CGIE: Rispondere ai bisogni di un’emigrazione che cambia. La II Commissione presenta il programma operativo

Rispondere ai bisogni sempre più complessi e specifici dell’emigrazione italiana, affrontare le sfide legate ai nuovi flussi migratori e fornire supporto qualificato e adeguato all’attuale realtà della nostra diaspora. Questo, in estrema sintesi, è quanto la Commissione II del CGIE – Sicurezza e tutela sociale, ha presentato nel suo programma operativo, focalizzato in primis su un monitoraggio accurato dei bisogni emergenti dei migranti italiani, che ormai rappresentano una realtà composita e articolata.
L’immagine dell’emigrante, infatti, è cambiata radicalmente rispetto agli stereotipi del passato: oggi si tratta di giovani, studenti, lavoratori, famiglie e pensionati che si trasferiscono all’estero per motivi sempre più diversificati e specifici. La maggior parte degli emigranti – rivela un recente studio della Fondazione Migrantes – ha come ultima residenza una regione del Nord Italia, con un aumento dell’emigrazione e un’evoluzione delle motivazioni che la spingono, il che comporta la necessità di fornire un supporto mirato e qualificato.
La Commissione ha dunque espresso l’auspicio che si attuino politiche in grado di trattenere o riportare in patria i giovani talenti senza disperderne le competenze, “ma qui il tema diventa squisitamente politico – sottolinea Maria Candida Imburgia, Presidente della II Commissione tematica, illustrando la relazione – e, al riguardo, il CGIE può solo avanzare idee e proposte”.

La Commissione ha dunque riconosciuto anche l’importanza di monitorare le esigenze di coloro che, dopo un periodo all’estero, decidono di tornare in Italia. Il fenomeno del ritorno è in crescita e comporta sfide uniche che richiedono attenzione e supporto specifico.

La Commissione del CGIE ha quindi voluto evidenziare come le donne oggi emigrino principalmente per migliorare le loro condizioni economiche e perseguire carriere professionali più gratificanti, non più per motivi di ricongiungimento familiare. Questo cambiamento riflette una loro crescente indipendenza e determinazione. Occorre inoltre rispondere alle necessità della vecchia emigrazione e dei pensionati che si trasferiscono all’estero per motivi economici, fiscali o familiari. L’assistenza a queste categorie richiede un approccio dedicato per garantire che ricevano il supporto di cui hanno bisogno.

Un’area in cui è particolarmente urgente intervenire, secondo la Commissione, è quella sanitaria: è necessario avviare una ricerca approfondita sui problemi riscontrati dai connazionali all’estero prendendo in considerazione gli accordi, i rapporti con le ASL, le procedure e le specificità dei vari Paesi. L’obiettivo è fornire un’informazione più puntuale ed efficace, e sviluppare soluzioni in collaborazione con gli interlocutori istituzionali competenti.
Anche il fronte previdenziale presenta molte criticità irrisolte, secondo la Commissione: vanno chiarite e migliorate le procedure per la reversibilità agli orfani, il riscatto dei contributi per gli italiani del Venezuela, l’assegno unico per i residenti all’estero e le convenzioni bilaterali da aggiornare.

Una questione particolarmente problematica è rappresentata anche dall’impossibilità di utilizzare lo SPID per chi non possiede più un documento italiano, cosa che complica i rapporti tra i connazionali all’estero e le istituzioni nazionali.

La Commissione si è quindi impegnata a rappresentare queste problematiche ai decisori e a sollecitare soluzioni praticabili. Allo scopo anche di aumentare la collaborazione tra il MAECI e i patronati che resta un tema di grande rilevanza poiché definire e regolamentare questa sinergia potrebbe comportare benefici significativi per i connazionali all’estero. “Ci attendono impegni decisivi – conclude Imburgia – che affronteremo con il consueto spirito di dedizione e rispetto nei confronti della nostra comunità oltre confine, proponendo soluzioni innovative e mirate”.

 

FONTE: aise.it

 

 

 

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