consiglio dei Ministri. E, infine, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR) e dal Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (CISR).
Dal punto di vista operativo, le attività sono svolte da due agenzie governative, entrambe direttamente dipendenti dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (istituito nel 2007 presso la Presidenza del Consiglio dei ministri), mediante un sistema di competenza territoriale già da tempo utilizzato da diversi Stati in Europa e nel mondo. Le agenzie in questione sono: Agenzia informazioni e sicurezza interna (AISI)
Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE). Si occupano, rispettivamente, della tutela della Repubblica Italiana da minacce interne ed esterne al suo territorio e operano nell’ambito del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica.

LA DELEGA PASSA DA CONTE A BENASSI
Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha passato la delega ai servizi segreti a Pietro Benassi, ambasciatore e sottosegretario di Stato alla Presidenza. e tutto questo dopo le polemiche politiche e le richieste che gli erano arrivate dai partiti di maggioranza. A Benassi saranno delegate, ai sensi dell’articolo 3 della legge 3 agosto 2007, n. 124, le funzioni attribuite al Presidente del Consiglio in materia di sicurezza della Repubblica. Benassi ha 62 anni, è romano e prima di diventare ambasciatore a Berlino dal 2014 al 2017 è stato feluca a Tunisi dal 2009 al 2013. Ha cominciato al dipartimento affari economici della Farnesina per poi approdare a Cuba e in Polonia. Ha una laurea in Scienze politiche a Padova ed è il consigliere diplomatico del premier Conte. Parla correntemente quattro lingue: inglese, tedesco, francese e spagnolo. Una cessione già annunciata da Conte nel corso del suo intervento alle camere. Era stata una parte della maggioranza a chiedere che la delega dell’intelligence fosse ceduta ad una figura politica. Il premier ha invece puntato su un tecnico, suo attuale consigliere diplomatico.
(ndr gz)

05 – On. Angela Schiro'(Pd) : 27 gennaio 2021 : DUE PROFILI DELLA MEMORIA
“GIORNO DELLA MEMORIA”.
Due profili della Memoria hanno preso forma in questi giorni nella mia mente.

IL PRIMO è quello dell’erede di Casa Savoia che, a ottantatré anni di distanza dalla promulgazione delle leggi razziali, fatta da Vittorio Emanuele III, ha chiesto scusa ai “fratelli ebrei”, riconoscendo l’imperdonabile errore. A ottantatré anni di distanza. Un atto da qualcuno apprezzato, che tuttavia non cambia il giudizio storico su quell’orribile svolta né rimuove il cumulo di responsabilità morali legate alle sofferenze, alle persecuzioni e alle morti che ne sono venute.

IL SECONDO PROFILO è quello della Senatrice Liliana Segre che, vincendo i timori del contagio e le resistenze degli stessi medici, ha deciso di recarsi in Senato a votare in una seduta tumultuosa, esponendosi ad un rischio obiettivo e serio per una persona della sua età, solo per assolvere a un suo dovere democratico. Non parlo del merito della sua scelta sulla fiducia al Governo, che appartiene alla sfera delle sue libere decisioni, comunque rispettabili, ma del fatto che Ella abbia messo al di sopra di tutto, della sua stessa salute, la responsabilità civica.
In questi anni nessuno come Liliana Segre ha saputo testimoniare la Memoria dell’Olocausto con parole dirette e con risvolti umani e morali autentici e profondi. Ma tutto questo, pur essendo linfa vitale per la formazione delle nuove generazioni, non basta se non si fa azione coerente, pratica di responsabilità, quotidiano esercizio di democrazia.
In Lei, la Memoria si fa esempio di vita e di impegno civile. Si fa lezione autentica di un passato da far conoscere e trasmettere, ma anche indicazione di come si debba affrontare un difficile presente e costruire un incerto futuro.
Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – Camera dei Deputati

06 – LA MARCA (PD) – HO CHIESTO AL MINISTRO DELLA SALUTE DI AMMETTERE ALLA VACCINAZIONE I CITTADINI AIRE CHE SI TROVINO IN ITALIA, 28 GENNAIO 2021
Il virus non rispetta la salute delle persone e non aspetta i tempi della politica. È una priorità assoluta, che doveva indurre ad evitare una crisi anacronistica e dovrebbe spingere oggi a fare presto nel costruire una soluzione adeguata e stabile. Il contrasto alla pandemia, comunque, resta il principale impegno di qualunque governo uscirà dalle consultazioni.
Intanto, i problemi reali delle persone non possono attendere. Tra questi, l’attesa che la campagna di vaccinazioni non subisca ulteriori ritardi e che non lasci nessuno per strada.
È il caso, ad esempio, dei connazionali iscritti all’AIRE che si trovino in Italia o per ragioni di assistenza ai propri familiari o per difficoltà di rientrare nei loro paesi di residenza. Non pochi, dalle sollecitazioni che ricevo.
Per questo, ho chiesto con una interrogazione al ministro della Salute, firmata anche dalla collega Schirò, di prevedere la vaccinazione anche dei connazionali residenti in questi mesi in Italia, concordando con le Regioni il loro accesso alle operazioni di vaccinazione, secondo una tempistica da definire, previa prenotazione presso le ASL nelle quali ricadono i comuni di iscrizione AIRE.
Ho anche chiesto al Ministro se non intenda prendere in considerazione, e secondo quali modalità, la situazione dei connazionali residenti in Paesi in cui la campagna vaccinale si presenta lontana nel tempo, al fine di garantire anche a questi cittadini italiani il diritto alla salute, che nel nostro ordinamento ha rilevanza costituzionale.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D.
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America
Electoral College of North and Central America

07 – SCHIRÒ (PD): NUOVO SITO DEL GOVERNO RISPONDE ALLE DOMANDE PER IL SUPERBONUS 110%, 28 GENNAIO 2021 – Sappiamo che il Superbonus 110% per i lavori di riqualificazione energetica di case e edifici è usufruibile anche dagli italiani residenti all’estero proprietari di immobili in Italia, anche tramite i meccanismi dello sconto in fattura e della cessione del credito. Sappiamo anche purtroppo, e lo sanno in particolare i nostri connazionali non residenti nel territorio dello Stato italiano, che non è sempre facile districarsi nella giungla di regole e procedure per ottenere le agevolazioni.

Sono infiniti i dubbi relativi a tutta una serie di informazioni e comportamenti da seguire in materia di diritti soggettivi, interventi consentiti, modalità di attuazione. Ebbene da questa settimana, per venire incontro a coloro che si trovano in difficoltà, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha inaugurato un portale dedicato che dovrebbe rivelarsi uno strumento utile per fare domande e ottenere risposte adeguate.

Sulla homepage del sito infatti oltre a tutte le informazioni sui requisiti e su come ottenere la detrazione, è presente una sezione FAQ (risposte alle domande frequenti), a cura di Agenzia delle Entrate ed Enea, e la possibilità di inviare i propri quesiti.

L’agevolazione per i lavori di efficientamento energetico (ecobonus) e per l’adeguamento antisismico (sismabonus) si applica alle spese sostenute dal 1° luglio 2020 e fino al 30 giugno 2022, per effetto della proroga prevista dalla Legge di Bilancio 2021.

Il sito disponibile dal 19 gennaio 2021 ha l’obiettivo di informare i cittadini sull’avvio del Superbonus 110%; di illustrare sinteticamente le caratteristiche del Superbonus 110% e le modalità con cui è possibile usufruirne; di sensibilizzare i cittadini sui temi della sicurezza, dell’efficienza e dell’ecosostenibilità delle loro case; ma soprattutto di consentire alle persone che hanno dubbi di formulare le loro domande e di inviarle alla Presidenza del Consiglio che risponderà (auspicabilmente in tempi brevi e in maniera soddisfacente) a quesiti inerenti a: i soggetti beneficiari, le tipologie di immobili ammessi, gli interventi trainanti, gli interventi trainati, l’installazione di sistemi solari fotovoltaici, i limiti di spesa agevolabili, l’opzione per cessione e sconto in fattura, il rilascio di attestazioni e asseverazioni, gli adempimenti e i visti di conformità.
Il sito dedicato è: www.governo.it/superbonus. Speriamo che funzioni!
Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – Camera dei Deputati

08 – L’AMORE È RIBELLARSI AL FASCISMO. IL POETA MORÌ NEL 1964 MA I SUOI VERSI DIECI ANNI DOPO DIVENNERO I CANTI DELLA RIVOLUZIONE DEI GAROFANI.

Il poema di Daniel Filipe. scrittore capoverdiano perseguitato dalla polizia politica portoghese, è stato tradotto in italiano dalle registe Luciana Fina e Alice Rohrwacher. Ne è nato un testo in cui i versi dialogano con le illustrazioni di Mara Cerri. Nel segno continuo della poesia. Nei lunghi mesi seguenti, sotto la spinta popolare, Mara Cerri per L inveri- j rivoluzione prese sempre più un carattere socialista. A tutte le colonie tu riconosciuta 1 indipendenza, imprese e banche vennero nazionalizzate, il latifondo fu abolito e le terre redistribuite. Una famosa vignetta del tempo ritraeva i maggiori pensatori comunisti della storia riuniti intorno a una lavagna, a studiare il caso portoghese. Dopo due anni tormentati, nel 1976 il Partito socialista vinse le libere elezioni e Mario Soares divenne primo ministro. I fantasmi della dittatura erano stati spazzati via.
In Portogallo la resistenza al fascismo non era mai stata domata. Poeti, scrittori, registi, cantanti, artisti avevano continuato a creare per immaginare un mondo nuovo. Doveva esserci qualcosa, in quella loro opposizione vitale, di quella coraggiosa speranza che portò sconosciuti marinai portoghesi e italiani a iniziare a navigare verso l’ignoto, ben prima degli spagnoli, immaginando un oltre.
Daniel Filipe, poeta capoverdiano, torturato e per seguitato dalla Pide, la polizia politica portoghese, aveva scritto nel 1961 un poema rivoluzionario: L’invenzione dell’amore. E la storia di come, in una città oppressa da un regime soffocante, un incontro casuale tra un uomo e una donna scatena una reazione inarrestabile. Sconosciuti, silenziosi, si vedono e inventano «l’amore con carattere d’urgenza».
La polizia, il governo, i burocrati li cercano in ogni dove. «È in gioco la città, il paese, l’intera civiltà occidentale. Un uomo e una donna si amano illegalmente». Ma è troppo tardi, non riescono a porre rimedio. Come un contagio vitale, l’amore inventato dai due sconosciuti si propaga. Potranno prenderli, potranno catturarli, ma non sarà finita. Nel buio di una notte scura come quarant’anni di dittatura fascista, Filipe disegna «una finestra aperta, una finestra illuminata». A inizio 2020 due registe italiane, Luciana Fina e Alice Rohrwacher, nel pieno del lockdown planetario hanno tradotto per la prima volta in italiano il poema. Lo hanno fatto tra loro, senza uno scopo definito se non quello di regalare, e regalarsi, quelle parole di resistenza.
Possiamo pensare che nei versi del poeta le registe cercassero un balsamo vitale per risollevarsi dall’oppressione esterna di fronte alla quale ci ha posto la pandemia. Per rispondere, con più fantasia, alla fredda razionalità economicista che ha guidato, in molte parti del mondo, le scelte dei governi. Come scriveva su Left del 30 ottobre 2020 Simona Maggiorelli: «L’arte è necessaria come il pane e come lo è la salute psicofisica. L’arte ci contraddistingue come specie».
Dalla traduzione del poema di Filipe è nata una collaborazione artistica, con Else edizioni e Orecchio acerbo, che ha accostato ai versi le illustrazioni di Mara Cerri. Immagini che non hanno nulla di fisso, cambiano i volti, le figure, gli spazi. Un fluire tumultuoso come l’andamento dei versi. Il progetto, che fonde i diversi linguaggi, è stato presentato a Bologna, durante la rassegna
“Il cinema ritrovato”, e a Roma; qui i manifesti di Cerri sono stati esposti in diversi quartieri, in una mostra diffusa curata da librai indipendenti.
Da questa catena di incontri vedrà la luce, nel 2021, la pubblicazione in italiano del poema in un libro di manifesti serigrafici.
Quando comincia a girare, la poesia, non si ferma più. Filipe morì nel 1964, a 38 anni, e i suoi versi furono osteggiati dal regime di Salazar. Dieci anni dopo, quei canti di resistenza divennero le mille voci della rivoluzione dei garofani. Due sconosciuti che si trovano, per caso, in un bar. È la storia di ogni rivoluzione, di ogni storia d’amore. «Sono riusciti a capirsi senza parole superflue. Solo il silenzio La scoperta La stranezza di un sorriso naturale e inaspettato. … Un amore subitamente imperativo». È dove si sono incagliate le mille bellissime ribellioni della storia. E l’immagine di una rivolta politica che sappia far proprie le esigenze umane profonde. È quello che è mancato al comunismo. È la speranza di una storia da ritrovare e da farsi. La poesia, come l’amore e la rivoluzione, si inventa in incontri casuali. Le parole di Filipe ci tornano oggi per l’intuizione geniale di due artiste. Viaggeranno, come viaggiano gli uomini, verso orizzonti sconosciuti.

L’INCIPIT DI FILIPE PER L’INVENZIONE DELL’AMORE.
(traduzione di Luciana Fina e Alice Rohrwacher)

In ogni angolo della città
sulle pareti dei bar all’entrata degli edifici pubblici
sui finestrini degli autobus
pure su quel muro scalcinato tra pubblicità
di apparecchi radiofonici e detersivi
sulla vetrina di quel negozietto dove non entra mai nessuno
nell’atrio della stazione che è stato il nido della nostra
speranza di fuga un manifesto denuncia il nostro amore

A lettere enormi grandi quanto
la paura la solitudine l’angoscia
un manifesto denuncia che un uomo e una donna
si sono incontrati nel bar di un hotel
in un pomeriggio di pioggia
tra brusii di conversazioni
e hanno inventato l’amore con carattere di urgenza
lasciando cadere dalle spalle lo scomodo fardello
della monotonia quotidiana

Un uomo e una donna che avevano occhi e cuore colmi
e assetati di tenerezza
e sono riusciti a capirsi senza parole superflue
Solo il silenzio La scoperta La stranezza
di un sorriso naturale e inaspettato

Non sono usciti mano nella mano nell’umidità diurna
Si sono salutati e ognuno ha preso una strada diversa
tuttavia sotterraneamente uniti dall’invenzione comune
di un amore subitamente imperativo.
( di – A. Iacarella* da LEFT, 29 01 2021)

09 – Francesca Stazzonelli* : IL CASO PFIZER E 10 DOMANDE SUI VACCINI. A CAUSA DEL FORTE RALLENTAMENTO DELLE FORNITURE DA PARTE DELLA MULTINAZIONALE, L’ITALIA, COME TUTTI I PAESI UE, DOVRÀ RIFARE IL PIANO DI VACCINAZIONE CONTRO LA COVID-19.
(Le penali previste dal contratto con Pfizer sono solo sulle forniture trimestrali e non su quelle settimanali)

Vediamo insieme a che punto è la realizzazione di altri sieri tra i quali ce ne anche uno nostrano. N on è ancora stato approvato e già fa discutere. AstraZeneca ha annunciato che ridurrà del 60% la fornitura del vaccino and Covid-19 in Europa nel primo trimestre del 2021.
E ha costretto Giuseppe Conte a minacciare azioni legali nei confronti delle aziende che non rispettano gli impegni contrattuali, come già la Pfizer-BioNTech. L’Italia ha lamentato infatti un taglio circa del 20% rispetto alle dosi previste nelle ultime due settimane. La Pfizer aveva annunciato dei ritardi nelle consegne delle fiale del vaccino in tutta Europa causati da interventi di potenziamento nello stabilimento belga di Puurs, ma aveva anche sottolineato come, fino a ora, avessimo ricevuto più dosi del previsto, in quanto si è scoperto che da una fiala si possono ricavare 6 dosi e non 5 come si riteneva. Insomma, la sesta dose non è gratis.
Ma c’è anche chi pensa che il taglio alle forniture dell’Unione europea possa avere una causa politica. Negli Stati Uniti la vaccinazione prosegue al ritmo di un milione di persone al giorno, ma molti Stati stanno lamentando l’assenza di dosi. Così c’è chi ritiene
che la statunitense Pfizer possa aver ridotto le scorte promesse all’Europa, in favore degli Usa. Il motivo sarebbe in realtà economico. Gli Stati Uniti pagherebbero circa 5 dollari in più a dose rispetto all’Europa. E come al solito chi paga di più ha un trattamento migliore. Il potere della Pfizer è aumentato oltre che dalle condizioni contrattuali stipulate con l’Ue dal fatto che al momento il suo è l’unico vaccino approvato dall’Ema insieme a quello di Moderna (che al contrario costa di più in Europa rispetto agli Stati Uniti). Il gioco potrebbe complicarsi con l’entrata in campo di nuovi concorrenti. Ad esempio, se venisse approvato il siero sviluppato da AstraZeneca, decisamente più economico: all’incirca 2,50 dollari a dose contro i quasi 14,50 della Pfizer.
Nel frattempo, a causa del taglio delle forniture, l’Italia è costretta a rivedere il piano nazionale per le vaccinazioni.
In attesa di scoprire gli ulteriori sviluppi di quello che da progetto comunitario per sconfiggere la pandemia è diventato un mero libero mercato, facciamo il punto sui vaccini contro la Sars-CoV-2, partendo dalle basi.

COME FUNZIONA UN VACCINO?
Un vaccino viene creato per insegnare al nostro corpo a combattere uno specifico virus o batterio tramite la risposta naturale del nostro sistema immunitario. Introducendo il virus inattivato o parti di esso, il vaccino “inganna” il nostro corpo e attiva le nostre difese immunitarie. Quando veniamo a contatto per la prima volta con un agente patogeno, si attivano due tipi di globuli bianchi, prima i linfociti B e poi i linfociti T. La prima parte della risposta immunitaria è quella di produrre anticorpi, che però sono temporanei. Per fortuna la seconda parte prevede la formazione dei linfociti B e T della memoria che per molti anni (a volte per sempre) ci proteggono da quel virus già incontrato. Questo ultimo gruppo di globuli bianchi in particolare è in grado di riconoscere le cellule infettate e ucciderle, impedendo cosi di fatto al virus di replicarsi. In questo modo se in futuro si viene in contatto con quel virus le nostre difese sono già in grado di individuarlo e combatterlo in maniera veloce ed efficace.

COME SI SVILUPPA UN VACCINO?
la forza della risposta immunitaria e decidere il giusto dosaggio del siero.
La seconda fase coinvolge centinaia di volontari. Di solito vengono divisi in gruppi di diverse fasce d’età, e vengono provate diverse formulazioni del siero (monodose/richiami). Un gruppo di prova non riceve il farmaco ma un placebo, in modo da fungere da comparatore per determinare se gli effetti riscontrati sui volontari vaccinati siano da attribuire al siero o no. Nella terza fase la sperimentazione è allargata a diverse migliaia di persone, provenienti da vari nazioni; anche in questo caso c’è chi riceve un placebo e funge da gruppo di controllo.
Durante la fase 2 e 3 dei trial clinici, sia i partecipanti sia gli scienziati non sanno chi ha ricevuto il vaccino e chi il placebo. Questo tipo di studio è chiamato “doublé blind trial”, studio in doppio cieco, e serve per assicurare che nessuno sia influenzato, nell’esprimere effetti secondari o malesseri, dal sapere se si è ricevuto o no il vaccino. Quando infine i risultati dei trial sono disponibili, sono le autorità governative come l’Ema o l’Fda a esaminarli e a rilasciare eventualmente l’autorizzazione alla commercializzazione nel territorio di competenza.
Ogni siero in fase sperimentale segue dei precisi step per provare che sia efficace e sicuro.
Nella fase preclinica il vaccino viene testato sugli animali per valutare se provoca un’adeguata risposta immunitaria e se si riscontrano effetti collaterali gravi. Se funziona ed è sicuro, si passa ai test sugli umani che si svolgono in tre fasi. Nella prima il vaccino è testato su un numero ristretto di volontari, per determinare

QUALI SONO I VACCINI CONTRO LA COVID ATTUALMENTE DISPONIBILI IN EUROPA?
Al momento l’Ema ha approvato per la distribuzione in Europa i vaccini della Pfizer-BioNTech e di Moderna. Questi due vaccini sono davvero innovativi, basati su una tecnologia che si serve dell’mRna per introdurre materiale genetico del virus nel nostro corpo e scatenare la risposta immunitaria (v. Left dell’11 dicembre 2020 ndr).
Secondo i dati rilasciati dalla casa farmaceutica, il vaccino di Pfizer è approssimativamente efficace al 52% dopo la prima iniezione, al 95% dopo la seconda. La seconda è prevista 21 giorni dopo la prima, e una potente risposta immunitaria è stata riscontrata dopo circa un’altra settimana.
La biotech Moderna invece ha dichiarato che il suo siero ha un’efficacia del 80,2% dopo la prima dose e del 95,6% dopo la seconda dose nel gruppo testato 18-65. Negli over65 la percentuale scende al 86.4%. Il richiamo è previsto dopo quattro settimane dalla prima iniezione e la protezione completa è stata riscontrata dopo due settimane dal richiamo.

CÌ SONO ALTRI VACCINI IN ARRIVO?
Il prossimo che potrebbe arrivare in Europa è il siero sviluppato da AstraZeneca in collaborazione con l’università di Oxford. L’azienda, dopo l’approvazione d’emergenza nel Regno Unito, in India, Argentina, Repubblica Dominicana, E1 Salvador, Messico e Marocco, ha iniziato il processo di autorizzazione al commercio in Europa. L’Agenzia Europea del farmaco (Ema) potrebbe valutare la richiesta prima della fine di gennaio.
In un articolo pubblicato a dicembre sulla rivista scientifica The Lancet l’azienda dichiara che il loro siero offre una protezione del 64,1% dopo la prima dose e del 70,4% dopo la seconda. La protezione completa è stata riscontrata dopo 14 giorni dal richiamo. Stranamente sembra che nel gruppo che ha ricevuto una dose dimezzata e una piena la copertura salga al 90%. Questo siero è prodotto con il metodo classico e usa come vettore un adenovirus (quello del comune raffreddore) inattivato di scimpanzé. La differenza importante con i vaccini già disponibili è la conservazione. I vaccini a base di mRna vanno conservati a temperature bassissime (fino a -70 gradi per Pfizer), i vaccini a base di adenovirus si conservano in un normale frigorifero, a 2-8 gradi.
L’altro vaccino molto atteso è quello della Johnson&Johnson, che potrebbe essere pronto però non prima della primavera. 1113 gennaio l’azienda ha pubblicato sul The New England Journal of Medicine i risultati dei trial di fase 1-2: il loro vaccino fornirebbe, con una sola dose, una risposta immunitaria al 90% dei partecipanti alla sperimentazione, che dura a quanto pare per almeno 70 giorni.
Questa è la novità fondamentale: è monodose. L’azienda tuttavia sta sperimentando anche una versione che prevede un richiamo dopo 56 giorni, che sembra innescare un aumento più che doppio di anticorpi.

POSSO AMMALARMI A CAUSA DI QUESTI VACCINI?
No. Né i vaccini contenenti mRna né quelli che usano come vettore un adenovirus inattivato possono causare la malattia. L’agente patogeno viene infatti genetica- mente modificato affinché non possa replicarsi nelle cellule umane e quindi non possa causare l’infezione. L’adenovirus e l’mRna servono per veicolare solamente le istruzioni genetiche per la produzione della proteina spike presente sul coronavirus Sars-CoV-2 che è innocua per il corpo umano ma sollecita una risposta immunitaria uguale a quella stimolata dall’incontro col virus stesso.

POSSO RIFIUTARE LA SECONDA DOSE DEL VACCINO?
Se è prevista una seconda dose è perché la prima non basta a fornire una protezione duratura. Quindi un eventuale rifiuto è a proprio rischio e pericolo. La dose di richiamo infatti riespone l’organismo al virus e innesca soprattutto la seconda parte della risposta immunitaria e la formazione dei linfociti B e T della memoria, che producono non solo un numero più elevato di anticorpi, ma anticorpi più forti perché specifici per quell’agente patogeno.

PERCHÉ I VACCINI NON SONO EFFICACI AL 100%?
Perché non tutti i sistemi immunitari individuali sono uguali. Negli anziani ad esempio è stato riscontrato che la risposta immunitaria naturale è più lenta e debole che nelle fasce più giovani della popolazione. In alcuni casi, dopo essere stati vaccinati, può capitare che il corpo umano non generi una adeguata risposta e in quel caso l’individuo non sarà realmente protetto.
Detto questo, l’efficacia dei vaccini anti Covid è molto alta.
Bisogna tenere a mente però che per “efficacia” del vaccino non si intende la totale protezione dal virus. Non ci sono (ancora) evidenze scientifiche che il vaccino prevenga dall’infezione e dalla trasmissione. In poche parole, il vaccino protegge dallo sviluppare sin- tomi gravi della malattia, e innescando un’immediata risposta del nostro organismo, previene la diffusione dell’infezione. C’è la possibilità però che l’individuo vaccinato che entra in contatto col virus possa essere asintomatico ma trasmettere il virus agli altri.

CI SONO VACCINI PER BAMBINI E ADOLESCENTI?
La risposta è non ancora. I vaccini di cui abbiamo parlato sono stati testati su adulti dai 18 anni in su (Pfizer dai 16 anni in su). Di solito solo in un secondo momento si procede alla sperimentazione sulla fascia 12- 17, poi 6-12, e infine con quella 2-6. Per la Covid-19 in realtà c’è chi si è già portato avanti. La pioniera anche su questo fronte sembra essere Pfizer-BioNTech, che già da ottobre ha cominciato a testare il suo vaccino sugli adolescenti a partire dai 12 anni, seguita a ruota dalla Moderna che ha iniziato la stessa sperimentazione a dicembre. La sperimentazione pediatrica del vaccino di AstraZeneca non è ancora iniziata, poiché l’azienda ha deciso invece di aspettare i risultati definitivi dei trial sugli adulti. Se dovesse ottenere il via libera da parte dell’Ema, AstraZeneca ha dichiarato che intende dare inizio a un trial sui ragazzi dai 6 ai 18 anni. Anche la Johnson&Johnson ha intenzione di iniziare il prima possibile lo studio clinico sulla fascia 12-17 anni.

IN ITALIA NON STIAMO SVILUPPANDO NESSUN SIERO?
In realtà sì. Ma la ricerca è ancora in corso. Sono stati presentati a gennaio i risultati della prima fase del trial e sono davvero incoraggianti. Il vaccino ha generato una risposta immunitaria nel 92,5% dei partecipanti allo studio. La cosa interessante è che il siero ha stimolato subito non solo la produzione di anticorpi ma anche quella di linfociti T. A metterlo a punto è stata la biotech ReiThera, mentre il primo step del trial è stato svolto all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani e nell’unità di ricerca clinica dell’ospedale Borgo Roma di Verona. Questo vaccino è basato su un adenovirus di gorilla, modificato in modo da non replicarsi nelle cellule e non integrare le informazioni genetiche che trasporta nel genoma umano. La sua particolarità è che come il vaccino Johnson&Johnson, potrebbe funzionare con una sola dose.

SE HO AVUTO IN PASSATO LA COVID È NECESSARIO CHE MI VACCINI?
Sì, è consigliabile che chi ha già avuto la Covid-19 si vaccini comunque. Ad oggi non sappiamo quanto duri la risposta immunitaria generata dall’incontro con il coronavirus che probabilmente è diversa da persona a persona. In più l’immunizzazione naturale non sembrerebbe essere forte quanto quella artificiale. Sappiamo che gli anticorpi protettivi scompaiono nel giro di qualche mese (gli ultimi dati indicherebbero 5 mesi), che in alcuni casi non si sviluppano affatto, e che ci sono stati casi confermati di reinfezioni. Per questi motivi, chi ha già avuto la Covid dovrebbe comunque vaccinarsi. Non ci sono controindicazioni: anche se si avessero ancora gli anticorpi in circolo, la vaccinazione in questo caso funzionerebbe come un semplice richiamo.

Quella fake news sull’Inefficacia di Pfizer
Negli scorsi giorni è girata la notizia della pubblicazione di uno studio firmato da Peter Doshi sul British journal of Medicine il quale sosterrebbe che l’efficacia del vaccino Pfizer sia tra il 19 e il 29% e non il 95% come dichiarato dalla multinazionale. In realtà è una fake news.
Non si tratta di uno studio ma di un editoriale apparso sul blog della rivista scientifica, un’opinione di Doshi che non afferma di aver dimostrato qualcosa. Mostra solo un atteggiamento di scetticismo riguardo la completezza dei dati degli studi della Pfizer. Il biologo Enrico Bucci, professore presso la Tempie University di Philadelphia, intervistato a Radio3 scienza ha spiegato che Peter Doshi avanza un’ipotesi su un tasso di errore «del tutto irrealistico» allo scopo di sottolineare la necessità che la comunità scientifica abbia accesso ai dati completi dei trial.
Doshi dice di aver riscontrato nei documenti della Fda statunitense sul trial della Pfizer ben 3410 casi di “sospetto Covid-19”, ovvero volontari che dopo aver ricevuto il siero presentavano sintomi simili a quelli della Covid (tosse, febbre, raffreddore).
Ma la Fda stessa riporta che queste persone sono state sottoposte a un tampone molecolare risultando negative. E se fossero tutti falsi negativi, ipotizza Doshi? I vaccinati positivi alla Covid sarebbero molti di più dei casi rilevati e quindi la percentuale di efficacia si abbasserebbe drasticamente. Ma non è possibile che i tamponi siano tutti falsi negativi. Un’ipotesi irrealistica dunque per porre l’attenzione su una questione condivisa anche da Enrico Bucci: l’importanza della trasparenza dei dati in ambito scientifico.

10 – DAL RAPPORTO CON I GIOVANI NEL ’68, ALLA CRISI DEL PCI E DELLA POLITICA NEGLI ANNI ’80 – MACALUSO. L’ASPREZZA DI QUEL CONFLITTO POLITICO E GENERAZIONALE NON RISPARMIAVA NEMMENO LE FAMIGLIE DEI DIRIGENTI COMUNISTI. MA DOMINAVANO LA SUA UMANITÀ E LA SUA SIMPATIA, di Claudio Riolo
Ero ancora un ragazzo quando, nel 1967, ho conosciuto personalmente Emanuele Macaluso. Lui, che già era stato segretario regionale del Pci dal ’56 al ’62, era appena tornato in Sicilia, mandato da Longo a dirigere il partito per la seconda volta. Il caso volle che io e suo figlio Pompeo fossimo compagni di banco al ginnasio-liceo Garibaldi di Palermo, ma anche compagni di partito, in quanto entrambi iscritti alla federazione giovanile comunista, e diventammo ben presto amici intimi. Fu così che, frequentando intensamente casa Macaluso, lo conobbi nella sua dimensione familiare.

Ma quelli, tra il ’67 e il ’69, furono anni particolari, in cui il conflitto politico e generazionale fu anche lacerante nelle famiglie coinvolte. Ciò avvenne in modo emblematico a Palermo, dove nell’autunno del 1968 Pompeo ed io, insieme ad un gruppo “significativo” di iscritti e dirigenti della Fgci locale, rompemmo col partito sull’onda del maggio francese, dell’invasione di Praga, e delle suggestioni “guevariste” e “maoiste” di quella fase. Ma quel gruppo era “significativo” perché vi erano diversi figli di dirigenti di spicco del Pci, oltre a Pompeo Macaluso anche alcuni dei figli di Pompeo Colajanni, Pio La Torre e Nicola Cipolla.

QUESTO PRIMO ricordo mi consente di mettere in luce, accanto all’asprezza di quel conflitto politico e generazionale che non risparmiava nemmeno le famiglie dei dirigenti comunisti, l’umanità e la simpatia di Emanuele, che talvolta, mentre io e Pompeo studiavamo fino a tarda ora, ci preparava con cura paterna il caffè e, sfottendoci bonariamente, ci diceva che aveva messo sul fuoco la rivoluzione e che sarebbe stata pronta da lì a pochi minuti.

Naturalmente non furono solo rose e fiori, successivamente il dissenso tra padre e figlio si radicalizzò ed ebbero rapporti sporadici e molto polemici, e di ciò ne soffri molto, ma ne trasse anche la spinta per cercare e trovare una maggiore comprensione delle ragioni per cui i movimenti di quegli anni avessero affascinato e coinvolto tanti giovani intellettuali come suo figlio.

CON IL QUALE, che nel frattempo si era laureato, sposato e trasferito in Svizzera, riuscì a recuperare pienamente un rapporto intenso, non solo filiale ma anche di amicizia, di scambio intellettuale e umano. Di ciò e di tanto altro testimonia una sua bellissima intervista, rilasciata purtroppo in occasione dell’evento che più ha addolorato i suoi ultimi anni, la scomparsa prematura di Pompeo nel 2015. Un’intervista poco conosciuta, pubblicata su una rivista svizzera (Il Cantonetto, Lugano, luglio 2016), che meriterebbe di essere ripubblicata e letta con maggiore diffusione.

Il secondo ricordo, risale alla seconda metà degli anni 80, quando dopo la confluenza del Pdup nel Pci, ero molto impegnato nella battaglia per il rinnovamento del partito, molto spesso in contrapposizione con l’ala migliorista locale, che aveva come riferimento nazionale proprio Macaluso. Nel 1986, in veste di responsabile regionale del settore culturale, una delle mie prime iniziative è stata quella di organizzare un seminario rivolto al gruppo dirigente regionale del partito, dal titolo “Partito comunista e società siciliana dagli anni ’70 agli anni ’80: trasformazioni economico-sociali, blocco sociale e politica delle alleanze”.

IN QUEL SEMINARIO ho invitato tre noti sociologi, non iscritti al partito, un economista e un sindacalista a tenere le relazioni introduttive: Raimondo Catanzaro; Giovanni Mottura, Enrico Pugliese, Mario Centorrino e Gaetano Curcuruto. Si trattava del tentativo di contribuire alla rifondazione della politica del Pci nell’isola sulla base di un’analisi delle trasformazioni strutturali della società siciliana. Per favorire il confronto al massimo livello ho invitato anche Emanuele Macaluso, che apprezzò molto l’iniziativa e contribuì con un interessantissimo intervento di inquadramento storico del tema.

INFINE NEL 1989, dopo essermi dimesso dalla segreteria regionale del partito, pubblicai un libro, “L’identità debole. Il Pci in Sicilia tra gli anni ’70 e ‘80”, dove analizzavo le ragioni della crisi del partito e ricostruivo le vicende e il senso della battaglia politica condotta fino a quel momento. Si svolsero degli affollati dibattiti pubblici alla presentazione del libro a Palermo e a Catania.

Al confronto ho invitato, oltre a diversi esponenti di associazioni culturali e antimafia, dirigenti di partito e intellettuali di diverso orientamento politico e culturale, tra cui anche Emanuele Macaluso. Che accettò volentieri l’invito e contribuì, pur criticando com’è ovvio le mie posizioni, a rendere il confronto sempre includente e costruttivo, mai fazioso. Era questo l’uomo e il dirigente comunista che ricordo con grande affetto e stima.
(Francesca Stazzonelli* da LEFT)

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