Piano per il Sud: alleanza con emigrati per una “Rete dei talenti”, tra le misure previste

Un’alleanza tra chi è emigrato dal sud e chi al Mezzogiorno vive e produce per promuovere una rete di talenti in grado di diffondere esperienze e conoscenze. È uno degli obiettivi del Piano per il Sud, presentato oggi a Gioia Tauro dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i ministri del Sud e dell’Istruzione Giuseppe Provenzano e Lucia Azzolina. “Negli ultimi quindici anni – si legge nel Piano – il Mezzogiorno ha perso più di 600 mila giovani, più di 240 mila laureati, che si sommano alla comunità straordinaria degli italiani nel mondo. Si tratta di un enorme patrimonio di crescita disperso, che tuttavia non deve considerarsi definitivamente perduto alla causa dello sviluppo dell’area. Molti dei meridionali emigrati, infatti, che hanno acquisito un bagaglio di conoscenze ed esperienze nei diversi contesti nazionali, europei e internazionali ma spesso mantenendo una fitta rete di relazioni con i luoghi di origine, aspettano solo di avere un’occasione per metterlo a disposizione del Sud”.

Bisogna quindi “costruire un’alleanza tra chi è al Sud e chi dal Sud è andato via. La chiave sta nel creare occasioni istituzionali e informali per mettere in relazione chi è emigrato, imparando a muoversi in nuovi contesti, e chi produce innovazione nel Mezzogiorno, e conosce la realtà attuale dei territori – si legge ancora nel testo -. Si è spesso evidenziato come la nuova emigrazione impoverisce il territorio di origine, non riservando nemmeno il prezioso contributo delle rimesse finanziarie, come accadeva in altre epoche storiche. Eppure, le nuove tecnologie digitali consentirebbero ‘ritorni’ ancora più preziosi: le ‘rimesse di conoscenza’, le ‘rimesse di know how’.

Con il Piano Sud 2030 si vuole promuovere la creazione di una ‘Rete dei Talenti per il Sud’, per la diffusione di esperienze, conoscenze e buone pratiche, in particolare nel management pubblico e privato e nei processi di innovazione”. Secondo il Piano la rete di talenti “favorirà il trasferimento di conoscenze e buone pratiche, sfruttando i vantaggi delle reti telematiche e digitali; la diffusione di una cultura delle politiche di innovazione e della nuova imprenditorialità tecnologica; il sostegno a giovani che vogliono restare o ritornare al Sud per dar vita a startup o lavorare in hub di ricerca; l’ingresso dei “talenti” in partnership imprenditoriali innovative”.

L’obiettivo di breve termine – viene specificato nel testo – è “costruire una piattaforma digitale che consenta di interrogare i ‘talenti’, individualmente o in via istituzionale, da parte di amministrazioni, imprese, cittadini impegnati in progetti di innovazione nel Mezzogiorno, con l’organizzazione di meeting periodici e workshop specifici. Nel primo semestre del 2020 sarà organizzato un momento pubblico dedicato alle prospettive di sviluppo del Mezzogiorno, a cui invitare con una call dedicata i primi partecipanti alla rete dei talenti e le imprese del Sud. L’incontro dovrà avviare la costituzione di una rete operativa”. (sip – 14 feb)

PIANO SUD, 123 MILIARDI PER CINQUE MISSIONI

Massimizzare l’impatto delle misure previste nella Legge di Bilancio 2020 per incrementare gli investimenti pubblici nel Mezzogiorno, agendo sul riequilibrio della spesa ordinaria e l’accelerazione della spesa aggiuntiva, sia in termini di competenza che di cassa. E’ l’obiettivo principale del Piano per il Sud presentato oggi dal premier Giuseppe Conte e dal ministro del Sud Giuseppe Provenzano, conseguire mediante il riequilibrio delle risorse ordinarie, con l’effettiva applicazione della clausola del 34%; il recupero della capacità di spesa della politica nazionale di coesione (FSC); il miglioramento dell’attuazione della programmazione dei Fondi Strutturali e di Investimento europei. Ma parte integrante del presente Piano sarà l’attività di nuova programmazione per il periodo 2021-27, delle risorse della politica di coesione nazionale ed europea. L’ammontare complessivo di risorse aggiuntive per il Sud è di circa 123 miliardi di euro. La Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza individua cinque “missioni” nazionali della coesione, in vista della chiusura del negoziato dell’Accordo di Partenariato sul post 2020, oltre che della riprogrammazione del FSC. Le “missioni” sono state ulteriormente definite dal Piano Sud 2030, anche in aderenza con l’Agenda ONU 2030, e sono così articolate:

Un Sud rivolto ai giovani (investire su tutta la filiera dell’istruzione, a partire dalla lotta alla povertà educativa minorile, per rafforzare il capitale umano, ridurre le disuguaglianze e riattivare la mobilità sociale.

Un Sud connesso e inclusivo: (infittire e ammodernare le infrastrutture, materiali e sociali, come fattore di connessione e di inclusione sociale, per spezzare l’isolamento di alcune aree del Mezzogiorno e l’isolamento dei cittadini in condizioni di bisogno).

3)Un Sud per la svolta ecologica: rafforzare gli impegni del Green Deal al Sud e nelle aree interne, per realizzare alcuni obiettivi specifici dell’Agenda ONU 2030 e mitigare i rischi connessi ai cambiamenti climatici.

4)Un Sud frontiera dell’innovazione: supportare il trasferimento tecnologico e il rafforzamento delle reti tra ricerca e impresa, nell’ambito di una nuova strategia di politica industriale.

5)Un Sud aperto al mondo nel Mediterraneo: rafforzare la vocazione internazionale dell’economia e della società meridionale e adottare l’opzione strategica mediterranea, anche mediante il rafforzamento delle Zone Economiche Speciali (ZES) e i programmi di cooperazione allo sviluppo.

FONTE: 9Colonne

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