1 agosto 2020 NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL ESTERO ED ALTRE COMUNICAZIONI

00 – Schirò (Pd): arriva in aula la legge sulla istituzione della giornata nazionale degli italiani nel mondo
01 – La Marca (Pd): la giornata nazionale degli italiani nel mondo passa all’approvazione della camera – la mia soddisfazione per una proposta che ho fatto da anni
02 – Schirò (Pd): in arrivo il bonus per i frontalieri disoccupati. Credo sia utile ricordare che nel mese di agosto arriverà un bonus di sostegno per i frontalieri residenti in Italia i quali hanno involontariamente interrotto un rapporto di lavoro fuori dai confini nazionali.
03 – Schirò (Pd): chiarimenti su ecobonus e residenti all’estero.
04 – La Marca (Pd): sul turismo di ritorno proficuo scambio di vedute con il presidente dell’Enit Giorgio Palmucci
05 – La Marca (Pd): parlare con una sola voce per dire no alla riduzione del numero dei parlamentari. Il mio intervento al CGIE
06 – Schirò (Pd): garantire agli elettori all’estero la possibilità di esercitare concretamente il loro diritto di voto nel referendum sul taglio dei parlamentari. Il mio intervento all’assemblea del CGIE
07 – Silvio Greco- Senza mare non c’è vita in terra, la grande cecità . C’è un luogo colmo di problematiche ambientali e anche di straordinarie opportunità che l’uomo – e la politica – tendono a non vedere. E quando lo fanno, è in chiave vacanziera per pochi giorni l’anno.
08 – Andrea Capocci Covid, sotto controllo in Italia ma non nel resto d’Europa Virus. Il coronavirus è tornato vigoroso in Spagna con quasi duemila casi al giorno di media. A preoccupare sono anche Romania (mille casi al giorno), Ucraina (800) e Polonia (400
09 – Uno strano silenzio sulle condizionalità positive . Spesso noi ambientalisti ci siamo lamentati del fatto che il dibattito pubblico nel nostro Paese fosse straordinariamente arretrato rispetto a ciò che avviene negli altri paesi europei sul tema della difesa dell’ambiente, della green economy e dell’economia circolare, ma anche sugli intrecci tra giustizia ambientale e sociale
10 – Storie da Bruxelles (e non solo sul Covid-19).
11 – Alfiero Grandi. Gli apprendisti stregoni del taglio dei parlamentari e la deriva verso il centralismo autoritario.
12 – 27 luglio 2020. Le notizie del giorno
13 – Sale a 234 il numero di comuni sciolti enti locali. Nell’ultimo mese nessun nuovo commissariamento per mafia, mentre prevalgono quelli per motivi politici. Un segnale spesso di forte instabilità dell’ente locale.

 

00 – SCHIRÒ (PD): ARRIVA IN AULA LA LEGGE SULLA ISTITUZIONE DELLA GIORNATA NAZIONALE DEGLI ITALIANI NEL MONDO. ROMA, 29 LUGLIO 2020
“In qualità di relatrice in commissione esteri della Camera della proposta di legge unificata sulla istituzione della Giornata nazionale degli italiani nel mondo, voglio ringraziare la Presidente Grande per avermi affidato questo incarico e tutti i gruppi parlamentari e i colleghi che, a vario titolo, hanno concorso a raggiungere il consenso necessario, sia pure in un confronto che ha manifestato diversi punti di vista su qualche aspetto particolare.

Avere una giornata in cui in Italia e all’estero si possano ricordare il lavoro e il sacrificio dell’emigrazione italiana ed esprimere il riconoscimento per l’apporto da essa data allo sviluppo del nostro Paese era un dovere da assolvere, una cosa da fare.

Un ringraziamento particolare va alla collega Francesca La Marca che fin dalla scorsa legislatura ha saputo portare all’attenzione del Parlamento una giusta esigenza.
Esprimo l’augurio che in aula si possa manifestare un vasto consenso, in modo da ottenere poi in tempi celeri la definitiva approvazione del Senato”.
Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – Camera dei Deputati

 

01 – LA MARCA (PD): LA GIORNATA NAZIONALE DEGLI ITALIANI NEL MONDO PASSA ALL’APPROVAZIONE DELLA CAMERA – LA MIA SODDISFAZIONE PER UNA PROPOSTA CHE HO FATTO DA ANNI. ROMA, 29 LUGLIO 2020
Il testo della proposta di legge che istituisce la Giornata nazionale degli italiani nel mondo è stato licenziato dalla Commissione esteri della Camera per essere discusso e approvato in Aula.
Esprimo la mia grande soddisfazione per questo primo passo di un nuovo percorso, dopo che – voglio ricordarlo – nella passata legislatura la mia proposta era stata approvata alla Camera e non aveva superato il vaglio del Senato solo per l’anticipo di qualche settimana della fine della legislatura.
Avendo ripresentato questa proposta fin dal 23 marzo 2018 ed essendo stato adottato come testo base quello da me ripresentato anche in questa legislatura, posso dire, senza togliere nulla a nessuno, che in caso di definitiva approvazione questo risultato sarebbe per me un esito positivo del mio patto di lealtà con gli elettori e del mio impegno verso gli italiani all’estero.
Ringrazio per questo tutti i gruppi parlamentari e i colleghi che hanno voluto aggiungere le loro proposte alla mia ed esprimere comunque il loro consenso. Ringrazio, in particolare, l’on. Angela Schirò, relatrice del provvedimento, che ha condotto il lavoro in commissione con puntualità e garbo, fino al risultato positivo.

Si tratta di un riconoscimento dovuto ai milioni di italiani che con la loro scelta di emigrare e il loro lavoro hanno costruito altrove una loro prospettiva dignitosa, hanno aiutato l’Italia nei momenti più difficili della sua storia e hanno contribuito allo sviluppo di diverse aree del mondo.
Si tratta, allo stesso tempo, anche di un segnale per il presente e per il futuro, perché in questo momento di grandi necessità per il nostro Paese valorizzare la presenza degli italiani nel mondo significa anche riflettere sulla possibilità di utilizzare meglio le grandi opportunità che essi le offrono nella dimensione globale.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D. – Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America

 

02 – SCHIRÒ (PD): IN ARRIVO IL BONUS PER I FRONTALIERI DISOCCUPATI. CREDO SIA UTILE RICORDARE CHE NEL MESE DI AGOSTO ARRIVERÀ UN BONUS DI SOSTEGNO PER I FRONTALIERI RESIDENTI IN ITALIA I QUALI HANNO INVOLONTARIAMENTE INTERROTTO UN RAPPORTO DI LAVORO FUORI DAI CONFINI NAZIONALI. ROMA, 29 LUGLIO 2020
LO STABILISCE L’ARTICOLO 103-BIS DEL DECRETO RILANCIO NEL TESTO PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE IL 19 LUGLIO 2020.
Il bonus nasce dalla necessità di sopperire, per alcuni lavoratori, all’impossibilità di accedere a Naspi, DisColl e in linea generale agli ammortizzatori sociali previsti dal decreto legislativo numero 22 del 2015, e tutte le misure di sostegno introdotte dal Decreto Cura Italia per far fronte all’emergenza coronavirus.

L’articolo 103-bis del Decreto Rilancio intitolato “Disposizioni in favore dei lavoratori frontalieri” stabilisce di autorizzare la spesa di 6 milioni di euro per l’erogazione di contributi in favore dei lavoratori frontalieri residenti in Italia, e che svolgono la propria attività nei Paesi confinanti o comunque limitrofi ai confini nazionali (lavoratori definiti frontalieri dai Regolamenti comunitari di sicurezza sociale, dall’accordo bilaterale tra Unione Europea e Svizzera sulla libera circolazione delle persone o che svolgono la propria attività in altri Paesi non appartenenti all’Unione europea confinanti o limitrofi ai confini nazionali con cui sono vigenti appositi accordi bilaterali).

I frontalieri beneficiari devono essere stati lavoratori subordinati, titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, nonché titolari di partita IVA, i quali abbiano cessato involontariamente il rapporto di lavoro frontaliero a decorrere dal 21 febbraio 2020 e siano privi dei requisiti stabiliti per beneficiare delle misure di cui sopra.
Si tratta di un sostegno pari a 6 milioni di euro che sarà erogato con i criteri stabiliti da un prossimo decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, che sarà emanato a breve.
Non è chiaro ancora chiaro l’importo del bonus e ovviamente quanti saranno i beneficiari. Lo sapremo presto quando verrà emanato l’apposito Decreto attuativo entro il 18 agosto.
Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – – Camera dei Deputati

 

03 – SCHIRÒ (PD): CHIARIMENTI SU ECOBONUS E RESIDENTI ALL’ESTERO. Roma, 27 Luglio 2020
A fugare i dubbi sull’applicabilità anche agli italiani residenti all’estero proprietari di immobili in Italia di tutta la normativa relativa alla fruizione delle agevolazioni fiscali per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica ci aveva già pensato l’Agenzia delle Entrate con la risposta n. 25 del 5 febbraio 2020 all’istanza di interpello di un soggetto residente all’estero dove, esprimendo il proprio parere, sosteneva che “alla fruizione della detrazione… sono ammessi i soggetti residenti o non residenti” e inoltre “I predetti soggetti possono optare per la cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante per le spese sostenute”, ma anche, e ancor più, la circolare 31 maggio 2019, n. 13/E (Guida alla dichiarazione dei redditi delle persone fisiche relativa all’anno d’imposta 2018) che al capitolo relativo a “Spese per interventi finalizzati al risparmio energetico” (pagina 294) – sottotitolo: Soggetti che possono fruire della detrazione – recita: “Sono ammessi alla detrazione i soggetti, residenti o non residenti, titolari di qualsiasi tipologia di reddito”.
Con il “Decreto Rilancio” (Legge 17 luglio 2020, n. 77) le misure agevolative sono state ampliate e incrementate (rimborso del 110% delle spese) ma non sono cambiati i requisiti generali per il diritto soggettivo, anche se all’inizio il Governo avrebbe voluto limitare le nuove agevolazioni (non quelle vecchie) alle abitazioni principali (inopportuna ipotesi che poi – in parte anche grazie agli interventi del PD e dei parlamentari eletti all’estero – è stata invece modificata e le agevolazioni sono state estese anche alle seconde case).
Con la recente pubblicazione della Guida dell’Agenzia delle Entrate intitolata “Superbonus 110%” sono stati infine illustrate tutte le novità della maxi-detrazione per i lavori specifici di efficientamento energetico, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica dei veicoli elettrici.

L’Agenzia chiarisce la tipologia dei lavori che consentono di beneficiare della nuova detrazione fiscale (interventi di isolamento termico, sostituzione impianti di climatizzazione, antisismici), la platea dei beneficiari, il tetto di spesa, la possibile scelta invece della detrazione di uno sconto in fattura o della cessione del credito, gli adempimenti necessari.
LA GUIDA DELL’AGENZIA SI CONCLUDE CON L’ILLUSTRAZIONE DI 7 CASI PRATICI CHE CONSENTONO DI ORIENTARSI E VALUTARE MEGLIO.
Mancano ancora, tuttavia, per completare definitivamente il quadro le norme attuative: il Decreto del MISE (Ministero Sviluppo Economico) con la modalità attuative sui tetti spesa e sui massimali di costo degli interventi, il Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate con le regole sullo sconto in fattura e la cessione del credito (tutti da emanare entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge (17 luglio 2020) ma a questo punto credo si possa affermare che la normativa si applica anche ai residenti all’estero proprietari di casa in Italia come d’altronde sostenuto finora dalla stessa Agenzia delle Entrate e che auspichiamo non voglia fare ora, inopinatamente, marcia indietro sui diritti dei nostri emigrati.
Le difficoltà che si prevedono, sicuramente, riguarderanno le modalità e le procedure applicative di una materia complicatissima dal punto di vista tecnico e che richiederanno la consulenza di esperti e istituzioni preposte.
Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – – Camera dei Deputati

 

04 – LA MARCA (PD): SUL TURISMO DI RITORNO PROFICUO SCAMBIO DI VEDUTE CON IL PRESIDENTE DELL’ENIT GIORGIO PALMUCCI, 27 luglio 2020
“Dopo l’ordine del giorno sulla promozione del turismo di ritorno da me presentato in occasione dell’approvazione del Decreto Rilancio e accolto dal Governo, per dare ulteriore sviluppo alla mia iniziativa, ho avuto un proficuo scambio di vedute con il Presidente dell’ENIT, Dott. Giorgio Palmucci.
Con l’esperto interlocutore ho fatto prima di tutto un giro di orizzonte sulla situazione del turismo internazionale con riguardo al nostro Paese, fortemente penalizzato dalla pandemia, ad iniziare dalle componenti di maggiore interesse per noi, come quelle tedesca, americana e cinese.
Abbiamo considerato, poi, la condizione dei tour operator italiani che lavorano all’estero sui flussi da e per l’Italia che, pur avendo problemi analoghi a quelli che operano in Italia, non hanno trovato finora molto spazio nelle misure di sostegno al turismo adottate in diversi provvedimenti.
Ci siamo poi fermati a parlare della possibilità di introdurre alcuni incentivi al turismo di ritorno per gli italiani iscritti all’AIRE e per categorie di italodiscendenti che visitino il nostro Paese. In quest’ottica, si è discusso della possibilità di ingressi gratuiti nei musei e nei siti di interesse archeologico e di altre possibili facilitazioni. Da approfondire l’aspetto dell’eventuale riduzione dei viaggi aerei, in particolare con Alitalia.
Sono state considerate l’opportunità del coinvolgimento delle Regioni e alcune possibili alternative negli strumenti da utilizzare, quali una card turistica per i protagonisti del turismo delle radici o un bonus da spendere per gli ingressi nei musei e luoghi d’arte.
Ringrazio il Presidente dell’ENIT, Dottor Palmucci, per la disponibilità e la competenza manifestate, e mi auguro che con uno sforzo comune il turismo di ritorno possa in breve tempo riaprire le strade di flussi internazionali più ampi e contribuire in modo sostanziale alla ripresa generale del Paese”.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D. – Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America

 

05 – LA MARCA (PD): PARLARE CON UNA SOLA VOCE PER DIRE NO ALLA RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI. IL MIO INTERVENTO AL CGIE ROMA, 27 LUGLIO 2020
“Ho partecipato sabato all’assemblea generale del Cgie, svoltasi in videoconferenza per tenere conto delle prescrizioni di distanziamento sociale e del blocco dei voli che ancora perdura in diversi paesi del mondo. L’assemblea era aperta anche a molti presidenti e rappresentanti di Comites, oltre che ai connazionali interessati al tema trattato, vale a dire lo svolgimento del referendum confermativo sulla legge costituzionale che taglia il numero dei parlamentari.
Nel mio intervento, ho stigmatizzato atteggiamenti polemici e personalizzazioni che vengono fatti a ridosso di una battaglia che per la sua natura e la sua delicatezza dovrebbe unire tutte le forze, anziché indurre ciascuno a cercare il suo spazio di propaganda.
Ho ricordato anche come gli eletti all’estero abbiano cercato di fare tutto il possibile, nonostante lo schiacciante schieramento a sostegno della riforma, per evitare l’ingiustizia del taglio degli eletti nella circoscrizione Estero, che renderà difficile, se non impossibile una reale rappresentanza di territori, come il Nord e Centro America, di grandi dimensioni. Questo impegno è stato particolarmente significativo per i parlamentari, come la sottoscritta, che si sono dovuti distinguere dal proprio partito di appartenenza, indotti da ragioni generali e da esigenze di equilibrio politico ad approvare la riforma.
La cosa da fare, ora, di fronte alle mille difficoltà organizzative del referendum e alla scarsa informazione degli elettori, è unire le forze e cercare di parlare con una voce sola in modo che ogni elettore possa esercitare il suo diritto e le ragioni del NO degli italiani all’estero siano ben motivate e conosciute dal maggior numero degli aventi diritto.

È certamente ciò che personalmente mi propongo di fare nella mia ripartizione di competenza, che dalla riduzione del numero degli eletti all’estero sarebbe una delle più penalizzate”.
On./Hon. Francesca La Marca, Ph.D. – Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro Amer

 

06 – SCHIRÒ (PD): GARANTIRE AGLI ELETTORI ALL’ESTERO LA POSSIBILITÀ DI ESERCITARE CONCRETAMENTE IL LORO DIRITTO DI VOTO NEL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI. IL MIO INTERVENTO ALL’ASSEMBLEA DEL CGIE. ROMA, 27 LUGLIO 2020
L’assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, svoltasi a distanza e alla quale ho partecipato e dato il mio contributo, è stata un’utile occasione per fare il punto sullo stato delle cose relativamente all’ormai imminente svolgimento del referendum confermativo sulla legge costituzionale che riduce il numero dei parlamentari.
Le questioni principali che si sono evidenziate riguardano due aspetti: la possibilità per gli elettori di esercitare concretamente il loro diritto e la scelta di merito che si traduce nell’espressione di un “SI” o di un “NO” al quesito referendario.

L’esercizio del diritto è la cosa che al solito mi sta più a cuore. La situazione che si è venuta a determinare in seguito alla pandemia e le ricadute sulle attività amministrative suscitano molte preoccupazioni. Qual è lo stato degli elenchi degli elettori trasmesso dagli Interni agli Esteri? I nostri consolati, già oberati di lavoro e oggi a scartamento ridotto per il lockdown, saranno in condizioni di assolvere questo ulteriore e impegnativo compito? In quanti paesi il funzionamento del servizio postale è rallentato o addirittura sospeso per gli effetti del Covid-19? Che cosa si sta facendo e che cosa si farà in termini di informazione istituzionale perché gli elettori siano adeguatamente informati dello svolgimento del referendum e dei suoi contenuti?

Non voglio tornare a dire che sarebbe stato preferibile darsi un tempo più adeguato per fare in modo che l’esercizio democratico non sia intaccato, anche se mi auguro che questo possa ancora avvenire, ma queste domande in ogni caso non possono non trovare delle risposte accettabili.

Circa i contenuti, la mia posizione critica, che mi porterà a votare “NO”, va al di là della forte contrarietà alla ingiusta riduzione del numero dei parlamentari eletti all’estero, che aggrava lo scompenso di rappresentatività già esistente. Non sono contraria, beninteso, a prendere in considerazione la riduzione del numero dei parlamentari, ma non sulla base di un taglio lineare, come è stato fatto, ma di una riforma del funzionamento delle due Camere che superi la pesantezza e la lentezza del bicameralismo perfetto e renda il Senato luogo di rappresentanza delle Regioni e delle istituzioni locali.

Per quanto riguarda l’estero, i 4 senatori e gli 8 deputati che resteranno in caso di vittoria dei “SI” finiranno con il trasformare la rappresentanza di circa 6 milioni di cittadini in un mero diritto di tribuna, soprattutto per le aree che saranno poco rappresentate.
Per me è stata una vera sofferenza distinguermi dal mio gruppo esprimendomi coerentemente contro la riforma in ognuno dei passaggi parlamentari. Anche se comprendo e apprezzo il tentativo di garantire con una nuova legge elettorale gli spazi delle minoranze, spero che tutti comprenderanno come il mio “NO” si giustifica ancora una volta con l’impegno di rispettare e difendere i diritti degli italiani all’estero.
Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – – Camera dei Deputati

 

07 – Silvio Greco . SENZA MARE NON C’È VITA IN TERRA, LA GRANDE CECITÀ . C’È UN LUOGO COLMO DI PROBLEMATICHE AMBIENTALI E ANCHE DI STRAORDINARIE OPPORTUNITÀ CHE L’UOMO – E LA POLITICA – TENDONO A NON VEDERE. E QUANDO LO FANNO, È IN CHIAVE VACANZIERA PER POCHI GIORNI L’ANNO.
Se è vero che per arrivare fino a qui gli uomini, o meglio i loro predecessori ancestrali, sono scesi dagli alberi, è altrettanto vero che la vita sulle terre ferme è salita dal mare. E dal mare dipende: per via dei prodotti ittici, farmaceutici e minerali, per l’ossigeno che respiriamo, per i trasporti, l’energia, e tanto altro ancora. Ma nelle proposte sui tavoli istituzionali per riavviare l’economia, anche in chiave di sostenibilità, il mare è il grande dimenticato. Sebbene in Italia ci siano ben 8.000 km di costa. Eppure se lo si guarda nella sua interezza il mare è il luogo dove il capitale umano può unirsi con il capitale naturale e creare una quantità di posti di lavoro altamente qualificati. Anche il mare ha però bisogno di passare dalla logica del prodotto interno lordo alla quella del beneficio interno lordo, che consideri la natura come una risorsa e non come occasione di sfruttamento. Se investiamo un euro nei servizi ecosistemici ne riceviamo 5 in benefici e in risparmi nella gestione delle emergenze.

Pensiamo solo alla lunga filiera lavorativa che creerebbe la semplice conversione della pesca invasiva. Pensiamo alla sostituzione, nei numerosi impianti di molluschicoltura presenti lungo le coste delle calze in plastica di cui si servono con materiale naturale come il cotone o la canapa. Solo questo semplice cambiamento implicherebbe l’apertura di una linea produttiva nuova, fondata su produzioni di materiale tessile. E, non ultimo, il risparmio che otterremmo sui costi dell’inquinamento dovuti alle calze di nylon abbandonate. Necessario sarebbe anche dare la gestione diretta ai pescatori di tutti i mestieri che ruotano intorno alle attività di pesca sostenibile e, con il coordinamento degli Enti di ricerca locali, la gestione di aree omogenee, come i golfi, per la creazione di aree di nursery protette dove rimettere in mare gli esemplari sotto taglia pescati quali aragoste, magnose e tante altre ancora.

Non tralasciamo inoltre di considerare le infinite opportunità lavorative altamente qualificate per il ripristino, recupero, restauro e bonifica degli ambienti marini, dal litorale alle profondità. Dal dissesto delle coste, al restauro delle foreste marine quali quelle di Posidonia e di Cystoseira, alle bonifiche dei Siti di Interesse Nazionale (SIN

 

08 – ANDREA CAPOCCI COVID, SOTTO CONTROLLO IN ITALIA MA NON NEL RESTO D’EUROPA VIRUS. IL CORONAVIRUS È TORNATO VIGOROSO IN SPAGNA CON QUASI DUEMILA CASI AL GIORNO DI MEDIA. A PREOCCUPARE SONO ANCHE ROMANIA (MILLE CASI AL GIORNO), UCRAINA (800) E POLONIA (400)
Nelle ultime 24 ore si sono registrati 275 nuovi casi positivi al coronavirus e 5 decessi di Covid-19 in Italia.
Come nei giorni precedenti, le regioni che contano il maggior numero di tamponi positivi sono la Lombardia con 79 casi, l’Emilia-Romagna con 48 e il Veneto con 31. D’altronde sono tre delle regioni in cui, secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, Rt è più grande di 1, la soglia che segnala l’accelerazione del contagio.
NELL’ULTIMA SETTIMANA il conto giornaliero dei nuovi casi ha superato quota 230: erano stati poco meno di duecento in quella precedente. L’aumento dei casi segnalati si spiega anche con un’attività diagnostica ancora sostenuta, con una media di oltre 45 mila tamponi effettuati ogni giorno. I casi rilevati sono meno preoccupanti dal punto di vista clinico. I pazienti ricoverati in terapia intensiva continuano infatti a diminuire: ieri erano 41, un terzo dei quali in Lombardia.
L’età media dei casi positivi è scesa a 40 anni, un’età in cui lo sviluppo di sintomi gravi è più raro.
Nel complesso, la ripresa dell’epidemia attesa dagli epidemiologi dopo il lockdown non si è verificata. Il risultato è dovuto, oltre che al distanziamento sociale e alle mascherine, all’efficacia dell’azione di prevenzione: le famose tre T di «test, tracciamento e terapie» raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Sempre secondo i dati dell’Iss, attualmente in Italia un quarto dei casi viene diagnosticato attraverso le attività di contact tracing, il 44% grazie all’attività di screening e i test sierologici e solo il 30% attraverso i sintomi. Il sistema diagnostico è diventato più efficiente e tra sintomi e test oggi trascorre in media solo un giorno. A fine marzo, in pieno tsunami, ce ne volevano sei. Convivere col virus è possibile, quindi. La sfida ora è mantenere l’efficienza la rete di sorveglianza nel caso in cui il numero di casi aumentasse.

NEL RESTO D’EUROPA le cose vanno decisamente peggio. Nella parte orientale del continente, in Russia negli ultimi sette giorni la media nell’ultima settimana è di circa seimila nuovi casi giornalieri. Tra gli stati orientali più colpiti anche Romania (mille casi al giorno), Ucraina (800) e Polonia (400), ma con situazioni epidemiologiche assai diverse. Russia, Ucraina e Polonia sono ancora alle prese con la prima ondata.

IN ROMANIA, invece, il contagio aveva toccato un massimo a metà aprile, sembrava sotto controllo a giugno, e ora è il numero di nuovi casi è triplicato rispetto al primo picco e continua a salire. Di qui la decisione del ministro Speranza di sottoporre a quarantena chi arriva dalla Romania.
A ovest il contagio era stato domato quasi ovunque. Ma ora è tornato vigoroso in Spagna con quasi duemila casi al giorno di media – comunque al di sotto dei 7500 del picco di fine marzo. Anche in Francia (con quasi mille casi al giorno) e in Germania (cinquecento) si registra una tendenza al rialzo. L’indice di riproduzione R è risalito in tutti e tre i paesi a 1,25. L’importanza dell’attività di sorveglianza è sottolineata anche dall’ultimo rapporto di Santé Publique France, l’agenzia di salute pubblica francese, in cui si rileva «l’aumento del numero di pazienti testati in ritardo, cioè 5-7 giorni dopo la comparsa dei sintomi».
IL QUADRO EUROPEO della pandemia è dunque composito e non riducibile a una successione ineluttabile di “ondate”. Con il passare del tempo, è sempre più evidente che il destino della pandemia non dipende da presunte mutazioni o dalla stagionalità del virus, ma dalla sorveglianza, dal contact tracing e dal rispetto di regole sanitarie minime come l’igiene e il distanziamento sociale. Cioè, da noi.

 

09 – UNO STRANO SILENZIO SULLE CONDIZIONALITÀ POSITIVE . SPESSO NOI AMBIENTALISTI CI SIAMO LAMENTATI DEL FATTO CHE IL DIBATTITO PUBBLICO NEL NOSTRO PAESE FOSSE STRAORDINARIAMENTE ARRETRATO RISPETTO A CIÒ CHE AVVIENE NEGLI ALTRI PAESI EUROPEI SUL TEMA DELLA DIFESA DELL’AMBIENTE, DELLA GREEN ECONOMY E DELL’ECONOMIA CIRCOLARE, MA ANCHE SUGLI INTRECCI TRA GIUSTIZIA AMBIENTALE E SOCIALE, di Rossella Muroni*, Stefano Ciafani**, Francesco Ferrante***
Una lamentela che a volte, legittimamente, può essere apparsa persino stucchevole, quasi una lagna; come alibi per giustificare il mancato peso politico di una forza ecologista autonoma. Ma la lettura dei commenti post accordo sul Recovery Fund si incaricano di darci una qualche ragione aggiuntiva. È abbastanza impressionante la totale assenza di riflessione sul fatto che in quell’accordo le famose «condizionalità» esistono, sono connesse alla destinazione di quei fondi che andranno usati, scrive la Commissione, conferma il Consiglio e su questo il parlamento Europeo non potrà che rafforzare, su due assi: Green New Deal e rivoluzione digitale.

Nient’altro. Inoltre questi mitici eurobond che ci dovrebbero salvare dalla tempesta economica e sociale post-covid verrebbero finanziati da un’imposizione fiscale europea, ancora un po’ nebulosa sul digitale, ma che già indica nella plastic tax e nel tassare le emissioni di carbonio le fonti di approvvigionamento. Su questo, sui media italiani neanche una riga. Anzi abbiamo dovuto leggere qualcuno che reclamava la cancellazione totale (dopo il già assurdo rinvio) della piccola plastic tax italiana. I nostri amici Verdi europei non sono soddisfatti perché giustamente criticano l’accordo in quanto troppo debole sui diritti (in Ungheria e in Polonia) e perché ha cancellato o ridotto importanti programmi, primo tra tutti il Just transition che scende da trenta a dieci miliardi.

Questa insoddisfazione vista da qui appare un po’ lunare dal momento che lo sforzo che ci attende in patria per far capire che se pensiamo di utilizzare quei business as usual stavolta oltre a fare i soliti danni ci prendono a sportellate anche a Bruxelles.

C’è davvero uno scarto spaventoso tra quella che è la direzione in cui va l’economia europea alla ricerca di forme di sviluppo più sostenibili sul piano dell’impatto ambientale e del rispetto dei territori, ma anche più responsabili socialmente e in grado di offrire lavoro più stabile e proiettato nel futuro e la stanca retorica italiana – quasi unanime ahimè – su necessità infrastrutture (leggasi strade e autostrade), incentivazione di ogni forma di consumo a prescindere dai suoi impatti sull’uso delle risorse, e magari alle idee (sempre in agguato) di nuovi condoni.

La strada dovrebbe essere invece quella opposta e la questione della plastica ne è un buon esempio. Questo paese è stato all’avanguardia sul tema, prima mettendo al bando i sacchetti, poi le microplastiche nei prodotti cosmetici da risciacquo e i cotton fioc. Con il divieto sui sacchetti abbiamo raggiunto già adesso gli obiettivi che l’Europa si pone solo ora. Un miracolo? No. Una virtuosa alleanza tra cittadini disposti a cambiare stili di vita e un’industria innovativa in grado di realizzare materiale biodegradabile e compostabile di origine vegetale rinnovabile capace di sostituire quello inquinante.
Abbiamo l’occasione di procedere spediti su questa strada costruendo le condizione per un’effettiva riconversione ecologica di un pezzo importante della nostra industria, innanzitutto non rinunciando all’introduzione di una plastic tax che scoraggi l’abuso di quel materiale, incoraggi il riuso, il riciclo e l’utilizzo di materiali alternativi, e nel frattempo, nel recepimento della direttiva europea che riduce e in alcuni casi vieta i manufatti in plastica monouso (a partire dalle stoviglie) cogliere nuovamente l’occasione per favorire la riconversione industriale e l’utilizzo di quei materiali compostabili che possono tranquillamente proseguire il loro ciclo di vita nella raccolta differenziata dell’umido.
La nostra speranza e la battaglia che vogliamo condurre è che il Governo e il parlamento imbocchino la strada giusta, ma è necessario riuscire contemporaneamente a far affermare questi concetti nel dibattito pubblico.
* deputata LeU
** presidente Legambiente
*** vicepresidente Kyoto Club

 

10 – STORIE DA BRUXELLES (E NON SOLO SUL COVID-19). QUATTRO GIORNO E QUATTRO NOTTI.

Il Consiglio europeo che si è trascinato dal 17 luglio all’alba del 21 ha mancato di un soffio il record di vertice più lungo della storia europea. I 27 leader europei in trincea a Bruxelles possono, però, consolarsi con un altro primato: l’accordo raggiunto su Recovery fund e bilancio 2021-2027 non ha paragoni nella storia europea, né per portata finanziaria né per la scelta – inedita – di emettere debito comune.
I contenuti del pacchetto confezionato da Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, sono ormai di dominio pubblico: fondo per la ripresa da 750 miliardi, spartiti fra 390 di sussidi e 360 di prestiti; «freno d’emergenza» contro le spese improprie da azionare con l’intervento del Consiglio europeo; budget da 1.074 miliardi di euro con rebates (sconti) incorporati per alcuni contribuenti, salvo tagliare investimenti in innovazione, ricerca, contrasto al cambiamento climatico e salute. Nessuno dubita che si tratti di un compromesso, maturato nella maratona negoziale per accontentare animi e pretese diverse tra i 27. È già più difficile stabilire chi sia tornato in patria come vincitore o sconfitto, visto che la percezione cambia a seconda dell’analisi (e della narrativa) che viene fatta dell’accordo. Qualche certezza, comunque, rimane.
L’asse franco-tedesco di Angela Merkel ed Emmanuel Macron è riuscito a imporre il suo modello di fondo per la ripresa, salvo vedersi sforbiciare le sovvenzioni da 500 a 390 miliardi di euro; il club dei frugali di Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia ha imbarcato un quinto membro (la Finlandia), incoronato il premier olandese Mark Rutte a portavoce (qui ne parla Attilio Geroni) e dimostrato di saper strappare un discreto bottino; la realpolitik ha sacrificato sia voci significative di bilancio, a partire dalla transizione ecologica dell’economia europea, sia i principi che si credevano (e definivano) inderogabili: in primis il rispetto dello stato di diritto come requisito per ottenere i fondi, regola tanto annacquata da far gridare al successo il leader ungherese Viktor Orban.
C’è un particolare che sembra, però, rimasto sullo sfondo: l’accordo dei 27 non equivale all’attuazione immediata del Recovery fund né, tantomeno, al via libera del budget settennale che lo incorporerà. L’accordo dovrà essere ratificato dai vari parlamenti nazionali e dalla stessa Eurocamera, con un doppio ordine di ostacoli per la sua attuazione. I parlamenti nazionali non hanno recepito (sempre) positivamente l’intesa, come ha dimostrato l’accoglienza gelida delle opposizioni al premier italiano Giuseppe Conte. Senza contare il processo del lancio dei bond Ue in sé, come spiega la Bussola di Isabella Bufacchi.
D’altro canto, è lo stesso Parlamento europeo ad aver manifestato da subito tutto il suo scetticismo per un accordo che «va migliorato» rispetto al pacchetto Michel. L’Eurocamera non ha digerito i tagli a settori cruciali come la ricerca, la salute e il contrasto al riscaldamento globale, mettendo nero su bianco le sue rivendicazioni in una risoluzione votata a Bruxelles lo scorso giovedì. Un biglietto da visita bellicoso, per negoziati che dovranno sfociare nel voto finale dell’assemblea entro l’anno. L’accordo del Consiglio europeo ha chiuso una prima battaglia. Ora i 27 devono prepararsi a diverse altre, anche più insidiose.

 

11 – Alfiero Grandi. GLI APPRENDISTI STREGONI DEL TAGLIO DEI PARLAMENTARI E LA DERIVA VERSO IL CENTRALISMO AUTORITARIO
Le cronache parlamentari sulla nuova legge elettorale dicono che la discussione è ancora ferma. Forse il gruppo dirigente del Pd inizia a comprendere l’errore fatto di avere capovolto la posizione precedente (contraria) sul taglio del Parlamento pur di fare l’accordo di governo con il M5Stelle, ottenendo la contropartita di ulteriori modifiche della Costituzione e di una nuova legge elettorale. L’impegno di votare il taglio del Parlamento è stato rispettato, mentre quelli richiesti – a torto o a ragione – come contropartita sono ancora nella nebbia. Il percorso parlamentare conferma che se il governo dovesse cadere prima del semestre bianco è probabile che si voterebbe con la legge fatta approvare malignamente da Calderoli, che adatta il “rosatellum” ai nuovi numeri del Parlamento.

Il tentativo di arrivare ad approvare un nuovo testo di legge elettorale almeno in commissione alla Camera prima del referendum si è rapidamente arenato ed è la conferma che il taglio del Parlamento è un pasticcio di cui la parte della maggioranza che ha capovolto la sua posizione, approvando la modifica della Costituzione, sembra non rendersi conto. All’errore di avere capovolto la propria posizione si è aggiunta ora la beffa degli impegni non rispettati, le contraddizioni sono tutte per la parte di sinistra della maggioranza attuale. Va ricordato che dopo tre votazioni favorevoli, quando la Lega era in maggioranza, il Movimento 5 Stelle ha preteso che nella formazione del nuovo governo Conte 2, quindi con una nuova maggioranza, avvenisse l’ultimo voto sulla riduzione dei parlamentari per ottenere la quarta e definitiva approvazione in parlamento. La Costituzione infatti si può cambiare solo dopo la doppia lettura favorevole del Parlamento e se non arriva al 66% è possibile il referendum.

Il resto della maggioranza, Pd e LeU, ha mantenuto l’impegno votando a favore – e purtroppo – il taglio del Parlamento è stato approvato definitivamente. A questo punto solo la vittoria del No nel referendum del 20/21 settembre potrà capovolgere la situazione ed è importante che Sinistra Italiana abbia deciso di schierarsi con il No. Il resto della maggioranza ha cercato di giustificare la sua inversione di rotta con le contropartite ottenute. Fatto sta che mentre il Movimento 5 Stelle ha incassato (dal suo punto di vista) l’approvazione del taglio del Parlamento, il Pd e LeU sono ancora in attesa di ottenere che le loro proposte, che dovrebbero riequilibrare il voto sul taglio, vengano prese in considerazione. Ad esempio nell’elezione futura del Presidente della Repubblica ci sarà uno squilibrio a favore dei rappresentanti delle regioni, che avranno più peso di fronte alla riduzione del numero dei parlamentari. Per questo c’è bisogno – paradossalmente – di altre modifiche alla Costituzione di cui allo stato si è persa traccia. Altro esempio la legge elettorale. È stata approvata a tempo di record la proposta di Calderoli di ricalcolare il “rosatellum” sulla base della riduzione dei parlamentari. Tanto che se non accadrà nulla e se dovesse passare col referendum il taglio del Parlamento, entrerebbe automaticamente in vigore questo testo che è già legge dello stato e che solo una nuova legge può neutralizzare.

Sulla nuova legge elettorale ci sono state lunghe pause e solo recentemente la maggioranza sembrava essersi svegliata, per ora senza risultati concreti. Il Pd in particolare afferma di volere rimettere in moto l’approvazione della nuova legge elettorale, perché inizia a comprendere che il taglio dei parlamentari così com’è con l’aggiunta della legge fatta approvare da Calderoli rischia di creare seri problemi di rappresentanza territoriale. Un caso su tutti. Il Trentino Alto Adige avrebbe 6 senatori con poco più di un milione di abitanti mentre gli italiani all’estero ne avrebbero solo 4 con poco meno di 5 milioni di elettori. Così ci sono regioni che hanno il doppio di abitanti e che avrebbero la metà dei rappresentanti. Un vero pasticcio.

Per questo il Pd e LeU hanno bisogno di introdurre novità in grado di attenuare l’errore di avere votato a favore della riduzione dei parlamentari, consentendo che un accordo di governo inglobasse modifiche della Costituzione, scelta che la sinistra ha sempre escluso. Questo perché la Costituzione è un argomento che dovrebbe essere affrontato e risolto in sede parlamentare non sull’altare di un accordo di governo. Purtroppo il Pd insiste per una legge elettorale che di proporzionale ha solo qualche aspetto. Anzitutto non corregge l’errore strategico che da anni ha via via ridotto la rappresentatività e la forza del Parlamento, fino alla situazione attuale. Si tratta della nomina dall’alto dei parlamentari che resterebbe anche con la nuova legge di cui si parla, perché con queste norme i cittadini non potrebbero scegliere direttamente il loro rappresentante nel quale riporre fiducia. Resterebbero le liste bloccate e i voti ad un partito o a una coalizione servirebbero a decidere solo quanti parlamentari entrano in Parlamento, non chi entra.

La questione cruciale del chi rappresenta chi resterebbe irrisolta e tutto continuerebbe ad essere dipendente dalle scelte dei capi che decidendo l’ordine di lista in pratica deciderebbero chi entra in parlamento, senza alcun rapporto con gli elettori, che è la prima ragione della frattura che si è creata tra rappresentanza e cittadini. Viene da pensare che la legge elettorale detta Mattarellum al confronto era una piccola rivoluzione. Inoltre la proposta su cui sta spingendo il Pd in questo momento prevede una soglia troppo alta per entrare in Parlamento, con un correttivo insufficiente chiamato diritto di tribuna, concepito sempre con soglie troppo alte. Il 5% di soglia su un numero ridotto del 36,5 % di deputati e senatori vuol dire avere una soglia reale molto più alta, in alcune regioni la proporzionalità è di fatto impossibile. Avremo meno partiti, lasciando fuori tutti quelli che non raggiungono la soglia. Quindi avremo meno parlamentari, con un Parlamento indebolito a favore dell’esecutivo.

Se un tempo c’era un ruolo preponderante del Parlamento, ora c’è una evidente sproporzione a favore del governo che decide tempi e modi dell’attività parlamentare.

Il M5Stelle ha una grave responsabilità, quella di avere individuato la casta nella rappresentanza, nel ruolo del Parlamento, lanciando una campagna populista per ridurne numero e ruolo in modo drastico. Non c’è traccia di iniziative per dare un ruolo diverso al governo, quasi il M5Stelle avesse finalmente trovato la sua parte di ruolo come casta stando nelle sedi e nei ruoli di governo. Difficile per il M5S essere insieme populista e di governo. Non si può dimenticare che Davide Casaleggio ha teorizzato la scomparsa nel giro di qualche lustro del ruolo del Parlamento. Difficile non fare due più due. Da un lato il tentativo di portare un colpo fortissimo al ruolo del Parlamento, dall’altro il vaticinio della sua irrilevanza di qui a qualche decennio.
Oltre al merito del referendum in sé, che già rende evidente il tentativo di ridurre il ruolo del Parlamento, ci sono infatti le preoccupazioni per gli errori, le incertezze, le ambiguità sui ruoli istituzionali nel nostro paese, con il risultato di ridimensionare la rappresentanza dei cittadini e di esaltare il ruolo di chi governa, quasi che il confronto in Parlamento tra le posizioni sia una perdita di tempo.
Gli apprendisti stregoni che vogliono imporre il taglio del Parlamento aprono un vaso di pandora che può portare a derive fino a poco tempo fa inimmaginabili, come il presidenzialismo, come l’accentramento del potere in poche mani. In poche parole una deriva verso il centralismo autoritario, al quale è corrivo il tentativo del regionalismo differenziato.
Alfiero Grandi

 

12 – 27 LUGLIO 2020. LE NOTIZIE DEL GIORNO
LA SETTIMANA DEL DECRETO DI AGOSTO
Pacchetto di incentivi Sei mesi di sgravio al 100% dei contributi per i neoassunti e 3-4 mesi per i dipendenti che vengono fatti rientrare dalla cassa integrazione. È lo schema di incentivi per il decreto di agosto, che prevede 12-13 miliardi per il lavoro, al quale sta lavorando il governo. Si ipotizza anche il prolungamento del bonus da 600 euro per turismo e spettacolo e di anticipare al 2021 dal 2030 fondi già stanziati per gli investimenti dei Comuni sulla messa in sicurezza di edifici e territorio (Repubblica).
Partita europea Giuseppe Conte martedì presiederà la prima riunione del Comitato interministeriale sugli affari europei sul Recovery Fund, ma resta aperta l’ipotesi di una bicamerale sul Recovery Fund che garantisca un ruolo centrale di Camera e Senato sulla gestione dei fondi Ue (Corriere).

Fabio Panetta, membro del board della Bce, dice oggi a Repubblica che in Italia ora sono necessarie riforme “e un fisco agevolato per il Sud”
Su La Stampa l’ad di Generali Philippe Donnet invoca una patto-pubblico privato
Agenda Martedì il presidente del Consiglio Giuseppe Conte illustrerà alle Camere le “ulteriori iniziative relative all’emergenza Covid-19” ed è atteso anche un provvedimento dal consiglio dei ministri sulla proroga dello Stato di emergenza (Sky TG24). Sempre il 28 luglio la ministra all’Istruzione Lucia Azzolina sarà in aula alla Camera per un’informativa sull’avvio dell’anno scolastico. Camera e Senato mercoledì dovranno votare la richiesta di autorizzazione al nuovo scostamento di 25 miliardi di euro. In programma mercoledì pure le votazioni per i rinnovi delle presidenze delle commissioni permanenti. Giovedì ci sarà il voto dell’Aula del Senato sul caso della nave Open arms. Oggi la Camera esaminerà invece la proposta di legge sulla separazione delle carriere dei magistrati.

Tutti in Borsa L’ingresso di Cassa depositi e prestiti e degli altri futuri soci in Autostrade per l’Italia non avverrà gradualmente, come previsto in un primo tempo, ma sarà contestuale all’Ipo con cui Aspi sarà quotata in Borsa. È questo, secondo Ansa, lo schema previsto nel Memorandum of understanding nelle mani di Atlantia, ma per la cui firma non è ancora fissata una data. L’ingresso di Cdp avverrà ai prezzi dell’Ipo.

Giro di vite La giunta regionale del Lazio ha annunciato test anti-Covid a Roma e nel Lazio sui passeggeri dei bus che vengono dai Paesi a rischio, soprattutto dai Balcani. L’obiettivo è far fronte al rischio di focolai soprattutto dagli anziani assistiti da badanti dell’est Europa (Sky Tg24).

Bollettino In leggero calo i nuovi casi di coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore: sono 255 i contagiati, a fronte dei 275 di sabato. I morti sono stati 5 e per il terzo giorno consecutivo in Lombardia non si è registrato nessun decesso. Il totale dei decessi a oggi è di 35.107, quello dei guariti 198.446 (Repubblica).

LE GRANE DI TRUMP
Proteste senza fine Proseguono le rivolte di Black Lives Matter negli Stati Uniti. Un uomo è rimasto ucciso durante le proteste anti-razziste nel centro di Austin, in Texas. A Seattle, invece, ci sono stati circa 45 arresti e diversi 21 feriti (Nyt).

Abbiamo un piano I repubblicani presenteranno oggi la loro proposta per il pacchetto stimoli all’economia americana. I disaccordi tra la Casa Bianca e i repubblicani al Senato hanno fatto andare avanti i negoziati anche nel weekend, ma adesso “l’amministrazione e i repubblicani sono completamente sulla stessa linea”, ha dichiarato il segretario al Tesoro Steven Mnuchin (Wsj).

FRONTE EPIDEMICO
Pandemia Il numero dei contagi da coronavirus nel mondo ha superato quota 16 milioni. In ognuna delle ultime cinque settimane sono stati registrati oltre 1 milione di nuovi casi di coronavirus, con picchi di 280.000 nelle giornate di ieri e oggi. L’Organizzazione mondiale della sanità ha spiegato anche che “l’aumento è determinato dal contagio in Paesi grandi e popolosi, come nelle Americhe e nel Sud Est Asiatico, anche se nessun Paese è immune” (HuffPost).

Anche in Corea del Nord Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha dichiarato “l’allerta massima” per il coronavirus, dopo la scoperta del primo “caso sospetto” ufficiale nel Paese. Kim ha presieduto una riunione d’urgenza dell’ufficio politico del partito comunista, nella quale è stato deciso di attivare “un sistema di allerta massima” per contenere il Covid-19 (Bbc).

ORIZZONTI
Agenda economica Mercoledì è in programma la decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse con la consueta conferenza stampa del presidente Jerome Powell. Giovedì, invece, verranno comunicati i dati sul Pil americano nel secondo trimestre 2020. In settimana sono attesi gli aggiornamenti anche sul Pil di altri Paesi: giovedì sarà la volta della Germania e venerdì dell’Italia. Giovedì verranno diffusi anche i dati sulla disoccupazione in Italia e in Germania e quelli sull’inflazione tedesca, oltre all’aggiornamento sulle richieste di disoccupazione negli Usa. Venerdì sapremo il livello dell’inflazione nell’Eurozona e in Italia (Repubblica).

Tempo di semestrali Settimana di semestrali per le aziende quotate europee ed americane. Oggi è il giorno di Lvhm e Ryanair, martedì tocca a Peugeot, mercoledì tra le altre comunicheranno i loro dati Boeing e Facebook. Giovedì, invece, è il turno di Alphabet, Amazon ed Apple. Venerdì attenzione sull’Italia con Fca e Poste Italiane.

MONDO REALE
La fuga Un centinaio di migranti del Cara di Pian del Lago, a Caltanissetta, sono fuggiti dal centro che ne ospitava 350. Decine di carabinieri e poliziotti sono impegnati nelle ricerche. I profughi fuggiti fanno parte del gruppo trasferito nel centro nisseno per il periodo di quarantena obbligatoria. Ma nessuno di loro sarebbe positivo al coronavirus (Open).

Affari di famiglia Oggi il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana sarà in consiglio regionale e dovrebbe arrivare la richiesta di mozione di sfiducia da parte delle opposizioni. Intanto, la procura di Milano ha effettuato verifiche sul conto in Svizzera di Fontana e sui soldi ereditati dalla madre serviti per il bonifico da 5 milioni al cognato dal quale è partita l’inchiesta sui camici alla Regione (Il Fatto Quotidiano).
Ci sono elementi molti simili a quelli che travolsero il sentùr Umberto Bossi, nota Flavia Perina su La Stampa
Addio È morta a 104 anni l’attrice Olivia de Havilland. Star di “Via col vento”, in carriera aveva vinto due Oscar per A ciascuno il suo destino del 1946 di Mitchell Leisen e per L’ereditiera di William Wyler nel 1949. In Via col Vento interpretava Melania, co-protagonista assieme a Rossella O’Hara (Corriere)

 

13 – SALE A 234 IL NUMERO DI COMUNI SCIOLTI ENTI LOCALI. NELL’ULTIMO MESE NESSUN NUOVO COMMISSARIAMENTO PER MAFIA, MENTRE PREVALGONO QUELLI PER MOTIVI POLITICI. UN SEGNALE SPESSO DI FORTE INSTABILITÀ DELL’ENTE LOCALE.
Prosegue il monitoraggio dell’osservatorio sui comuni commissariati. Un focus sugli scioglimenti degli enti locali e le loro cause, dai conflitti politici nella maggioranza, all’incapacità di approvare il bilancio, fino al caso più patologico: l’infiltrazione della criminalità organizzata. In collaborazione con Giulio Marotta.
OSSERVATORIO SUI COMMISSARIAMENTI
COS’È SUCCESSO NELL’ULTIMO MESE
A metà luglio il consiglio dei ministri ha deciso la proroga di sei mesi del periodo di commissariamento dell’azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria. A parte questo, nel mese appena trascorso non si registrano nuovi scioglimenti per infiltrazioni criminali.
Ciò non significa che non vi siano stati scioglimenti anticipati rispetto alla scadenza naturale per altri motivi. La causa prevalente restano i motivi di natura politica, spesso sintomo di instabilità nelle maggioranze locali.
NESSUN COMMISSARIAMENTO PER MAFIA NEL MESE TRASCORSO, PREVALGONO I MOTIVI POLITICI.
In 3 casi è stato un voto di sfiducia nei confronti del sindaco a portare alla nomina di un commissario prefettizio. È quanto è avvenuto a Veglie (Lecce), Ponzano Romano (Roma) e Vighizzolo d’Este (Padova). Le dimissioni contestuali della maggioranza dei consiglieri hanno portato allo scioglimento a Girifalco (Catanzaro), Montorio al Vomano (Teramo), Conversano (Bari), Prata di Principato Ultra (Avellino), Sant’Agata de’ Goti (Benevento) e Ricadi (Vibo Valentia). Per quest’ultimo comune di tratta del terzo scioglimento negli ultimi 10 anni, di cui uno per infiltrazioni della criminalità organizzata (durato dal 2014 al 2016).

3 LE VOLTE IN CUI RICADI È STATO COMMISSARIATO DAL 2010 AD OGGI.

A SAN VITO SULLO IONIO le dimissioni della maggioranza dei consiglieri fanno seguito al decreto dello scorso aprile di sospensione del sindaco, agli arresti domiciliari su decisione del Tribunale di Catanzaro. A Vittuone (Milano) e Cutro (Crotone) i sindaci hanno rassegnato le dimissioni. In quest’ultimo ente sono in corso gli accertamenti della commissione di accesso sulle infiltrazioni mafiose nell’amministrazione a seguito dell’inchiesta della Dda di Catanzaro.
Per accertare il condizionamento delle organizzazioni criminali sull’ente, il ministro degli interni nomina un’apposita commissione di indagine. Vai a “Come funzionano i commissariamenti per infiltrazioni mafiose”
Si sono inoltre verificati 3 casi di decesso del primo cittadino (Polla, Montenero Sabino, Novate Mezzola). A Pagani (Salerno), dopo il provvedimento di decadenza del sindaco, è stato nominato un commissario per la mancata approvazione dei documenti di bilancio.

GLI ENTI LOCALI ATTUALMENTE SCIOLTI
Salgono così a 234 i comuni attualmente sciolti, includendo anche quelli commissariati a seguito di elezioni non valide nel precedente turno elettorale. A questi si aggiungono le aziende sanitarie calabresi commissariate in base alla legge n. 60 del 2019 o per per infiltrazioni mafiose.
Il quadro aggiornato dei comuni e degli altri enti sciolti in Italia. Dati e analisi per monitorare l’evoluzione di un fenomeno rilevante per la vita delle amministrazioni locali. Vai a “Quali e quanti sono i comuni commissariati in Italia”
Si segnala che il turno elettorale per il rinnovo di oltre 1.100 consigli comunali si svolgerà il 20 e 21 settembre 2020 (per i comuni siciliani e sardi sono previste date differenti): in 196 casi (il 17% circa del totale) si tratta di comuni attualmente sciolti.

I MOTIVI DEGLI SCIOGLIMENTI IN CORSO IN ITALIA
DOVE SONO I COMUNI ATTUALMENTE SCIOLTI

Come emerge dalla mappa, restano profonde differenze territoriali sui motivi che portano più frequentemente al commissariamento. In alcune regioni attorno alla metà degli scioglimenti in corso sono dovuti a infiltrazioni criminali: Sicilia (52%), Calabria (45%) e Puglia (40%).

52% DEGLI SCIOGLIMENTI IN CORSO IN SICILIA SONO PER INFILTRAZIONI CRIMINALI
Numero e tipo di scioglimenti in corso per regione
DA SAPERE
Nella categoria altro sono compresi tutti gli scioglimenti diversi dal caso di infiltrazioni criminali (motivi politici, bilancio, elezioni non valide ecc.). (ultimo aggiornamento: lunedì 27 Luglio 2020)
LE ULTIME NOVITÀ SUI COMMISSARIAMENTI PER MAFIA
Nelle settimane scorse, abbiamo dato notizia del commissariamento di Maniace (Catania) per infiltrazioni mafiose. Attraverso la relazione pubblicata in allegato al decreto presidenziale è possibile ora ricostruire le ragioni alla base della decisione del governo. Le verifiche della commissione di accesso traggono origine da alcune inchieste della magistratura (in particolare la c.d. “operazione Nebrodi”) che hanno portato, tra l’altro, al rinvio a giudizio di un assessore per il delitto di associazione di tipo mafioso. La relazione pone in rilievo il clima di intimidazione e omertà che caratterizza la vita locale e le gravi irregolarità nella gestione degli appalti (ad esempio nel settore dei rifiuti), con l’elusione sistematica della normativa del codice antimafia, che ha determinato l’affidamento di lavori e servizi a ditte colpite da interdittiva della prefettura.
Pubblicati anche i decreti di proroga relativi a Careri (Reggio Calabria) e Pachino (Siracusa). Le relazioni del ministro dell’interno danno conto del lavoro avviato dai commissari per il pieno ripristino della legalità, delle iniziative assunte (in particolare nel campo ambientale e urbanistico) e delle ragioni che giustificano la proroga del commissariamento.

DALL’ULTIMA RELAZIONE DELLA DDA EMERGE IL FORTE INTERESSE DELLE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI PER GLI ENTI LOCALI.

L’ultima relazione semestrale governativa sull’attività della Direzione investigativa antimafia dedica una specifica attenzione all’analisi dei commissariamenti per infiltrazione mafiosa deliberati nel 2019 e nei primi mesi del 2020 e delle ragioni alla base del forte interesse delle organizzazioni criminali per gli enti locali. Per contrastare più efficacemente il fenomeno delle infiltrazioni mafiose la relazione suggerisce, tra l’altro, un rafforzamento del ruolo dei segretari comunali, un più attento controllo da parte dei gruppi interforze provinciali istituiti presso le prefetture (cui collabora la stessa Direzione investigativa antimafia) sugli affidamenti di appalti e servizi pubblici. Questi risultano spesso affidati a ditte legate ai clan locali e, infine, il monitoraggio dei flussi finanziari per individuare eventuali attività di riciclaggio.

GLI ACCESSI IN CORSO, conosciuti tramite fonti ufficiali, riguardano i comuni di Tortorici, Paterno Calabro, Cutro e l’Asl 1 di Napoli. Altri otto casi di accesso sono stati segnalati da parte di mezzi di informazione. Da ultimo quello riguardante l’amministrazione comunale di Carovigno (Brindisi), di cui ha dato notizia lo stesso sindaco, che fa seguito ad una indagine della direzione distrettuale antimafia di Lecce, oggetto anche di un’interrogazione parlamentare.

L’ESITO DEGLI ULTIMI RICORSI SUI COMMISSARIAMENTI
Il consiglio di stato ha definitivamente respinto il ricorso avverso il decreto di scioglimento di agosto 2018 del comune di Siderno (Reggio Calabria). La sentenza sottolinea la gravità degli addebiti contestati agli amministratori comunali, con particolare riferimento alla sistematica elusione della certificazione antimafia (risultano appalti affidati a diverse ditte colpite da interdittiva) e alla inefficiente gestione degli immobili confiscati alla mafia; viene altresì evidenziato il clima di intimidazione nei confronti di esponenti dell’opposizione, a conferma del forte condizionamento della criminalità organizzata sulla vita politica locale. Si ricorda che il rinnovo del consiglio comunale avrà luogo in occasione del prossimo turno elettorale dell’autunno 2020.

Vai alla sentenza n. 4074/2020 del Consiglio di stato.
Si segnala infine che è stato definitivamente annullato dal Consiglio di stato (sentenza n. 4288 del 2020) il decreto di scioglimento del 2019 del comune di Angri per mancata approvazione del rendiconto finanziario.

IL DIBATTITO PARLAMENTARE SULLE PROPOSTE DI RIFORMA
Nel corso dell’iter parlamentare di conversione del c.d. Decreto Rilancio (legge n. 77/2020) è stata approvata una disposizione (art. 106 bis) che stanzia 20 milioni di euro nel 2020 in favore dei comuni in stato di dissesto finanziario. Il 50% di tale somma è destinata agli enti sciolti per infiltrazioni mafiosa, al fine di favorire la loro ripresa: un’elevata percentuale di tali enti, infatti, come sottolineato anche dall’ultima relazione del ministero dell’interno, versa in condizioni di deficit finanziario.

Parallelamente, prosegue l’esame delle proposte di legge di revisione della normativa sugli scioglimenti degli enti locali nella commissione affari costituzionali della camera, anche attraverso lo svolgimento di diverse audizioni. Abbiamo trasmesso alla commissione un documento di proposte, basate sui dati dell’osservatorio, relative alla riforma dei commissariamenti per infiltrazioni.

Le interrogazioni ed interpellanze parlamentari sui comuni sciolti
Dall’analisi degli atti di sindacato ispettivo rivolti dai parlamentari rivolte al governo possono emergere ulteriori informazioni su commissariamenti e scioglimenti.

Ad esempio nell’ultimo mese, in risposta ad un’interrogazione riguardante in particolare i comuni di Sperlonga e Gaeta (Latina), il ministro della giustizia ha fornito elementi sulle inchieste della magistratura in corso nei territori del Basso Lazio.

DALLE INTERROGAZIONI SI POSSONO RICAVARE INFORMAZIONI AGGIUNTIVE.
Sempre nell’ultimo periodo sono state presentati 8 atti di sindacato ispettivo, cui il governo non ha dato ancora risposta, riguardanti l’esito degli accertamenti effettuati dalla commissione di accesso presso l’azienda sanitaria 1 di Napoli (già oggetto in passato di diverse interrogazioni), la richiesta di sostituzione della commissione straordinaria del comune di Briatico, l’istituzione di una commissione di accesso presso i comuni di Erice e Torre del Greco e la verifica delle infiltrazioni mafiose nel comune di Casteldaccia; un’altra interrogazione riguarda le gravi irregolarità nei concorsi indetti a Sant’Anastasia e in altri comuni campani, anch’essa già oggetto di altri atti di sindacato ispettivo; presentata infine un’interrogazione sulle responsabilità amministrative conseguenti alla dichiarazione di dissesto finanziario del comune di Cosenza.
Per consentire a tutti di monitorare le interrogazioni sul tema, da oggi è online una pagina, aggiornata quotidianamente. Utile per la ricerca di tutti gli atti di sindacato ispettivo, presentati alla Camera o al Senato a partire dalla XVI legislatura, riguardanti casi di infiltrazione mafiosa nelle amministrazioni locali gli enti locali o di gravi irregolarità nella gestione amministrativa.
Un quadro aggiornato sulle interrogazioni parlamentari che riguardano lo scioglimento di comuni e altri enti, gli accessi in corso, o altri aspetti critici della vita delle amministrazioni locali. Vai a “Quante e quali interrogazioni parlamentari riguardano i comuni commissariati”

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