La “cupola” industrial-militare che pilota la Commissione Ue

LA LOBBY EUROPEA: NOMI E RELAZIONI – Asap. Il ruolo dell’Asd capeggiata da Profumo, gli amici di Crosetto, le porte girevoli e la disinvoltura del commissario Breton. Dietro l’approvazione del regolamento Asap, 500 milioni […]

 

(DI SALVATORE CANNAVÒ – ilfattoquotidiano.it)

Dietro l’approvazione del regolamento Asap, 500 milioni per produrre nuove munizioni sguarnite dalla guerra ucraina, c’è un reticolo di interessi industrial-militari, lobbistici, di relazioni improprie tra Commissione e affari economici mai resi davvero trasparenti. La militarizzazione europea ha il suo fulcro, oltre ai bilanci nazionali, nel Fondo europeo della Difesa per il quale sono stati stanziati nel bilancio Ue 2021-2027, 7,95 miliardi. Fuori dal budget ordinario c’è poi l’European facility for peace, destinato a finanziare missioni militari e sostegno ai partners con 5 miliardi di fondi iniziali già saliti a 7 e che forse verranno incrementati di altri 3,5.

La creazione del Fed ha segnato una svolta e l’industria europea della Difesa, ben rappresentata dall’Asd, l’Associazione europea dell’aeronautica, dello spazio, della difesa e della sicurezza europea, si è trovata a pilotarne il processo decisionale. Questa “cupola” degli interessi militari è collocata in rue du Trône a Bruxelles e la sua azione è alla base delle scelte attuali.

“Siamo arrivati al punto in cui in realtà le lobby delle armi possono anche non agire visto che la politica europea è immediatamente interna alla proliferazione di armamenti” spiega Francesco Vignarca della Rete Pace e Disarmo. Le principali industrie militari facevano infatti parte del “Gruppo di personalità” istituito dalla Commissione nel 2015 per progettare la nuova politica militare. Dei 16 membri di quel gruppo 7 erano espressione delle industrie: Airbus, Bae Systems, Finmeccanica, Mbda, Saab, Indra e la stessa Asd. Accanto a loro la rappresentanza politica: l’ex Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, l’ex ministra francese Elisabeth Guigou, lo svedese Carl Bildt, il tedesco. Secondo i dati forniti da Enaat, Rete europea contro il commercio di armi, e riferiti ai programmi di finanziamenti precedenti il Fed (il Padr e l’Edipi) il 51% dei fondi va a 15 grandi società (Leonardo, Thales, Indra, Airbus, Safran, Saab, le principali) e le imprese facenti parte del “Gruppo di personalità” citato hanno ottenuto il 28%. L’Asd è quindi una potente struttura lobbistica e di indirizzo, formata dalle principali industrie europee e anche da 23 associazioni nazionali tra cui l’italiana Aiad presieduta, prima della nomina a ministro, da Guido Crosetto. A capo dell’Asd europea c’è l’ex ad di Leonardo, Alessandro Profumo. Il suo vice è Guillaume Faury, Ceo di Airbus e poi i vari Ceo in rappresentanza delle altre sigle. L’Italia è rappresentata anche dal presidente di Fincantieri, Claudio Graziano e dal segretario generale dell’Aiad, Carlo Festucci che, come ha scritto il quotidiano Domani, è anche socio in affari del figlio di Crosetto.

La struttura di Asd mostra la rete intricata di relazioni e provenienze in cui non manca la pratica delle “porte girevoli”: Jan Pie, segretario generale è stato membro della Commissione sui Cambiamenti industriali del Comitato europeo economico e sociale; Burkard Schmitt, direttore del dipartimento chiave dell’Asd, Difesa e Sicurezza, ha lavorato alla Commissione europea per oltre otto anni ricoprendo l’incarico di Consigliere per la difesa. L’ex amministratore delegato dell’Agenzia europea per la difesa, creata dalla Commissione nel 2004, Jorge Domecq, ha assunto un incarico presso Airbus Defence and Space in Spagna solo sette mesi dopo aver lasciato l’agenzia europea, come si legge in Un’unione militarizzatadella fondazione Rosa Luxemburg e dell’Enaat. Axel Cousin che dell’Asd è il rappresentante per gli affari legali e commerciali viene dalla Fondazione Alliance of Democracies, una organizzazione no-profit che è stata fondata nel 2017 dall’ex segretario generale della Nato Anders RasmussenPaul-Alexander Cramers, il manager addetto ai fornitori viene direttamente dal mondo militare di Finabel, struttura Nato per facilitare l’interoperabilità delle forze militari.

Le grandi aziende della Difesa lavorano anche per contro proprio: il gruppo Airbus che spende circa 1,5 milioni in attività di lobbyng, ha organizzato ben 268 incontri con gli uffici della Commissione, 19 dei quali con quelli del commissario al mercato interno, Thierry Breton, dove è collocata la nuova Direzione generale della Difesa DgDefis, istituita nel 2020. Gli incontri con gli uffici di Breton rappresentano l’attività di molte altre compagnie come Leonardo (7 incontri), Thales (5) Mbda (2). Curioso che a incontrare Breton per 4 volte sia anche il gruppo Atos di cui il commissario è stato amministratore delegato prima di essere nominato nella Commissione europea.

 

FONTE: https://infosannio.com/2023/06/05/la-cupola-industrial-militare-che-pilota-la-commissione-ue/

 

 

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