In Bosnia è in atto una catastrofe umanitaria: l’Italia fermi i respingimenti illegali

Syrian refugees having rest at the floor of Keleti railway station. Refugee crisis. Budapest, Hungary, Central Europe, 5 September 2015.

COMUNICATO ICS (Consorzio Italiano di Solidarietà – Ufficio Rifugiati Trieste)

ICS si associa alle profonde preoccupazioni espresse nella lettera (che vi alleghiamo per conoscenza) di Dunja Mijatović, Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, con la quale sollecita le autorità della Bosnia Erzegovina a farsi carico della grave crisi umanitaria in corso nel cantone Una-Sana, dove sono ormai centinaia i rifugiati e migranti che dormono all’addiaccio.

Come si legge nella lettera, “Risulta che, alla data di ottobre 2020, siano 6.770 i richiedenti asilo e migranti accolti in campi situati nella Federazione della Bosnia Erzegovina. Si stima che il numero di coloro che dormono all’addiaccio o in palazzi abbandonati nel Cantone di Una Sana e altrove nel paese va da 2.000 a 3.500 persone”.

Ormai da mesi diverse organizzazioni internazionali, associazioni e volontari – tra cui la rete RiVolti ai Balcani di cui ICS fa parte – denunciano le condizioni insostenibili in cui vivono queste persone, arrivate percorrendo la “rotta balcanica”. Ma nulla è stato fatto per risolvere la situazione, nemmeno ora con l’arrivo della stagione più fredda.

Le riammissioni a catena, che dal confine italo-sloveno deportano illegalmente i rifugiati fino in Bosnia, hanno l’effetto di esporre le persone a condizioni inumane e a un rischio di morte: vanno pertanto immediatamente fermate.

Per maggiori informazioni: https://www.balcanicaucaso.org/aree/Bosnia-Erzegovina/Bosnia-Erzegovina-catastrofe-umanitaria-annunciata-207128

 

 

Leggi anche: https://it.euronews.com/2019/11/10/bosnia-si-teme-la-catastrofe-umanitaria-nel-campo-migranti-di-vucjak

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