“Rappresento quindi sono”: la ricerca interna al PD realizzata dal responsabile organizzativo per il Sud, Eugenio Marino, irrompe nella discussione congressuale

Una ricerca sull’estrazione sociale dei dirigenti locali e nazionali e dei parlamentari del PD delle regioni del sud, realizzata dal responsabile organizzativo del PD per il meridione, Eugenio Marino, sta riscuotendo una notevole eco sulla stampa nazionale e inserisce nel dibattito congressuale del partito un elemento di riflessione particolarmente significativo.

La ricerca fa emergere un quadro della rappresentanza interna del PD caratterizzato dalla presenza di fasce sociali di classe medio-alta piuttosto che quelle di riferimento classico di un partito che si definisce di sinistra: massiccia la presenza di laureati, di appartenenti alle libere professioni (con una altissima percentuale di avvocati), all’imprenditoria,  decisamente sottorappresentata quella delle fasce di popolazione con minor livello di qualificazione e istruzione, lavoratori dipendenti, operai, disoccupati, ecc..

Al punto che dei 750 curricula di dirigenti meridionali presi in considerazione (oltre il 50% del totale), soltanto 3 sono operai.

La conclusione che ne trae Eugenio Marino è che il PD rappresenta tutti (e in modo sproporzionato rispetto alle medie nazionali) fuorché quel mondo da cui è nato e che dovrebbe invece rappresentare prioritariamente. L’altra deduzione che ne trae è che l’eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti, che è un altro elemento fondamentale, se non si vuole una politica determinata dal censo, con i conseguente parallelo abbandono dei processi di formazione politica tipici della fase precedente dei partiti di massa (la scuola delle Frattocchie, ecc.) ha reso impossibile per i militanti con minor grado di istruzione affermarsi nella dinamica interna.

C’è da chiedersi, rispetto a quest’ultima condivisibile considerazione, se questo abbandono dei processi di formazione politica interna sia stato non soltanto determinata dalla cancellazione del finanziamento pubblico o dall’adesione acritica ad un modello di “moderno” partito mediatico, quanto piuttosto, o allo stesso tempo, motivato dall’impossibilità oggettiva di offrire una formazione politica il cui obiettivo è sempre, per sua natura, la definizione di una originale identità e il cui tratto distintivo è il recupero e aggiornamento di una memoria e di una prassi.

La domanda può essere stata: “cosa gli andiamo a dire a questi militanti, di diverso da quello che sentono nei media e dalla narrazione prevalente ?”

In ogni caso i risultati della ricerca pongono un problema molto serio sul futuro del PD e a tutti i 4 leader che si stanno confrontando in vista del congresso. E lo pongono ad un livello strutturale (e dunque di prospettiva) al di là delle posizioni che a parole vengono sostenute: non c’è rappresentanza seria se non c’è un equilibrio nella classe dirigente, corrispondente ai settori di società che si intendono rappresentare. Una questione che, a sinistra, non riguarda solo il PD.

(red)

 

L’articolo su La Repubblica

2023013153656257(1)

Un servizio su La7 sulla ricerca

https://www.la7.it/otto-e-mezzo/video/pd-molti-avvocati-e-nessun-operaio-31-01-2023-470275

 

La sintesi della ricerca: “Rappresento, quindi sono”

Relazione_Rappresento_quindi_sono_27_gennaio_2023(1)

Views: 328

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

1 commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.