Focolai di rivolta nel mondo.

di Tonino D’Orazio (14 gennaio 2020)

Il 2020 sarà probabilmente un anno favorevole per le rivoluzioni e le rivolte popolari in oltre 115 paesi in tutto il mondo. Il 2020 sarà l’anno delle rivoluzioni o del manganello. Perché? Cosa succede?

La difficoltà di vivere, in tante situazioni di sopravvivere, è diventata pesante per milioni di individui, direi almeno due miliardi. In occidente gli individui diventano sempre più frustrati, indebitati con lavoretti precari e molti non riescono più a trovare un alloggio di fronte alla bolla speculativa pazza degli immobili. Non riescono più a vestirsi, mangiare, a curarsi, a ripararsi dal freddo. Solo nella UE (Eurostat) 40 milioni di individui vivono senza riscaldamento. Il costo della vita ha raggiunto una soglia in alcuni paesi in cui l’analisi economica razionale non è in grado di spiegare come le persone riescano ancora a cavarsela con un reddito inadeguato, un sistema fiscale pervasivo, sia a monte che a valle, e una struttura economica privata ghiotta e inumana protesa a remunerare un azionariato sempre meno diffuso e oligarchico. La rabbia delle persone è palpabile ovunque. Questi sono tutti fattori favorevoli per i campi di applicazione di una guerra sociale. Spesso è sufficiente un semplice catalizzatore per iniziare una rivolta popolare, la cui intensità varia da paese a paese. Ed è quello che sta succedendo.

I dieci centesimi sulla benzina in Francia sono la goccia che fa scatenare migliaia di Gilets Jaunes con un quaderno di rivendicazioni sociali che diventa successivamente di 30 punti. Nessun altro in occidente può immaginare 40 giorni di sciopero per far recedere una legge governativa infame, con il “guai a chi cede”. In Cile è l’aumento del biglietto dei trasporti che diventa la miccia della rivolta e scatena tutte le richieste sociali perse negli anni. A Hong Kong è addirittura una legge per lo scambio di criminali che viene ritenuta infida e pericolosa per la democrazia. Eppure i rivoltosi sono rappresentati come “manifestanti democratici”. Uccidono, bruciano, picchiano le persone, ma sono sostenuti in Occidente. Lo stesso Brexit sembra dire “ognuno per sé” e si salvi chi può. La lista è lunga e si aggiorna continuamente.

La situazione è presa molto sul serio dalla maggior parte dei governi, tale da aumentare in primis, vedi in tutta Europa, le spese per attrezzature di sicurezza sempre più invasive, per le forze dell’ordine e per sistemi legislativi che inficiano sempre di più le “libertà personali”. Il sistema neoliberista (oggi Pikety parla di “ipercapitalismo”) ha raggiunto i suoi limiti e l’esplosione delle strutture socio-politiche è una contingenza con cui dovrà “adattarsi”. Si adatterà, anche perché non sembrano esserci reali alternative. In genere si adatta con il rinnovato fascismo e nazismo facendoli salire al potere, in molti paesi, a colpi di stato militari (di nuovo il Cile), o “bianchi” (Bolivia e Argentina) o Arancioni, o verdi di primavera in nord Africa o il neocolonialismo in tutta l’Africa nera. Si adatterà e sarà causata da qualsiasi fattore esogeno nel mondo della finanza. Il sistema, suscettibile di provocare una crisi sistemica, sembra aver esaurito tutte le sue risorse, in uno stato di agonia che si avvia a uno sbocco autoritario e ideologico. Basti pensare alla troika di Bruxelles e ai suoi imperativi distruttori dello stato sociale.

La frammentazione del mondo è sorprendente e aumenta nel tempo. Coloro che speravano che Internet migliorasse la situazione hanno commesso un grave errore di calcolo. La “denuncia” è diventata individuale e facilmente circoscritta, se non cancellata. Con la mancanza di conoscenza diffusa, anche la solidarietà generale è scomparsa.

In questo momento, in tutto il mondo, ci sono rivolte e rivoluzioni. In Medio Oriente, America Latina, Hong Kong e Africa. Ma, per esempio, in Libano non si capisce veramente cosa stia succedendo a Hong Kong, in Bolivia, Cile e Colombia. La propaganda occidentale mette tutto in una borsa e gestisce la frammentazione a uso e consumo. Accende per tutti uno spot informativo standardizzato, a tempo, secondo i propri interessi.

A livello macroeconomico, la finanza mondiale è completamente sconvolta da anni di grandi manipolazioni da parte delle banche centrali. Che abbia raggiunto un altro limite non previsto è illustrato dal cosiddetto “tasso interessi negativi”. Affinché vengano garantiti i tuoi soldi in banca sei tu che devi pagare loro gli interessi. E’ un altro modo per accrescere il debito privato, alla fine taglieggiando anche quelli che i soldi ce li hanno. Ma il dato allarmante è quello che indica una vera sfiducia nel sistema.

La recessione globale è caratterizzata da un rallentamento nella maggior parte delle economie, nonostante le statistiche false diramate su una crescita inesistente, mentre un fiume di monete carta straccia promuove l’inflazione e la perdita di posti di lavoro con un vero ritorno alla creazione di posti di lavoro fittizi sempre più temporanei e precari, dappertutto. Con ipotesi produzione 4.0 davvero inquietante. Questo dato non è rassicurante per la stabilità sociale di un gran numero di paesi. Nemmeno l’attacco continuo al sistema pensionistico, e al “gruzzolo” messo da parte da milioni di individui, quelli che hanno potuto, per la vecchiaia.

La distruzione delle economie di molti paesi poveri (o magari ricchi di petrolio o materie prime) e le guerre che hanno affrontato hanno causato grandi flussi migratori verso paesi più stabili, ma la crisi globale rischia di mettere in difficoltà proprio i cosiddetti paesi ricchi. Difficoltà economiche, strutturali e non da meno politico-culturali. In fondo sia il sovranismo occidentale sia la globalizzazione pari sono nel disastro.

Il traffico di droga, il traffico di armi, i giochi d’azzardo, le attività illegali, la criminalità transnazionale, il mercenarismo, la tratta di persone e le economie sotterranee, anche in rete (cfr. il Dark Net: oggi 50% del commercio mondiale e con propria moneta), rappresenteranno una parte sempre più importante del PIL globale incontrollato. All’interno di questa situazione fuori controllo aggiungerei gran parte delle banche mondiali e dei flussi finanziari dei paradisi fiscali.

Nessun paese sembra immune da una rivolta violenta e questo è un dato di fatto che i governi temono di più. Dappertutto nascono “movimenti” di popolo, anche di massa, al di fuori delle organizzazioni sociali e politiche tradizionali, e creano una coscienza “contro”.

Tocca vedere se il 2020 sarà l’anno delle rivolte o del manganello.

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