20 02 01 NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL ESTERO ED ALTRE COMUNICAZIONI

01 – Vincono gli anticorpi democratici. Era una sfida difficile e sembrava in parte scontata. Era uno scontro politico nazionale e non locale. Era quasi un referendum tra un governo in carica e un capobastone che reclama tutto il potere per se.
02 – Schirò (Pd): “i servizi ai connazionali richiedono trasparenza, concretezza e condivisione”. “Ho appreso dai canali di comunicazione dell’interessante iniziativa di presentazione presso la nostra Ambasciata di Madrid del “Viaggio tra gli italiani all’estero”,
03 – SPAGNA. Sottosegretario Merlo a Tenerife per l’ok a una nuova sede consolare.
04 – BREVI ELEZIONI . Buonanotte Matteo Salvini. Aveva promesso di stravincere, invece ha perso, anzi, ha straperso. Ha perso la campagna sui bambini di Bibbiano, ha perso il citofono. E così la destra, che resta fortissima, scopre di avere un leader mediocre
05 – Germania, oltre 500 estremisti di destra attivi nell’esercito Bundeswehr. Altrettanti i casi corrispondenti ai fascicoli d’indagine aperti dal «Militärischer Abschirmdienst» («Mad»): il servizio di intelligence militare che ha setacciato comandi, caserme e centri di addestramento
06 – SCHIRÒ (PD) – L’esenzione dall’IMU deve essere ripristinata per i nostri connazionali: la mia interrogazione al governo

1 – VINCONO GLI ANTICORPI DEMOCRATICI. ERA UNA SFIDA DIFFICILE E SEMBRAVA IN PARTE SCONTATA. ERA UNO SCONTRO POLITICO NAZIONALE E NON LOCALE. ERA QUASI UN REFERENDUM TRA UN GOVERNO IN CARICA E UN CAPOBASTONE CHE RECLAMA TUTTO IL POTERE PER SE. QUESTA È LA PARTITA CHE SI È GIOCATA IERI E CHE DA DOMANI, SPECIALMENTE SE IL DISTACCO DELLE PRIME PROIEZIONI FOSSE COSÌ LARGO, POTREBBE RAFFORZARE LA COALIZIONE DI GOVERNO E INDEBOLIRE FORTEMENTE LA PEGGIORE DESTRA DELLA STORIA ITALIANA. ( DI Norma Rangeri da Il Manifesto)
Se dunque la misura clamorosa dei risultati verrà confermata, ad essere strappato è il manifesto vincente dell’uomo del Papeete, che ha messo sul tavolo tutta la posta del suo patrimonio elettorale. Radicalizzando lo scontro, alzando la pressione fino al manganello mediatico più vieto e vecchio dei feroci «comunisti che mangiano i bambini».
In Emilia Romagna il Pd e la sinistra camminavano in salita, negli ultimi anni sempre regredendo, sia nei voti regionali che in quelli nazionali (2014-2018). E grazie al contributo delle incredibili sardine, che hanno riportato in piazza e ai seggi un popolo rinchiuso nell’astensionismo, mobilitando decine di migliaia di persone, il Pd è tornato a fare argine nella battaglia contro la valanga fascioleghista.

Nelle piazze delle città toccate dalle mobilitazioni si sono sviluppati gli anticorpi democratici, l’affluenza è quasi raddoppiata, si è messo in moto un vero e proprio risveglio civico. E non va sottovalutato l’impegno sull’accoglienza sviluppato dalla chiesa bergogliana del cardinale Zuppi.
Naturalmente la vittoria di Bonaccini è un balsamo per il Pd protagonista di tante, meritate sconfitte. Il presidente della regione incassa il maggior dividendo perché la sua lista ha trainato il consenso, e poi perché ha azzeccato la campagna evitando la nazionalizzazione del voto. Il segretario Zingaretti certo se ne avvantaggia, ma di riflesso.

Una parte del merito per lo scongiurato pericolo va riconosciuto, nonostante tutto, anche ai 5Stelle. Che evidentemente hanno praticato l’obiettivo del voto disgiunto dimostrando di ragionare politicamente e di aver capito che la campana delle sardine suonava anche per loro. Una sconfitta di Bonaccini gli si sarebbe rovesciata addosso dopo la scelta dissennata di presentare proprie liste quando i vertici del Movimento, da Di Maio a Fico a Grillo, avevano consigliato di saltare un giro per capire, con l’appuntamento degli Stati generali, chi sono, quale governo vogliono e per fare che cosa. Non aver neppure giocato apertamente la carta del voto disgiunto aggiungeva benzina su un fuoco autodistruttivo rispetto alle conseguenze sul governo nazionale e, quel che più conta, sul futuro del paese.

Ora il governo Conte, appena uscito dal tunnel della legge di bilancio, è rafforzato dal voto emiliano contro cui si è infranto l’assalto della Lega. E le destre devono rinfoderare la spada dell’affondo contro il presidente del consiglio. Battere ora il tamburo del potere al popolo cioè delle elezioni anticipate sostenendo che la Lega, Fdi e Fi ne avrebbero diritto perché governano la maggior parte delle Regioni italiane, è un ritornello che comincia a stonare. Gli andrebbe peraltro ricordato che anche nel 2008, durante il Berlusconi-quater, la maggioranza delle Regioni era governata dai «comunisti».

Per fortuna la Costituzione non è cambiata e neppure la democrazia parlamentare, dunque non c’è alcun nesso tra governi locali e governo nazionale. Il problema è e resta politico, riguarda cosa la coalizione è in grado di opporre e proporre rispetto alle destre. Non avevamo certo bisogno di ulteriori prove a carico per capire cosa sono capaci di scatenare nella società, ma sicuramente lo squadrismo salviniano, tratto saliente di questa campagna elettorale, ha rafforzato l’impegno democratico per sbarrargli la strada: verso palazzo Chigi e verso il Quirinale.

02 – SCHIRÒ (PD): “I SERVIZI AI CONNAZIONALI RICHIEDONO TRASPARENZA, CONCRETEZZA E CONDIVISIONE”. “Ho appreso dai canali di comunicazione dell’interessante iniziativa di presentazione presso la nostra Ambasciata di Madrid del “Viaggio tra gli italiani all’estero”, pubblicato da Il Mulino, e dell’inaugurazione dell’agenzia consolare a Tenerife, svoltesi alla presenza del Sottosegretario Merlo e del Direttore generale Vignali. ROMA, 30 GENNAIO 2020
Per compito istituzionale e per la conoscenza che ho della realtà spagnola, dove ho compiuto il mio periodo Erasmus e mi sono specializzata sul piano didattico, confesso che mi sarebbe piaciuto essere presente, per ascoltare ed eventualmente dialogare. Al di là dei riferimenti personali, la stessa cosa naturalmente potrebbero dire gli altri eletti all’estero, in particolare quelli della ripartizione europea.
Non è stato possibile perché – e lo dico con una certa sorpresa – nessun invito ci è pervenuto. Una linea di comportamento che tuttavia ha subito una sola eccezione, la presenza dell’esponente MAIE onorevole Borghese.
Senza polemiche pregiudiziali ma con la solita franchezza, vorrei dire che un paio di cose forse sono sbagliate e da non ripetere. La prima è quella di strumentalizzare politicamente eventi istituzionali, tanto più se si tratta dell’assetto della rete dei servizi ai connazionali, che andrebbero presentati con maggiore senso dello Stato, sia quando si tratti di passaggi positivi che quando si tratti di affrontare situazioni critiche.
La seconda è che continuo ad attendermi, con il nuovo governo e la nuova maggioranza, un cambiamento di impostazione e di tono da parte del Sottosegretario Merlo affinché, quando si presenta in veste istituzionale, si senta un po’ più esponente di governo e un po’ meno capo politico. All’indomani della chiusura di 27 agenzie consolari, della quale ho chiesto ragione con un’interrogazione al Ministro degli esteri, non si può passare come se nulla fosse e presentarsi come una specie di Re Mida dei servizi consolari. Le cose, come tutti sanno, sono più complesse ed è bene che se ne parli con concretezza e con spirito di verità.
Ripeto, nessuna polemica pregiudiziale, ma solo un invito a stringere le forze e a lavorare in modo diverso”.
Angela Schirò – Deputata PD – Rip. Europa – – Camera dei Deputati – Piazza Campo Marzio, 42 00186 ROMA
Tel. 06 6760 3193 – Email: schiro_a@camera.it

03 – SPAGNA. SOTTOSEGRETARIO MERLO A TENERIFE PER L’OK A UNA NUOVA SEDE CONSOLARE
“CONTINUIAMO A LAVORARE ININTERROTTAMENTE PER MIGLIORARE I SERVIZI CONSOLARI PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO” ASSICURA IL SOTTOSEGRETARIO MERLO, CHE SOTTOLINEA: “Avevamo promesso che anche a Tenerife avremmo aperto una nuova sede consolare ed è proprio quello che stiamo facendo” Prosegue senza pause il lavoro del Sen. Ricardo Merlo, Sottosegretario agli Esteri e presidente del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero, teso a rafforzare la rete consolare italiana ovunque nel mondo. Guardando all’Europa in particolare, dopo avere inaugurato nuove sedi consolari in Uruguay e in Svizzera, ora tocca alla Spagna.
L’esponente del governo italiano, infatti, mercoledì sarà a Madrid, dove tra i diversi impegni in agenda è prevista la visita alla Cancelleria Consolare. Nel pomeriggio si terrà un incontro con la stampa e poi Merlo sarà l’invitato d’onore alla presentazione del libro “Viaggio tra gli Italiani all’estero”, a cura di Steven Forti (ed. Il Mulino).
Il giorno seguente partenza per Tenerife, dove ad accogliere il Sottosegretario ci sarà il Console Onorario a Tenerife Silvio Pellizzolo.
Il senatore parteciperà dunque ad una importante colazione di lavoro alla quale saranno presenti illustri ospiti e rappresentanti delle autorità locali,
tra cui il Sindaco di Arona, José Julián Mena Pérez, l’Assessore al Turismo Jose Alberto Delgado Domingues, l’Assessore alla promozione economica Dácil María León Reverón, Giuseppe Stabile (consigliere CGIE), Pietro Mariani (presidente del Comites di Madrid).
Nel pomeriggio, accompagnato, tra gli altri, dal Direttore generale per gli italiani all’estero della Farnesina, Luigi Vignali, dall’On. Mario Borghese, vicepresidente del MAIE, e dall’Ambasciatore d’Italia in Spagna Stefano Sannino, il Sottosegretario Merlo visiterà gli immobili individuati quali possibili sedi per la nuova Agenzia Consolare. In serata, quindi, si terrà un incontro con la collettività italiana.
“Continuiamo a lavorare ininterrottamente per migliorare i servizi consolari per gli italiani all’estero” assicura il Sottosegretario Merlo, che sottolinea: “Avevamo promesso che anche a Tenerife avremmo aperto una nuova sede consolare ed è proprio quello che stiamo facendo. Come Italia vogliamo essere ancora più presenti all’estero, ovunque ci sia un italiano nel mondo”.
“Un grazie va ai connazionali delle Canarie e ai loro rappresentanti istituzionali – conclude Merlo – che hanno saputo comunicare nel modo giusto e difendere le esigenze della comunità, collaborando quindi affinchè il progetto della nuova sede consolare a Tenerife potesse diventare realtà”

04 – BREVI ELEZIONI . BUONANOTTE MATTEO SALVINI. AVEVA PROMESSO DI STRAVINCERE, INVECE HA PERSO, ANZI, HA STRAPERSO. HA PERSO LA CAMPAGNA SUI BAMBINI DI BIBBIANO, HA PERSO IL CITOFONO. E COSÌ LA DESTRA, CHE RESTA FORTISSIMA, SCOPRE DI AVERE UN LEADER MEDIOCRE,
( L’Espresso Di Marco Damilano 27 gennaio 2020)
Stremato. Gonfio in volto. Gli occhi lucidi. Si presenta così a Bologna, davanti alle telecamere, mentre è già calata da ore la nebbia per la regione e adesso anche per lui. Matteo Salvini parla dodici minuti dopo la mezzanotte, il colorito più blu della felpa sgualcita dai mille giri elettorali.
Questa volta non ha funzionato. «Volevo dare la buonanotte agli italiani che vanno a letto perché domani lavorano», concede, mentre la luce sembra all’improvviso spegnersi anche per il Capitano che-tremare-il-mondo-fa. Aveva promesso di stravincere, invece ha perso, anzi, ha straperso.
Ha perso Salvini, ha perso la campagna sui bambini di Bibbiano, ha perso la furbata di farsi votare dai suoi senatori per essere processato sul blocco della nave Gregoretti, ha perso il citofono, l’orrendo numero mediatico della gogna di una famiglia di origine tunisina, bollata come culla di un presunto spaccio di droga. E ha perso, con lui, il racconto insistito della regione che fu rossa pronta a mutarsi in verde.
Il muro dell’Emilia ha retto l’urto, anche se non è più quello di un tempo. Eppure poteva, se non stravincere, almeno vincere. Cambiando pelle e trasformandosi in moderato, come gli aveva suggerito un emiliano eccellente, il reggiano cardinale Camillo Ruini.
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Si giocava anche questo, nella notte del 26 gennaio: la guida della destra italiana, il patto tra i sovranisti e i moderati, come accaduto in Inghilterra con Boris Johnson. Era la premessa per andare alle elezioni anticipate, puntare tutto sulla spallata emiliana. La destra italiana, invece, resta forte, fortissima. Nella regione rossa per eccellenza un elettore su tre ha votato per un partito il cui leader scampanella al citofono per cacciare una famiglia senza nessuna prova, la Lega si batte per restare il primo partito e lo è in molte province.
Non è sconfitta in Italia, certo. Ma questa destra che ha il vento alle spalle è per fortuna guidata da un leader mediocre, insicuro, spaventato dal suo stesso successo, come lo avevo visto a Modena, due settimane fa, durante un comizio nella nebbia. Un leader a suo agio in mezzo alla folla dei seguaci e dei passanti a caccia di un selfie, ma in difficoltà a esprimere uno straccio di programma di governo. Carico di voti, ma destinato a infrangersi contro il limite più invalicabile e sorprendente: se stesso.
Per di più, in questa notte e in questa regione subisce la beffa più atroce. Ha mancato l’obiettivo di costruire il nuovo partitone dei moderati, ma in compenso ha il merito di aver lanciato il polo avversario. Quel raggruppamento formato dal vecchio Pd e da una lista di sinistra che da’ qualche segno di vita, e dai veri vincitori della serata: il presidente uscente Stefano Bonaccini e il nuovo movimento delle Sardine.
Esulta Nicola Zingaretti, generale fortunato. Per lui la prima vittoria da rivendicare, a un passo dal baratro. Il suo partito ha combattuto sul territorio, senza nessun sostegno particolare della segreteria nazionale. Ha avuto ragione la strategia dell’invisibilità di Zingaretti, contrapposta a quella dell’onnipresenza di Salvini. Ma ora la tentazione di trasformare l’Emilia in un laboratorio nazionale diventerà irresistibile. Anche perché una delle incognite dell’equazione estiva che portò alla nascita del governo Conte due è stata sciolta dagli elettori: non ci sarà alleanza strategica Pd- M5S perché il movimento di Casaleggio di fatto non c’è più, gli elettori lo hanno quasi cancellato dalle mappe in Emilia Romagna e in Calabria. Non c’è di conseguenza nel Paese la maggioranza parlamentare che regge il governo Conte. Da domani, in ogni caso, si balla. E spetta al vincitore Zingaretti decidere quale sarà la musica.
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Si può continuare fino all’estenuazione. Abbarbicati a Conte, punto di riferimento dei progressisti, come lo ha chiamato il segretario del Pd. Oppure prendere coraggio, cogliere quello che Zingaretti ha definito “uno spiraglio” per costruire l’alternativa alla destra. Con le Sardine, un inedito movimento di popolo anti-populista, per di più di ispirazione giovanile. E con quelle energie nuove del partito che Zingaretti aveva promesso di voler coinvolgere e che invece sono state finora mortificate, a partire da dirigenti e amministratori che combattono sul fronte a mani nude. Con la definizione di un progetto che non sia una pura elencazione di priorità, più determinato, ad esempio sui decreti sicurezza. Con un’organizzazione diversa, come promesso prima del voto. E con una legge elettorale che metta gli elettori italiani nelle condizioni di scegliere tra destra e sinistra, come è successo agli emiliani romagnoli. Altrimenti, digerito il voto, la maggioranza tornerà a dividersi e a tirare a campare. Prigioniera di cespugli e partitini, di ricatti e di tattiche di corto respiro.
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Alle due di notte Bonaccini parla di un nuovo campo di progressisti e riformisti, si candida quasi a guidarlo. Per lui è l’alba di una leadership nazionale. Per le Sardine è l’inizio di un cammino luminoso: l’Italia disegnata da Makkox sull’ultima copertina dell’Espresso esce dalla bolla, almeno un pochino. Il Movimento 5 Stelle vi entra, Luigi Di Maio attende, i gruppi parlamentari rischiano il big bang. Ma per Salvini è buonanotte, notte fonda, almeno per oggi. Domani si vedrà.

05 – Inquietante, GERMANIA, OLTRE 500 ESTREMISTI DI DESTRA ATTIVI NELL’ESERCITO BUNDESWEHR. ALTRETTANTI I CASI CORRISPONDENTI AI FASCICOLI D’INDAGINE APERTI DAL «MILITÄRISCHER ABSCHIRMDIENST» («MAD»): IL SERVIZIO DI INTELLIGENCE MILITARE CHE HA SETTACCIATO COMANDI, CASERME E CENTRI DI ADDESTRAMENTO. VANNO AD AGGIUNGERSI AI 360 SOSPETTI INDIVIDUATI NEL 2019. INOLTRE È STATO SCIOLTO IL GRUPPO NEONAZI COMBAT 18 ( di Sebastiano Canetta)

Oltre mezzo migliaio di sospetti nazisti nelle forze armate tedesche: il più alto numero di soldati connessi con l’ultra-destra eversiva da quando l’esercito federale non si chiama più Wehrmacht.
Un dossier inquietante; piomba sul tavolo della ministra della Difesa Annegret Kramp-Karrenbauer (segretaria della Cdu) giusto tre giorni dopo la messa al bando del gruppo neonazi «Combat 18» da parte del ministro dell’Interno Horst Seehofer.
Ufficialmente, sono ben 550 i casi corrispondenti ai fascicoli d’indagine aperti dal «Militärischer Abschirmdienst» («Mad»): il servizio di intelligence militare che ha setacciato comandi, caserme e centri di addestramento della Bundeswehr in tutta la Germania. Vanno ad aggiungersi ai 360 sospetti individuati nel 2019, e ai 14 procedimenti che si sono conclusi con la prova del pieno coinvolgimento degli uomini in divisa nelle attività dell’estrema destra.
Lo ha confermato alla stampa ieri a Berlino Christof Gramm, numero uno del «Mad», specificando che oltre le centinaia di casi di soldati filo-nazisti «ci sono altri 40 militari che hanno dimostrato di non essere fedeli ai valori della Costituzione». Tra le unità operative nel mirino spicca la «Ksk»: il reparto d’elite dell’esercito dove risulterebbero incistati almeno 20 estremisti di destra.
Un verminaio colore verde-oliva, non più limitato al celebre caso del «tenente Franco A.» che secondo il «Mad» aveva costruito un vero e proprio «esercito ombra» dentro la Bundeswehr. «È stato l’allarme che ha dato il via alle indagini», spiega Gramm, prima della dichiarazione di guerra ai militari collegati a gruppi che «hanno l’obiettivo di sovvertire lo Stato». A partire dai centri di arruolamento: negli ultimi 12 mesi 21 reclute non hanno superato la selezione per il loro passato, o peggio presente, nell’orbita dell’estremismo nero.

06 – SCHIRÒ (PD) – L’ESENZIONE DALL’IMU DEVE ESSERE RIPRISTINATA PER I NOSTRI CONNAZIONALI: LA MIA INTERROGAZIONE AL GOVERNO . La legge di Bilancio per il 2020 ha riformulato tutta la normativa relativa alle imposte immobiliari ed ha eliminato la norma che prevedeva l’esenzione dall’IMU e la riduzione di due terzi della Tari per i pensionati italiani residenti all’estero e proprietari di abitazione in Italia. – ROMA, 29 GENNAIO 2020

A partire quindi dal 2020 i nostri connazionali, anche se pensionati, dovranno pagare IMU (la Tasi è stata abolita) e Tari.
Tale gravosa decisione è stata presa dal Governo italiano al fine di evitare il deferimento alla Corte di Giustizia europea da parte della Commissione europea che aveva inviato all’Italia una lettera di costituzione in mora.

L’Italia infatti era stata accusata dalla Commissione di aver violato il diritto europeo in materia di non discriminazione per aver introdotto e mantenuto condizioni più favorevoli per gli iscritti all’Aire in materia di imposte immobiliari. Ciò perché la legge che aveva istituito le agevolazioni fiscali si applicava solo ed esclusivamente ai cittadini italiani iscritti all’Aire ed escludeva esplicitamente i cittadini europei di altra nazionalità europea proprietari di casa in Italia (i quali secondo il diritto europeo avrebbero invece dovuto ricevere lo stesso trattamento).

L’eliminazione della norma agevolativa ha ovviamente colpito di riflesso anche i pensionati italiani residenti in Paesi extracomunitari. Siccome ritengo ingiusto che i nostri connazionali pensionati residenti all’estero i quali per 5 anni non hanno pagato le imposte immobiliari (grazie ad una legge introdotta nel 2014 dal Partito Democratico) sulla loro casa in Italia debbano ora improvvisamente pagare IMU e Tari, ho presentato una interrogazione al Governo (Ministero dell’Economia e delle Finanze).

Nell’interrogazione, sottoscritta anche dalla deputata PD Francesca La Marca, dopo aver rilevato che l’eliminazione delle esenzioni, oltre che ad essere ingiusta, rischia di spezzare un legame importante con i nostri connazionali che proprio attraverso la casa hanno sempre mantenuto e consolidato i loro rapporti affettivi ed economici con la terra di origine, ho chiesto al Governo di reintrodurre le agevolazioni fiscali immobiliari a favore degli italiani residenti all’estero introducendo una nuova legge che sia strutturata e definita in modo tale che non debba comportare una violazione delle norme del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea che vietano discriminazioni basate sulla cittadinanza. Auspico che il Governo percepisca l’importanza umana e politica della mia iniziativa e trovi quindi una soluzione adeguata al più presto per venire incontro alle pressanti e giuste richieste delle nostre collettività che ritengono che lo Stato italiano sia ora venuto meno ad un impegno di riconoscenza e solidarietà nei loro confronti.
Angela Schirò
Deputata PD – Rip. Europa –

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