120 anni della Federazione Giovanile Socialista: il messaggio di Rino Giuliani (Ist. F. Santi)

Firenze Sala delle Leopoldine Celebrazione dei 120 anni della Federazione giovanile socialista

Rino Giuliani -Direzione nazionale dell’Istituto Fernando Santi .

“Ringrazio la Federazione giovanile socialista per l’invito alle celebrazioni della costituzione della FGS.
Siamo qui perché le ricorrenze importanti è giusto festeggiarle insieme, in famiglia.
Per questo proverò a non fare un saluto formale.
I giovani socialisti nel ciclo delle generazioni che si sono succedute, per lungo tempo, sono sempre stati parte importante del rinnovamento del partito, sensori e tramiti dei cambiamenti che ogni generazione rivendica nei tempi che mutano.
Istanze di rinnovamento quelle delle nuove generazioni dei socialisti che si è sempre cercato di introdurre proseguendo lungo la strada maestra dei valori e dei principi del socialismo italiano.
Il protagonismo della FGS, al centro e localmente ha spesso prodotto una valorizzazione importante dell’organizzazione e della presenza nelle istituzioni, in quelle locali in specie . Una storia durata per tutto il ‘900 .
Si entrava nella “stanza dei bottoni” per usare una espressione di Pietro Nenni, per cambiare e non per stabilizzare l’esistente in nome di una astratta governabilità.
Siamo qui per un ideale filo rosso che l’Istituto Fernando Santi tiene con la FGS.
Fernando Santi aveva soltanto 15 anni quando aderì al Partito socialista, iscrivendosi alla sezione degli adulti, perché i giovani della zona erano quasi tutti al fronte.
In quel periodo maturò una totale avversione alla guerra, che lo accompagnò sino al conflitto nel Vietnam.
A guerra finita il giovane Fernando Santi poté finalmente iscriversi alla Federazione giovanile, di cui diventa segretario a Parma e membro del Comitato centrale nazionale.
Con la fine degli anni ’90 quando le organizzazioni sociali dei socialisti venivano colpite o silenziate diversi, legittimamente scelsero percorsi personali, individuali. Successe in tanti ambiti , in tante situazioni con scelte che hanno diviso una comunità di destino.
E’ alla FGS, allora con segretario Gianluca Quadrana, che chiedemmo la disponibilità di giovani compagni che sono ancora con noi e che colmarono vuoti e contribuirono a far riprendere l’Istituto Fernando Santi, in un percorso tutto in salita, il ruolo che ha nelle vicende dell’emigrazione italiana e dei migranti in Italia.
In un nuovo ciclo della vita politica e sociale italiana, oggi che la nostra organizzazione ha raggiunto il suo 53 anno di vita, resta quella che è stata, una organizzazione di cultura politica socialista che opera in autonomia dalle forze politiche.
La condizione transeunte, quella giovanile, incrocia temi che sono stati propri dei socialisti e della sinistra politica e sindacale in Italia ed in Europa.
Temi scritti nella nostra Costituzione, come quello del diritto al lavoro che nello schieramento politico non trova rappresentanza adeguata e che sempre più spesso viene affrontato dentro l’ottica del mero consenso elettorale.
I socialisti hanno sempre voluto rappresentare il mondo del lavoro, quello che non c’è e quello che c’è e che va difeso.
Quella rappresentanza politica che già Craxi ridefiniva come quella di “coloro che vivono del proprio lavoro” intendendo con ciò non solo il mondo del lavoro subordinato pubblico e privato ma quello molto frammentato e sempre meno tutelato che ancor più oggi è rappresentato dal mondo dei giovani, da figure nuove professionali, da quelli con i contratti più vari e che sono privi di rappresentanza, che sono soli di fronte ai loro datori di lavoro spesso anonimi cui li collega solo lo scambio di email. Persone che sempre più spesso si autorganizzano o sono organizzati dal sindacato come nel caso di Amazon e Eataly. Dai lavoratori in somministrazione, alle partite Iva, a quelli a tempo definito, dai riders, ai lavoratori delle cooperative.
Se fossi richiesto di un consiglio direi di stare sempre all’ascolto di quello che avviene nella vita reale, nella condizione materiale delle persone per apprendere e rappresentare al meglio, per citare Riccardo Lombardi, “coloro che restano indietro” sul terreno dell’eguaglianza. Scegliendo noi il campo in cui stare.
Diceva Pietro Nenni “Meglio sbagliare stando dalla parte dei lavoratori che aver ragione contro di essi.”
C’è un mondo di giovani che vivono precarietà, frammentazione contrattuale e del mercato del lavoro e c’è una organizzazione nei posti di lavoro dove i diritti e le tutele volute da Giacomo Brodolini con lo Statuto sono state gravemente ridimensionate dai decreti post job act e dove il giusto equilibrio fra tutela di legge, tutela contrattuale nazionale e ruolo della rappresentanza sindacale sul posto di lavoro, l’equilibrato bilanciamento del potere in più ambiti esercitato dell’impresa oggi andrebbe con forza rivendicato.
Dobbiamo recuperare e adeguare legislativamente alle tante tipologie di lavoro come oggi esistenti, l’insieme delle garanzie che dobbiamo allo Statuto di Giacomo Brodolini.
Troppi giovani , spesso cadendo dalla padella nella brace lasciano l’Italia perché il lavoro manca o è un lavoro senza certezze e tutele.
Io penso che se si vuole sostenere le nuove generazioni ci si deve impegnare ad unificare quanto coscientemente si è voluto frantumare dando forza a processi di riforma strutturale in grado di consentire di superare precarietà, dequalificazione e sottosalari.
I giovani non vanno lasciati soli”.
*A 120 anni dalla fondazione della Federazione dei Giovani Socialisti
Firenze 29 aprile 2023

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