SCHIRÒ (PD) – MIGRANTI: CON L’UMANITÀ E LA LEGALITÀ L’ITALIA È PIÙ CIVILE E PIÙ SICURA

SCHIRÒ (PD) – MIGRANTI: CON L’UMANITÀ E LA LEGALITÀ L’ITALIA È PIÙ CIVILE E PIÙ SICURA

L’Italia può essere più umana e solidale senza diventare meno sicura. Può diventare anzi più ordinata e sicura investendo in legalità e umanità. Accogliendo e integrando e non escludendo e respingendo, come ha fatto Salvini con i migranti, per un bieco calcolo propagandistico giocato sulla vita di persone esposte a rischi e persecuzioni.

È questo il significato del Decreto “Accoglienza e integrazione”, con il quale il Consiglio dei Ministri ha svuotato i Decreti Salvini delle misure più controverse e ha pulito l’aria dei rapporti civili tra persone destinate a convivere sullo stesso territorio e nello stesso ambiente.

Niente di rivoluzionario, è bastato ritornare, seguendo il richiamo del Presidente Mattarella, nell’alveo del rispetto del diritto internazionale e dei principi della nostra Costituzione.

Così, si è stabilito di accordare una protezione speciale, evitandone il respingimento, a chi tornando nei luoghi di partenza rischia di essere privato della libertà, di subire violenze o di perdere addirittura la vita. Si è riaperto il canale della protezione umanitaria, evitando che centinaia di migliaia di persone, come è accaduto con i precedenti decreti, siano buttati per strada e perdano ogni contatto con il sistema pubblico, esponendosi a indigenza, malattie e all’influenza di organizzazioni malavitose. Si è riattivata la rete degli SPRAR, vale a dire dei centri di accoglienza di piccola dimensione distribuiti sul territorio sotto il controllo dei sindaci, che favoriscono un rapporto sereno con la popolazione. Si sono riattivate le attività di integrazione che, tra l’altro, danno lavoro a migliaia di giovani italiani, oltre che supporto ai migranti. Si è riaffermato il diritto/dovere delle ONG di salvare vite in mare e, nello stesso tempo, si sono stabilite regole precise di collaborazione con le autorità marittime.

Per quanto ci riguarda come italiani all’estero, si è accorciato da 4 a 3 anni il tempo di definizione delle pratiche di cittadinanza, una delle cose che avevo chiesto a luglio in una lettera alla Ministra Lamorgese, sottoscritta anche da altri colleghi eletti all’estero. Altre cose ci saranno da fare, per esempio sui problemi della cittadinanza per matrimonio e delle targhe estere: approfitteremo del passaggio del Decreto alle Camere per tornarci sopra.

Insomma, si tratta di un primo risultato importante che deve rappresentare l’inizio di una nuova stagione di lavoro e di intervento sui temi migratori.

Un passo avanti verso un Paese più civile. Un Paese che, però, non sarà veramente tale finché i figli degli stranieri nati in Italia o che da noi hanno compiuto interi cicli di studio, con i quali i nostri giovani condividono la loro quotidianità, non diventeranno cittadini di pieno diritto.

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