Nursing Up, in Germania gli infermieri italiani sono valorizzati. Tra 300 e 500 infermieri ogni anno lasciano la nostra sanità per quella tedesca

Foto di Dmitriy Gutarev da Pixabay

Nursing Up, in Germania gli infermieri italiani sono valorizzati

Tra 300 e 500 infermieri ogni anno lasciano la nostra sanità per quella tedesca. In 4mila dal 2013 a oggi sono approdati in città come Stoccarda, Berlino e Monaco. Oltre la metà non fa più ritorno nel nostro Paese. La sanità pubblica tedesca da anni seleziona e sceglie i nostri infermieri, considerati in assoluto l’eccellenza europea.
Sono questi alcuni dei dati emersi dall’inchiesta esclusiva di Nursing Up su come vivono gli infermieri italiani in Germania.

La Germania è il primo Paese in assoluto che assume professionisti di casa nostra. I numeri e i dati dell’indagine Nursing Up arrivano dal progetto “Germitalia”, collegato con il Ministero della Salute pubblica tedesca. Germitalia opera per conto della Internationaler Bund, uno dei maggiori enti di formazione-lavoro tedesco.

L’inchiesta porta alla luce quella che si può definire come una “nuova emigrazione” legata proprio al filone dei professionisti della sanità. “I responsabili di Germitalia ci hanno raccontato per filo e per segno come vive oggi un giovane professionista italiano assunto dalla sanità pubblica tedesca, che presenta una carenza di infermieri che nel 2035 potrebbe superare le 200mila unità – spiega in una nota Antonio De Palma, Presidente nazionale Nursing Up – La campagna di reclutamento di professionisti europei è quindi una costante, e al primo posto nelle selezioni ci sono i nostri professionisti, il cui percorso di studi è considerato di gran lunga superiore a quello di un infermiere tedesco. Anche altri Paesi europei vivono la piaga della carenza di personale, con l’unica grande differenza che gli ospedali tedeschi sono perle di organizzazione e di rinnovamento strutturale e che gli stipendi degli infermieri sono ben altra cosa rispetto ai nostri“.

Dopo aver superato la selezione di assunzione l’infermiere italiano viene proiettato in percorsi di full immersion linguistici che durano 4-5 mesi. Prima di tutto il professionista deve arrivare a una conoscenza reale del tedesco, con un livello base di tedesco B1, indispensabile per lavorare. Solo così il professionista potrà iniziare a stare a contatto con i pazienti: “Quasi tutti ce la fanno, perché vengono messi nella condizione di farlo con corsi intensivi di 8 ore al giorno – prosegue De Palma – Raggiunto poi il livello linguistico successivo, il B2, si ottiene uno stipendio base di 2.300 euro netti, escluse premialità e straordinari“.

In Regioni come il Baden-Wurttemberg, intorno alla capitale Stoccarda, si contano circa 15 grandi ospedali con enorme presenza di infermieri italiani. Il costo della vita non è altissimo, non certo più alto di città come Milano o Roma, prosegue il comunicato di Nursing Up. I contratti di assunzione sono gestiti direttamente dalle aziende sanitarie tedesche, che mettono a disposizione anche monolocali convenzionati, arredati di tutto, a 500 euro mensili comprensivi di utenze. “Ci pare chiaro, quindi, che l’infermiere italiano che oggi lavora ad esempio negli ospedali pubblici intorno a Stoccarda, non vive certo una condizione di disagio economico. Nei primi mesi il programma Germitalia sostiene i nostri giovani in tutto: fino all’assunzione con primo contratto intermedio (legato al raggiungimento del livello base di tedesco, ovvero B1), per arrivare a quello di massima responsabilità (livello tedesco B2), i nostri professionisti hanno anche un supporto di alloggio gratuito e il corso di lingua è totalmente a spese della sanità tedesca, che non ha nessuna intenzione di lasciarsi scappare l’infermiere italiano, quindi oltre il 90% supera gli iter linguistici perché è stato selezionato per far parte del sistema e per essere messo nella migliore condizione possibile per lavorare ed essere da subito di supporto ai pazienti”.

“Ci pare evidente – osserva De Palma – che esiste oggi un abisso di differenza con quanto accade in Italia, come ad esempio di recente in Lombardia, dove nelle province di Varese e Como sono arrivati giovani infermieri sudamericani. Ci risulta che la maggior parte di essi siano totalmente a digiuno di italiano ma che presto cominceranno a lavorare, e che non esisterebbe un programma ufficiale di formazione linguistica previsto dalla Regione. Peruviani, colombiani, argentini starebbero provvedendo, ci raccontano i cronisti locali, in modo autonomo e con diverse modalità, per imparare la nostra lingua, anche se dallo spagnolo è certamente più semplice arrivare all’italiano, rispetto ad imparare un tedesco da zero. Ma nel frattempo ci risulta che alcuni di loro hanno già cominciato a lavorare tra sanità pubblica e privata lombarda. In Germania, invece, il percorso di lingua tedesca per i nostri infermieri è direttamente gestito da professionisti madrelingua. Nessun professionista italiano sarà mai gettato allo sbaraglio per tappare le falle della carenza di personale, perché senza le dovute conoscenze linguistiche diventa impossibile costruire un rapporto con i pazienti e con il resto dello staff sanitario. Oltre naturalmente alle retribuzioni economiche, di fatto molto lontane dalle nostre”, conclude De Palma.

 

 

FONTE: https://trendsanita.it/nursing-up-in-germania-gli-infermieri-italiani-sono-valorizzati/

 

 

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