Era nato nel 1946 a Montefiore, un paesino della provincia di Rimini, all’estremo sud della Emilia-Romagna. Da lì, Guglielmo Grossi, se n’era andato, non appena terminata la scuola dell’obbligo e dopo aver compiuto i 16 anni – età in cui poteva ottenere un contratto di lavoro -, per raggiungere i genitori e il fratello Cesare che erano emigrati in Svizzera già da alcuni anni.
Delle sue origini non ha mai perso l’inflessione riconoscibile della parlata romagnola e ha mantenuto viva un’incrollabile fede antifascista nata e alimentata dai racconti del nonno e del padre.
In Svizzera, non perde tempo: segue corsi di tedesco e di formazione professionale. Le prime esperienze lavorative le vive in fabbrica come tornitore diplomato. In seguito, costretto per ragioni di salute a lasciare quella professione, accetta un incarico come traduttore e correttore di bozze per un editore della Svizzera italiana. Infine, tornerà nella Svizzera tedesca, come redattore in un noto settimanale della comunità italiana.
La svolta nella sua vita privata e professionale è segnata, nel 1972, dall’incontro con Leonardo Zanier, che all’epoca era presidente della Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera (FCLIS).
È sulla scorta di quell’incontro che Guglielmo, alcuni anni dopo, verrà chiamato dallo stesso Zanier a sostituirlo come responsabile dell’Ecap di Zurigo, l’ente di formazione professionale che nel frattempo era nato su stimolo delle Colonie libere e grazie al sostegno determinante della CGIL.
Guglielmo si calerà con preoccupazione e convinzione in questo ruolo, consapevole di quanto la formazione sia determinante in qualsiasi processo di emancipazione sociale.
Sarà poi con lo stesso spirito, orientato a favorire i processi di integrazione delle lavoratrici e dei lavoratori emigrati in Svizzera, che Guglielmo Grossi, nel 1982, verrà eletto Presidente della Federazione delle Colonie Libere Italiane in Svizzera. Incarico che manterrà fino al 1993, emergendo fra i più tenaci protagonisti delle battaglie per i diritti degli stranieri in Svizzera – compreso quello del voto a livello locale e quello di cittadinanza – e per il riconoscimento di organismi di rappresentanza degli italiani all’estero quali i CoEmIt (oggi diventati ComItEs) e il CGIE (il Consiglio generale degli italiani all’estero) di cui ha fatto parte nella prima consigliatura.
Terminata l’esperienza della Presidenza della FCLIS, con cui ha mantenuto costante uno stretto rapporto con gli organismi direttivi, Guglielmo Grossi ha continuato il suo impegno a favore delle lavoratrici e dei lavoratori nell’ambito dell’Unione Sindacale Svizzera: dapprima a Winterthur, in quello che all’epoca si chiamava Sindacato edilizia e legno (SEL) e poi a Berna, nel nuovo sindacato UNIA, nato dalla fusione del sindacato dei metalmeccanici con quello degli edili.
A Berna, dove infine aveva trasferito la sua residenza, Guglielmo si è fatto apprezzare anche come politico locale entrando nel Consiglio comunale cittadino.
Nella capitale elvetica Guglielmo Grossi si è spento lo scorso fine settimana.
Ai suoi figli, all’anziana madre, ormai più che centenaria, a tutti i suoi famigliari, va il pensiero commosso e grato della Federazione delle Colonie libere Italiane in Svizzera.
Fonte immagine: workzeitung.ch
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