Autonomia differenziata e italiani all’estero: perché la riforma riguarda anche noi

Il progetto di legge sulla autonomia differenziata continua il suo percorso istituzionale. La proposta, che porterá ad avere sistemi diversi per ogni regione italiana che avrá siglato un accordo con il governo centrale, tocca moltissimi temi. Li ricordiamo per titoli: norme generali sull’istruzione, tutela dell’ambiente, beni culturali, salute e sanitá, rapporti internazionali e con l’Ue, commercio estero, tutela e sicurezza del lavoro, professioni, ricerca scientifica,alimentazione, protezione civile, governo del territorio, porti e aeroporti civili, reti di trasporto e di navigazione.
Il dibattito in Italia non ha finora appassionato la maggioranza dei cittadini, anche perché il sistema dei media non vi ha dedicato il giusto spazio. Ancora meno se ne è discusso tra gli italiani all’estero, nonostante il progetto comporti ripercussioni potenzialmente rilevanti, soprattutto per le enormi complessità create da un sistema frammentato.

Ci potremmo trovare di fronte a regole differenziate anche a proposito del trasferimento in un altro Paese, a seconda degli accordi internazionali stipulati da ogni singola Regione. Coppie provenienti da Regioni diverse, con regole sanitarie molto diverse alla partenza e all’eventuale rientro. Difficoltà ulteriori nelle condizioni proposte ai talenti che vogliono rientrare dall’estero, dovute alla coesistenza di
sistemi diversi in settori chiave che determinano la scelta di un movimento migratorio.

Senza considerare che l’attuale progetto di autonomia differenziata aggraverà gli squilibri tra i territori settentrionali e quelli meridionali, quindi le diseguaglianze sociali, incrementando i già cospicui flussi migratori interni, che in 10 anni hanno indotto un milione di cittadini trasferirsi dalle regioni del sud al centro- nord. Con ciò consolidando il divario tra una parte d’Italia agganciata alle zone economicamente
più forti dell’Europa e un’altra parte condannata alla desertificazione sociale e economica.

La Filef ha sostenuto assieme ad altre organizzazioni della FIEI, la riuscita raccolta di firme per la Legge di iniziativa popolare contro l’Autonomia differenziata (modifica degli articoli 116, terzo comma e 117 secondo comma, della Costituzione) affinché qualsiasi decisione in proposito venga presa dal Parlamento e non tramite accordi separati con le Regioni.

Ribadendo la nostra contrarietà al progetto complessivo di autonomia differenziata, sollecitiamo il sistema di rappresentanza degli italiani all’estero nelle sue varie articolazioni e il mondo associativo a stimolare una riflessione approfondita su questo tema e di farsi interlocutore del Governo e delle Regioni per valutare gli effetti nella loro interezza.

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