Il problema dell’IMU per i pensionati recentemente emigrati: una questione da risolvere rapidamente.


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Franco Di Giangirolamo (Filef Berlino) ha inviato alle commissioni Finanze e Bilancio di Camera e Senato (presidenti, vicepresidenti e segretari) il documento che segue su un tema ancora non compiutamente conosciuto nelle sue conseguenze: l’IMU sulla “seconda casa” dovuta da pensionati italiani all’estero che percepiscono la pensione maturata in Italia (si tratta di casi che riguardano quella parte di nuova emigrazione costituita appunto da pensionati a seguito di coniugi o figli che lavorano all’estero, che gli ultimi dati Istat, ricordati nel recente Rapporto Italiani all’Estero di Migrantes, indicano in consistente aumento). Il Cgie ne ha discusso in alcune occasioni negli scorsi anni, ma, alla luce dell’evoluzione dei nuovi flussi, che comprende anche molti pensionati in situazioni analoghe a quella presentata, è opportuno un serio approfondimento, visto che la norma in vigore implica, a detta di tutti, una manifesta ingiustizia.

Di seguito pubblichiamo anche un articolo di Di Giangirolamo, pubblicato sulla rivista Argentovivo, in cui sono esplicitate le evidenti incongruenze della norma in vigore, e la precedente lettera inviata lo scorso anno ai parlamentari.

 


 

Alle Commissioni Finanze e Bilancio di Camera e Senato

Nota su IMU seconda casa dovuta da pensionati italiani all’estero.

Nella scorsa legislatura venne votato un provvedimento (Decreto Legge n. 47 del 2014)  che introduceva l’esenzione IMU per i cittadini italiani residenti all’estero ed iscritti all’AIRE, già pensionati nei rispettivi paesi di residenza. Il Decreto, oltre a commettere la grave ingiustizia di estendere a tutti l’esenzione, senza tenere conto nè del reddito nè delle proprietà possedute dai pensionati all’estero, escludeva i pensionati titolari di pensione maturata anche qui (in Italia), a prescindere dalle condizioni concrete. (nel mio caso, per fare un esempio, che sono dovuto emigrare per problemi di lavoro della moglie, che posseggo un solo appartamento in Italia, dove vive peraltro  uno dei nostri figli, che all’estero pago un affitto, che pago completamente  le tasse sulla pensione in Italia, mi vedo costretto  a pagare l’IMU sulla seconda casa (che non ho), per un importo annuo di 1.400 euro, che non è proprio uno scherzo).

La discriminazione era tanto palese che perfino i  promotori del provvedimento, sollecitati da molti italiani emigrati, hanno dovuto avanzare proposte di legge per modificarlo, senza tuttavia riuscirci.

Inutile evidenziare che si tratta non solo di una incomprensibile e immotivata discriminazione, ma di una pura e semplice vessazione.

Ho già interessato in passato le Commissioni parlamentari competenti per porre la questione all’ordine del giorno, ma, benché la questione riguardi un notevole numero di persone, non sono state prese in considerazione.

Pertanto, vi propongo di prendere in esame il problema che, vi rassicuro, non è di difficile soluzione e che renderebbe giustizia a tanti cittadini italiani costretti ad emigrare per motivi di lavoro (del coniuge nel mio caso personale), per ricongiungimenti familiari, spesso motivati da problemi di salute propri e dei propri figli e nipoti emigrati, che sono molto numerosi, come testimoniano i dati dell’INPS.

Sono certo di poter contare sul vostro impegno per porre rimedio a questa „stortura“ del tutto immotivata e iniqua contro la quale mi batto da due anni purtroppo senza risultati apprezzabili.

Resto a disposizione per eventuali approfondimenti e vi auguro buon lavoro

 

 

Franco Di Giangirolamo

Andreasstrasse, 22 -10243 Berlin                                        Berlin, 31 ottobre 2018

 


 

“Siamo soffocati da leggi scritte con i piedi e una in più non fa meraviglia! Ma qualcuna più pedestre di altre si trova sempre. Quella che riguarda l’esonero dall’IMU sulla prima casa dei pensionati all’estero merita attenzione perchè condensa in poche parole ben tre livelli di iniquità.

Esonera tutti gli italiani emigrati con pensione estera, indipendentemente dal loro livello di reddito e di ricchezza, dal pagamento dell’IMU seconda casa per l’appartamento italiano eventualmente posseduto.

Impone il pagamento dell’IMU seconda casa a tutti gli italiani emigrati con pensione italiana, proprietari di un solo alloggio, impedendogli anche di godere dei benefici fiscali sugli interessi dell’eventuale mutuo e sulle spese per ristrutturazione.

Impone identica vessazione sia a coloro che pagano le tasse all’estero, sia a coloro che pagano le tasse in Italia.

 

Quindi:

– analogo trattamento per emigrati ricchi, che potrebbero benissimo pagare l’IMU seconda casa, e per emigrati poveri, che giustamente ne debbono essere esonerati,

– trattamento immotivatamente discriminatorio tra emigrati con pensione estera e con pensione italiana,

– nessuna discriminazione tra emigrati che pagano le tasse all’estero e quelli che le pagano in Italia. Un capolavoro di  contraddizioni.

In pratica, un mio amico emigrato, che ha tre appartamenti in Germania e possiede una villa in Italia e che paga le tasse all’estero, non paga un euro di imposta in Italia, mentre il sottoscritto, che ha un solo appartamento in Italia (in Germania vivo in affitto), peraltro gravato da mutuo, dove vivono i suoi figli, che paga le tasse in Italia, soggiace all’IMU seconda casa e agli altri  balzelli fiscali.

Le istituzioni (dal Comune al Ministero delle finanze e bilancio), interpellate sia per conoscere la ratio della norma, che per porre rimedio al mal fatto, non hanno avuto la decenza di rispondere a nessun quesito, credo sia per mancanza di argomenti validi che per il logoramento ormai quasi irrimediabile del rapporto tra cittadini e loro rappresentanze. Due soli parlamentari, eletti all’estero, che hanno votato la norma, mi hanno risposto dandomi completamente ragione ma sostenendo che per „motivi economici“ una modifica è improbabile. Una beffa aggiunta al danno!!!

Forse si sono voluti colpire i pensionati italiani che emigrano? Ma allora perchè premiare emigrati ricchi che mai hanno contribuito al fisco italiano? Si vogliono penalizzare coloro che vanno nei paradisi fiscali? Allora perchè trattare allo stesso modo i fiscalmente fedeli e gli infedeli? Eppoi perchè colpevolizzare tutti i pensionati che emigrano, visto che la stragrandissima maggioranza di loro si muove per motivi assai poco speculativi, come si può rilevare dai dati ufficiali dell’INPS, ma per necessità familiari e personali, spesso anche gravi? Arriveremo al punto che al momento del rilascio del certificato di pensione si dovrà consegnare il passaporto? Naturalmente se non si è milionari.

Di fronte a questo  e altri non pochi obbrobri (penso alla doppia tassazione dei pensionati ex Inpdap, alla non trasferibilità dei diritti legati alla residenza, etc),  che pesano più per la loro vessatoria ingiustizia che per l’aspetto economico, la ribellione è doverosa, anche se difficile, visto che riguarda italiani sparsi per il mondo, dei quali ci si interessa molto solo in occasione delle elezioni politiche.

Muoversi, dunque, come interessati in primis (e ci stiamo organizzando), chiedendo anche alle organizzazioni sindacali di esprimere un giudizio politico e di farlo valere laddove operano i loro rappresentanti e a tutti gli organi di tutela di pronunciarsi esplicitamente anche supportando azioni legali e utilizzando tutti i possibili mezzi per „fare giustizia“. Perchè di questo si tratta!!! Nel paese, è vero e noto, si vivono altre e ben più gravi ingiustizie, ma questo non può essere un alibi per chiudere gli occhi e far finta di niente!!!!

Franco Di Giangirolamo

fdigiang@yahoo.it

 


 

LETTERA   APERTA   AI   PARLAMENTARI   ELETTI   ALL´ESTERO

RIPARTIZIONE EUROPA

 

 

Oggetto: IMU seconda casa (L. 80/2014, art. 9 bis)

 

Egg. Onorevoli,

mi permetto di sottoporre alla vostra attenzione (per alcuni di voi per l’ennesima volta) la incomprensibile discriminazione fiscale che la legge di cui sopra opera tra pensionati italiani emigrati, oltretutto a svantaggio di chi è fiscalmente fedele allo Stato Italiano.

La norma, la cui ratio vorrei comprendere e che fino ad oggi nessuna autorità mi ha declinato, è scritta in modo tale per cui un cittadino pensionato in Italia, che emigra all’estero e ivi vive in affitto (iscritto regolarmente all’Aire), che paga le tasse in Italia e che è proprietario di un solo alloggio situato in patria, deve corrispondere al Comune di ex residenza l’ IMU seconda casa, mentre un cittadino italiano, emigrato e pensionato all’estero, che paga le tasse all’estero e che ha un alloggio in Italia, viene esonerato dal pagamento dell’IMU.

Dalla assoluta indifferenza dimostrata da tutte le autorità cui fino ad ora mi sono rivolto e dall’imbarazzo mostrato nel fornire una qualsiasi spiegazione ad un cittadino con la fedina penale intonsa e che ha pagato le tasse fino all’ultimo centesimo per tutta la vita, credo di capire che gli estensori della norma e coloro che l’hanno votata non abbiano tenuto conto minimamente della eventualità del caso che vi sottopongo, altrimenti avrebbero proceduto ad una diversa formulazione.

E’ con questo ottimismo cui non voglio rinunciare e rinnovando la mia fiducia nelle istituzioni, francamente un poco logorata da questa vicenda, che rinnovo la mia richiesta a voi che siete stati eletti all’ estero, affinché rispondiate a due quesiti:

  • esiste una ragione per la quale si possa definire equa la norma in questione? Se sì, qualcuno potrebbe spiegarmela al fine di convincermi che ho torto?
  • Se condividete le valutazioni del sottoscritto, intendete porre mano al problema, oppure no?

Sono certo del vostro interessamento e vi ringrazio in anticipo per la sensibilità politica che non mancherete di dimostrare, augurandovi buon lavoro e restando a vostra disposizione per ogni chiarimento.

 

Franco Di Giangirolamo

Andreasstrasse, 22 – 10243  Berlin.                                   Berlin, 04/04/2017

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